15 giochi che compiono 10 anni nel 2025

Quanta differenza fanno 10 anni nel mondo dei videogiochi? O, per farla breve, a cosa stavamo giocando nel 2015? Facciamo un tuffo indietro...

Immagine di 15 giochi che compiono 10 anni nel 2025
Avatar

a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

Quante ere geologiche sono 10 anni nel mondo dei videogiochi? Difficile rispondersi. Dieci anni fa, ad esempio, era ancora in corso la non felicissima generazione di Wii U. In questi stessi giorni, dieci anni, fa CD Projekt RED non si era ancora davvero consacrata come quella che è oggi, Hideo Kojima era ancora in Konami – anche se apparentemente separato in casa – e nessuno aveva mai messo davvero le mani su Splatoon.

Forse, già questo riassunto dà un'idea di quanto possa cambiare un medium veloce, sempre di corsa e legato a doppia mandata alla tecnologia come lo sono i videogiochi.

Per salutare questo nuovo anno e per aiutarvi a rispolverare un po' di ricordi, allora, eccoci con una piccola retrospettiva sull'anno videoludico che è stato il 2015, visto e raccontato nel 2025. Quali sono i giochi rimasti più nell'immaginario? Come sono considerati e cosa rappresentano oggi?

Ho provato a sceglierne solo quindici. Ed è stato complicato (ce ne sarebbero stati altri, come Undertale, o il primo Dying Light, o il super discusso Battlefield Hardline, o l'apprezzato SOMA...), ma penso che tutti questi offrano spunti interessanti, inquadrati nel contesto dell'industria videoludica di oggi.

Sediamoci nella macchina del tempo messa insieme da SpazioGames, allora, per ricordarci cosa abbiamo giocato (e aspettato impazienti) nel 2015?

The Witcher 3: Wild Hunt

  • Uscita: 19 maggio 2015
  • Publisher: CD Projekt
  • Genere: gioco di ruolo

È quasi impressionante pensare che, dieci anni fa in questo stesso giorno, nessuno avesse ancora giocato The Witcher 3: Wild Hunt – un open world che ha segnato un prima e un dopo per i giochi di ruolo, ma anche un prima e un dopo nella vita di CD Projekt.

La compagnia polacca, già autrice dei due precedenti The Witcher, con Wild Hunt ha trovato la sua formula praticamente perfetta, consacrandosi come uno dei team che più catalizzano l'attenzione dei videogiocatori. Dieci anni dopo, l'avventura finale di Geralt è ancora amatissima – e solo poche settimane fa abbiamo scoperto che avrà un seguito ufficiale, The Witcher IV, con protagonista Ciri.

Insomma, in dieci anni Wild Hunt non ha mai smesso di attirare le attenzioni su di sé, complici anche le re-release migliorate per le console di nuova generazione, ed è stato la pietra che ha fatto nascere la CD Projekt che conosciamo oggi (Cyberpunk 2077 permettendo...). Non a caso, trionfò anche come GOTY ai The Game Awards 2015. In un anno che, come vedrete, ebbe dei concorrenti di tutto rispetto.

Metal Gear Solid V: The Phantom Pain

  • Uscita: 1 settembre 2015
  • Publisher: Konami
  • Genere: azione, stealth, gestionale

Non penso di poter trovare un videogame con un titolo appropriato e perfetto che possa battere quanto appropriato e perfetto sia stato intitolare Metal Gear Solid V proprio The Phantom Pain. Dieci anni fa, dopo l'antipasto datoci da Ground Zeroes, tutti eravamo in attesa di scoprire come sarebbe stato un Metal Gear con un approccio open world.

La risposta fu più amara del previsto, un vero dolore fantasma per qualcosa che non c'è: bellissimo e incompleto. L'avventura di Venom Snake, divisa tra Afghanistan e Africa, fu quella lungo la quale maturò la frattura insanabile tra Hideo Kojima e Konami, al punto che con il divorzio in corso anche i lavori sul gioco ne risentirono – e, tra alcune assurdità eccessive perfino per questa saga (non farò spoiler, ma sapete di quali comparsate sto parlando, ndr) e linee narrative che non si concludono perché il gioco non era finito, il sapore sul palato dopo dieci anni è ancora dolceamaro.

Forte di un gameplay straordinario – ancora oggi grandioso e il migliore della saga per distacco – anche se non sempre affiancato dal level design e da quello delle quest alla sua altezza, The Phantom Pain fu un viaggio bellissimo e straniante al contempo, un incompiuto eterno che ha fatto nascere una nuova Kojima Productions e che, ancora oggi, è l'ultima vera release inedita della saga Metal Gear – escludendo l'improvvisato e riciclante Metal Gear Survive.

È stato lungamente anche l'ultima grande release AAA di Konami, tornata solo recentemente a "credere" nel business dei videogiochi e nelle sue IP storiche che erano rimaste in soffitta.

Life is Strange

  • Uscita: dal 30 gennaio 2015
  • Publisher: Square Enix
  • Genere: avventura

Ci fu un'epoca in cui le avventure grafiche narrative a episodi, come quelle di Telltale Games, erano popolarissime e amatissime. E anche Square Enix iniziò a esplorare, con molti dei suoi appuntamenti, l'uscita episodica: stiamo ancora vedendo l'uscita "a pezzi" del lavoro di remake di Final Fantasy VII, ad esempio, e abbiamo avuto perfino un Hitman-spezzatino, prima del divorzio con IO Interactive. A riuscire particolarmente bene, con la sua release in diversi episodi, fu però soprattutto il primo Life is Strange.

Il team francese di Dontnod Entertainment salì alla ribalta dieci anni fa portandoci ad Archadia Bay e raccontandoci un teen drama fatto di scelte difficili, di superpoteri e – soprattutto – di personaggi dall'ottima caratterizzazione, umani e credibili nei pregi, nei difetti e nelle fragilità.

La storia di Max e Chloe si diffuse a macchia d'olio tra gli amanti dei videogiochi, per la prima volta vedevamo davvero realizzata la fantasia di una "serie TV interattiva" dove non guardi i personaggi, ma sei i personaggi. Fu un grande successo: così tanto, che Dontnod oggi è in qualche modo ancora indicata come «quelli di Life is Strange» e al punto che proprio pochi mesi fa abbiamo visto un tentativo di ritorno di Maxine, affidata però a Deck Nine – con risultati così così.

Il franchise Life is Strange deve letteralmente la sua vita e il suo successo al primo capitolo (nonostante si siano viste cose molto interessanti anche in altri appuntamenti), e ancora oggi il capostipite è particolarmente apprezzato dagli amanti del genere. Possiamo dire che, in qualche modo, nella rimediazione tra videogioco e serialità televisiva – o, almeno, in quella di successo – ci sia stato un prima e un dopo Life is Strange.

Batman: Arkham Knight

  • Uscita: 23 giugno 2015
  • Publisher: Warner Bros.
  • Genere: azione, avventura

Dopo la parentesi del 2013 con Arkham Origins, affidato a WB Games Montreal, la saga amatissima di videogiochi dedicati a Batman si aprì anche più che in passato con il ritorno nelle mani di Rocksteady e l'uscita di Arkham Knight. Sebbene non tutto fosse perfetto (tecnicamente, almeno, e soprattutto sulla versione PC) al momento del lancio, il gioco colpì per la possibilità di scorrazzare liberamente a Gotham City in pieno stile open world, con la possibilità di guidare la Batmobile che fu una delle maggiori attrattive per i fan dell'eroe di casa DC.

In particolare, fu apprezzata la varietà proposta dall'open world, anche se ci fu qualche perplessità soprattutto per le fasi di guida e combattimento. Ancora oggi, se ci pensiamo, Rocksteady sta vivendo della fama conquistata grazie ai suoi grandi lavori su Arkham: il team si è trovato a firmare l'oggetto misterioso Suicide Squad: Kill the Justice League – l'ennesimo live service che non voleva nessuno e a cui infatti praticamente nessuno sta giocando – e la speranza dei fan è che possa tornare presto ai fasti di dieci anni fa. 

Fallout 4

  • Uscita: 10 novembre 2015
  • Publisher: Bethesda Softworks, ZeniMax Media
  • Genere: gioco di ruolo, azione

Vi ricordate tutti quanto abbiamo aspettato Fallout 4? E, sfogliando questa lista, vi rendete conto di quanti giochi di peso abbiamo aspettato e poi goduto dieci anni fa? Anche Fallout 4 fu uno di questi. E, anzi, con il senno di dieci anni dopo, forse tra i diversi pesi massimi citati qui, è uno di quelli che sono "rimasti" un po' meno nell'immaginario – anche perché Bethesda veniva da The Elder Scrolls V: Skyrim, che invece sembra tutt'oggi praticamente eterno.

Dopo gli apprezzamenti avuti da Fallout 3 prima (firmato Bethesda Game Studios) e da Fallout New Vegas (Obsidian Entertainment) poi, il franchise post-apocalittico in mano a Bethesda decise di capitalizzare sul suo successo con un quarto capitolo numerato e ufficiale. Tempo di prendere l'armatura atomica e partire per il West Virginia, quindi, per un gioco che provò ad approfondire i sistemi dei precedenti, introducendo anche alcuni inediti – come la possibilità di costruire e personalizzare il proprio avamposto.

Dieci anni dopo, e un po' nello stile di Bethesda, Fallout 4 è ancora l'ultimo capitolo canonico della saga uscito sul mercato, al punto che chi ha amato la serie TV lo scorso anno si è ritrovato a decidere se tuffarsi sull'MMO Fallout 76 o su un gioco che aveva quasi dieci anni – e che un pochino li sente. Ma, come dicevo, è nello stile Bethesda: dopotutto, i fan di The Elder Scrolls – l'altra serie amatissima del team – stanno aspettando un erede di Skyrim dal 2011, e ancora non si vede nemmeno la luce. Certo, nel frattempo abbiamo avuto Starfield, ma è proprio il caso di dire che ora come ora il suo carisma dista anni luce dai fratelli maggiori...

Ori and the Blind Forest

  • Uscita: 11 marzo 2015
  • Publisher: Microsoft
  • Genere: platform, metroidvania

Ori and the Blind Forest è ancora oggi considerato una delle opere più suggestive e riuscite prodotte da Microsoft. Firmato da Moon Studios – il team oggi autore anche di No Rest for the Wicked – il gioco era un platform con dinamiche da metroidvania che colpiva dritto al cuore per direzione artisticamusicamessa in scena. E che sapeva difendersi molto bene anche nel suo gameplay, non troppo severo ma nemmeno eccessivamente permissivo.

Il risultato fu quello di un'opera di grande valore, che non a caso nel 2020 vide il lancio dell'erede Ori and the Will of the Wisps. Ma è The Blind Forest, poi arrivato anche su Nintendo, a essere il capostipite e ad aver rapito il cuore degli appassionati. Dieci anni dopo, rimane un gioco di valore e che non sente il peso dell'età: se non lo avete ancora fatto – e provando a scindere opera e autore, considerando che le recenti uscite sui social del director Thomas Mahler sono preoccupanti e francamente imbarazzanti, a proposito di "never meet your heroes" –, viverlo è una di quelle cose che dovete assolutamente togliervi dal backlog.

Her Story

  • Uscita: 24 giugno 2015
  • Publisher: Sam Barlow
  • Genere: avventura

Dopo aver lasciato Climax Studio (team noto per alcuni lavori sugli spin-off di Silent Hill), Sam Barlow stupì il mercato nel 2015 con Her Story, un vero e proprio film interattivo dove il giocatore era chiamato a indagare sulle deposizioni della protagonista, per cercare di risolvere un caso di polizia che coinvolgeva la scomparsa di un uomo. Da allora, questo schema ludico di Barlow – che lo ha reso molto famoso nel panorama indipendente – è diventato un tormentone: ci si ritrova a essere un detective virtuale, in un poliziesco procedurale dove si cercano indizi e collegamenti tra le dichiarazioni, nel tentativo di arrivare alla verità.

Personalmente, ricordo con il sorriso momenti in cui avevo cominciato ad appuntare parole interessanti da cercare nel database virtuale della polizia per portare avanti la mia indagine, e Her Story mostrò a tutti una nuova via per utilizzare attori in carne e ossa all'interno dei videogiochi. E fece incetta di premi ai The Game Awards 2015.

Dieci anni dopo, Her Story rimane probabilmente ancora il gioco più a fuoco e più efficace di Sam Barlow, ma ha avuto seguiti molto interessanti come Telling Lies, e, soprattutto, l'affascinante e più recente Immortality.

Super Mario Maker

  • Uscita: 11 settembre 2015
  • Publisher: Nintendo
  • Genere: platform, costruzione

Quanto fa strano, oggi, pensare che solo dieci anni fa Nintendo si stava impegnando per provare a risollevare le sorti della fallimentare Wii U a colpi di idee originali? Quelle, dopotutto, alla casa di Kyoto non sono mai mancate – e anche la generazione sfortunata della console dotata dell'iconico paddone proposte dei giochi niente male, poi non a caso rivisti anche su Switch. Super Mario Maker fu uno di questi.

Basato sui grandi classici bidimensionali di Super Mario Bros., era un videogioco-editor che permetteva di creare i propri livelli sfruttando tutti gli elementi celebri della saga – e di condividerli online affinché altri giocatori provassero a loro volta a completarli. Il gioco diede presto possibilità di sfogarsi a creativi di tutto il mondo, che poterono vedere le avventure di Mario da una prospettiva diversa e tutta nuova: la loro. La community iniziò a sfoggiare idee divertenti e in alcuni casi assurde e difficilissime, con alcuni dei livelli più incredibili mai visti in un episodio di Mario.

Dieci anni dopo, abbiamo visto nel 2019 la release di Super Mario Maker 2 e, soprattutto, Mario rimane il faro e il punto di riferimento del mondo Nintendo. Wii U, invece, è il ricordo di un inciampo. Ancora di più, con il recente annuncio di Switch 2.

The Order 1886

  • Uscita: 20 febbraio 2015
  • Publisher: Sony Interactive Entertainment
  • Genere: sparatutto, avventura

Ci sono ciambelle che riescono con buchi perfetti e altre che non hanno il buco – o, se ce l'hanno, non è che sia comunque da manuale. Non so in quale categoria ricada The Order 1886, francamente: le aspettative per il gioco erano molto alte e il team di Ready at Dawn (che oggi non esiste più, dopo essere finito per qualche tempo sotto l'egida di Oculus) confezionò un action adventure ucronico ad alto tasso di steampunk, che però non riuscì a colpire nel segno come le altre esclusive narrative di casa PlayStation.

Era ancora l'epoca in cui i QTE si infilavano un po' dappertutto per rendere fintamente giocabili sequenze altrimenti passive, ma muoversi per Londra nei panni di Sir Galahad aveva comunque il suo fascino, tra persone inquietanti, vampiri e altre creature soprannaturali. Il risultato fu quindi quello di un gioco dalla messa in scena affascinante, ma la componente ludica tutt'altro che indimenticabile, non aiutata nemmeno da una longevità che non dava sufficiente respiro a quello che invece sembrava funzionare. Una sorta di corrispondente made-in-PlayStation di quello che per il mondo Xbox fu Ryse: Son of Rome, se proprio vogliamo spiegarla alla larga, con infatti anche un'accoglienza molto molto tiepida da parte della critica. 

Eppure, dieci anni dopo i giocatori si ricordano ancora di The Order 1886: non posso dire che sia perché lo amano incondizionatamente, ma è comunque riuscito a lasciare un segno. E, chissà, se solo Ready at Dawn fosse ancora qui, magari il mondo creato dal team meriterebbe una nuova – e più consapevole – possibilità.

Until Dawn

  • Uscita: 26 agosto 2015
  • Publisher: Sony Interactive Entertainment
  • Genere: horror, avventura

Citare Until Dawn in questa selezione è interessante per due motivi: il primo, è che fu praticamente la consacrazione di Supermassive Games – capace di creare un'avventura narrativa horror molto efficace, una specie di Heavy Rain votato alla paura, coinvolgendo anche dei nomi molto interessanti nel suo cast. La seconda è che nel 2024, nove anni dopo, il gioco ha avuto il lancio di un remake, da molti identificato (e a ragione) come il remake meno necessario di sempre.

Questo perché il gameplay di Until Dawn era incentrato sul peso delle scelte narrative, una sorta di gigantesca interazione basata sull'effetto farfalla, e il comparto tecnico è invecchiato piuttosto bene ancora oggi: i protagonisti, otto giovani che cercano di sopravvivere fino all'alba – come da titolo – erano efficaci nel 2015 e lo sono ancora oggi, anche perché i veri cambiamenti migliorativi apportati dal remake sono stati davvero minimi.

Insomma, un gioco che ha fatto amare a tutti Supermassive, poi divenuta celebre per i suoi numerosi drammi interattivi, e che ha portato molto bene il peso dei suoi anni. Perfino troppo, per chi voleva monetizzare rimettendolo a nuovo e a un costo per gli utenti decisamente più alto di quello classico.

Assassin's Creed Syndicate

  • Uscita: 23 ottobre 2015
  • Publisher: Ubisoft
  • Genere: azione, avventura

Ho voluto includere Assassin's Creed Syndicate in questa selezione non tanto per l'indimenticabilità del gioco (che è quella che è), ma per notare a che punto fosse Assassin's Creed dieci anni fa. Il franchise più popolare di casa Ubisoft, nato nel 2007, iterò in modo convinto sul suo successo, al punto da avere delle release annuali con non troppe novità, dove cambiava più che altro lo scenario storico dei progetti sviluppati in parallelo. Syndicate, dopo Unity, fu uno dei momenti in cui quel modello iniziò ad avvertire dei primi scricchiolii.

Ambientato durante la Rivoluzione Industriale in Inghilterra, il gioco metteva nei panni di Jacob ed Evie Frye, impegnati nell'eterna battaglia degli Assassini. Il combattimento si faceva più rapido rispetto al parigino (e non proprio amato) Unity, spostarsi in carrozza ebbe un ruolo centrale e Ubisoft rinunciò alla presenza del multiplayer per concentrare tutti gli sforzi sulla campagna.

Il risultato fu un gioco comunque discreto, ma che cominciava a sentire il peso delle iterazioni annuali: non a caso, fu l'ultimo episodio tradizionale della saga principale. Nel 2016 non ci fu nessun Assassin's Creed, con la saga che tornò nel 2017 rivoluzionata e piena di contaminazioni da gioco di ruolo, con Assassin's Creed Origins.

Splatoon

  • Uscita: 29 maggio 2015
  • Publisher: Nintendo
  • Genere: sparatutto, multiplayer

È curioso pensare che solo dieci anni fa Splatoon ancora nemmeno esisteva sul mercato, considerando che via via è riuscito a ritagliarsi un suo bel posticino nei franchise di casa Nintendo – con i suoi personaggi che, a colpi di inchiostro, sono comparsi anche nelle IP che includono anche tutte le altre (come Smash, per capirci). Il tentativo della grande N di avere un suo esponente nel genere degli sparatutto online poteva solo essere coloratissimo e per tutto, e la sua originalità riuscì a decretarne il successo a lungo termine, nonostante Wii U.

Dieci anni dopo, Splatoon ha esteso la sua formula in Splatoon 2 prima (2017, per Switch) e in Splatoon 3 poi (2022, per Switch), dimostrando più che altro che ci sono molti modi di declinare anche uno shooter online – che può offrire qualcosa di diverso dagli scenari di guerra simulata e dalle voice chat isteriche che (purtroppo) vanno per la maggiore nello scenario competitivo.

Rocket League

  • Uscita: 7 luglio 2015
  • Publisher: Psyonix
  • Genere: sportivo, multiplayer

Il ricordo vivido che ho di Rocket League, dieci anni dopo, è quello di quanto può essere d'aiuto per un gioco venire lanciato dal day-one incluso in un servizio in abbonamento. Quello firmato da Psyonix, ad esempio, esordì come esclusiva temporale PS4 e su PC, ma venne lanciato come incluso nell'abbonamento PlayStation Plus (che all'epoca aveva un solo tier). Risultato: registrò nella prima settimana oltre 183mila giocatori unici, al punto che il team dovette correre ai ripari – perché i server non riuscivano a reggere un tale afflusso di persone.

Secondo le stime di Psyonix, il gioco ebbe sei milioni di download tramite PS Plus, il che ci dice abbastanza su quanto questo tipo di servizi potrebbe aiutare, facendo da "vetrina", per proporre un gioco a nessun costo aggiuntivo ai suoi membri. Certo, non è che le cose vadano sempre come sono andate per Rocket League, ma da allora lo sportivo multiplayer online dove le macchine devono fare gol ha capitalizzato ed è diventato una istituzione tra gli amanti dei giochi competitivi.

Dieci anni dopo, il gioco rimane molto popolare ed è celebre anche come eSport, e Psyonix è stata acquisita nel 2019 dal gigante Epic Games.

Rise of the Tomb Raider

  • Uscita: 13 novembre 2015
  • Publisher: Square Enix
  • Genere: azione, avventura

È interessante ricordare che nel 2015 uscì Rise of the Tomb Raider perché segnò in un certo senso la direzione della "trilogia delle origini" di Lara Croft, dopo il debutto di Tomb Raider nel 2013. Il ritorno di Lara, più matura che nel primo capitolo ma anche ugualmente umana – al punto che ha bisogno di aiuto per superare i traumi vissuti a Yamatai – provò ad avvicinarsi un pochino di più ai capitoli tradizionali, portandoci in una Siberia costruita come un open world, ma dove era possibile anche esplorare e scoprire qualche segreto in più.

So che sono impopolare nel dire che Rise, dei tre capitoli, è quello che mi è piaciuto di meno (e Shadow quello che mi è piaciuto di più), ma questo episodio era così atteso che addirittura Microsoft pagò per averne l'esclusiva temporale console su Xbox per il primo anno: una strategia decisamente lontana dalla Microsoft odierna, tutta Game Pass e acquisizioni, e anche lontana dalla luce sotto cui oggi vive (o non vive) Tomb Raider.

Scaricato da Square Enix, il franchise oggi è tecnicamente in mano a Embracer e voci suggeriscono che ci sarebbe un capitolo in lavorazione – ma tutto tace ed è avvolto nell'incertezza, mentre intanto Crystal Dynamics rispolvera i rifacimento degli episodi classici. Un cambiamento importante e un momento in cui Lara deve di certo ricominciare, a dieci anni dal momento in cui PlayStation e Xbox si contendevano l'esclusività di Rise of the Tomb Raider.

Bloodborne

  • Uscita: 25 marzo 2015
  • Publisher: Sony Interactive Entertainment
  • Genere: gioco di ruolo, soulslike

Ho lasciato volutamente in fondo alla lista quello che, ancora oggi, è palesemente il gioco più rievocato di tutto il 2015: Bloodborne. Nonostante l'uscita del premiatissimo Elden Ring, molti nostri lettori ritengono che Bloodborne sia tutt'ora il più grande capolavoro mai partorito da FromSoftware, capace di creare una Yharnam decadente e irresistibile, unendola a un sistema di gioco che – posso testimoniarlo in prima persona – non fa prigionieri e rapisce sia maestri di soulslike che neofiti assoluti del genere.

Dieci anni dopo, Bloodborne è ancora un gioco maiuscolo, assurdamente ammanettato a PlayStation 4: secondo Shuhei Yoshida perché Miyazaki vorrebbe occuparsi in prima persona di un possibile porting/rifacimento, ma qualsiasi sia la verità il suo essere rimasto cristallizzato nel tempo, fermo nel 2015, in un certo senso evidenzia quanto avanti e curato il gioco fosse già allora – considerando che è splendido anche per i canoni di un decennio dopo.

Prima degli open world giganteschi creati in metratura, Bloodborne era stato capace di creare un universo coeso e irresistibile, che capitalizzava su quanto il team aveva imparato da Dark Souls e regalava a PS4 una delle migliori esclusive della sua generazione. In qualsiasi modo lo si faccia, assicuriamoci di conservare questa perla.

---

Penso che sfogliare questa lista, dieci anni dopo, faccia un certo effetto – perché fa notare quanti nomi di peso abbiamo avuto modo di giocare nell'arco di soli dodici mesi, nel 2015.

Lecito domandarsi. cosa rievocheremo del 2025 se, nel 2035, ci dovessimo mai ritrovare a fare la medesima retrospettiva, ma le premesse sono buone: proprio in termini di uscite attese, quest'anno – come l'illustre precursore con il quale lo abbiamo messo a confronto in questo articolo – non dovrebbe farsi mancare niente.

Leggi altri articoli