Una passeggiata nella Video Game Zone del Museo Nazionale del Cinema di Torino

Al Museo del Cinema di Torino arriva un'area dedicata interamente ai videogiochi: ospite speciale dell'inaugurazione è stato il game designer David Cage.

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a cura di Silvio Mazzitelli

Redattore

TORINO – Lo scorso 2 luglio è stata inaugurata, all’interno del famoso Museo Nazionale del Cinema di Torino, la Video Game Zone, un’area permanente che sarà esclusivamente dedicata ai videogiochi.

La scelta di aprire le porte del più importante museo italiano del cinema anche ai videogiochi è venuta dal suo stesso direttore, Domenico De Gaetano, che ha curato la nuova sezione insieme a Fabio Viola e all’Università di Torino.

Il direttore, durante la conferenza stampa di inaugurazione del nuovo spazio a cui abbiamo preso parte, ha affermato che nel corso degli anni videogiochi e cinema sono diventati sempre più interconnessi, influenzandosi a vicenda, e per questo ha ritenuto interessante parlare anche di questo nuovo medium all’interno di un museo storico come quello del Cinema di Torino. Il museo, infatti, non guarda solo al passato, ma vuole anche analizzare e far conoscere il presente e l’ipotetico futuro dell’arte cinematografica, che passa anche dal videogioco.

In effetti molti famosi attori di Hollywood sono ormai presenti all’interno di svariati videogiochi, sia in sequenze live-action che tramite tecniche come il motion capture, che permettono di catturare l’essenza della loro interpretazione per poi riprodurla nei mondi virtuali videoludici.

Contestualmente, il cinema sta spesso adottando tecniche di regia ispirate dalle visuali di alcuni videogiochi, cosa che ad esempio vediamo in alcune pellicole action, come i recenti John Wick e l’ultimo Bad Boys. Per questo motivo il Museo Nazionale del Cinema di Torino si è detto orgoglioso di essere uno dei pochi musei dedicati all’arte cinematografica a dedicare uno spazio permanente al videogioco.

Per l’occasione era presente un ospite d’eccezione: David Cage, il fondatore dello studio francese Quantic Dream, a cui dobbiamo dei titoli che in effetti attingono molto dal linguaggio cinematografico, come Heavy Rain e il più recente Detroit: Become Human.

La masterclass di David Cage

Il game designer David Cage è stato protagonista di una masterclass in cui ha raccontato le origini e l’evoluzione dello studio da lui fondato, il già citato Quantic Dream, partendo dalle sue origini, con la sua fondazione nel 1997 a Parigi, fino ai più recenti sviluppi.

Cage ha raccontato alcuni interessanti aneddoti sulla creazione dello studio, spiegando di come all’inizio lui fosse molto più interessato al mondo della musica, salvo poi decidere di creare uno studio di sviluppo con dei suoi amici, dopo aver presentato a un publisher il progetto embrionale di un videogioco.

Attualmente Quantic Dream è al lavoro su Star Wars: Eclipse.
Da lì sarebbero poi nati tutti i grandi progetti dello studio, partendo da Omikron: The Nomad Souls del 2000, che vide coinvolto anche David Bowie, per poi passare a Fahrenheit nel 2005.

Fahrenheit fu un titolo davvero innovativo per l’epoca, tanto che Cage ha raccontato che molti publisher non riuscivano a capire quale fosse lo scopo del gioco, dimostrando poco interesse per il progetto.

Dopo l’uscita, però,  venne elogiato per la sua struttura atipica e molto vicina al mondo del cinema: era possibile interpretare tre personaggi diversi e decidere il finale tramite le scelte fatte durante i dialoghi. Dopo il successo riscosso dal titolo, Cage ha rivelato che diversi publisher che non lo avevano capito lo contattarono per scusarsi.

Da qui si arriva poi alla storia più recente, con Heavy Rain del 2010, che riprende e migliora ulteriormente la formula vista in Fahrenheit, per poi passare a Beyond: Two Souls, riguardo a cui Cage ha rivelato di essersi sentito entusiasta ma allo stesso tempo spaventato di lavorare con due grandi attori come Elliot Page e Willem Dafoe.

Infine, nel 2018, è uscito Detroit: Become Human, che è stata un’ulteriore evoluzione di quanto visto con Heavy Rain, con la possibilità di ottenere ben 40 diversi finali, gioco con cui si sono voluti esplorare alcuni importanti temi contemporanei come il razzismo.

Attualmente Quantic Dream è al lavoro su Star Wars: Eclipse, di cui non si sa ancora nulla, tolto il trailer uscito ormai nel 2021. Cage ha dichiarato di essere molto entusiasta per la possibilità di lavorare a uno dei franchise cinematografici più importanti del mondo e che non vede l’ora di poter mostrare delle novità al pubblico.

Durante la giornata, l'autore è stato poi premiato con la Stella della Mole, un trofeo speciale già assegnato in passato a molti talenti del mondo del cinema. La nuova stella, di colore blu elettrico, è la prima di questa tipologia, pensata proprio per i grandi protagonisti del mondo videoludico, e di certo non sarà l’ultima.

Lo spazio della Video Game Zone e cosa riserva il futuro

La sezione dedicata ai videogiochi all’interno del museo, ospitato nella Mole Antonelliana, si articola in diverse soluzioni: tra queste, troviamo postazioni audiovisive dedicate ai trailer di importanti videogiochi, montati insieme in filmati creati per l'occasione, ma anche ai trailer di alcuni dei film e delle serie TV ispirate proprio dal mondo videoludico – dal film di Super Mario degli anni ’90 fino alla recente serie dedicata a The Last of Us.

Sono poi presenti alcune teche contenenti materiale unico, tra concept art, documenti, oggetti e sceneggiature di alcuni importanti giochi.

Tra i giochi interessati dall'esposizione abbiamo anche Death Stranding e Alan Wake 2.
Tra questi troviamo una presa per il motion capture di Detroit: Become Human, accompagnata anche dalle maschere degli androidi e dalla sceneggiatura del titolo, ma anche documenti dell’originale Prince of Persia, materiale appartenente a Death Stranding e la sceneggiatura e alcuni oggetti delle scene live-action del recente Alan Wake 2.

Questi sono solo alcuni degli asset per ora presenti, in uno spazio forse all’apparenza piccolo, ma che è sicuramente destinato a crescere e a evolversi e che, soprattutto, lascia già intuire la collaborazione futura di altri importanti game designer, che potranno offrire il loro punto di vista sull’evoluzione del videogioco e sulla sua interconnessione con il cinema, proprio come è accaduto con David Cage.

Per ogni ulteriore approfondimento sul museo e l'esposizione videoludica, fate riferimento al sito ufficiale del Museo del Cinema.

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