C’è voluto un po’, ma Geoff Keighley è diventato finalmente adulto

Analizziamo la comunicazione di Geoff Keighley e dei The Game Awards 2024, più matura del previsto e consapevole dei ruoli.

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a cura di Valentino Cinefra

Staff Writer

«Vi siete uniti a noi in una serata davvero speciale, il nostro decimo anniversario», esordisce Geoff Keighley dando il via ufficialmente ai The Game Awards 2024.

Nel momento in cui ho visto entrare il mattatore dell’evento più mondano dei videogiochi ho capito subito che c’era qualcosa di diverso.

Tracotante e sorridente come al solito ma, per qualche motivo, diverso dal Geoff Keighley che abbiamo imparato a conoscere e criticare negli ultimi anni.

Nell’edizione 2023, infatti, i The Game Awards hanno dato forse il peggiore spettacolo possibile di sé.

I lunghissimi spazi dedicati ai Muppets, ai registi e a persone che poco c’entrano con i videogiochi e poco avevano da dire su un settore che stava soffrendo, per non parlare del tremendo “Please wrap it up” che costringeva i vincitori a rispondere in una manciata di secondi.

Keighley e il suo staff hanno inanellato una serie di errori madornali in una tra le peggiori edizioni di sempre, Baldur’s Gate 3 a parte.

Sempre durante la presentazione, Geoff Keighley fornisce quella che è una forte dichiarazione d’intenti dell’evento. Non l’aveva mai fatto finora. Almeno non con questa intensità e schiettezza:

«Guardate lo show perché il gaming fa parte della vostra identità, significa qualcosa per voi. E stasera è un omaggio a quanto lontano sono arrivati ​​i giochi e, nonostante le sfide che l'industria affronta, a dove stanno andando in futuro.»

Oltre a menzionare la crisi che i videogiochi stanno vivendo, con oltre 33.600 persone licenziate dal 2022 ad oggi (fonte), Keighley fa anche un’altra cosa molto importante e per nulla scontata: creare una linea temporale.

Se il main show si apre infatti con il clamoroso reveal di The Witcher 4, in questo caso è chiaro come mai in altre occasioni quanto il progetto di CD Projekt Red, così come quelli di Naughty Dog e tanti altri, non siano dietro l’angolo:

«Per il nostro decimo anniversario ho viaggiato in tutto il mondo per chiedere agli sviluppatori: "Cosa potreste condividere con i fan che dia un'idea non solo di cosa arriverà nel 2025, di cui abbiamo molto, ma anche di cosa ci riserva il prossimo decennio di videogiochi?"»

Queste precisazioni potranno sembrare superflue per molti, ma la comunicazione è fatta anche di beat di supporto e sottili come questi, che però servono a costruire i confini del dialogo tra creatore e pubblico in maniera solida senza essere ridondanti.

È chiaro fin da subito che questa non sarà l’edizione dei The Game Awards per vendere abbonamenti alle piattaforme di streaming, videogiochi in preordine o console.

Non che non siano mancati i segmenti dedicati agli sponsor, comprensibilmente necessari, ma la nuova consapevolezza è che questo è l’anno in cui i videogiochi devono riprendersi e dimostrare di essere ancora parte integrante della cultura popolare. Anche grazie, e soprattutto, a quello che di fatto è l’unico evento degno di questo nome rimasto in piedi.

Mentre si avvicendano Harrison Ford per Indiana Jones e l'Antico Cerchio, Snoop Dogg e la doppia candidata Ella Purnell (per Arcane e Fallout rispettivamente di Netflix e Prime Video), i The Game Awards 2024 tagliano all’osso ogni tipo di siparietto con registi, attori e personalità che non hanno niente in comune con i videogiochi.

Quando anche Hideo Kojima viene liquidato con la premiazione per il miglior game design e basta, allora è chiaro che Keighley ha capito esattamente cosa doveva fare. Oltre a utilizzare i Muppet per fare ironia anche sui problemi emersi ai The Game Awards 2023, con i pupazzi che dicono a Geoff “wrap it up” nel kick-off dell’evento, l’impressione è che il mattatore della kermesse abbia finalmente intrapreso il suo ruolo.

Ha dato spazio a Fumito Ueda, a Josef Fares, ha lasciato pronunciare a Swen Vincke un discorso utopico che arriva come un caldo abbraccio al pubblico a casa, e come una gelida visita del fantasma del Natale passato al management scriteriato che, al momento, è nella stanza dei bottoni delle più grandi industrie videoludiche.

I premi dei videogiochi che nel 2023 dicevano a chi i videogiochi li fa di muoversi a ritirare il premio e dire due parole, perché altrimenti Jordan Peele non avrebbe avuto il suo momento di palcoscenico con il citato Kojima, quest’anno hanno creato un premio inedito per celebrare chi salva i creatori dei videogiochi.

Il TGA Game Changer, un riconoscimento per chi sta cambiando il mondo dei videogiochi attivamente che, stando alle parole di Geoff Keighley, sarà insignito ad ogni edizione dei The Game Awards.

Parlando dei licenziamenti di massa, Keighley introduce il segmento del premio con un altro momento di comunicazione di grande consapevolezza:

«Possiamo discutere e certamente non essere d'accordo sulle ragioni [per cui i licenziamenti accadano], e onestamente come spettacolo abbiamo un po' difficoltà a capire come affrontare questi argomenti in modo costruttivo. Ma quest'anno, all'interno di queste sfide, abbiamo trovato la grandezza.»

Dopodiché, Keighley ci presenta Amir Satvat e la sua storia, che con il suo sito e programma dedicato agli sviluppatori in cerca di lavoro è il primo TGA Game Changer.

Questo è lo show che serviva all’industria dei videogiochi. Ci è voluto un po’, decine di migliaia di persone rimaste senza lavoro, ma Geoff Keighley sembra averlo capito.

Molti vedranno i tanti annunci e rimarranno folgorati da quelli e, va detto, ce ne sono stati tanti. Per dimostrare che i grandi creativi stanno lavorando e gli studi stanno investendo, i The Game Awards 2024 ci regalano tanti nomi da segnare sul calendario, altri da immaginare e altri su cui sognare.

Per me, tuttavia, il segnale più importante è che i The Game Awards si sono trovati finalmente ad essere un carrozzone consapevole di avere un ruolo importante in questo momento storico.

Nel decennale dell’evento finalmente Geoff Keighley è diventato adulto.

Divertente e divertito, in grado di creare momenti più leggeri e altri più profondi, ma con una rinnovata (e forse inedita?) consapevolezza. Se sia stato solo il decennale ad aver dato lucidità a Keighley non potremmo che saperlo ai The Game Awards 2025.

Intanto, il 2025 dei videogiochi può iniziare con un minimo di fiducia in più, almeno da parte mia.

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