Abbiamo già parlato tanto di
Tom Clancy’s The Division ma, evidentemente, non ancora abbastanza. Dopo la nostra doppia recensione (
console e
pc) e un’analisi della patch 1.1, ci troviamo a distanza di quasi tre mesi dalla release a valutare tutto il contesto in cui versa il gioco, tanto più ora che è arrivato con la patch 1.2 un corposo aggiornamento gratuito, a cui presto faranno seguito tre dlc a pagamento.
Manhattan sarà mai completamente salva?
Sin dal primo annuncio, The Division è stato presentato come una sorta di MMO in cui i giocatori potessero cooperare e battagliare tra le strade di una New York depredata e caduta in rovina, a seguito di una epidemia di un ceppo geneticamente modificato del vaiolo. Al lancio non erano però tutte rose e fiori: da una parte una base solida di gameplay, dall’altra dei contenuti più adeguati ad un contesto single player con una normalissima campagna che non a una struttura da vero MMO in grado di garantire un soddisfacente endgame a tutta la propria utenza. I primi due aggiornamenti non hanno fatto altro che limare alcune cose che già andavano bene, cambiarne altre (anche più d’una volta) che non giravano come da programmi, e aggiungerne ancora altre per arricchire l’offerta. Ebbene, oggi il gioco come si presenta?
Dal primo minuto di gioco, fino al completamento delle missioni principali, del livello 30 e di gran parte delle missioni secondarie, la sostanza è rimasta pressoché invariata. Semmai si aggiunge qualche motivazione in più per completare tutto l’iter, da sé o meglio se con amici, per tuffarsi poi in tutto ciò che è stato riservato per il fatidico endgame.
A questo punto le cose da fare sono veramente tante ma, anche in questo caso, non mancano le magagne. Che si voglia completare tutto il completabile nella parte istanziata di Manhattan, che si voglia andare alla scoperta della parte PvP oppure, novità dell’ultimo aggiornamento, dedicarsi alla caccia all’uomo, ci sono decine di ore che vi attendono ma che non tutti gradiranno spendere. Il concetto alla base del titolo Ubisoft è essenzialmente semplice: si va avanti per sbloccare nuovi equipaggiamenti e con essi affrontare nuove sfide sempre più ardue. Che siate voi un novizio di livello 4 o un già livello 30, la situazione è pressoché identica, poiché entra in gioco il livello del proprio equipaggiamento a fare da misuratore delle vostre possibilità.
Se prima era praticamente necessario tuffarsi nella Zona Nera, la parte centrale della mappa in cui è possibile incontrare, sostenere o fronteggiare giocatori reali oltre ai comuni personaggi non giocanti, e da questi ultimi sperare di ricevere buone ricompense da trarre in salvo con l’estrazione il più in fretta possibile, ora questa operazione è diventata molto più complessa. La ZN è presidiata da vere e proprie truppe di nemici, che anche in gruppo non sarà mai così facile e scontato liberarsene e, dulcis in fundo, anche gli altri giocatori connessi hanno un ulteriore incentivo a mettere i bastoni tra le ruote fino all’ultimo secondo. Come? Semplicemente tagliando la fune dell’elicottero adibita all’estrazione. Tutto ciò si traduce essenzialmente in molta più azione, molta più collaborazione richiesta ai gruppi e molta più bravura necessaria per il singolo, il quale però ha ben poche speranze di cavarsela senza almeno un alleato, pur improvvisato, al suo fianco.
Nel PvE puro e semplice, invece, troviamo le nuove taglie che si compongono di due fasi ben distinte. Nei vari distretti, dove abbiamo già avuto modo di sbarazzarci di tutte le missioni secondarie, è possibile ora avviare delle triplette di mini missioni, denominate Cerca e Distruggi. Vi verrà indicato sulla mappa dove recarvi, troverete dei nemici ad attendervi e sarà vostro compito ucciderli tutti. Niente di più semplice. Fatto per tre volte, tornate al rifugio per ottenere degli equipaggiamenti d’alta gamma (gialli), ora finalmente più semplici da avere, e nel fare tutto ciò quasi inconsapevolmente vi ritroverete a collezionare indizi. Questi rappresentano l’ennesima valuta da usare al vostro quartier generale, al Dipartimento di Sicurezza, per avviare missioni giornaliere e settimanali di caccia all’uomo, con premi ancora più appetibili e direttamente comparabili con le migliori ricompense che potreste sperare di trovare nell’area riservata al PvP.
Dividi et impera… o magari no.
Già con il precedente aggiornamento abbiamo visto l’introduzione della prima “incursione” Missing in Action, che poi si era rivelata essere più che altro una mera modalità orda abbastanza scarna di contenuti e ispirazione. Con la patch 1.2 ci viene proposta una seconda incursione, Cielo Terso, situato geograficamente (e probabilmente anche concettualmente) all’esatto opposto della precedente, e si propone come un naturale sviluppo di ciò che abbiamo già potuto apprezzare durante la campagna, seguendo vagamente l’esempio della missione conclusiva. Durante la missione vi sembrerà assolutamente di essere catapultati in un film d’azione, come i due recenti “Attacco al Potere” con Gerard Butler, con nemici ed esplosioni pronti ad avvolgervi fino a sotterrarvi, letteralmente. Rispetto a quanto proposto fino ad ora, finalmente ci è parso come una felice e soddisfacente nuova aggiunta, che sia difficile quanto basta da renderla pertanto appagante. Purtroppo, però, il problema di fondo resta non solo sempre lo stesso ma viene in un certo senso amplificato.
Partendo con la precisa idea di come era The Division l’8 Marzo scorso, la sua versione attuale a parer nostro non ha fatto altro che elevarlo alla potenza: da una parte ci sono diverse migliorie sia quantitativamente sia qualitativamente, in special modo degli elementi che avevano intrigato ed esaltato i videogiocatori, mentre dall’altra si nota un’esasperazione dei difetti che rendono ora il gioco molto più difficile da approcciare e da apprezzare. Mettetevi nei panni di un potenziale nuovo utente che, vuoi per impegni di studio/lavoro o economici ha rimandato l’acquisto all’estate: oggi si ritroverebbe tra le mani un gioco migliore rispetto a tre mesi fa ma difficilmente godibile, perché a meno che non abbia due o tre amici nelle stesse condizioni o disposti a creare un nuovo personaggio da capo, dovrebbe fare una lunga strada di almeno 20 ore da solo, oltretutto piena di insidie. Consideriamo invece la prospettiva di utenti che già hanno il gioco da tempo e lo hanno più o meno spolpato tutto, avrebbero ancora stimoli per continuare? Forse sì, ma anche qui i problemi sono dietro ogni angolo. I contenuti sono molti ma, come già detto, prima o poi finiscono e anche il crafting delle armi e degli equipaggiamenti è ora più veloce e spedito che mai. Siamo dunque così sicuri che la community rimarrà fedele? O potrebbe invece farsi stuzzicare da un nuovo acquisto? Addirittura nel caso in cui la ripetitività non si avverta o ci si diverta tra le varie attività proposte ai giocatori, non è detto che tutto il gruppo con cui si era soliti giocare la pensi allo stesso modo e qualcuno potrebbe, suo malgrado, ritrovarsi solo e senza grandi possibilità di continuare la propria avventura contro i Rikers e compagnia.
Attualmente Tom Clancy’s The Division si ritrova nel paradosso di offrire tante attività, forse fin troppo simili tra loro, calibrate per un’esperienza da vivere in gruppo. E in certe missioni è palesemente riportato. Ciò che invece mancava all’inizio e continua a maggior ragione a mancare oggi è un qualcosa che aggiunga varietà e mantenga attiva l’utenza sui server. Esattamente quello che la Zona Nera doveva e non è riuscita a fare completamente. Ci sarebbe quasi da domandarsi se l’ipotesi di modalità competitive più classiche (deathmatch a squadre, controllo o cerca e distruggi) sia così remota da risultare impraticabile, eppure siamo sempre più convinti possa essere la soluzione più semplice e sensata per correggere decisamente il tiro.
Tornati tra le strade di New York City, non possiamo negare che le prime sensazioni siano state positive, sia perché la qualità di fondo si conferma buona, sia perché ora tutti hanno la possibilità di sbizzarrirsi tra le nuove taglie e una incursione impegnativa e adrenalinica. Ci siamo però ritrovati ben presto a sbattere il naso su gli evidenti limiti che i ragazzi di Massive Entertainment hanno creduto giusto aggiungere per chi gioca in singolo, probabilmente per promuovere il gioco di squadra. Dal canto nostro crediamo che così sia troppo frustrante e l’idea di poter reclutare sconosciuti nei rifugi o nei matchmaking non è così efficiente come si potrebbe credere. L’aggiornamento 1.2 ha estremizzato – anche troppo – tutti gli aspetti, positivi e soprattutto meno riusciti, che rischiano di sprecare l’enorme potenziale che The Division avrebbe da offrire. A breve verranno rilasciati periodicamente i tre dlc a pagamento (30 giorni prima su Xbox One), e non ci resta che vedere se continueranno anche lì sulla stessa strada di queste prime due patch gratuite oppure punteranno ad evolverne pesantemente il fenotipo, sulla falsariga di quanto già visto in Destiny.