Tomb Raider floppa per Fallout?

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a cura di Domenico Musicò

Deputy Editor

Rise of the Tomb Raider, esclusiva temporanea per Xbox One, non sta esattamente vendendo quanto sperato; eppure si tratta di un un titolo che avrebbe ben pochi motivi per far registrare dei numeri così bassi, soprattutto considerando il successo di critica e il forte attaccamento del pubblico a un marchio e a un personaggio ancora molto forti. Sony si è fatta beffe di questa situazione in modo forse poco elegante, rincarando la dose con un altro dato di fatto: nonostante il supporto di Microsoft, anche Fallout 4 sta vendendo meglio su PS4. I dirigenti di Square Enix, dal loro canto, hanno dichiarato di essere sorpresi da questi risultati, poiché i due titoli appartengono a due generi completamente diversi. Hanno però dimenticato di fare alcune valutazioni che nessun responsabile dovrebbe prendere sottogamba, come l’importanza delle finestre di lancio e il posizionamento strategico del prodotto, un certo Fallout 4, la disponibilità economica di chi è pronto ad acquistare dovendo comunque compiere delle scelte.
Lo spirito del Natale
Le grandi compagnie non lo hanno ancora capito: fare uscire i propri titoli di punta nel periodo pre-natalizio significa spesso giocare alla roulette russa. 
É statisticamente noto che le famiglie tendano a spendere di più durante questo periodo dell’anno, ma è anche vero che difficilmente nelle case entrano più di due o tre titoli alla volta; ecco perché l’abbondanza di prodotti concentrata in un tempo di tre mesi è una scelta assai rischiosa e talvolta controproducente. C’è la credenza diffusa che gettando nella mischia il proprio gioco si riuscirà comunque a piazzarne un buon numero di copie, indipendentemente dalla quantità e dalla qualità dei diretti competitori, e dai titoli dall’eco mediatica esplosiva. Si tratta invece di un errore madornale, capace di fare molte più vittime che vincitori. Se questa mossa azzardata può essere comprensibile per i titoli minori, bisognosi di approfittare il più possibile della maggiore propensione all’acquisto di eventuali clienti, è invece poco furba per quelli molto importanti come Rise of the Tomb Raider. Sebbene il marchio sia di prima categoria, vanno presi in alta considerazione alcuni fattori: la non ancora esaltante penetrazione nel mercato di Xbox One, il quarto capitolo della serie Bethesda che era atteso come una manna dal cielo e, non ultima, la maggiore consapevolezza da parte di utenti che cominciano a capire la logiche del mercato, fatte di riedizioni comprensive di tutti i DLC. Il pubblico è insomma costretto a fare una selezione ben precisa, dovendo scartare parecchi titoli per potersi così concentrare su uno solo, meglio ancora se è in grado di intrattenere per mesi interi. Si tratta dunque di una strategia perfetta proprio per titoli come Fallout 4, che sono di fatto gli unici a beneficiare sul serio della finestra di lancio inquadrata nell’ultimo trimestre dell’anno.
Evitare i tracolli è possibile
Per ogni redattore e per ogni giocatore, il primo e l’ultimo trimestre sono rispettivamente un vero e proprio inferno e un paradiso di carezzevole beatitudine; dopo di ciò, arriva un periodo di calma quasi surreale, dove di fatto non esce nulla in grado di muovere un po’ le acque. Eppure in passato ci sono stati degli esempi lampanti di come la distribuzione di molti titoli in periodi poco caldi sia stata una scelta vincente: Red Dead Redemption arrivò a fine maggio, Metal Gear Solid 4: Guns of the Patriots il 12 giugno. Erano titoli molto importanti? Sì. Hanno venduto bene? Certamente. E potremmo andare avanti ancora per molto. Perché dunque ostinarsi ad affrontare rischi derivati dalle grandi abbuffate natalizie, quando una più saggia distribuzione dei prodotti lungo l’arco dell’anno può funzionare alla grande? Perché un marchio importante come quello portato in gloria da Miss Croft dovrebbe rappresentare un flop in condizioni che sono palesemente più favorevoli? Risposta: è inspiegabile che certi analisti di mercato siano così poco lungimiranti. I risultati hanno dimostrato che un cambio di tendenza è in effetti una possibilità concreta, un atto salvifico contro la fagocitosi compulsiva di un mercato a briglie sciolte che lascia pochissimi margini di errore.
Non è dato sapere se si sia trattato di una questione di causa ed effetto, ma proprio Square Enix ha appena posticipato Deus Ex: Mankind Divided addirittura nel mese considerato da tutti il vuoto totale: agosto. Ufficialmente, la nuova avventura di Jensen viene rimandata per motivi legati alla qualità, con la necessità di pulire il codice il più possibile per far arrivare il gioco in condizioni ottimali. Ci crediamo, ma crediamo anche che dai piani alti stiano cominciando a valutare opzioni più valide e potenzialmente proficue, da cui tutti trarrebbero un gran vantaggio.

Rise of the Tomb Raider è l’ultimo di una lunga lista di titoli che, nonostante l’alta qualità e il consenso della critica, vendono al di sotto delle aspettative durante un periodo sin troppo affollato e ricco di autentici pezzi da novanta che catalizzano tutta l’attenzione del pubblico. Invertire la tendenza spalmando le uscite con più criterio è possibile, come ampiamente dimostrato da alcuni casi sporadici che hanno rappresentato delle ottime eccezioni. Per qualche motivo, si tende ancora a pensare che andare in vacanza significhi automaticamente non accendere più la propria console fino al rientro, e invece sono ancora in molti che approfittano del relax per dedicarsi a più di un videogioco alla volta, soprattutto i giocatori di vecchia generazione che adesso sono cresciuti, lavorano e hanno poche occasioni per dare libero sfogo alla propria passione.

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