Nintendo LABO sognare di creare

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a cura di Matteo Bussani

Archimede è stato per molti ragazzi un sogno più che un personaggio storico citato nei libri di scuola. L’inventore più famoso di sempre è diventato nella società moderna l’emblema della creatività pratica, dell’ingegno che rende reale ciò esiste solo nella propria immaginazione. In questi termini, chi di voi fin da piccolo, quando ancora non esistevano limiti e ansie alla propria fantasia, non si è ritrovato a costruire nella propria testa idee che avrebbero reso il mondo migliore?

Tra il dire e il fare, però, c’è di mezzo ben più che una congiunzione e un articolo, e spesso l’adolescenza trasforma la fantasia in un’utopia lontana e ritrovarsi nel monotono lavoro di tutti i giorni è questione di qualche pelo sulla barba e una laurea di troppo. Non per tutti. Ci sono tante persone che scoprendo i meccanismi della scienza, nel tempo e nella conoscenza hanno invece trovato un modo per avvicinarsi sempre di più alle proprie idee, plasmando i materiali con la tecnologia appresa. E questo obiettivo, la tecnologia moderna ha permesso che tante persone lo perseguissero quotidianamente, con strumenti sempre più evoluti e per un fine che spazia dall’intrattenimento fino alla reale gestione automatica di compiti quotidiani. Pensiamo per esempio ad Arduino e a tutto quello che la diffusione low-cost di schede e micro controllori ha generato. Torniamo però ai bambini, quelli da cui solitamente nasce il desiderio, quelli che vorrebbero creare un mondo nuovo, ma il cui sogno ad oggi si interrompe troppo presto per via della digitalizzazione imperante che li travolge in un meccanismo senza vie d’uscita. In questo contesto e per questo pubblico arriva Nintendo LABO, un prodotto che vuole dare ai più piccoli gli strumenti per creare, per giocare, per imparare, ma soprattutto per capire che dietro alle cose ci sta un pensiero, ci sono meccanismi che anche loro a partire dal semplice cartone possono creare.

Nintendo LABO, nel suo essere un semplice cartone, è un regalo continuo ai bambini d’oggi, esattamente come può esserlo una scatola di colori oppure un secchiello di lego. Vi ricordate la sensazione di giocare con una macchina di lego interamente costruita da noi? Oppure di una macchina costruita seguendo le istruzioni e poi modificata come neanche i trasformers sapevano fare? LABO è tutto questo, è imparare un metodo per giocare, e poi utilizzarlo per creare infiniti varianti, che sviluppano la fantasia dei ragazzi. In più, esso propone oltre che la tradizione, anche la novità, partendo dal presupposto che la console Switch, un indubbio successo di Nintendo, è una delle strade percorse per il futuro delle tecnologia videoludica. Per chi è un po’ meno creativo ci sono comunque tutte le istruzioni, ci sono dei giochi predefiniti, e c’è tutta una modalità che dà la gratificazione immediata nel gioco: tutti elementi tipici di un XXI secolo che straripante di servizi. Ma anche solo analizzando in questo senso LABO ci si può sbizzarrire all’infinito. I cinque set prefabbricati mettono a disposizione non semplici giochi, ma veri e propri strumenti anch’essi che aprono all’ispirazione, proprio come una piccola matriosca: un pianoforte, un manubrio della moto, una casa, una macchinina radiocomandata e persino una canna da pesca.

La macchinina telecomandata può essere modificata per una gara di velocità o una sfida all’ultima caduta. Il pianoforte può diventare la base per melodie di qualunque genere, oppure per cacofonie disastrose, questo dipende ovviamente da voi. Non aspettatevi prodotti complessi sia chiaro, ma comunque tutti funzionanti. Il meccanismo è semplice, un fascio a infrarossi, un ricevitore e una superficie riflettente, rendono realtà gli incastri di cartone e i movimenti svolti su leve create ad hoc per la situazione.

Nel software a corredo di LABO sono contenute anche le spiegazioni che illustrano visivamente “gli gnometti magici” che trasformano le azioni in una risposta di qualunque tipo, che sia all’interno del gioco predefinito oppure o che sia dovuta ai programmi “sviluppati” con un semplicissimo editor di logica grafico da noi. E’ chiaro che questo kit è solo l’inizio in vista della crescita della community creativa e in vista di una Nintendo che potrebbe davvero rendere le sue migliore idee di game-design realtà, con un semplice cartone.

Nel kit assortito (quello che ci è giunto in redazione), ci sono cinque costruzioni possibili, ognuna legata a un minigioco il quale può ospitare anche altre costruzioni per sviluppare ulteriori funzionalità. C’è poi un kit interamente dedicato al Robot, ma quello avremo modo di approfondirlo in un’altra occasione.

La confezione nel dettaglio contiene:

28 pannelli di cartone per le costruzioni

3 fogli di carta riflettente

3 fogli di carta spumata

1 stringa blu

1 stringa arancione più lunga

5 set di tondini

2 set di elastici uno grande e uno piccolo

Troviamo così il necessario per fare tutto, anche se poi la personalizzazione dei pezzi va fatta con colori propri, stickers tenuti in casa, o acquistati con il kit messo a disposizione da Nintendo (da acquistare separatamente). Un lato artistico di cui i bambini vanno matti, che sarà la fonte di ulteriore creatività. In questo senso Nintendo LABO non crea nulla di nuovo, ma mette insieme tanti elementi diventando un irrestibile baluardo della creatività.

A volte quanto si vorrebbe tornare bambini…

Nintendo Labo è un prodotto per giovanissimi, che può essere fruito su più livelli di età fino all’adolescenza a seconda della profondità con cui lo si analizza. La presenza di un adulto è più che consigliata, ma chiaramente è evidente che, per quanto si voglia tornare bambini e per quanto si possa provare in alcuni frangenti, non è il destinatario di questo prodotto. Nintendo LABO è infatti il passato che parla attraverso il presente. E’ la storia raccontata da un videogioco, e per questo i bambini che sono guidati con la testa al di fuori della tv, non possono che gioire, e gli adulti tornare piccoli con loro.

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