La scena dei giochi horror basati sulla narrazione psicologica ha visto nell'ultimo lustro un’esplosione di titoli che esplorano temi profondi, stimolanti e spesso sconvolgenti. Trovare qualcosa di davvero originale sta diventando molto complicato, col rischio crescente – e per certi versi inevitabile – di imbattersi di fronte al solito prodotto senz'anima.
Hyperarousal vuole dunque uscire da quel mare magnum e proporre al grande pubblico una storia intricata e audace che mescola psicologia, cosmic horror e folklore. Il progetto nato dalle menti creative di David Capuano e Luca Poma, co-fondatori di Aion Interactive, punta a dare vita a un videogioco che sarà non solo un’esperienza interattiva, ma anche un’immersione profonda nella psiche del giocatore.
Capuano ci ha raccontato in modo dettagliato come Hyperarousal si sta evolvendo (l'uscita è ancora lontana), esplorando le dinamiche psicologiche del trauma e della memoria, intrecciate con la storia del territorio che fa da sfondo all’opera. Un racconto che non è solo un viaggio nei meandri della mente umana, ma anche una riflessione sulla perdita, la ricerca di identità e il significato della vita moderna.
Hyperarousal, un progetto personale e universale
Hyperarousal non è un progetto che nasce per caso. È il risultato di anni di collaborazione tra Capuano e Poma, iniziata all’Accademia e maturata in un contesto di ricerca artistica e narrativa. La Val Camonica, terra di Luca Poma, è il cuore pulsante di quest’esperienza.
David Capuano ci spiega come la scelta della location non sia solo legata alla biografia del co-fondatore, ma anche alla sua carica simbolica. La valle è un crocevia di strati storici che vanno dall’età del ferro alla Seconda Guerra Mondiale, e diventa essa stessa un personaggio, un "paesaggio narrativo" che riflette il viaggio interiore del protagonista, Garlo.
Il gioco prende vita in un contesto unico: esplorando luoghi antichi, il protagonista rivive la propria storia familiare attraverso i sogni, che lo trasportano in periodi storici diversi.
Questo elemento onirico e il legame profondo con la memoria storica danno una dimensione intima al gioco, dove ogni scelta, ogni passo nella valle, diventa una riflessione sul proprio posto nel mondo:
«Vogliamo che il gioco non sia solo un’esperienza di intrattenimento», spiega Capuano, «ma che stimoli una riflessione sul nostro rapporto con il passato, con la nostra cultura e con noi stessi. La generazione che oggi si affaccia sui trent’anni è una generazione che si sente in bilico, smarrita in un mondo che cambia continuamente. E Hyperarousal vuole parlare proprio di quel momento di smarrimento, di incertezza, che è tanto personale quanto universale».
L’aspetto di gioco sulla carta più innovativo e curioso di Hyperarousal è però il sistema psicologico alla base di questo intrigante titolo nostrano: l’Hyperarousal System, sviluppato in collaborazione con la psicologa Micol Pivotto. Questo sistema si fonda su studi reali sul trauma e sulla percezione sensoriale, e va a influenzare in modo profondo la narrazione e l’esperienza del giocatore.
«Il sistema non si limita a offrire scelte binarie o a dare indicazioni evidenti sul percorso da seguire», ci racconta Capuano. «Il gioco osserva come l'utente interagisce con l’ambiente, come affronta la tensione o come reagisce a determinati stimoli. In base a queste interazioni, il mondo di gioco e le reazioni del protagonista, Garlo, si modellano di conseguenza, adattandosi alla psiche del giocatore».
C'è un ulteriore livello di profondità, in Hyperarousal: il trauma non viene trattato come un semplice ostacolo da superare, ma come una risorsa che il protagonista, e di riflesso anche il giocatore, può utilizzare per scoprire nuove prospettive.
I traumi, nel contesto messo in luce da Hyperarousal, non sono solo cicatrici, ma vere e proprie chiavi di lettura per comprendere il mondo e la propria realtà. La percezione alterata del protagonista, le sue visioni distorte e le reazioni fuori dal comune sono strumenti attraverso i quali egli può progredire nel gioco, scoprendo enigmi nascosti e rivelando verità sepolte.
«Vogliamo che il trauma diventi un elemento trasformativo», sottolinea Capuano. «Non si tratta di superarlo nel senso tradizionale del termine, ma di integrarlo nell’esperienza di vita, permettendo al giocatore di esplorare e conoscere sé stesso in modo nuovo».
Un walking simulator o no?
In un’epoca in cui i giochi tendono a seguire schemi predefiniti e meccaniche consolidate, somigliandosi sin troppo fino a risultare quasi dei cloni, Hyperarousal vuole scegliere una sua strada fatta anche di sperimentazione. Non mira a essere un classico walking simulator, ma una combinazione di elementi esplorativi, puzzle ambientali, gestione del tempo e un gameplay che cambia drasticamente a seconda delle sezioni oniriche del gioco.
Le fasi diurne di Hyperarousal si concentrano sull’esplorazione e sulla risoluzione di enigmi, ma con un sistema di tempo che costringe il giocatore a fare scelte consapevoli su come utilizzare ogni singolo momento.
«La gestione del tempo diventa un elemento cruciale», racconta Capuano. «Non ci sono scelte facili, e ogni azione ha un peso. Vogliamo che il giocatore senta il peso delle proprie decisioni, che non ci sia mai un ‘game over’ o una soluzione definitiva, ma che tutto sia in costante evoluzione».
Le fasi notturne, invece, portano il giocatore in un mondo onirico che si svela attraverso un gameplay completamente differente, dove la libertà d’azione lascia un maggiore spazio di manovra. Queste sezioni sono – come le memorie del protagonista – più concentrate, e ogni decisione può alterare in modo significativo la traiettoria dell’esperienza.
I sogni, che trasportano Garlo in momenti storici diversi, offrono un’alternativa narrativa che si intreccia con la realtà, permettendo al giocatore di esplorare la storia della Val Camonica sotto una luce del tutto nuova.
«Ogni sezione del gioco è pensata per stimolare una riflessione profonda», aggiunge Capuano. «Vogliamo che il giocatore si senta spinto a esplorare ogni angolo del mondo di gioco, a scavare in profondità nella storia, ma anche a fare i conti con il proprio io interiore».
Il legame con il territorio della Val Camonica non è solo geografico, ma anche culturale e mitologico. Le leggende locali, i simboli ispirati alle incisioni rupestri e il folklore della zona diventano una parte integrante della trama.
Capuano racconta come il team di Aion Interactive abbia collaborato con esperti locali per ricostruire miti e storie dimenticate, integrandole in modo organico nell’esperienza di gioco.
«Hyperarousal non è un videogioco storico puro», chiarisce, «ma una reinterpretazione artistica che prende ispirazione dalla realtà. Le incisioni rupestri, per esempio, non sono solo elementi visivi, ma diventano vere e proprie chiavi narrative che aprono porte a significati più profondi e misteriosi».
Inoltre, il gioco è arricchito da riferimenti a divinità antiche, spiriti delle montagne e riti sepolti nel tempo, creando un’atmosfera mistica che si fonde perfettamente con la storia di Garlo e il suo percorso di crescita. Non è ancora chiaro come queste entità verranno gestite in Hyperarousal, ma l'impronta di gioco ci fa propendere più verso manifestazioni eteree e non tangibili.
Non ci sarà un vero e proprio checkpoint né il classico game over, pertanto è difficile immaginare un'impostazione di gioco in cui ci si sentirà realmente minacciati da qualcosa che può mettere fine all'avventura o che possa creare quell'effetto ansia che mette alle strette il giocatore in diverse situazioni.
Al netto delle informazioni emerse dalla nostra intervista, ancora molto è avvolto nel mistero. Di sicuro, Hyperarousal punterà sulla sperimentazione e sul legame intimo con il territorio della Val Camonica, oltre che a proporre riflessioni sui traumi e sulle memorie, sulle scelte difficili e sulla ricerca di sé.
Il viaggio di Garlo, attraverso i suoi sogni e le sue esplorazioni, non è solo un percorso da compiere, ma un’esplorazione interiore che toccherà corde emotive profonde in ogni giocatore.
Aion Interactive sembra aver creato qualcosa di unico, destinato a risuonare con chi è alla ricerca di un’esperienza che vada oltre il semplice concetto di horror psicologico. Potrà bastare?
Per il resto Hyperarousal mi pare interessante, incrocio le dita.
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