Nel precedente speciale su No Man’s Sky Next abbiamo parlato del ritorno sul gioco ad un anno dal lancio di Atlas Rises, delle sensazioni dopo che il titolo di Hello Games è passato per la fase evolutiva più ambiziosa del suo ciclo vitale, e dei piccoli ritocchi (alla tavola periodica, alla struttura delle missioni e altro ancora) che hanno contribuito ad espandere la visione di Sean Murray e del suo team. Naturalmente, come vi abbiamo raccontato, è nostra intenzione affrontare anche temi macroscopici come il multiplayer (lo faremo nell’ultimo pezzo di questa “trilogia”) e l’introduzione di una modalità in terza persona. Di questa, e del modo in cui offre una nuova prospettiva sull’universo procedurale di Murray, parleremo invece proprio oggi.
L’introduzione della terza persona è un passaggio ovviamente del tutto opzionale ma chi si aspettava qualcosa di molto blando ne resterà piacevolmente colpito. Non appena “usciti dal proprio corpo” e addivenuti ad una visuale dietro le spalle del protagonista, si nota fin da subito che i movimenti vengono gestiti in una maniera studiata ad hoc per la modalità e che non siamo di fronte a qualcosa in stile The Elder Scrolls o Fallout, in cui la terza persona è un semplice orpello, posto più come corollario alla reale esperienza di gioco (quella in prima) che in qualità di alternativa seria e godibile sempre. La nuova visuale si applica a tutto quanto possibile nel gioco e arriva contestualmente con l’aggiunta dell’esplorazione subacquea, un’altra novità che aumentala superficie esplorabile di ciascun pianeta sebbene non sia consigliabile soggiornarvi troppo a lungo, specie in presenza di location abbastanza esotiche le cui acque siano minate da qualche tipo di contaminazione o troppo fredde (la maggior parte, a dire il vero).
È così possibile godersi la nuova prospettiva sia in volo che sulla terraferma, con risultati alterni al di là della buona qualità delle animazioni e qualche peccato di gioventù. Nelle fasi di volo ed esplorazione, non soltanto è possibile avere davanti a sé in maniera più totalizzante e coinvolgente l’affascinante ambientazione galattica di No Man’s Sky, prima un po’ costretta negli abitacoli dalle dimensioni assai ridotte, ma risulta persino più facile confrontarsi con altre astronavi in scontri più accesi che mai. Spesso e volentieri ci si ritrova a combattere con avversari più veloci e potenti, ed è per questo che avere un quadro completo dello spostamento da fare e soprattutto poterlo prevedere diventa importante. Con Next, abbiamo vinto più battaglie spaziali di quanto non avessimo fatto con tutti gli aggiornamenti precedenti, e a ben vedere il merito sembra essere proprio della nuova visuale.
Sulla terraferma, la situazione si articola invece in maniera più complessa, e in pro e contro. Come abbiamo osservato poc’anzi, Hello Games ha implementato una terza persona arricchita di animazioni e movimenti di buona fattura, non l’ha buttata lì solo per aggiungere una freccia al proprio arco, e questo si traduce ad esempio in fiammate che fuoriescono dal jetpack così come in movimenti coerenti con la direzione assunta dal busto del personaggio. Ugualmente, in termini di coinvolgimento, questa modalità consente di vivere più appieno le atmosfere adesso popolate di NPC di ogni tipo e dai comportamenti sempre più sfaccettati introdotti con l’ultimo update. Anche in questo caso, insomma, l’impressione è che l’implementazione della nuova inquadratura sia arrivata come parte di un progetto più grande e non soltanto come vezzo tecnico.
A rappresentare un momento “no” per la funzionalità abbiamo una meccanica di shooting che potrebbe essere più precisa e raffinata. Durante le sparatorie in cui ci siamo imbattuti abbiamo infatti sentito spesso l’esigenza di tornare alla prospettiva in prima persona, questo per due ragioni: in primis, la figura del personaggio copre buona parte dello schermo e a volte diventa difficile persino mettere a fuoco il nemico per abbatterlo (nonostante questi non brillino per vivacità sui vari pianeti); in secondo luogo, il sistema di puntamento è anch’esso abbastanza blando e impreciso, con un reticolo non efficacissimo a non contribuire alla causa. Ad ampliare la di per sé leggera sensazione di frustrazione, ecco che arriva la decisione non troppo comprensibile di affidare ad uno specifico comando a parte nel menu di scelta rapida il passaggio da prima a terza e viceversa, che rende poco intuitivo se non scomodo e impraticabile, nel mezzo di uno scontro, un cambio in corso d’opera.
Da notare, infine, la possibilità di personalizzare il proprio Viaggiatore, dandogli una razza e un ventaglio di customizzazioni estetiche piuttosto esteso. Lo studio inglese non si è accontentato di dare all’esplorazione a piedi una “marionetta”, quindi, ma ha voluto conferire un’esperienza visiva differente in base ai gusti di ciascun giocatore. L’intento, grazie a ritocchi che includono vari tipi di caschi, stivali e altro ancora, è certamente riuscito, sebbene ci siano degli ulteriori margini di perfezionamento. Da questo punto di vista si è forse preferito soffermarsi su altri aspetti dirimenti, ma va precisato comunque che gli oggetti di personalizzazione non sono moltissimi e soprattutto sono limitati allo strumento dell’editor originale, reperibile in tutte le stazioni spaziali, senza che possiamo aggiungervene degli altri con pezzi racimolati qui e lì nei nostri viaggi. Già immaginiamo l’argomento trattato in un futuro update gratuito, per cui non siamo particolarmente preoccupati da quanto visto finora. È però bene farlo presente.
Next ha permesso allo sviluppatore britannico di rimaneggiare notevolmente il comparto grafico, in concomitanza con l’implementazione della nuova visuale, e il colpo d’occhio – già molto gradevole di base, sebbene per certi versi spoglio – ne ha risentito parecchio e in maniera oltremodo positiva. Il No Man’s Sky di oggi ha tanti dettagli aggiuntivi rispetto alla precedente versione, che vanno da nuove texture per le astronavi (ora particolareggiate nei minimi anfratti con fessure per la ventilazione e altre gradevoli minuzie) ad un arricchimento complessivo delle strutture, dei pianeti e in generale della galassia. Intorno ai pianeti adesso compaiono suggestivi anelli e nella navigazione noteremo sempre più frequentemente polveri o scie di elettricità, che intervengono per riempire ulteriormente la visuale in fasi che precedentemente si appiattivano abbastanza in fretta. Nell’avvicinamento alla terraferma, invece, bisognerà farsi largo tra nuvole e talvolta maltempo, a rendere più realistica, e se vogliamo più complessa da gestire, la fase di atterraggio.
Tutto questo, almeno su console, è arrivato ad un prezzo e anche piuttosto caro in determinate situazioni. La versione PS4 Pro di No Man’s Sky Next è infatti minata sovente da cali di frame rate, stutter e persino blocchi più lunghi, non tanto nell’esplorazione tra un mondo e l’altro quanto nell’avvio del motore ad impulso e nell’ingresso nell’atmosfera dei pianeti. Con i precedenti aggiornamenti si erano verificati casi simili, per via della congestione dei server, e la situazione era in effetti andata via via migliorando pure grazie alle ormai tradizionali patch hotfix, per cui ci aspettiamo correttivi in tal senso nel giro di pochi giorni; tuttavia, la situazione ad oggi è questa ci pare sia opportuno segnalarlo, specie quando si parla di implementazioni di carattere estetico tanto rilevanti ma che alla fine hanno un impatto (magari solo provvisorio) così incisivo sulle performance.
Siamo ormai quasi al termine del nostro viaggio e, dopo avervi parlato del ritorno sul gioco (con un occhio alla nuova tavola periodica e ai cambiamenti nella quality of life), è toccato oggi alla visuale in terza persona e ai miglioramenti, palpabili, in un comparto grafico che ne esce visibilmente arricchito rispetto alla materia d’origine. Tra pro e contro, anche tenendo la natura in continua evoluzione del gioco e quindi dei perfezionamenti che siamo abbastanza sicuri arriveranno nel giro di qualche mese, ci riteniamo finora soddisfatti di come sta andando con No Man’s Sky Next. L’appuntamento con il multiplayer è per l’inizio della prossima settimana.