Non sono una tipa da videogiochi horror e questo dice molto – perché tra i grandi nomi che si sono visti durante la Summer Game Fest 2023, quello di Alan Wake 2 è quello che mi è rimasto più impresso.
Remedy Entertainment lo aveva detto in molti modi, ma vedendo il primo gameplay duro e puro dal gioco ne ho avuto la conferma: questo seguito sembra molto più votato all'horror, rispetto al predecessore più all'acqua di rose, più buio che horror, per così dire.
Eppure, e nonostante quindi questa sia tutt'altro che my cup of tea, come si suol dire, ancora più del gameplay sono state le parole del creative director Sam Lake, salito sul palco losangelino, a rimanermi impresse.
Remedy ha sempre cercato di alzare l'asticella per quanto riguarda la narrazione all'interno dei videogiochi e anche Control – il suo lavoro originale più recente, lo trovate su Amazon – da questo punto di vista era un intrigante e contorto viaggio soprannaturale che sapeva rapire. Lo definirei un tentacolare mindfuck, ma non sono sicura che sia l'espressione corretta da usare su una testata giornalistica.
Quello che Lake ha fatto è stato sottolineare come Remedy abbia lavorato per proporre con Alan Wake 2 qualcosa di diverso. E, per farlo, ha deciso di sperimentare con due protagonisti giocabili.
E se questo non suona particolarmente rivoluzionario – voglio dire, abbiamo già visto molti titoli con più di un protagonista – a renderlo interessante è sia come questi sono costruiti, sia come il team promette di farci passare liberamente dall'uno all'altro.
La genesi di Alan Wake 2 (e di Saga Anderson)
Era dal 2010 che i fan di Alan Wake stavano aspettando un ritorno dello scrittore maledetto. Siamo nel 2023, il debutto è fissato per ottobre, e ad attenderci troviamo non solo l'autore di best-seller, ma anche Saga Anderson.
Nel corso di una intervista concessa in esclusiva a GameSpot, dove ha approfondito la genesi del gioco, Lake ha spiegato che anche Remedy stessa ha vagliato tantissime idee, in questi tredici anni, per capire come volesse realizzare Alan Wake 2.
L'autore ha spiegato che l'idea su cosa dovesse essere questo gioco è «cambiata numerose volte» negli ultimi tredici anni, scrive GameSpot, e solo «qualche versione fa» si è arrivati all'idea di avere più personaggi giocabili.
Considerando quanto i fan dell'originale siano legati ad Alan, fa quasi strano pensare che giocheremo nei panni di qualcun altro, ma Lake ha spiegato, sempre nell'intervista:
«Volevamo essere molto, molto ambiziosi con questa storia. Avere molteplici punti di vista, e avere dei cambi di tono garantiti da questa possibilità, ci sembrava la cosa giusta da fare. È così che è nato il personaggio di Saga Anderson.
Anche se il gioco si chiama Alan Wake 2, è allo stesso modo anche il gioco di Saga Anderson. Sono entrambi al cuore di questa storia. Tutti e due.»
Saga non nasce, quindi, come un personaggio che ci introduce alle vicende prima di lasciarci a giocare con Alan, no: è a tutto a tondo a sua volta protagonista (o deuteragonista, se volete) della vicenda.
E Remedy ne farà intelligentemente un veicolo narrativo che possa accogliere chi del primo Alan Wake non sa assolutamente nulla. Sam Lake ha già spiegato come.
Non hai giocato Alan Wake? Non è un problema
Faremo chiarezza sul contesto del gioco, per chi non avesse recuperato il titolo precedente. Per riassumere, diremo che Alan Wake in questo momento – resosi conto del potere soprannaturale dei suoi scritti – si trova intrappolato in una sorta di dimensione oscura, il cosiddetto Dark Place, che assume la forma della mente di chi ci è finito dentro. Così, quello che Wake immagina, tutte le cose terrificanti che gli passano in testa, si realizzano. Ne avevamo già parlato in questa notizia.
Il punto è che anche Saga Anderson non sa niente di tutto questo. Il gioco, anticipa Lake, comincerà facendoci vestire i panni di questa detective dell'FBI, una profiler celebre per la sua capacità di risolvere casi intricati, chiamata a investigare su degli omicidi rituali.
Come dichiarato da Lake durante la Summer Game Fest:
«Abbiamo Alan Wake che sta cercando di scappare dalla dimensione da incubo, dal Dark Place. Poi abbiamo Saga, la nostra nuova eroina che è un investigatore dell'FBI che arriva nel Pacific Northwest, nella cittadina di Bright Falls, per incontrarsi con il suo collega Alex Casey (nome molto noto ai giocatori del primo, ndr).
Arrivano per indagare su una serie di omicidi rituali, ma rapidamente quell'indagine diventerà un incubo quando scopriranno delle pagine di una storia horror che potrebbero essere stata scritte da un certo scrittore svanito nel nulla... Quella storia comincia a diventare realtà, intorno a loro».
E visto che Saga arriva a Bright Falls senza sapere nulla, di cosa caratterizza Bright Falls – che, anzi, a vederla sembra così accogliente e turistica – era il veicolo narrativo perfetto per far proiettare i neofiti nel mondo di Alan Wake 2. Tu non sai niente, proprio come Saga. E se invece sai tutto – beh, sai tutto, proprio come Alan. I due protagonisti riflettono entrambe le condizioni possibili dei giocatori di Alan Wake 2: chi si affaccia su Bright Falls per la prima volta e chi da Bright Falls è già stato (letteralmente) rapito tredici anni fa.
Come ha continuato Sam Lake, spiegando benissimo questo concetto durante la Summer Game Fest:
«Il gioco inizia facendoti giocare nei panni di Saga. È un sequel, ma anche una esperienza standalone. Non ci aspettiamo che tutti facciano i compiti, se non hanno giocato il gioco originale. Questo si può godere così com'è.
Saga non sa niente della lore, degli eventi soprannaturali di questo mondo. Dovrà buttarcisi dentro molto rapidamente, per imparare come sopravvivere. E, con questo, i giocatori saranno nel suo stesso viaggio».
Certo, è chiaro fin da ora che Saga non è concepita solo come un veicolo narrativo. Anzi, come fatto notare da GameSpot, nella mitologia norrena la parola "Saga" indica qualcuno che riesce a parlare con gli esseri divini e a farsi latore dei loro messaggi.
Che sia un modo per indicarci che Saga è l'unica che riesce a percepire Alan mentre è intrappolato nel Dark Place? Difficile a dirsi, per ora, ma Remedy non dà i suoi nomi a caso ai personaggi e, tra Alan Wake, Max Payne e Jesse Faden – per citarne solo alcuni – ormai lo sappiamo bene.
Passare da un personaggio all'altro
Un altro aspetto narrativo estremamente interessante, sottolineato da Lake durante la Summer Game Fest, è il fatto che potremo decidere di saltare da un personaggio all'altro, durante la nostra avventura. Se vorrete giocare per la stragrande maggioranza del tempo come Alan, potrete farlo. Se vorrete stare con Saga per seguire la sua indagine, potrete farlo.
«Abbiamo due personaggi giocabili, è un 50/50 tra loro due. Ciascuno di loro ha un terrificante e singolo viaggio verso mondi differenti e ogni cosa è collegata» ha spiegato il creative director di Helsinki. «Il giocatore ha la possibilità di passare dall'uno all'altro in determinati punti della storia, a seconda della sua scelta».
Tuttavia, sembra che questi "determinati punti" saranno parecchi, perché Lake ha rimarcato come non ci sia un modo giusto di giocare ad Alan Wake 2, poiché tutti potrebbero decidere di saltare dall'uno all'altra in momenti diversi: i punti di connessione si promettono numerosi e ci sarà libertà.
In merito a cosa succede dopo il prologo, dove si gioca necessariamente con Saga per venire introdotti alla storia, Lake ha spiegato:
«Poi apriamo l'esperienza, in modo che tu possa scegliere di giocare Alan Wake nel Dark Place mentre cerca di abbandonarlo. E puoi continuare a giocare come Saga nel Pacific Northwest, via via che la sua indagine prosegue.
Sei libero di passare dall'uno all'altra, ci sono molti punti di connessione, in molti modi sorprendenti».
A colpire di più, di queste dichiarazioni, è come il creative director sottolinei che la libertà di approccio che sarà data ai giocatori sia importante ai termini della storia. Una cosa molto difficile, quando si crea una vicenda dove il giocatore ha effettivo potere, è tenere il tutto coeso e ben costruito.
Scrivendo la vicenda di Alan Wake 2, Remedy ha dovuto immaginare tutti gli snodi in cui un giocatore avrebbe potuto vivere una scena da questo o quell'altro punto di vista. Non è per niente facile, costruire una vicenda che abbia un senso, un crescendo e un finale compiuto, sapendo che stai facendo riferimento magari a qualcosa avvenuto solo nello scenario di Alan, che tu però non hai giocato perché hai deciso di rimanere Saga per tutto il tempo.
Come spiegato da Lake:
«Non c'è un modo giusto di giocare questo titolo, puoi scegliere: puoi andare avanti come Alan fino ad arrivare quasi alla fine, o con Saga, oppure puoi continuare a saltare dall'uno all'altra».
Sebbene non si parli quindi di una storia ramificata, i salti che i giocatori potrebbero fare da uno scenario all'altro richiedono una grande maestria nella scrittura, nella gestione dell'intreccio, dei personaggi, dei conflitti, del crescendo.
Non possiamo sapere già da ora, ovviamente, se Remedy Entertainment avrà colpito nel segno e sarà riuscita nel suo intento. Ma il fatto che il team finlandese non si sia accontentato – prendendosi, sotto l'egida di Epic Games, anche il rischio di creare un sequel dopo che la recente remastered dell'originale non è stata esattamente un successo – è già di per sé una notizia molto interessante.
C'è ancora tanto di inesplorato, in come possiamo raccontare con un videogioco. Lunga vita a chi prova ad alzare l'asticella per sperimentare, anziché sedersi su sentieri sicuri già tracciati.
Alan Wake 2 arriverà su PC, PS5 e Xbox Series X|S il 17 ottobre.