La popolarità dei servizi di streaming video è cresciuta rapidamente, tanto da registrare dei dati di traffico impressionanti negli ultimi due anni. Twitch, il più celebre servizio di streaming, è riuscito ad imporsi come quarto sito negli Stati Uniti per traffico internet: un dato impressionante se pensiamo che Twitch si occupa solo di videogiochi. Ovviamente i grandi non sono rimasti a guardare, e numerose piattaforme hanno cercato di inseguire il successo dell’azienda di San Francisco lanciando i propri servizi di streaming. Ce ne sono decine, e tra i più importanti non possiamo che citare Ustream, LiveTV, LiveStream, Hitbox (quest’ultimo l’unico specificamente dedicato ai videogiochi). Servizi che, tuttavia, non riescono a imporsi sul mercato alla maniera di Twitch. L’unico servizio che, per ovvie ragioni, sembra poter rivaleggiare con il colosso dello streaming è il servizio live di Youtube. La piattaforma di Google lanciò il suo servizio di streaming prima che Twitch diventasse quello che è oggi, ma lo fece nella maniera sbagliata, riservando il diritto di trasmettere in diretta a un numero ristretto di utenti ed evitando di promuovere questa funzionalità in maniera opportuna. In breve, Youtube non credette sin da subito nella forza della diretta video, con il risultato di ritrovarsi ad inseguire una serie di realtà con meno risorse ma con molta più forza.
Qualcosa, però, sta cambiando: Youtube ha (ri)lanciato il suo servizio di streaming ponendo l’accento sui videogiocatori, e cercato di attirare l’attenzione organizzando uno show in diretta in occasione dell’E3 2015 dello scorso giugno. Oggi chiunque può trasmettere in diretta sul proprio canale Youtube, e si può affermare che oggi non vi sono barriere all’ingresso per quanto concerne lo streaming dei propri videogiochi online. Ciononostante, Twitch e Youtube sono due servizi che lavorano in maniera diversa, e in questo articolo vi spiegheremo come funzionano e quale dei due si sta comportando meglio.
Prima di iniziare, però, è necessario fare una doverosa premessa: Spaziogames ha un canale Youtube e un account Twitch. In passato abbiamo utilizzato il servizio di streaming di Youtube, ma da oltre un anno siamo passati in via definitiva a Twitch. Questo articolo non vuole essere un “elogio a Twitch”: la nostra scelta parte da delle basi solide, che nelle righe che seguono cercheremo di illustrarvi.

Twitch vs Youtube: iniziare a trasmettere
I due servizi presi in esame funzionano in maniera molto diversa; conseguentemente, il setup per la trasmissione dei propri contenuti video varia tra Twitch e Youtube in maniera radicale. Entrambi i servizi fanno uso del protocollo rtmp per la trasmissione del flusso video: si tratta di una tecnologia obsoleta ma che non richiede particolari competenze tecniche. Inoltre, essa è compatibile con una serie di diffusissimi programmi per lo streaming quali i gratuiti OBS, Flash Live Media Encoder, Xsplit Gamecaster o i più professionali Xsplit Broadaster o Vmix. Alcuni di questi programmi (Xsplit e OBS) sono stati creati con in mente i giocatori, e presentano alcune funzionalità per facilitare la vita a chi vuole trasmettere le proprie partite grazie a plugin dedicati ai principali servizi di streaming, a una certa intuitività d’uso e, soprattutto, al supporto delle più diffuse schede di acquisizione video per videogiochi, solitamente assente dai programmi genericamente dedicati alla produzione di dirette audiovisive.
I “ferri del mestiere”, dunque, sono sostanzialmente gli stessi per Twitch e Youtube, ma la preparazione della diretta è differente. Su Twitch, una volta configurato il proprio programma di streaming, è sufficiente premere un pulsante per andare online. In breve, una volta che si è connessi a Twitch, si è in diretta e tutti possono vedere ciò che stiamo trasmettendo. Con Con Youtube, invece, una volta avviata la trasmissione dei propri dati è necessario creare una pagina della diretta, attendere una conferma attraverso un pannello di controllo e, quindi, attivare la diretta premendo un pulsante. Dal momento della trasmissione del proprio flusso al momento della diretta vera e propria, dunque, è necessario attendere circa 90 secondi.
Nella fase preparatoria, Youtube vince su Twitch: anche se il sistema è più macchinoso e richiede qualche minuto in più, si ha l’opportunità di effettuare dei test audio e video prima di andare effettivamente in onda, evitando quel “ragazzi, mi sentite bene?” comunissimo tra gli streamer Twitch. L’inizio delle trasmissioni su Youtube è dunque più frizzante, preciso e piacevole dello streaming su Twitch, che richiede sempre alcuni secondi preparatori per verificare che tutto funzioni (e che su Spaziogames, solitamente, copriamo con una schermata nera o con un logo).

Twitch vs Youtube: la qualità video
Poiché sia Youtube che Twitch supportano un encoding H.264, entrambi i servizi partono “ad armi pari” in termini di qualità video. La discriminante è dunque data dal massimo bitrate supportato, che in tutti e due i casi non ha limiti, perlomeno sulla carta. La verità è che se Youtube accetta un flusso con un bitrate molto alto senza troppi problemi, i flussi superiori a 3500 kbps su Twitch stanno violando le policy del sito. Twitch, infatti, chiede ai propri utenti non-partner di non utilizzare flussi con un bitrate superiore a 3500 kbps, ma l’azienda è estremamente tollerante e i casi di canali sospesi per un’eccessiva qualità dello streaming sono sempre più rari.
Sia Twitch che Youtube consentono ai visitatori di scegliere la qualità dello streaming, ma su Twitch tale opzione è possibile solo per i canali partner o per quelli che ottengono più di 100 utenti connessi contemporaneamente. Se il vostro canale ha successo, Twitch si comporta come Youtube. Ma, anche in questo caso, è l’azienda controllata da Google ad offrire il servizio migliore.
Per quanto concerne le funzionalità a disposizione degli utenti durante lo streaming, Youtube vince a man bassa proponendo la possibilità di mettere in pausa la diretta e riprenderla in qualsiasi momento, oltre che di riavvolgere e rivedere una scena, anche al rallentatore o in fast forward. Queste opzioni, al momento, non sono supportate da Twitch.
Twitch vs Youtube: l’interazione con i propri utenti
Uno degli aspetti che rende le dirette su internet uno strumento potente nelle mani dei creativi è dato dalla possibilità di interagire con il proprio pubblico in tempo reale, instaurando un rapporto di dialogo tra chi trasmette e chi commenta in chat. Proprio in questo punto possiamo iniziare a identificare le prime crepe nel sistema adottato da Youtube: per varie ragioni, in molti casi legate ai servizi accessori citati poco fa, il servizio di Google offre streaming in differita di quasi due minuti. In questo modo è pressoché impossibile dialogare con il proprio pubblico, poiché tra domanda e risposta intercorre un tempo decisamente lungo e, in generale, vi è l’impossibilità per gli spettatori di “cogliere l’attimo” e intervenire in un momento preciso della diretta.
Twitch, al contrario, trasmette in media con 10-20 secondi di ritardo, rendendo possibile il dialogo in tempo reale con la propria utenza. Una trasmissione come il nostro “domande e risposte” sarebbe semplicemente impensabile su Youtube, e il nostro pubblico sarebbe infinitamente meno fidelizzato di oggi.

Twitch vs Youtube: l’accessibilità
Twitch offre agli utenti la possibilità di trovare i contenuti in diretta con facilità. Già nell’homepage del sito è possibile individuare un mosaico di canali, mentre da un semplice menù potete selezionare il gioco di vostro interesse. Un comodo motore di ricerca vi consente di cercare streaming per canale, mentre una directory identifica gli streaming per gioco trasmesso, rendendo l’esperienza di fruizione estremamente semplice e intuitiva.
Al contrario, su Youtube trovare i contenuti in diretta è una vera e propria odissea. Dall’homepage del sito non si trova con facilità una sezione dedicata alle dirette, e per cercare un gioco trasmesso in diretta è necessario effettuare una ricerca standard e filtrarla. Una volta appreso come fare, tutto risulta piuttosto semplice, ma è evidente che Youtube non sta facendo nulla per promuovere i propri contenuti in diretta, nonostante la dichiarazione di intenti di alcuni mesi fa. Non esistono directory facilmente accessibili per i giochi, e in generale tutto si limita a filtrare poco intuitivamente i risultati del motore di ricerca.
Ben diverso è il discorso sul video on demand: Twitch propone una sezione VoD poco promossa e poco sfruttata, mentre Youtube carica in tempo reale le vostre dirette all’interno del vostro canale, con tutto quello che ne consegue. La risonanza dei VoD su Youtube è molto più grande di quella su Twitch, e il motore di ricerca dei contenuti salvati funziona infinitamente meglio.
Twitch, inoltre, premia i produttori di contenuti più virtuosi ponendo le loro dirette in alto nelle directory dei giochi, a prescindere dal nome e dalla popolarità della persona davanti alla telecamera. Youtube, invece, non considera minimamente i propri produttori di contenuti in diretta: anche se avete uno streaming con qualche migliaio di utenti connessi, l’eventualità che il vostro video venga messo come primo risultato del motore di ricerca o, addirittura, in homepage è estremamente remota. Che cosa sono mille utenti connessi in diretta di fronte alle 300.000 visite giornaliere del video dello youtuber di turno? Youtube sembra ragionare così.
Twitch vs Youtube: il copyright
L’argomento del copyright è spinoso sia su Youtube che su Twitch. Quest’ultimo servizio ha rivisto circa un anno fa le proprie policy: su Twitch è possibile trasmettere qualsiasi videogioco senza violare alcun copyright, a meno che tale gioco non sia protetto da embargo o abbia specifiche (e rarissime) restrizioni sullo streaming. La colonna sonora del gioco, in genere, non viene considerata una violazione del copyright. In alcuni casi, qualora un brano contenuto nel gioco venisse considerato una violazione del copyright (accade spesso in giochi con colonne sonore non originali, come nel caso della serie GTA) lo streaming potrà continuare, ma la replica giungerà senza audio.
Su Youtube le cose sono molto più complicate. Qualche mese fa era sufficiente trasmettere una musica protetta da copyright per vedere il proprio streaming bloccarsi e il proprio canale ricevere un richiamo. Oggi Youtube è più “morbida” e consente quasi sempre di ultimare il proprio streaming, bloccando la replica o impedendo la monetizzazione dei propri contenuti. In generale, però, trasmettere su Youtube è più rischioso: il bot che riconosce le violazioni di copyright ha maglie molto più strette, ed è infinitamente più difficile farla franca qualora si inserisca – anche in maniera del tutto colposa – un frammento di musica protetta da copyright nella propria diretta. Se, inoltre, avete un canale Youtube già avviato e con decine di video, lo spauracchio di una chiusura forzata a causa di una diretta contenente materiale protetto da copyright è certamente qualcosa che tutti vorrebbero evitare.

Twitch vs Youtube: quanto si guadagna?
La risposta alla domanda che dà il titolo al paragrafo è una sola in entrambi i casi: mediamente poco. Su Youtube è molto facile ottenere una partnership e iniziare a guadagnare qualche soldo dalle proprie produzioni video. In generale, un canale può arrivare a guadagnare fino a 1000 dollari per milione di visualizzazioni. Poiché il valore delle campagne pubblicitarie varia radicalmente durante l’anno, però, il guadagno medio oscilla tra i 500-600 dollari per milione di visualizzazioni. In breve: se volete vivere della sola partnership di Youtube dovete fare tante visualizzazioni. Ma proprio tante! Non è un caso, infatti, che anche gli youtuber più popolari realizzino gran parte del proprio fatturato attraverso altre forme di monetizzazione, quali la produzione di video sponsorizzati, la presenza in fiere/eventi, le sezioni di meet & greet presso centri commerciali e il product placement. Su Youtube, inoltre, le pubblicità nel corso degli streaming sono molto rare e totalmente fuori dal controllo di chi effettua la trasmissione: in breve, (quasi) tutto quello che guadagnate su Youtube arriva dalle repliche, non dalle dirette.
Su Twitch la situazione è diversa: in primo luogo, è molto difficile ottenere la partnership. Per uno streamer alle prime armi, con poche decine di utenti connessi, il guadagno è pari a zero: Twitch si arroga il diritto di inserire spazi pubblicitari e di non pagare il produttore di contenuti. Quando i propri streaming raggiungono le 500 persone di media, è possibile richiedere e ottenere la partnership da Twitch. I guadagni, in questo caso, sono molto più buoni che su Youtube. Twitch, nei periodi migliori, riesce a generare anche 10 dollari all’ora per migliaia di utenti connessi: il sito concede al proprio partner la possibilità di lanciare la pubblicità da un pannello di controllo, e con un’oculata gestione di questo aspetto si può massimizzare il guadagno. Anche in questo caso, però, non crediate che vivere della sola partnership sia facile: quasi tutti gli streamer professionisti vivono di donazioni, e arrotondano con il programma di revenue share di Twitch che, a causa delle fluttuazioni del mercato pubblicitario, offre un guadagno incostante e, spesso, misero.
Twitch vs Youtube: conclusioni
Dunque, chi vince tra i due colossi? Youtube, come detto, offre un servizio migliore sulla carta, senza limiti al bitrate di trasmissione, con funzionalità accessorie davvero comode per l’utente e con la possibilità di monetizzare sin da subito i propri video. Ciononostante, Twitch vince grazie a un motore di ricerca infinitamente più pratico, al suo focus esclusivamente rivolto ai videogiochi, alla migliore possibilità di interazione tra streamer e spettatore e a un sistema di gestione dei contenuti protetti da copyright più intelligente, elementi che per l’utenza si sono rivelati infinitamente più importanti della migliore infrastruttura offerta da Youtube. Nonostante Google stia cercando di cambiare le cose, al momento i numeri sembrano dare ragione solo a Twitch. Nel momento in cui scriviamo questo articolo, circa 111.000 persone stanno guardando partite di League of Legends su Twitch. Provate ad indovinare quante ce ne sono su Youtube. Ci avete pensato? Sicuri? Ebbene, nello stesso istante su Youtube abbiamo contato 106 spettatori. Centosei. Un vero disastro per Google che, a quanto pare, sembra non avere compreso quali siano le reali esigenze dei videogiocatori che vogliono trasmettere le proprie partite su Youtube. Noi crediamo che la concorrenza possa fare solo del bene a questo settore, e francamente speriamo che Youtube si risollevi. Ma, per il momento, c’è ancora tanta strada da fare (e c’è bisogno di un bravo consulente che se ne intenda di streaming… caro signor Google, casomai le interessasse le giro i miei contatti).