La strana storia di Spider-Man su PlayStation | Video Speciale

Ripercorriamo i due videogiochi di Spider-Man sulla prima PlayStation per scoprirne la strana storia, dentro e fuori dallo schermo.

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a cura di Adriano Di Medio

Redattore

Dopo Batman, se c’è un supereroe che ha avuto fortuna in ambito videoludico è proprio Spider-Man. A partire dagli anni Duemila, l’arrampicamuri Marvel ha infatti goduto di un grande seguito nel nostro medium preferito. Al netto di una non indifferente spinta cinematografica (la trilogia di Sam Raimi è stata a modo suo rivoluzionaria), una buona fetta del successo videoludico dell’Uomo Ragno è dovuta all’oggettiva qualità delle sue incarnazioni poligonali, culminata col fatto che lo Spider-Man degli Insomniac Games è oggi uno dei titoli di punta di PlayStation (e ora anche su PlayStation 5).

Tuttavia oggi vogliamo tornare indietro di un paio di decenni, per raccontarvi la strana storia del dittico Spider-Man e Spider-Man 2 Enter Electro.

Spider-Man, ovvero dallo skateboard alle ragnatele

L’esordio simbolico di Spider-Man nella videoludica contemporanea è alla fine degli anni Novanta. In quel periodo infatti a fare da publisher c’è Activision, e il progetto di un videogioco sull’Uomo Ragno viene affidato ai Neversoft, già sviluppatori di quel Tony Hawk’s Pro Skater uscito a settembre 1999. Proprio da quest’ultimo viene la tecnologia di base, in quanto i due videogiochi condividono il medesimo motore grafico.

https://www.youtube.com/watch?v=Np5S-L-PEjc

Una prima presentazione di quello che sarà noto semplicemente come Spider-Man viene fatta all’E3 del 1999, in una veste simile ma ancora piuttosto lontana dalla definitiva. Il gioco comunque già si presentava come un canonico ma divertente action in tre dimensioni dove interpretare Spider-Man sia in sezioni all’aperto tra i grattacieli di New York, sia in sezioni al chiuso.

A questo gameplay molto accessibile si affiancava una trama molto fumettistica e ancora adesso dignitosa: Spider-Man viene infatti incastrato da un suo impostore, che ruba l’attrezzatura di un redento Otto Octavius. Divenuto un criminale ricercato sai dalle forze dell’ordine che dai nemici storici, Spidey dovrà sia ripulire la propria reputazione che sventare un folle piano che incombe su New York.

Comunque buona parte dei problemi sfuma quando il gioco viene pubblicato a settembre del 2000, riscuotendo pareri molto positivi. La grande accoglienza sulla prima PlayStation spinge Activision a pianificare sia un sequel che conversioni per PC, Nintendo 64 e Dreamcast, tutte affidate a sviluppatori diversi da Neversoft e distribuite l’anno successivo.

A queste si affiancarono due sequel “apocrifi” pubblicati su Game Boy Color e Game Boy Advance, a loro volta affidati da Activision a studi specializzati su tali piattaforme.

L’amichevole Ragno di quartiere

Il motivo per cui Spider-Man sulla prima PlayStation riscuote così tanto successo è la sua peculiare fusione tra qualità e genuinità. Oggi può sembrare niente di eccezionale, ma chiunque l’abbia vissuto si ricorderà dell’incredibile impatto che aveva il potersi spostare a forza di ragnatele tra un grattacielo e l’altro, picchiare i criminali con ironia, salvare ostaggi e confrontarsi con i nemici storici dell’arrampicamuri. Nonostante i livelli fossero alla prova dei fatti molto “spezzettati”, dovendo fare i conti con la limitata memoria della console, l’ambientazione appariva veramente come immensa.

La sensazione di apertura che il gioco dava era seconda solo all’impostazione ricercatamente fumettistica della storia. Qualcosa di assolutamente voluto, visto che la storia era divisa in sei “albi” virtuali (ciascuno con una copertina appositamente disegnata) e i collezionabili sparsi per i livelli altro non erano che le copertine di albi storici dedicati al personaggio (c’era anche l’ultimo numero di Amazing Fantasy, la prima apparizione registrata dell’Arrampicamuri).

Questo perché i Neversoft prima che sviluppatori erano fan dell’Uomo Ragno, e non hanno mai nascosto quanto siano stati entusiasti di poter lavorare su un videogioco a tema.

Tutto ciò riuscì persino a travalicare anche delle palesi ingenuità in fase di traduzione. Il gioco venne infatti tradotto nelle principali lingue europee, ma dialoghi e filmati non vennero doppiati né tantomeno sottotitolati, cosa grave considerando come il gioco fosse pensato per un pubblico dai preadolescenti in su.

Tutto sommato però l’assenza di un doppiaggio è stata quasi un bene, non solo perché i Neversoft per il cast vocale avevano pescato a piene mani dalle due serie animate a tema prodotte e trasmesse negli anni Novanta, ma perché raggiunsero il memorabile quando per fare da voce narrante chiamarono nientemeno che il Sorridente Stan Lee.

Spider-Man e i suoi fan digitali

La dimostrazione di quanto questo Spider-Man del 2000 sia rimasto nel cuore delle persone che ci hanno giocato si vede nei mesi e addirittura negli anni successivi alla pubblicazione. Oltre alle conversioni, il gioco è stato negli anni incredibilmente studiato dai suoi fan, forieri di un supporto che dura tuttora.

È ancora adesso molto comune sia il modding del gioco (che sia PC o PlayStation) che la scoperta dei materiali scartati. Una curiosità che non si è mai esaurita anche grazie ai Neversoft stessi, che hanno inserito nel gioco un sistema di password che permetteva di sbloccare sia i contenuti del gioco che funzionalità nascoste, come elementi grafici bizzarri e facezie.

Proprio queste goliardate probabilmente sono state alla base delle molte leggende metropolitane sul gioco, come quelle in cui fosse possibile impersonare Venom, Daredevil, Capitan America o lo stesso Dottor Octopus.

Attraverso il data mining della versione PlayStation infatti i fan hanno rivelato molti contenuti tagliati, dai modelli alternativi per i nemici (Scorpion aveva una tuta di colore verde chiaro, mentre la prima versione dei simbioti era per molti assai più inquietante di quella impiegata nella versione finale) a veri e propri livelli alternativi. Le ambientazioni di alcune bossfight erano infatti profondamente diverse da quelle poi usate nel finale, e vi sono anche personaggi non utilizzati.

Ad esempio Tony Hawk aveva un cameo nel gioco, simbolico ricambio del fatto che Spider-Man stesso sarebbe comparso come personaggio in Tony Hawks Pro Skater 2, uscito lo stesso anno. L’esame dei file del gioco ha poi rivelato una grossa clip audio inutilizzata di Stan Lee, dove il Sorridente chiudeva la vicenda e ringraziava il pubblico per l’attenzione.

Spider-Man: Enter Vicarious Visions

Di tutti i sequel pubblicati per le diverse piattaforme, quello classificato come maggiormente canonico è stato Spider-Man 2: Enter Electro. Pubblicato nel 2001 sempre sulla prima PlayStation, ha visto Activision affidare lo sviluppo ai Vicarious Visions, ragazzi fattisi le ossa su Game Boy e tornati sul palco in tempi recenti con la Crash Bandicoot Nsane Trilogy.

Il gioco prendeva le mosse subito dopo il capitolo precedente, con una storia che stavolta coinvolgeva un altro gruppo di supercriminali forse meno conosciuti (come Shocker e Testa di Martello) capitanati da Electro e con l’immancabile Stan Lee a fare da voce narrante.

La struttura di fondo del gioco chiaramente non cambiava, anche se strutturalmente ispirata più al serial televisivo che fumettistico. La novità più di impatto, oltre a un deciso miglioramento del dettaglio grafico, stava nella presenza di livelli sia sui tetti dei grattacieli sia per le strade di New York, dove Spider-Man affrontava sia minacce estemporanee (bombe da disinnescare, piccoli criminali) a piani più elaborati. Nonostante stavolta fosse completamente in inglese, il gioco ebbe la sua fetta di successo tanto da meritarsi la ristampa in formato Platinum.

Niente più cima del mondo per l’Uomo Ragno

Una cosa che probabilmente aiutò non poco Spider-Man 2 Enter Electro da un punto di vista commerciale fu il suo essere tra i videogiochi che fecero da canto del cigno per la prima PlayStation. Anche perché, tolto un sensibile miglioramento grafico, il gioco era palesemente una versione migliorata del precedente.

Ne ricalcava persino la struttura a livelli stagni e l’uso di cutscene pre-renderizzate per la narrazione; senza poi contare che il gioco affiancava contenuti vecchi e nuovi (i costumi alternativi del gioco precedente si affiancavano a quelli nuovi). Tutto lasciava pensare che i Vicarious Visions per Spider-Man 2 fossero partiti da una build pre-pubblicazione del primo capitolo.

La storia per cui però Spider-Man 2 è ancora adesso famosa è però legata al mondo reale. Il gioco infatti venne pubblicato nell’ottobre 2001, ma proprio il mese prima si verificarono gli attentati dell’11 settembre. Activision dovette quindi interrompere la stampa delle copie e i Vicarious Visions dovettero apportare alcuni cambiamenti alla velocità della luce per evitare di offendere l’opinione pubblica.

In origine infatti la battaglia finale avrebbe dovuto svolgersi proprio sulla cima delle Torri Gemelle di New York. Tale ambientazione fu cambiata in un generico centro di ricerca scientifica, aggiungendo un camminamento tra i tetti dei due edifici e tagliando alcune battute di Spider-Man stesso in cui diceva appunto di stare combattendo “in cima al mondo”.

Purtroppo però, data la sfortunata convergenza di eventi, molte copie della versione del gioco pre-11 settembre erano già state fatte circolare. Ciò significa che tuttora si possono trovare registrazioni su come era il gioco prima di suddette modifiche.

Un’ultima curiosità: nonostante i due videogiochi raffigurino un Peter Parker tardo ventenne (peraltro già sposato con Mary Jane Watson), il manuale italiano di Spider-Man 2 Enter Electro conteneva illustrazioni di Mark Bagley, in cui il nostro Peter Parker appariva ancora come un adolescente. Ciò è dovuto al fatto che Bagley era ai tempi il disegnatore di punta della debuttante collana Ultimate Spider-Man – tanto che alcune sue illustrazioni erano state incluse nel gioco come contenuto bonus se si completava l’avventura a difficoltà Normale.

In conclusione

La storia dei due videogiochi di Spider-Man sulla prima PlayStation forse è meno bizzarra di altre, ma è una di quelle occasioni fortunate in cui la qualità si unisce al genuino entusiasmo di stare lavorando a qualcosa di cui prima di tutto si è ammiratori. E la dimostrazione di questo, anche al netto di un sequel non altrettanto fortunato, sta nel fatto di come lo Spider-Man dei Neversoft abbia ancora adesso un ricco seguito specialmente su internet, non solo nel mondo dei modder.

E non possiamo che pensare che è proprio grazie a questa avventura di un Peter Parker più “maturo”, un po’ antitetica alla figura adolescenziale che gli è stata data specialmente nella cinematografia recente, che molti dei fan del Ragno si siano scoperti come tali da bambini.

Se volete capire come mai lo Spider-Man di Insomniac Games è così lodato o volete far incontrare all'arrampicamuri i suoi colleghi, ecco qui il gioco su PS4 e gli Avengers!
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