E’ notizia di meno di un mese fa: le sottoscrizioni di World Of Warcraft sono calate del dieci per cento. Fa sorridere la malcelata soddisfazione di molti commentatori di questa diminuzione degli utenti, fa sorridere più che altro perché basta dare un’occhiata alle cifre per rendersi conto che, dieci per cento più o meno, siamo ancora e solidamente di fronte a uno dei fenomeni videoludici più ingombranti di sempre.Gli utenti attivi sono scesi da 11,4 milioni a 10,3 milioni, un calo che avrebbe messo in ginocchio qualsiasi altro MMORPG, ma che a World Of Warcraft da solo un buffetto sulla spalla accompagnandolo con: “Hai appena compiuto sette anni vecchio mio”.
Sette anni, pensiamoci bene, sono un’eternità nel nostro settore. In sette anni abbiamo visto passare cinque GTA, quattro Zelda, ma soprattutto ben due Gran Turismo, e solo questo dovrebbe dare un’idea della dimensione della finestra temporale che stiamo esaminando.Uno dei segreti di World Of Warcraft è la sua capacità di tenersi sempre nuovo, di buttare sempre nuovo materiale nella zuppa così da non annoiare gli avventori della sua locanda, è così che da pochissimi giorni è stata distribuita l’ultima di una lunghissima serie di patch, la 4.3, che promette di portare i giocatori finalmente al cospetto del responsabile della devastazione di Azeroth.
Le novità portate dal drago
L’aggiunta che cattura l’attenzione dei giocatori ormai all’end–game è sicuramente l’arrivo di Dragon Soul, il raid che vedrà l’atteso confronto con Deathwing svolgersi dopo la canonica serie di boss. Ad accompagnarlo c’è però un’altra caratteristica forse più rilevante ancora: il nuovo Raid Finder, un sistema che permetterà ai giocatori di trovare i compagni per raidare senza particolari patemi reclutandone tra i vari server come succede già per i dungeon. Va detto però che, utilizzando questo meccanismo, si andrà incontro a tutti i rischi dei raid pick-up (quei raid organizzati con persone che non si conoscono) senza però avere a fronte tutti i poteri del raid leader. Sebbene infatti sia necessario che un giocatore si candidi per il posto di leader, questi non avrà poi tutte le funzioni cui siamo abituati: non potrà espellere i giocatori arbitrariamente, non potrà cambiare il sistema di loot (che sarà fissato su una specie di Need before Greed), mantenendo però tutte le difficoltà dell’istruire i giocatori meno esperti con aggiunta la barriera linguistica che potrebbe cogliere i meno anglofoni una volta fuori da Crushridge (il server colonizzato dai giocatori italiani). In più, va segnalato che i vari loot saranno versioni depotenziate di quelli ottenibili raidando con il sistema tradizionale, che saranno disponibili solo le istanze per venticinque giocatori e che i Valor Point non verranno distribuiti a ogni boss, ma solo per quelli alla fine delle varie zone del raid.Da annoverare tra le novità abbiamo anche due nuove meccaniche che andranno a modificare marginalmente il bilanciamento del gioco, ma che saranno sicuramente gradite dai più: la Transmogrification e il Void Storage.La prima meccanica citata cerca di dare una risposta a uno dei dilemmi più comuni tra i giocatori di MMO: “Che cosa mi metto?”. Magari siamo dotati dell’ultimo set uscito, ma gli anni passati a giocare con i vecchi vestiti che si trovavano raidando prima delle espansioni ce li fanno rimpiangere con malinconia, ecco che ora potremo cambiare l’aspetto degli oggetti facendoli apparire come più ci piace, sebbene con qualche limitazione: non si potrà far apparire un’armatura in plate come se fosse un set di cloth, e ancora non si potranno usare gli aspetti di oggetti che non si sarebbe in grado di indossare effettivamente. Così un mago sarà sempre un mago agli occhi dei giocatori, ma magari avrà un vestito che non si vedeva in giro da almeno sei anni pur mantenendo le statistiche dell’ultimo loot disponibile.Per quanto riguarda il Void Storage il discorso è più semplice, ma sempre legato al lato affettivo del gioco. A molti (probabilmente a tutti) capita di riempire il proprio inventario con oggetti magari non esattamente fondamentali, ma che proprio non si vuole buttare. Ecco che ci arriva in soccorso questo nuovo sistema di immagazzinamento pensato proprio per quel materiale che magari non si userà mai, ma da cui non ci si vuole separare. Così tutti gli oggetti depositati nel Void perderanno gli enchants per esempio, proprio perché non si tratta di uno spazio pensato alla stregua della banca, ma più che altro di un archivio dei tempi andati.Ogni super cattivo che si rispetti poi, in World Of Warcraft, porta con se il suo set di armi leggendarie, oggetti “arancioni” difficili da recuperare e dalle caratteristiche di molto superiori alla media. Saranno felici i rogue in ascolto perché, dopo avere arrugginito per bene le lame di Illidian, potranno dedicarsi alla ricerca delle Fangs Of The Fathers, due daghe che diventeranno via via più potenti durante le quest che porteranno alla fine il giocatore ad avere un set di armi di altissimo profilo.
Un tuning continuo
Detto delle principali novità potremmo ora perderci in una tediosa elencazione della miriade di aggiustamenti, più o meno importanti, che sono stati portati a ogni classe. Come ogni volta infatti tutti i giocatori troveranno le proprie meccaniche modificate così da spingerli magari alla scelta di una nuova spec, o alla rifinitura dello stile di gioco preferito. Tutte le volte si apre il dibattito sul bilanciamento del gioco: in soldoni sono sette anni che Blizzard rimescola le carte rendendo ora più potente una classe ora un’altra, ma va detto che in generale il gameplay sembra decisamente più stabile ora rispetto ai primissimi momenti di gioco, anche se forse il destino di un MMORPG così vario è quello di non riuscire mai a trovare la perfetta quadratura del cerchio. Non possiamo, in questa sede, trattare dunque ogni piccola modifica, siamo certi che i giocatori interessati a una disamina così nel dettaglio abbiano già spulciato per bene le patch notes e abbiano già controllato se e come il loro DPS sia cambiato, potremmo dunque cercare di fare il punto su World Of Warcraft riallacciandoci a quanto detto nell’introduzione.Sette anni sulla cresta dell’onda sono tanti e, nonostante la continua evoluzione (ora apprezzata, ora indicata con rabbia dallo zoccolo duro dei giocatori), si ha l’impressione che lo splendido mondo di Azeroth offra poco margine di miglioramento.Intendiamoci, stiamo ancora parlando del miglior MMORPG di tutto il nostro sistema solare, ma potremmo essere tacciati di meretricio se non parlassimo di come il titolo Blizzard abbia interrotto la sua corsa e sia, dopo tanti anni, nella fase discendente della sua gloriosa parabola.Le limitazioni tecniche di un’infrastruttura datata, la continua rincorsa all’accessibilità (a discapito dei power players), e l’aver rinnegato in parte la propria epica, sembrano tendere con forza verso l’arrivo dei Pandaren come ultima, ironica, evoluzione.Quali saranno le scelte di Blizzard ancora non ci è dato saperlo, del resto gli sviluppatori statunitensi sono famosi per la loro riservatezza, ma per il momento godiamoci l’epico scontro con Deathwing che promette, ancora una volta, di ravvivare la fiammella della passione in quei giocatori che hanno cominciato con Ragnaros.
World Of Warcraft si ama o si odia, ci sono i giocatori che proprio non riescono a farsi interessare dal mondo di Azeroth, ma ci sono anche quelli che una volta entrati non ne escono più. Siamo stati accompagnati in questi sette anni lungo un percorso che ha visto i giocatori affrontare le più grandi tragedie e gioire delle migliori vittorie, e ora tocca a Deathwing, l’ultimo arrivato, affrontare la forza dei livelli 85.
Le novità di questa patch cercano, con successo, di migliorare ancora la giocabilità andando ad agire anche su aspetti che magari sembrano marginali, nonostante questo l’esperienza di gioco inizia a sentire il peso degli anni e sembra ormai sul rettilineo finale.
Se la prossima sia l’ultima espansione non lo sappiamo, ma ci sentiamo di dire che forse speriamo sia così. Non perché non sia più divertente giocare a World Of Warcraft, anzi, ma perché anche il seguace più accanito inizia a sentire il bisogno di qualcosa di veramente nuovo.