Attenzione: SPOILER
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Benvenuti all’ultima puntata dello speciale sulla cronologia di The Legend of Zelda. È arrivato il momento di soffermarci sull’ultima linea temporale rimasta, ovvero, lo ricordiamo, quella del futuro di The Legend of Zelda: Ocarina of Time. Non mancheremo, inoltre, di dare un ultimo sguardo alla timeline per fare il punto della situazione e di trattare, seppur superficialmente, gli episodi che, per una ragione o per l’altra, non sono stati inclusi da Nintendo nella cronologia ufficiale.
The Legend of Zelda: The Wind Waker – La poesia del cell-shadingIn un’era in cui la grandiosità di Hyrule è solo un ricordo, una leggenda vecchia di secoli viene trasportata dal vento, tramandata da generazione a generazione. In un mondo dominato dall’imprevedibilità del mare, immenso e profondo, ciò che rimane dell’antica terra sacra sono solo piccole isole. Nel cuore degli abitanti di queste sperdute frazioni di terra, però, il racconto è ancora vivo: molti secoli or sono, il male volle impossessarsi di un potere divino. A scongiurare l’ascesa dell’oscurità fu un ragazzo vestito di una tunica verde che, grazie a una mistica lama, esorcizzò le tenebre. Il giovane divenne l’Eroe del Tempo, la sua storia Leggenda.Passarono gli anni e il male si ripresentò. Il popolo chiamò a gran voce l’Eroe del Tempo perché li salvasse di nuovo, ma egli non apparve più. Molti dettagli, col tempo, sono andati perduti, tuttavia, si dice che per fermare l’avanzata di quella forza maligna gli dèi abbiano deciso di sommergere la regione tramite un’inondazione provocata da perenni piogge, intrappolando così l’entità malvagia. Molte epoche più tardi è tradizione onorare l’Eroe del passato con un’antica usanza: al compimento del dodicesimo anno di età, ogni bambino dell’isola Primula riceve una tunica verde. Quest’anno tocca proprio a un ragazzino di nome Link. Una volta indossati gli abiti, la spensierata vita di Link subisce un tremendo scossone, come una nave nel bel mezzo di una burrasca: sua sorella Aril viene rapita per sbaglio da un mastodontico uccello, il quale aveva come obiettivo primario il capo di una piccola banda di pirati, un’intraprendente marinaia chiamata Dazel. Link si unisce così alla sua ciurma e parte per il mare aperto in una missione di salvataggio. La già apparentemente gigantesca impresa diviene ancora più enorme quando Link scopre di essere il prescelto dalle dee, il discendente dell’Eroe del Tempo, e Dazel si dimostra la reincarnazione della principessa Zelda. Ganondorf è tornato, solo Link può fermarlo. Guidato da una piccola barca parlante, Link si imbarca in questa avventura, superando innumerevoli ostacoli sul suo cammino e dando prova del suo coraggio.Acquisita la leggendaria Master Sword e la Triforza del Coraggio, Link raggiunge le profondità dell’oceano, nel quale è situato l’antico regno di Hyrule. In questo luogo sacrale, l’eroe affronta Ganondorf in un terribile scontro finale che vede la Triforza mostrarsi in tutta la sua interezza. Purtroppo per Ganon, però, il quale voleva far riemergere le terre sacre, è il Re di Hyrule a toccare la reliquia ed esprimere il suo desiderio: Hyrule sprofonda per sempre insieme a Ganondorf, mentre Link e Zelda, una volta tornati in superficie, partono alla scoperta di un nuovo mondo.
Al di là della cronologia, The Legend of Zelda: The Wind Waker è un capitolo molto interessante. La trama affronta molti temi importanti, mettendoci nei panni di un bambino destinato a crescere troppo in fretta, il cui destino lo porta ad abbandonare la casa e l’affetto della famiglia per affrontare l’ignoto, rappresentato dallo sconfinato e spaventoso mare. C’è però voglia di esplorare e scoprire, quel senso di avventura, di viaggio, che tanto bene The Wind Waker riesce a trasmettere, con i suoi tramonti e albe da vivere, con i suoi personaggi da incontrare, con le onde da accarezzare, con i suoi panorami stupendi da ammirare. Il senso di libertà si respira a pieni polmoni, come il vento che dispiega le vele dell’imbarcazione. E Ganondorf si dimostra qualcosa di più del solito nemico inflessibile, lasciando trasparire una flebile malinconia e nostalgia, quasi rassegnazione. The Legend of Zelda: The Wind Waker, quindi, è un episodio decisamente importante della saga, oltre che, considerando l’intro narrativa, il vero seguito di Ocarina of Time. In apertura, infatti, vengono raccontati gli eventi dell’opera uscita su Nintendo 64, riprendendone la storia e facendoci intuire che l’Eroe del Tempo, essendo tornato nel passato (su una diversa linea temporale), non ha più fatto ritorno quando l’oscurità ha avvolto nuovamente Hyrule.
The Legend of Zelda: Phantom Hourglass – Ancora per mareDopo la sconfitta di Ganondorf in The Wind Waker, Link e Dazel solcano l’oceano alla ricerca del misterioso Regno del Re Mar. Durante il viaggio, la loro nave si imbatte nel leggendario vascello fantasma, sul quale si ritiene vi sia un preziosissimo tesoro. Dazel non perde tempo e sale sull’enorme barca, ma, ovviamente, si ritrova presto invischiata in un bel guaio. Il vascello si allontana e Link, nel tentativo di salvare l’amica, cade rovinosamente in mare, travolto dalle onde. Quando riapre gli occhi, Link si ritrova su un’isola sconosciuta. Qui fa presto la conoscenza del marinaio Linebeck, il quale diverrà il suo nuovo compagno di viaggio. Entrambi, infatti, seppur per ragioni diverse, sono sulle tracce della nave fantasma.I due improbabili eroi, infine, riusciranno a trovare il vascello, a salvare Dazel e a sconfiggere Bellum, un potente mostro.
The Legend of Zelda: Spirit Tracks – Rotaie ad HyruleUn secolo è passato dagli eventi raccontati in Phantom Hourglass. In un tempo di cui non si ha memoria, gli dèi combatterono una guerra contro un demone, Mallard. Con le ultime forze, le divinità lo imprigionarono nella terra a seguito della costruzione della Torre degli Spiriti, collegata a delle lunghissime catene che attraversavano tutta la regione. Nel corso degli anni, queste vennero usate come binari ferroviari dagli abitanti del luogo. Ad interrompere la tranquillità secolare è la scomparsa improvvisa e inspiegabile delle catene: il regno è nuovamente minacciato dal possibile ritorno di Mallard. Mirona, uno scagnozzo al servo del demone, ha però bisogno di un corpo per permettere al suo signore di reincarnarsi. La scelta ricade sulla principessa Zelda, la quale viene privata della sua forma fisica. L’anima, però, rimane intatta e accompagna un giovane macchinista, Link, durante il suo viaggio volto ad impedire la rinascita di Mallard. Esplorate le quattro terre sacre a bordo di una locomotiva, in un susseguirsi di faticose imprese, i due viaggiatori compiono così il loro destino: sconfiggono Mallard e salvano il mondo.
Questi due episodi portatili non verranno certo ricordati per la loro trascurabile storia. Nonostante le ambientazioni molto diverse, i due giochi appaiono molto simili dal punto di vista ludico. Nella cronologia vengono collocati dopo The Wind Waker, ma raccontano vicende del tutto secondarie. Ad unire queste due avventure al viaggio marino visto su GameCube è poi il particolare stile grafico.
Gli “altri” ZeldaEvitando di dilungarci troppo sull’argomento, per chi ancora non lo sapesse, molti anni fa la Philips ottenne i diritti per realizzare tre giochi di Zelda. Nel 1993, sulla console CD-I, uscì così Zelda: The Wand of Gamelon, a cui seguirono Link: The Faces of Evil e Zelda’s Adventures. A causa di un poverissimo intreccio narrativo e di un altrettanto basso (bassissimo) livello qualitativo delle meccaniche di gioco, le tre produzioni non vennero minimamente prese in considerazione dai fan, né tantomeno da Nintendo (oggi i più si sono sforzati di dimenticarle). Benché sia necessario citarli per completezza, questi capitoli non rientrano assolutamente nella saga originale, rappresentando solo una bruttissima e offensiva copia dei capolavori della casa di Kyoto, oltre che l’espressione massima del termine –ciofeca-, allo stesso modo dell’orribile serie TV animata.Più interessante, invece, è il Game & Watch dedicato a The Legend of Zelda, in cui Link, per salvare Zelda, deve sconfiggere otto draghi. Nonostante non fu nient’altro che una parentesi molto distaccata dalla serie, si può dire che, a suo modo, segnò la vita di quelle piccole console tascabili. Da citare anche il remake del primissimo The Legend of Zelda (BS Zelda), il “minigioco” per Nintendo Wii Link’s Crossbow Training e la saga spin-off di Tingle, un famoso personaggio apparso in alcuni episodi.
Brevi considerazioni sulla cronologiaOra che abbiamo fatto una panoramica della storia di tutti i capitoli della saga di The Legend of Zelda, è innegabile constatare che la presenza di indizi, più o meno diretti, rafforzi la tesi proposta da questa cronologia ufficiale. Che sia sempre stata nei piani di Nintendo o venne sviluppata solo recentemente, è davvero difficile stabilirlo. Alcune incongruenze e passate dichiarazioni del maestro Miyamoto farebbero propendere per la seconda ipotesi, ma è anche vero che altrettanti dettagli, spesso apparentemente insignificanti, si dimostrano invece molto importanti per appurare i collegamenti tra un capitolo e l’altro. Inoltre, è probabile che alcuni tasselli mancanti e determinati periodi storici verranno spiegati grazie ad episodi futuri, riempendo così alcuni vuoti temporali notevoli. Sarà infatti decisamente stimolante trovare la collocazione dei prossimi videogiochi della serie e captare tutti i riferimenti alle altre avventure.È bello, inoltre, notare come la saga sia costituita da diversi filoni narrativi. Abbiamo le vicende di Vaati, raccontate in The Minish Cap, Four Swords e Four Swords Adventures. Ci sono, poi, i sequel di The Wind Waker, Phantom Hourglass e Spirit Tracks, tre giochi uniti dallo stesso stile grafico (ripreso in parte anche nelle opere sopracitate) e che, non a caso, ritroviamo tutti insieme nell’ultima timeline. Infine, possiamo constatare l’unicità di alcuni viaggi di Link, come Majora’s Mask e Link’s Awakening. Certo, anche i due Oracle narrano storie parallele, nonostante gli accadimenti siano correlati alla figura di Ganondorf.Gli episodi restanti, invece, rientrano nel filone principale e più importante, fondato sulle leggende a base della saga: quelle sulla Triforza e sul trittico formato da Link, Zelda e Ganondorf. Interessante osservare come questi capitoli siano tutti originariamente apparsi su console casalinghe. Per la precisione, ci riferiamo a Skyward Sword, Ocarina of Time, A Link to The Past, The Legend of Zelda, Zelda II: The Adventure of Link, Twilight Princess e The Wind Waker. Ad eccezione di Four Swords Adventures e dell’insolito Majora’s Mask (giustificato dal fatto di essere nato dal progetto di Ura Zelda, che in principio era un’estensione di Ocarina of Time, successivamente pubblicata, seppur in modo “castrato”, con il nome di Master Quest), le altre opere che trattano temi secondari sono uscite esclusivamente su dispositivi portatili. Alcuni potrebbero sostenere che anche Zelda II racconti eventi tutto sommato “marginali”, tuttavia (oltre a tener conto che una timeline all’epoca probabilmente non era stata ancora delineata) il fatto che sul dorso della mano di Link (per giunta lo stesso di The Legend of Zelda) compaia il simbolo della Triforza e che Ganon, in un modo o nell’altro, c’entri nella storia (seppur sia “concretamente” presente solo come cameo durante la schermata di game over), gli dà il diritto di entrare a pieno titolo nella cronologia principale. Un altro aspetto divertente da esaminare è la riproposizione dei personaggi. Sappiamo che spesso tra un episodio e l’altro passano addirittura secoli, ed è quindi impensabile credere che Link, Zelda e Ganondorf siano sempre gli stessi. In verità, almeno per quel che conosciamo, di Ganon ce ne è solo uno, che viene resuscitato o liberato di capitolo in capitolo. Discorso diverso per gli altri due protagonisti. Basandoci sulla cronologia ufficiale e su altre informazioni, però, possiamo dichiarare quasi certamente che il Link e la Zelda di Skyward Sword siano “indipendenti”; possiamo definirli gli “originali” da cui poi “nasceranno” tutti gli altri. Continuando, il Link di Ocarina of Time è sicuramente quello di Majora’s Mask, allo stesso modo di The Wind Waker con Phantom Hourglass e di The Legend of Zelda con Adventure of Link. Diversi dettagli, poi, farebbero credere che l’eroe di A Link to The Past sia il medesimo degli episodi cronologicamente successivi, ovvero i due Oracle e Link’s Awakening.Altri, invece, sono unici (almeno per il momento), come l’eroe di Spirit Tracks.
Ci sono voluti quattro speciali per raccontare a grandi linee la frammentaria storia dell’intera saga di The Legend of Zelda e cercare di interpretarne i contenuti. Eppure, nonostante i migliaia di caratteri, abbiamo solamente scalfito la superficie di questa emozionante e complessa opera videoludica. Basta voltarsi indietro per comprendere quanto realmente leggendario sia stato questo lungo viaggio iniziato più di due decadi fa e di quante cose prima impensabili siamo ora a conoscenza.
Nintendo ha festeggiato il 25° anniversario di Link e soci nel migliore dei modi, non solo rilasciando un capitolo a suo modo straordinario, The Legend of Zelda: Skyward Sword, ma anche rivelando al mondo la cronologia ufficiale della serie, fornendo una risposta a una delle domande di senso più importanti nella vita di molti fan di Zelda. Di misteri da risolvere, siamo certi, ce ne saranno ancora tanti: dove si collocheranno i prossimi capitoli? Quale linea temporale seguiranno? Il gameplay guarderà alla tradizione o esplorerà nuovi orizzonti? E la veste estetica? Che razze incontreremo? Di quali altri miti verremo a conoscenza?
Immergersi in una nuova avventura di Link è ogni volta un avvenimento storico e noi speriamo che la saga prosegua al meglio il suo grandioso cammino, accompagnandoci per altri venticinque e più anni.
La Leggenda, insomma, continua…