Change is in the (h)air. Un gioco di parole piuttosto adatto per introdurre il personaggio di cui stiamo per raccontarvi; tuttavia si tratta anche di un’affermazione superficiale, in tutti i sensi, soprattutto se riferita a qualcuno che ha scaldato i cuori di tantissimi videogiocatori, figurandosi in veste di co-protagonista in diversi capitoli di una storia tanto emozionante quanto struggente. Dovremmo parlare di eroi, è vero, ma non tutti loro sfoderano lame e pistole, tanto meno portano un’armatura. La testa blu cobalto di cui parliamo in questo pezzo ha come sola arma la sua lingua tagliente, oltre al coraggio e alla sfrontatezza che ha dovuto sviluppare, cercando di ricomporre quell’armatura che cade a pezzi a ogni piè sospinto e che la difende malamente dalla vita così strana che le è capitata. Stiamo parlando di Chloe Price, uno dei personaggi più interessanti e sfaccettati della saga di Life is Strange, meglio nota come la storia che finora ha difficilmente trovato eguali nel saper narrare in modo dettagliato e meticoloso la vita brillantemente oscura dell’adolescenza e di quanto i rapporti umani possano davvero contare e cambiare il corso della vita.
Ma chi è davvero Chloe? I’m no one’s image of a perfect daughter. Or student. Or anything, really. But who the fuck wants to be perfect? Così si descrive la ragazza nel suo diario segreto, uno dei tantissimi oggetti che punteggiano il gioco, ciascuno dei quali viene elevato a reliquia e pietra miliare delle conquiste di gioventù. Difficile definirla, non solo perché siamo di fronte a una ragazza nell’età più bella e complessa della vita, ma proprio perché l’esistenza si fa ancora più dura per lei. La sua persona non può che riflettere e filtrare tutte le vicissitudini intercorse, passando al setaccio ogni fibra della sua essenza, trattenendo e rilasciando ogni volta i resti di un’identità sempre mutata. In principio erano biondi, lunghi capelli sopra una testa tanto brillante a scuola quanto spumeggiante nei rapporti sociali, che passano per una relazione unica e al di là della limitante definizione di “amicizia” con Max Caulfield. Un raro esemplare di adolescente, nata sotto il segno dei Pesci, che in tenera età non poteva sapere ancora quale destino difficile si stesse inesorabilmente apprestando a fare capolino. Non uno, ben molteplici percorsi diversi e mai felici si sono aperti lungo il suo cammino, come abbiamo ben imparato nel primo capitolo della storia. Tramite il riavvolgimento del tempo, il potere di Max, siamo stati posti di fronte a una lezione più filosofica che meramente legata ai fini del gioco: per quante volte si sia alla ricerca di una vita migliore, non è detto che poter cambiare il corso degli eventi si riveli essere sinonimo di felicità e miglioramento. Insomma, gli sviluppatori hanno sempre e comunque riservato un’esistenza difficile e dolorosa per Chloe, che ha dovuto prima affrontare il trasferimento di Max, e il conseguente abbandono, dopo la terza media. Momenti toccanti che investono tanto la ragazzina quanto i giocatori come una doccia gelata, così come l’improvvisa perdita del padre, che la porterà a una rielaborazione del lutto difficile e forse mai definitiva, non di certo edulcorata dal rapporto incrinato con la madre.
In seguito, è la volta della vita parallela che la Price avrebbe vissuto, un’opportunità sfoderata in extremis da Max nel vano tentativo di poter sanare gli errori commessi in passato e restituendole il padre. Ma ogni guadagno è commisurato a una perdita: riportare una vita ne ha bruciata un’altra, portando via la salute e l’autonomia di Chloe, in una sorta di legge del taglione e di equilibri necessariamente inalterabili. Di fronte alla malattia inarrestabile, nemmeno questa volta si spegne lo spirito indomito che non sopporta di rimanere imprigionato in un corpo che non sente più suo, un’energia culminante nella decisione di staccare la spina, sentendo di essere un fardello per se stessa e per chiunque la amasse. Ultima, ma non meno dolorosa, è la tragedia di Rachel, punta di un triangolo di relazioni mai del tutto definite in modo chiaro tra le tre amiche, come spesso accade quando la ragione e la paura del giudizio altrui offusca i sentimenti genuinamente ingenui (o ingenuamente genuini) che solo gli adolescenti provano, affacciandosi pian piano alla consapevolezza di sé.
Tutto questo non poteva evitare alla ragazza di costruire una corazza dura e spinosa intorno a un’anima fragile che la tempesta ha oscurato e spazzato via, una difesa fatta di tatuaggi, capelli tinti, stile punk e sigarette alla ricerca di una nuova esistenza che la aiuti a sopravvivere a ogni torto subito e mal vissuto. Niente tregua per Chloe, ma questo non significa che la ragazza si sia mai arresa. La vogliamo ricordare come la ragazzina spensierata “prima della tempesta” che ha travolto ogni cosa e ha turbato definitivamente le vite di Arcadia Bay, dando un taglio sia a quella vita, sia alla sua chioma.
Un’adolescente sprezzante del pericolo e sempre con una sigaretta quasi ridotta a un mozzicone, mentre vaga per il mondo in camicia a quadretti in un viaggio che contempla come sola meta l’abbandono di se stessa e della sua vecchia esistenza, per scrollarsi di dosso il vuoto incolmabile della morte dei punti di riferimento più cari nella sua adolescenza ormai incrinata, quel periodo della vita tanto bello quanto breve e fragile, come l’esistenza di una farfalla.