C'è una cosa nella quale Ubisoft è straordinaria brava. È quella cosa che mette d'accordo tutti, che di fronte a dibattiti su longevità, open world, densità e progettazione di videogiochi come Assassin's Creed o Far Cry spegne le divisioni e ottiene l'apprezzamento unanime di qualsiasi giocatore. Stiamo parlando della capacità di creare mondi.
La compagnia francese, soprattutto nella saga di Assassin's Creed ma non solo, ha dimostrato un occhio straordinario per la virtualizzazione di contesti storici reali, che i videogiocatori possono rivivere all'interno dei suoi titoli. Tutti noi sappiamo qualcosa di più dell'Italia Rinascimentale perché poche volte l'abbiamo vista da vicino come quando abbiamo vestito i panni di Ezio Auditore. Abbiamo scoperto di più sui nativi americani, sulla Rivoluzione Francese, o sulla Rivoluzione Industriale.
E, con l'avvento del nuovo corso di Assassin's Creed, quello cominciato con Origins, ci siamo tuffati nell'Antico Egitto e nell'Antica Grecia. Siamo così arrivati, nel 2020, ad Assassin's Creed Valhalla, che questa volta ci metteva tra le mani l'ascia da guerra di Eivor e ci portava in mezzo ai mondi norreni, tra la Norvegia e l'Inghilterra dell'800, per scoprire le vicende di Morso-di-Lupo alla guida delle sue genti.
La capacità di Ubisoft di ricreare digitalmente dei contesti storici credibili e affascinanti è così riconosciuta che, come ricorderete, in seguito agli incendi della cattedrale di Notre-Dame si ricorse proprio ad Assassin's Creed Unity per riprendere il modello completo dello storico monumento – come base di partenza. Molti giocatori, rattristati dal rogo, decisero di visitare di nuovo Notre-Dame tuffandosi nel gioco, nei giorni successivi.
È qualcosa che anche Ubisoft sa: ecco che, così, la compagnia guidata da Yves Guillemot con Origins prima e con Odyssey poi, ha lanciato Discovery Tour. Si tratta di una modalità didattica ambientata all'interno di Assassin's Creed, un'esperienza standalone che permette di esplorare il mondo e l'universo di gioco, ma senza combattimenti, senza conflitti, senza nemici. Qui, lo scopo è un altro: tuffarsi di peso nel contesto storico e lasciarsi arricchire dal suo fascino, una lezione alla volta.
Di recente, anche Assassin's Creed Valhalla ha visto l'esordio del suo Discovery Tour e, dopo qualche settimana di scorrazzata, l'idea è chiara: ci troviamo di fronte a un fiore all'occhiello per la funzione didattica che i videogiochi possono assolvere.
Storie dal nord
Il primo Discovery Tour, quello di Origins, era davvero un giro turistico digitale, una sorta di museo virtualizzato per scoprire la verità storica e le grandi attrazioni dell'Egitto.
Nel secondo, quello di Odyssey, Ubisoft aveva ampliato la formula, permettendo ai giocatori non solo di scorrazzare tra le meraviglie dell'Antica Grecia, ma anche di incontrare dei personaggi storici capaci di togliere il fiato – pensate a nomi come Socrate, per capirci.
Questa volta, il passo compiuto è stato anche più importante, perché Viking Age somiglia a un videogioco molto più di quanto fatto dai suoi predecessori. Quello che nasceva come un giro turistico e che, quindi, si concentrava sulle attrazioni del contesto storico, in questo caso è stato ribaltato: ecco che, così, in Viking Age il vostro tour nel mondo vichingo non comincia dal contesto, ma dal singolo individuo. Si parte dal vedere il contesto dagli occhi del singolo che ci viveva, anziché dall'esterno.
Se è vero che i videogiochi ci permettono di vestire i panni degli altri, la cosa migliore per raccontare un contesto storico e la sua realtà è sicuramente quella di vestire i panni di chi quell'era l'ha vissuta.
Avviato Discovery Tour - Viking Age, allora, si rimane piacevolmente sorpresi nello scoprire che l'esperienza vi fa controllare diversi abitanti dell'odierna Norvegia (e non solo), esplorando il loro villaggio, parlando con gli altri e, soprattutto, completando diverse quest lungo le quali si snoda una storia.
Capiamoci, la scrittura tiene sempre sott'occhio l'obiettivo primario – farvi scoprire il contesto storico – ma Ubisoft è riuscita in modo intelligente a coniugare la natura proiettiva del videogioco e il suo grande potenziale nel veicolare informazioni verso l'utente. Meglio ancora se questi è meravigliato.
La bussola del serious game
Mentre raggiungerete la prossima persona con cui interagire nella vostra quotidianità da vichinghi, magari perché state affrontando la storyline nei panni del mercante, vi imbatterete in dei punti di interesse che, se analizzati, vi fanno scoprire di più sulla verità storica di quel luogo, o di quell'attrazione.
In modo molto più efficace di quanto accadeva in passato, allora, la lezione di Storia viene ludicizzata e scorre via in modo gradevole e intrigante, riuscendo a incuriosirvi valorizzando la traversata, grazie anche al peso posto sui personaggi che interpreterete di missione in missione, in otto diversi incarichi.
È come a dire che, anziché gironzolare senza un contesto, ora il vostro Discovery Tour aggiunge un nuovo strato alle attrazioni storiche: il racconto della quotidianità di chi quelle attrazioni storiche le ha costruite, di chi ne era contemporaneo. Il risultato è un prodotto unico nel suo genere, intelligente evoluzione dei precedenti Discovery Tour, che può davvero diventare un punto di riferimento.
Oltretutto, a queste "lezioni di Storia" si sommano anche dei dietro le quinte sui lavori di sviluppo del gioco, che sveleranno ai più curiosi come sia stato raggiunto questo o quel risultato visto su schermo durante Valhalla.
Da ormai molti anni sappiamo che sono stati sviluppati videogiochi pensati proprio per fini didattici, o chiamati a veicolare prima di tutto un messaggio in modo interattivo (i cosiddetti serious game) e la frontiera rappresentata da Viking Age è fresca e molto più videoludica di quanto visto in altri esperimenti.
Proprio pochi giorni fa avevamo parlato della fiducia dei videogiocatori italiani nella funzione didattica del videogioco e, con progetti come questo, siamo sicuri che potrebbe essere ben riposta.
Dal canto suo, è bello vedere una Ubisoft consapevole di uno dei suoi più chiari punti di forza: in qualsiasi modo evolva la serie Assassin's Creed, i fan di solito possono dormire sonni tranquilli per quanto riguarda la cura posta nella riproduzione del contesto storico. E nel Discovery Tour che ne fa seguito.
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