Baldur’s Gate 3 è un problema.
Non si può fare finta che Larian Studios non abbia creato un precedente probabilmente irripetibile per la storia dei videogiochi e, in un certo senso, pericoloso.
Il processo di sviluppo che ha portato Baldur’s Gate 3 a vincere ogni premio possibile nel 2024 non è uno di quelli che nessuno, soprattutto in questo momento storico di revisione aziendale globale (ovvero: licenziamenti di massa), può ripetere oggi.
Questo porta i videogiocatori ad avere aspettative sempre più alte, gli sviluppatori a spaventarsi di conseguenza, e non ci sono dichiarazioni altisonanti di Swen Vincke che tengano.
Se è vero che «gli standard muoiono ogni giorno», è altrettanto vero che i giochi di ruolo fantasy hanno da ora un nume tutelare che peserà come un macigno sulla coscienza degli altri sviluppatori.
Non che sia colpa di Larian, ovviamente, ma è indubbio che ci vorrà un management assennato per capire che non si può chiedere un nuovo Baldur's Gate 3 dal prossimo videogioco fantasy di turno.
Se poi questi videogiochi saranno ambientati all'interno degli universi di Dungeons & Dragons, i team di sviluppo saranno ancora più spaventati dall'idea di affidare un nuovo progetto al pubblico che ha amato Baldur's Gate 3 alla follia.
Baldur's Gate 4 e altre avventure
Forse non sapremo mai cosa sia successo esattamente tra Larian e Hasbro – sebbene il DLC cancellato perché "senza cuore" possa farcelo intuire. Quello che è noto è che il team di sviluppo sta guardando avanti con addirittura due videogiochi in cantiere.
Ma Hasbro ha trovato la miniera d'oro in Baldur's Gate 3, guadagnando intorno ai $90 milioni, con un prodotto in grado di salvare l'azienda da un'annata pericolosa, ed è già in cerca di una soluzione per proseguire con il franchise in qualche modo.
È già sul tavolo almeno l'idea di provare a pensare a Baldur's Gate 4, con qualcun altro che prenda lo scomodo posto di Larian. Inutile dire che si tratterebbe di un grande rischio e della direzione sbagliata per proseguire il percorso.
L'autorialità di Larian non è replicabile in alcun modo. In Baldur's Gate 3 sono state perfezionate tutte le idee che gli sviluppatori hanno messo in campo nelle produzioni precedenti, dalla gestione del gameplay al diagramma di flusso della narrazione, e non si può semplicemente prendere tutto questo (e tanto altro che è stato scartato) e sperare di fare qualcosa di "bigger and better".
Ma i videogiochi di Dungons & Dragons saranno in ogni caso il futuro per Hasbro e ne arriveranno altri senza ombra di dubbio.
Chris Cocks, CEO dell'azienda, è stato abbastanza chiaro in questo senso lo scorso febbraio:
«I videogiochi rappresenteranno chiaramente un enorme vantaggio nel business di D&D. A partire dal 2026, probabilmente avremo un nuovo importante gioco digitale che pubblicheremo. E poi dal 2027 al 2030, sarà da uno a due, a seconda di come si svilupperanno i programmi.»
In questo momento, salvo cancellazioni e probabili cambi di rotta che sono già arrivati negli ultimi anni, sappiamo che ci sono alcuni videogiochi in lavorazione su Dungeons & Dragons.
Ecco i titoli finora noti:
- Un game as a service, dagli autori di PayDay 3 (info);
- Un titolo VR dagli autori di Demeo (info);
- Un gioco cooperativo dagli autori di Disney Dreamlight Valley (info).
Ancora una volta, vedendo come il mercato accoglie videogiochi del genere, questi tre progetti non sono certo qualcosa che possa competere minimamente con Baldur's Gate 3 in alcun modo. Né per successo, né tanto meno per autorialità.
I game as a service e i giochi cooperativi sono sempre più bistrattati dagli utenti, e ci vogliono delle idee davvero fresche perché il pubblico possa riconoscerli come prodotti su cui vale la pena investire del tempo.
Il progetto in realtà virtuale va detto che è molto interessante, sulla carta, perché gli autori di Demeo potrebbero creare una promettente esperienza ibrida tra reale e virtuale che punta a replicare le classiche partite di D&D al tavolo con gli amici. Ma, anche il titolo si rivelasse per assurdo un must have, il mercato della VR è più che di nicchia e non sarebbe mai una fonte di guadagni degna di nota per Hasbro.
Per poter riavere quella fonte di guadagno e quel tipo di successo ci vuole un gioco mainstream, oppure un prodotto più piccolo ma che, a sorpresa, si riveli un best seller.
Quindi cosa ci può essere nel futuro dei videogiochi di Dungeons & Dragons dopo Baldur's Gate 3 e Larian? Proviamo a trovare una risposta.
Dungeons & Dragons & Video Games: alcune idee
La prima cosa da capire è che Dungeons & Dragons è una scatola di attrezzi. Un po' lo è sempre stato dalla prima edizione, ma soprattutto con la quinta edizione (quella che si trova anche tramite Amazon) si è vista la volontà di dare ai giocatori la possibilità di fare sostanzialmente quello che vogliono.
Un po' lo abbiamo visto con i progetti sopra citati, ma ancora di più Hasbro non dovrebbe in alcun modo costringere gli sviluppatori a inseguire il pachidermico Baldur's Gate 3 perché, come detto più volte finora, non è semplicemente replicabile.
Cosa significa questo? Una possibilità che l'intera industria videoludica dovrebbe seguire, non solo Hasbro con D&D: giochi più piccoli, meno costosi, ma più creativi.
E questo è quello che sembra voler fare anche Hasbro, almeno nelle intenzioni, come dalle dichiarazioni di Dan Ayoub, responsabile dello sviluppo dei prodotti digitali di Wizards of the Coast, in una intervista con Gamespot dello scorso 28 marzo.
Parlando del successo di Baldur's Gate 3 e di come ha influenzato Hasbro, Ayoub dichiara che c'è l'intenzione di fare «anche giochi che siano semplicemente più orientati all'azione», ma che in qualche modo saranno sempre collegati a D&D, con un collegamento che «possa provenire da un'espressione diretta del set di regole, potrebbe essere il mondo, potrebbero essere personaggi».
In questo senso un ottimo assist potrebbero essere le ambientazioni originali di Dungeons & Dragons, che possono offrire una "scusa" per cambiare genere, gameplay, e anche dimensioni del progetto e obiettivi finali.
Parlando delle ambientazioni, Ayoub ha lasciato intendere che sebbene i Forgotten Realms siano il mondo più riconoscibile e amato (e quindi redditizio) di sempre anche dai non-giocatori di Dungeons & Dragons, c'è comunque la possibilità di esplorare altri territori:
«È sicuramente l'area più popolare. Quando vai dalle persone loro vogliono l'espressione di ciò che conoscono, quella è una parte importante. Giocheremo anche un po' sui margini. Non posso dire molto di più.»
Prendendo anche solamente le ambientazioni che sono uscite come libri e manuali di D&D per la quinta edizione, ci sono davvero tanti spunti possibili e idee che possono immaginare e mi piacerebbe vedere applicate.
Sì, sta per partire il listone di brainstorming.
Volendo escludere l'idea del gioco di ruolo massiccio da cento ore che è stato Baldur's Gate 3, la scatola degli attrezzi videoludica ci dà molti strumenti, basandoci soprattutto sui mondi di riferimento.
Spelljammer, incentrato sui viaggi nel Piano Astrale a bordo di galeoni interstellari, potrebbe ospitare un videogioco gestionale in cui i viaggi in nave diventano centrali. Magari anche con degli elementi roguelike, in cui le esplorazioni sono le run che i giocatori devono fare per poter scoprire i segreti del Piano Astrale. Contenuti generati in maniera procedurale potrebbero dare ulteriori stimoli alla rigiocabilità, per una sorta di FTL: Faster Than Light in versione fantasy.
L'oscuro Ravenloft potrebbe essere un survival, o un'avventura dai toni oscuri in cui i giocatori devono sopravvivere nella terribile Barovia e accumulare le forze necessarie a sconfiggere una volta per tutte il perfido Strahd Von Zarovich. Oppure uno dei signori del terrore storici di Ravenloft, così come uno inedito che potrebbe essere creato per l'occasione. Un progetto che unisce Darkest Dungeon a Castlevania e che, se fosse proprio un metroidvania, farebbe il giro a livello metanarrativo.
L'iconica Dragonlance, ambientazione cavalleresca con un tono fortemente old-school, è il videogioco che più si potrebbe avvicinare all'epica di Baldur's Gate 3 senza per forza dover essere un progetto enorme dal punto di vista produttivo. Un'avventura con azione e intrighi, basata sull'onore cavalleresco e scelte che possono decretare finali multipli. Magari con una parte da city builder/gestionale, in cui organizzare la propria banda di cavalieri, con dei combattimenti che potrebbero essere a turni in stile Fire Emblem, perché no.
Poi c'è Eberron, la mia ambientazione preferita e una delle più amate dalla community di D&D, che più di tante altre darebbe spazio a molti stili di gioco e storie. Con l'atmosfera cupa dell' Ultima Guerra conclusa da due anni, un conflitto secolare che ha visto nazioni decimate e alleanze infrante più volte, in Eberron si può giocare agilmente l'azione sfrenata, il complotto tra casati nobili, l'hack and slash così come il noir in un mondo che offre angoli alla Jurassic Park così come ambientazioni quasi steampunk.
È l'ambientazione in cui avrei sognato di vedere all'opera la scrittura sopraffina di Larian, ma è anche un mondo in cui vedo più tipi di videogiochi possibili per via della sua versatilità. Che sia un diablolike, oppure un'avventura fortemente narrativa con elementi tattici come i videogiochi di Shadowrun (a loro volta tratti da un gdr cartaceo per altro), o magari un action rpg con elementi sandbox per sfruttare il Treno Folgore (una linea ferroviaria mossa da magia elementale) e viaggiare in tutto il mondo.
Le possibilità sono davvero tante ma, in ogni caso, bisogna scontrarsi con il magico mondo dei tempi di sviluppo e di un mercato videoludico che è troppo veloce e che potrebbe rendere ognuna di queste idee obsoleta e scarsamente praticabile in poco tempo.
Dopo Baldur's Gate 3 ci sarà solo Baldur's Gate 3?
La verità è che, come detto in apertura, qualsiasi videogioco di Dungeons & Dragons ci ritroveremo a vivere in futuro non sarà mai come Baldur's Gate 3.
Volendo solo timidamente infilare nel discorso gli aspetti produttivi e di mercato, per cui non ci sarà mai più uno studio in grado di lavorare con i mezzi, il tempo e la serenità di Larian, Baldur's Gate 3 è prima di tutto un prodotto creato con una cura frutto della volontà di creare un capolavoro e non necessariamente un best-seller.
Baldur's Gate 3 è diventato celebre in tutto il mondo con la famosa clip con Halsin che amoreggia con Astarion, ma le qualità del titolo erano già ben visibili ai giocatori più attenti che hanno preso confidenza con la produzione di Larian fin dall'accesso anticipato. Già da quel maestoso Atto 1 si cominciava a capire che quello non sarebbe stato un videogioco come gli altri.
Di Baldur's Gate 3 ci rimarranno la scrittura sopraffina, il totale impegno verso la valorizzazione dell'agenda dei videogiocatori, una costruzione estetica e stilistica totalizzante, la magnifica colonna sonora di Borislav Slavov, un cast di attori strepitoso (che ovviamente non vuole lasciare andare facilmente il gioco) e tanto altro.
Un videogioco semplicemente irripetibile, perché Baldur's Gate 3 è il The Legend of Zelda: Breath of the Wild dei videogiochi di ruolo fantasy.
Per questo è importante non aspettarsi un prodotto neanche lontanamente paragonabile a quello di Larian, niente che possa arrivare a vincere tutti questi premi, se quando e se avremo altri videogiochi dedicati a Dungeons & Dragons.
Ma una nuova, bella, fresca avventura videoludica quella sì, dobbiamo e possiamo aspettarcela.
La speranza è che Hasbro e Wizards of the Coast possano individuare i team di sviluppo giusti, e sopratutto valorizzarli. Certo, vedendo verso che direzione sta andando il mondo dei videogiochi (e la sua classe dirigente) la speranza rischia di essere facilmente infranta.
I mondi di Dungeons & Dragons si meritano altre belle avventure, e qualunque sia il team di sviluppo che raccoglierà l'eredità del franchise di Baldur's Gate gli auguriamo di avere un bel po' di Ispirazione e Vantaggio. Così come dei giocatori in grado di avere aspettative sensate – ma per questo ci vuole un incantesimo di Miracolo.