Wii U

Avatar

a cura di drleto

Los Angeles – L’impatto con una nuova console, soprattutto se targata Nintendo, trascende gli sterili annunci di specifiche tecniche o annunci roboanti, è una sensazione più intima, il primo contatto con la compagna di giochi degli anni a venire, colei che dispenserà ore di meravigliose avventure, fatte di sogni, sfide e quel pizzico di magia che la grande N non ha mai cessato di offrire. Si parte quindi dal nome, elemento fondamentale per distinguere un oggetto dalla massa, un concetto che deve essere al tempo stesso accattivante ed abbastanza semplice da entrare nella testa delle persone, esattamente come ha fatto la parola Wii, oramai divenuta per molti sinonimo di videogioco. Non sorprende quindi che Nintendo abbia voluto mantenere un marchio tanto riconoscibile e potente, sinonimo di innovazione e accessibilità, abbinandolo non ad un semplice numero, mossa troppo banale per Iwata e soci, ma ad una lettera, la U (iu in inglese) sospesa a mezza strada tra l’assonanza con Due (two, sempre in lingua anglofona) e you, ovvero Voi. Una dichiarazione di intenti non da poco per una console che si propone innanzitutto di andare a recuperare i tanti amanti del Wii (noi) e nello stesso tempo di legarli a coloro che non hanno ancora abbracciato e capito questa rivoluzione, ritenuta troppo carente dal punto di vista ludico, ovvero quel Voi che da adesso in poi sarà sempre scritto in calce alla console conosciuta fino a ieri come Project Cafè: Wii U.Una console che promette di sintetizzare queste due esperienze attraverso un controller nuovo, rivoluzionario, grazie al quale Nintendo è andata ad inventare l’ennesima, nuova dimensione del nostro hobby preferito.Durante l’E3 2011 la nostra priorità è quindi diventata improvvisamente quella di toccare con mano, prima ancora che giocare, questo nuovo controller, proprio per sentire fisicamente quali emozioni questa nuova console riuscirà a darci, ovvero se è capace di fondersi con le nostre mani, come successe coi pad del Nintendo 64 o del Cubo. In altre parole se è amore a prima vista.

DesignEsteticamente il nuovo controller è piuttosto bello, le linee semplici e minimaliste ed il colore bianco lo accomunano al design del Wii, sembrando quasi una rimodellazione, con un enorme touch screen in mezzo, del Classic Controller. Anche lo chassis della console vera e propria ricorda l’ammiraglia Nintendo, non fosse per le dimensioni leggermente maggiori e dalle linee più bombate, che la fanno assomigliare maggiormente ad un Hard Disc portatile o ad un piccolo case di un computer. Le dimensioni sono ridotte e sicuramente la console non rovinerà l’estetica dei vostri salotti.Tornando al controller la prima cosa che vi sorprenderà sarà la leggerezza. Essendo studiato per consentire un gran numero di movimenti durante lunghe fasi di gioco, il Wii U non poteva che essere comoda da impugnare e leggero da maneggiare. Un altro aspetto sorprendente è lo spessore: utilizzando leve analogiche similari a quella del 3DS avremo due controlli precisi ed affidabili che però scorreranno su di un piano orizzontale e non facendo perno su di un unico punto. Gli altri componenti come la croce digitale, i tasti frontali e i due dorsali sembrano presi direttamente, come materiali e design, dal Classic Controller per Wii, elemento che dovrebbe garantire precisione e robustezza. L’unico aspetto che non ci ha convinto pienamente sono i due grilletti, solo digitali e non analogici come era lecito aspettarsi. Davvero enorme e luminoso lo schermo touch centrale, sormontato da una videocamera e posto sopra i classici tasti Start, Select e Home, di dimensioni analoghe a quelli sul WiiMote.

Nelle nostre maniDal punto di vista dell’ergonomia il controller è decisamente comodo, la semplice inclinazione nella parte posteriore aiuta l’utente ad avere una presa sicura e la vicinanza dei tasti con lo schermo centrale, oltre che il loro posizionamento nella parte superiore della periferica, consente al giocatore di raggiungere agevolmente il touch screen con i pollici senza dover togliere le mani dal controller. L’unica perplessità deriva dall’avere entrambe le leve analogiche sopra i tasti digitali, soluzione davvero originale che dovremo verificare come verrà carpita. Piuttosto fuori mano i tasti di controllo delle funzioni, probabilmente l’unico elemento che è stato sacrificato per far spazio all’enorme schermo tattile. Per sapere qualcosa delle otto esperienze che Nintendo ha promesso di mostrare durante la fiera, per avere qualche informazione sulle specifiche tecniche, sulla resa grafica e su tutti gli altri dettagli inerenti al nuovissimo Wii U, vi rimandiamo ad un approfondimento futuro, essendo tutti questi elementi che necessitano di maggior tempo per essere provati con calma ed assimilati, così come per giudicare la portata dell’ennesima rivoluzione della grande N.

Nintendo ha di nuovo sorpreso tutti. Wii U è una console differente da tutte le altre, ma nonostante questo riesce ad avere forti elementi di continuità con la storia recente e passata del colosso di Kyoto. Il controller della nuova console è infatti la sintesi di un continuo processo evolutivo del gaming, grazie all’analogico del 3DS, il touch screen del DS, i componenti del Classic Controller e la vibrazione del Pad del Cubo. Una periferica nata per adattarsi alle nostre mani e per fornire un’esperienza ludica di primissimo livello, qualsiasi gioco si scelga di provare.

La leggerezza e le plastiche utilizzate per costruire il controller del Wii U non possono che confermare la maestria di Nintendo nel disegnare tali periferiche. Ora non ci rimane che capire come tale oggetto andrà a rivoluzionare il nostro modo di giocare.

Leggi altri articoli