Nintendo Switch 2 deve rimettere al centro la magia dei Joy-Con

Dopo l'uscita di Switch, Nintendo ha via via dimenticato il potenziale e l'unicità dei Joy-Con. Switch 2 saprà riportarne in vita la magia?

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a cura di Salvatore Pilò

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Il 3 marzo 2017 arrivava sul mercato, e nelle case di moltissimi videogiocatori, Nintendo Switch, una console che, come i miei amici amano spesso rinfacciarmi, non mi aveva convinto per niente durante tutto il suo periodo di reveal. Galeotto fu quel Breath of the Wild che mi convinse ad acquistarla al day one facendomi non solo ricredere su quella piccola e strana console, ma facendomi innamorare al punto da averne un po’ sparse per casa oggi (con grande gioia della mia compagna).

A farmi ricredere su Nintendo Switch 8 anni fa non fu tanto né il software proposto né la console in sé, quanto i suoi controller: mi ero perdutamente innamorato dei Joy-Con, del loro design, della loro estetica, delle loro funzionalità e, che ci crediate o meno, della loro ergonomia.

Già, sono uno di quelli che ha sempre preferito impugnare entrambi i Joy-Con rispetto all’utilizzo del Pro Controller o del simpatico controller "a muso di cane" (il Joy-Con Grip, per chi non ricorda il meme dell'epoca, ndr) offerto assieme alla console stessa. Ho sempre apprezzato la loro tanto odiata dimensione e la loro tanto odiata posizione dei tasti e degli analogici – quindi sì, insomma, sono un piccolo "fanboy" di questi controller.

E ricordo con enorme piacere il primo avvio di 1-2 Switch che quasi aveva oscurato i primi passi in quella Hyrule tanto strana che proponeva Breath of the Wild, non tanto per i suoi mini-giochi quanto per l’utilizzo incredibile che si faceva dei controller della console.

Uno showcase bello e buono di tutte le caratteristiche e delle potenzialità dei Joy-con a 360 gradi: mini-giochi che ne sfruttavano il giroscopio, i sensori infrarossi, i sensori di movimento e quel Rumble HD che, quel giorno, mi aveva conquistato il cuore.

Uno showcase pieno di fantasia

Quel mini-gioco in cui si doveva inclinare il controller per far scorrere delle biglie e riuscire a capire quante erano all’interno di una scatola immaginaria mi aveva lasciato senza parole: avevo realmente la sensazione che delle piccole sfere si stessero muovendo all’interno del controller, ed era semplicemente pazzesco.

Così come ero completamente innamorato del mini-gioco in cui si doveva aprire una cassaforte ruotando lentamente il Joy-Con, o quello in cui il controller era un forziere bloccato da una catena e bisogna ruotarlo per “sbrogliare” quella matassa di ferro virtuale.

E mentre le ore su 1-2 Switch crescevano, cresceva il mio entusiasmo verso la console e verso quegli assurdi controller che non mi sarei mai aspettato così performanti e così interessanti, dalle potenzialità infinite e dalle caratteristiche uniche nel loro genere.

Col passare della generazione, i Joy-Con hanno smarrito quella dimensione fantasiosa ed estrosa del lancio.
Mi ritrovato sempre li a pensare «chissà quante cose pazzesche vedremo con questi Joy-Con e in quanti modi bizzarri vedremo utilizzate tutte queste funzionalità». Insomma, al netto di uno showcase imponente come quello di 1-2 Switch, aspettavo con grandissimo trasporto il prossimo titolo first party che ne facesse un sapiente uso – magari anche solo di alcune di tutte quelle “robe fantascientifiche” che avevo visto nei Joy-Con tramite il party game di lancio di Nintendo Switch.

E invece dopo 1-2 Switch... il silenzio. I Joy-Con hanno smarrito quella dimensione fantasiosa ed estrosa che mi aveva conquistato in un attimo, prendendo sempre più la forma di un classico controller, scomodo per i più, con la batteria scarica ogni volta che serviva utilizzarlo e con un problema di design terribile come il famigerato drift sull’analogico.

Col tempo, in questi otto anni, mi sono dimenticato di quanto mi fosse piaciuta l’idea di quei controller e tutto il potenziale sprecato che si portavano dentro fino a quando Astro Bot (potete trovarlo su Amazon) non arrivò, dopo Astro's Playroom, a fare da showcase ad un DualSense che mi ricordava molto, moltissimo, tutto quello che avevo dimenticato sui controller Nintendo.

Giocando pensavo «caspita, che bello questo feedback aptico e quanto sono graziosi questi grilletti adattivi», ma allo stesso tempo riflettevo con amarezza su quanto mi mancasse quella dimensione di "gioco" che invece i Joy-Con mi avevano regalato con il loro di showcase. E che con il passare della generazione ha finito un po' con l'assopirsi e normalizzarsi.

Joy-Con, DualSense e unicità

Se tutte le funzionalità (o quasi) del DualSense, in un modo o nell’altro, le rivedo in questo o quel titolo, queste non fanno altro che essere un’estensione del gioco fra le mie mani, un mero espediente per aumentare il coinvolgimento nel mondo virtuale di turno e nulla più. Sì, lo so, sono poco poetico in questo momento.

I Joy-Con si presentavano in modo diametralmente opposto: non volevano essere la chiave per aprire la porta verso un immersione più "profonda" nel mondo di gioco, quanto essere parte attiva dell’esperienza.

Quel Rumble HD non doveva solo farmi sentire gli steli d’erba sulle mani, ma essere parte integrante del gameplay e delle meccaniche di gioco portando l’esperienza su un altro livello, un po’ come nel recente Astro Bot vediamo accadere con i blocchi verdi.

Invece ogni funzionalità e ogni possibilità di estensione del gameplay al controller, e viceversa, si sono persi negli anni all’interno di un parco titoli infinito, dove le buone idee dei Joy-Con sono spesso rimaste tali (idee), e abbiamo finito più che altro con l'usarli come se fossero normali controller.

E alle porte di Nintendo Switch 2, che non vedo già l’ora di provare con mano, la cosa che più mi incuriosisce sono sempre loro, i nuovi Joy-Con che fra nuovi bottoni sconosciuti e nuove modalità di utilizzo stanno nuovamente stuzzicando la fantasia degli appassionati.

Quella funzione mouse tanto rumoreggiata, le cui conferme sembrano vedersi nel reveal di gennaio, quanto avrà riscontro? Sarà, ancora una volta, relegata al semplice 1-2 Switch di turno o vedremo i Joy-Con davvero protagonisti in questa nuova rinascita di Switch?

Può essere un nuovo inizio anche per l'unicità dei piccoli controller creati da Nintendo: non una nuova generazione dove brillano a 360° solo nei software a loro dedicati, ma una che ci abitui a giocare anche in modo diverso, tenendo vivo quell'effetto sorpresa che ha caratterizzato il primo approccio con i Joy-Con, ormai otto anni fa. È solo uno dei tanti dettagli a cui Switch 2 dovrà badare, ma – sulla scia della continuità con Switch che ci è stata già svelata dai reveal – sarà importante: i Joy-Con tornano e in parte si reinventano. E speriamo che lo facciano sfoggiando convintamente le loro unicità.

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1 Commenti

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E’ probabile che il 2 aprile verra’ fuori qualche funzione interessante originale,mi stupirei del contrario.
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