Xbox One S

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a cura di Francesco Ursino

Quando si è davanti alla nuova versione di un prodotto già esistente sul mercato, e di fatto destinato a soppiantare il suo predecessore uscito solo una manciata di mesi prima, spesso si dice che l’alternativa più recente rappresenta quello che la versione originale avrebbe dovuto offrire fin dal lancio iniziale. Pensiamo, non a caso, a quanto accaduto a Microsoft e alle iterazioni del suo sistema operativo; in occasione dell’uscita di Windows 7, avvenuta solo due anni dopo l’arrivo di Windows Vista, in molti furono spinti a dire che il rilascio della rinnovata versione del sistema operativo Microsoft rappresentava quell’evoluzione che, in pratica, il disastrato Vista aveva “ciccato”. Spostiamoci ora sul lato hardware, sempre rimanendo però in casa Microsoft, e pensiamo a quanto accaduto lo scorso 2 agosto: la nuova Xbox One S è arrivata sul mercato a poco più di tre anni dal lancio dell’originale Xbox One. Anche in questo caso, allora, la prima versione della console verrà abbagliata dalla luce riflessa della nuova sorella più piccola, snella e accattivante? Cerchiamo di rifletterci su.

Il tempo scorre veloce per le consoleTra l’annuncio che ha certificato l’esistenza di Xbox One S, avvenuto durante lo scorso E3, e la sua uscita sul mercato sono trascorsi poco meno di due mesi. Si è trattato di un periodo di tempo breve, se non si tiene conto delle continue voci che hanno circondato l’uscita di una nuova versione di Xbox One nel corso dei mesi precedenti, andatesi poi ad unire a quelle relative allo sviluppo di Project Scorpio, l’ulteriore console che Microsoft proporrà nel 2017. Se questa nuova e ancora misteriosa macchina sarà sicuramente un prodotto di rottura, ecco che Xbox One S rappresenta quel mezzo gradino in più che, in una visione d’insieme, sembra in qualche modo collegare la “vecchia” Xbox One a Project Scorpio. Difatti, non stiamo assistendo a una strategia del tutto nuova nell’ambito videoludico; ai tempi di Xbox 360, ad esempio, la casa di Redmond propose un primo modello nel 2005, seguito dalla controparte Slim nel 2010, e da un’ulteriore versione (Xbox 360 E) nel 2013. Le distanze temporali, in questo esempio, sono più diluite, ma non bisogna dimenticare la lunghezza eccezionalmente elevata del ciclo di vita delle console della generazione passata. Si tratta, evidentemente, di dati decisamente differenti da quelli dell’attuale tornata di macchine da gioco, che ormai può anche non considerarsi una generazione vera e propria. In ogni caso, i fatti ci dicono che questa nuova Xbox One S è un’evoluzione che punta sulla continuità: i dati tecnici, come noto, sono conosciuti da tempo e sviscerati in differenti forme. Sappiamo dunque che la console è del 40% più piccola di Xbox One, così come sappiamo che l’opera di progettazione compiuta da Microsoft è stata veramente notevole, visto che Xbox One S presenta – anche sorprendentemente –  un alimentatore interno. Ciò è stato possibile grazie alla nuova disposizione dell’hard disk, che ora affianca proprio l’alimentatore in corrispondenza del lettore di dischi ottici; la ventola di raffreddamento della motherboard da 120 mm, invece, ora agisce direttamente attraverso la metà destra della console, che presenta una griglia di aerazione.

Ricordi nostalgiciQuello che le rivelazioni effettuate sull’hardware di Xbox One S ribadiscono, poi, è che rispetto a Xbox One la nuova console conta su una GPU AMD Jaguar a otto core con una frequenza di clock più elevata (914 MHz contro 853 MHz), e su una larghezza di banda ESRAM più performante (219 GB/s contro 204 GB/s); a tutto ciò va ad aggiungersi un nuovo hard disk con interfaccia SATA III. Dal punto di vista della connettività e della realizzazione esterna, invece, la parte anteriore della nuova console si segnala per l’aggiunta di due pulsanti fisici (al posto di quelli touch), dedicati all’accensione e all’estrazione dei dischi; le novità proseguono con una porta USB 3.0 e un sensore IR, che consente di controllare dispositivi quali TV, ricevitori audio/video e box satellitari. 

Sul posteriore, trovano posto le porte HDMI In e Out del tipo HDMI 2.0a/HDCP 2.2. L’elemento di interesse, però, riguarda l’eliminazione della porta Kinect, che su Xbox One S potrà funzionare solo tramite un adattatore. Commentare questa scelta di Microsoft porterebbe via diverso spazio, sebbene il messaggio lanciato ai giocatori sembra essere quello di dimenticarsi della periferica che, invece, tanto era stata pubblicizzata all’inizio della vita commerciale di Xbox One. In maniera curiosa, a questo proposito, è possibile pensare che la vita di Kinect sia durata lo spazio di due console “slim”: Xbox 360 Slim, infatti, poteva fregiarsi del titolo “Kinect Ready”, essendo capace di far funzionare la periferica di controllo senza doverla collegare a una qualsivoglia fonte di alimentazione. Xbox One S, invece, certifica la discesa di Kinect nell’oblio dell’hardware videoludico, in compagnia di altri sfortunati prodotti. Difatti, il salto mortale compiuto dalla casa di Redmond è per certi versi ammirevole, visto il cambio di strategia totale avvenuto in poco più di tre anni. Certo è, però, che il sacrificio compiuto dagli early adopter della prima Xbox One, prima di tutto economico ma anche legato alla scarsa qualità dei giochi proposti per la periferica, risulta ora più che mai evidente in tutta la sua portata. Vale la pena segnalare, poi, la presenza di una versione rinnovata del pad, che propone leggeri cambiamenti. Per prima cosa, la periferica ora presenta il supporto nativo al bluetooth: una buona notizia, questa, per i giocatori PC, che ora potranno utilizzare il nuovo pad senza l’ausilio di adattatori proprietari. Si tratta di una scelta che, peraltro, non può non far pensare al piano di avvicinamento tra le piattaforme di gioco costituite da PC e dall’ecosistema Xbox iniziato da Microsoft; il controller presenta poi un grip migliorato, una ricezione wireless aumentata, e ancora una volta l’alloggiamento per le batterie AA.

Il 4K democratico, o quasiVeniamo al software: è in questo campo, infatti, che Xbox One S sembra proporre i cambiamenti più succosi. La nuova console consente la fruizione di contenuti in 4K Ultra HD, garantendo dunque lo streaming in 4K di servizi video quali Netflix e Youtube, ma anche la possibilità di gustare film e contenuti nel nuovo standard Blu-Ray Ultra HD. Tutto ciò, evidentemente, trova un suo senso nel momento in cui si ha a disposizione un TV 4K Ultra HD di grandezza sufficiente; in questo caso, lo spettacolo offerto dalla console Microsoft è notevole, e consente l’utilizzo di contenuti di altissima qualità visiva a un prezzo competitivo, considerato il costo dei lettori di Blu-Ray Ultra HD in circolazione. Da questo punto di vista, allora, Xbox One S si pone come un prodotto di elettronica di consumo con un suo senso, con caratteristiche interessanti e sicuramente capace di stare sul mercato; tutto questo, ovviamente, a patto di avere a disposizione l’hardware (ovvero un TV 4K Ultra HD) e i contenuti (servizi di streaming, film in Blu-Ray Ultra HD) necessari. In caso contrario, è evidente come l’acquisto appaia già da ora come superfluo.Che dire, però, dei contenuti che dovrebbero rappresentare la motivazione principale all’acquisto della console, ovvero i giochi? In questo caso, il discorso diventa un po’ più scivoloso. La nuova macchina da gioco Microsoft, infatti, è capace di effettuare l’upscaling dei contenuti fino ad arrivare alla rivoluzione 3.996 × 2.160; anche in questo caso, la differenza di qualità con Xbox One è percepibile solo su un apparecchio 4K Ultra HD. Dal punto di vista della fruizione dei contenuti, i primi test hanno evidenziato come i caricamenti e il buffering degli stessi non proponga evidenti rallentamenti; la sensazione complessiva, al contrario, è che la velocità di fruizione si attesti su livelli simili, se non superiori, rispetto a quanto avviene su Xbox One a risoluzioni inferiori. L’upscaling, evidentemente, non è confrontabile con il supporto nativo alle nuove risoluzioni, anche se la resa visiva risulta inevitabilmente di qualità superiore se confrontata alla “vecchia” soluzione Full HD. A tutto questo, poi, va ad aggiungersi la presenza del supporto all’High Dynamic Range (HDR), che consente di poter godere di colori più vividi e neri più profondi. È soprattutto questo il fattore che ha spinto Microsoft a “liberare” più potenza di elaborazione, sfruttando anche le rinnovate connessioni HDMI che trovano posto su Xbox One S. Alcuni titoli, evidentemente, sfrutteranno più di altri le capacità visive dell’HDR, ma è evidente come non ci siano i presupposti per pensare allo sviluppo di giochi progettati esclusivamente per Xbox One S. In questo modo, peraltro, non si verrà a creare una segmentazione dei contenuti, almeno fino all’arrivo di Project Scorpio.

In cerca di un significatoPer ultimo, certificate le feature principali di Xbox One S, cerchiamo di guardare ai possibili scenari futuri. Quale sarà il ruolo di questa console nel momento in cui verrà commercializzato Project Scorpio, e come verrà ricordata all’interno di questo particolare periodo storico dell’ecosistema Xbox? Di fatto, Xbox One S è un prodotto sicuramente più moderno di Xbox One (si pensi all’HDR), ma non presenta avanzamenti prepotenti nell’hardware. È capace di proporre un assaggio succulento di gaming in 4K grazie all’upscaling, ma non include il supporto nativo alle nuove risoluzioni; è in grado poi di far girare contenuti video in 4K e Blu-Ray Ultra HD a un prezzo competitivo, ma lo sfruttamento totale di questi nuovi standard è ancora legato a vincoli come la presenza di un TV 4K Ultra HD di dimensioni accettabili, oltre che di connessioni internet degne di questo nome. La sensazione, pur con tutte le cautele del caso, è che si tratti di un prodotto di transizione: avanzato e all’avanguardia sotto diversi aspetti, relativamente ancorato al passato per altri. E qui si arriva alla grande domanda che sembra inevitabile porsi: vale la pena acquistare una Xbox One S

Come sempre, la risposta a un interrogativo come questo riguarda il contesto in cui si andrà ad aggiungere il prodotto, e cosa ci ci si aspetta di ottenere. Se non si ha un TV 4K Ultra HD, allora, l’acquisto pare inutile: le prestazioni dei giochi non risentono più di tanto delle piccole migliorie hardware, e ovviamente la risoluzione non può andare oltre quella massima del proprio apparecchio. Se, invece, si ha a disposizione una connessione performante, un TV ottimo, e una grande passione per contenuti multimediali in genere (come videogiochi, ma anche e soprattutto film e serie TV), sicuramente Xbox One S rappresenta un acquisto molto positivo. Certo è che nel caso si abbia a disposizione tutto questo ben di Dio tecnologico varrebbe però la pena pensare al fatto che, nel 2017, Project Scorpio proporrà il supporto nativo al 4K e tutt’altro hardware, per un’esperienza superiore in ogni contesto.

Sappiamo bene come il mercato console sia in totale fermento. Nel momento in cui le certezze vacillano, e solo in pochi sembrano avere le idee chiare, Microsoft prova a raccogliere attorno a sé l’utenza che ha saltato l’acquisto di Xbox One, e quello più attento alle ultime novità tecnologiche. Xbox One S è una console ammirabile sotto diversi aspetti, a partire da quello ingegneristico fino a quello relativo al lato puramente multimediale. Il suo arrivo, se si pensa al contesto generale, ha molti significati, tra cui l’abbandono di Kinect da parte di Microsoft, e l’approccio al gaming casalingo 4K (seppur tramite upscaling). Certo è, però, che in un’ottica di lungo termine questa console potrebbe configurarsi come l’anello mancante tra la prima Xbox One e Project Scorpio. Tutto questo, peraltro, a pochi giorni dall’evento in cui Sony potrebbe annunciare definitivamente l’uscita di PlayStation 4 Neo. A quel punto, idee chiare o meno, i giocatori saranno chiamati inevitabilmente ad effettuare delle scelte.

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