Tokyo Game Show

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a cura di Sora

Il terremoto dell’11 marzo dello scorso anno, con il conseguente tsunami che ha devastato tutta la zona intorno a Ibaraki e Fukushima ha dato il colpo di grazia al mercato giapponese, già provato dalla crisi di questi ultimi anni. Nel resto del mondo le cose non vanno diversamente, la difficoltà economica è ormai una realtà quotidiana e di questo, ovviamente, ne ha risentito anche il mercato videoludico. Tutto questo si è evinto perfettamente al Tokyo Game Show appena conclusosi: stand più piccoli degli anni precedenti e soprattutto poche novità rispetto a quanto ci avevano svelato l’E3 e il Gamescon di Colonia. La fiera si è tenuta presso il Makuhari Messe e anche se forse non è giusto sbilanciarsi, possiamo affermare che è stata una delle edizioni più deludenti di sempre. Prima, come forse saprete, la fiera giapponese più famosa al mondo si teneva ben due volte l’anno, al Tokyo Big Sight. E se i nostri cuori erano afflitti per questa situazione di difficoltà del videogioco, i nostri occhi piangevano per la carenza delle solite hostess dagli occhi a mandorla addette ad accogliere i visitatori nei vari stand. A tutto questo va ad aggiungersi un andamento del mercato dei videogiochi in parte anomalo, infatti negli ultimi tempi sembra che i videogiocatori preferiscano le console portatili e gli smartphone. Colpa della crisi? Probabilmente. Fatto sta che colossi come la GREE stanno prendendo sempre più piede, mentre le console casalinghe soffrono. 

Focus sui giochi!
Abbiamo detto poco fa che tutto è in calo, infatti anche la percentuale di videogiochi che, tra quelli portati in fiera, ha incerta una pubblicazione anche in Europa, ammonta al 50%. Insomma, oltre alla crisi, abbiamo anche a che fare con un Giappone insicuro nell’esportazione dei propri titoli, e tutto ciò non è recriminabile visto il momento. Grandi assenti in questo frangente anche gli occidentali, che oltre ad essere pochi sono rimasti a bocca asciutta, sperando di vedere qualche novità di maggiore spessore che riguardasse Metal Gear Solid Ground Zero o Lightning Returns: Final Fantasy XIII. Invece sia Square-Enix che Konami si sono presentati alla marmaglia giapponese con titoli diversi da promuovere, certamente non di minore interesse tra cui Dragon Quest X per la prossima Wii U, un remake di Final Fantasy III per Vita, Metal Gear Rising: Revengeance per PS3 ed altre cose stuzzicanti. Titoli davvero interessanti sono stati esposti da Namco Bandai, che abbiamo seguito con molta attenzione: tra tutti, Tekken Tag Tournament 2: Wii U Edition è spiccato per aver riproposto sulla nuova console, in maniera egregia, l’esperienza già vissuta su PS3 e Xbox 360. Il titolo uscirà al lancio della console stessa e, cosa simpatica, riproporrà alcune chicche della grande N. Per citarne qualcuna, potremo vestire i nostri combattenti come Mario e Luigi, o come Bowser! E ancora, la modalità Mushroom Battle dove saranno i famosi funghi di Super Mario a cambiare la sorte del combattimento: difatti prendendo il funghetto (che poi tanto funghetto non è, viste le dimensioni), diventeremo più grandi o più piccoli, senza contare i funghi velenosi che daranno un malus energia. Sempre la stessa software house portava con sé Naruto Shippuden: Ultimate Ninja Storm 3, nuovo capitolo di un gioco già affermato e che tenterà di migliorarsi ulteriormente. Gli sviluppatori hanno detto di voler arrivare ad un ottimo bilanciamento tra anime e manga, visto che fino ad ora il titolo si è sempre basato su una trasposizione animata. Tra un Rasengan e l’altro, ci siamo spostati verso Tokitowa. Si vedeva che i giapponesi giocavano in casa, non soltanto per la stragrande maggioranza di giochi esclusivi per il Sol Levante, ma anche per la tipologia dei generi. Classico gioco di ruolo di stampo orientale, Tokitowa ci viene a raccontare una storia d’amore (tema ricorrente nei j-rpg) ostacolata da una serie di eventi, basandosi sui soliti stereotipi quali combattimenti a turni, upgrade del personaggio, magie, ecc. Anche Capcom ha senza dubbio fatto il suo dovere, non soltanto portandoci E.X. Troopers, spin of di Lost Planet ma con una grafica colorata e in cel shading, impostata su una base da manga, ma soprattutto per quel survival horror che tutti aspettiamo con ansia: Resident Evil 6. In questi ultimi giorni abbiamo anche potuto fruire della breve demo, e ci è subito balzato agli occhi che le atmosfere tipiche, tralasciate nel quinto capitolo, sono state recuperate facendoci tornare alle origini della saga. L’aspetto urbano e “moderno” è più presente. Vestiremo i panni di tre personaggi tra i quali il solito Leon, e per ognuno gli sviluppatori hanno pensato una campagna ad hoc, facendoci ben sperare in una longevità quantomeno discreta. Si sono messe in risalto le atmosfere lugubri, ponendo la paura come vera protagonista del titolo. Nuova presenza al Tokyo Game Show è stata quella di Rockstar, che aveva già saltato l’E3 e il Gamescon. La casa americana ha pensato alla promozione di Max Payne 3 in Giappone, oltre che a quella di Grand Theft Auto III: 10th anniversary edition per smartphone. Le luci dei riflettori erano in sostanza puntate su Sony, visto che Nintendo fa casa a parte (da quando si tiene il Nintendo Direct, è raro vederla ad una fiera) e Microsoft ha ormai gettato la spugna in oriente. Tuttavia, siamo rimasti con l’amaro in bocca: ci saremmo aspettati qualche notizia o quantomeno un’apparizione di The Last Guardian, titolo di cui ne attendiamo ansiosi qualsiasi tipo di informazione, anche se ci siamo rassegnati ad una posticipatissima uscita a causa dei continui ritardi. E’ vero che ci sono stati problemi nel team di sviluppo, è anche vero che i grandi colpi si fanno attendere, ma speravamo che il papà di ICO potesse illuminarci almeno in questa occasione. Ancora da gustare, ma che sicuramente non deluderà le aspettative del pubblico nipponico che ha già giocato al primo episodio, è Tales of Xillia 2. Esattamente, mentre noi occidentali attendiamo con ansia la prossima uscita del primo capitolo, a novembre i videogiocatori dagli occhi a mandorla potranno mettere le mani sul sequel di uno dei capitoli meglio riusciti della serie Tales of. In tutto questo, è bello non soltanto vedere fiumi di videogiocatori a farsi ore di fila per provare un titolo o assistere ad una convention, ma anche il contorno che si viene a creare: parte di questo, sono i cosplayer. Nei panni dei loro personaggi preferiti, li vediamo qua e là per il Makuhari Messe, di solito davanti alle entrate dei vari negozietti nelle pose più impensabili. In un momento in cui il declino videoludico si sente, la cosa importante è sperare in una ripresa possibile benché lontana e continuare ad essere videogiocatori, quelli veri.

Non possiamo dire di essere contenti: ci aspettavamo qualcosa di più, soprattutto per quanto riguarda i titoli di maggior rilievo. Nonostante ciò le premesse per un futuro, a livello di gioco, migliore ci sono di certo. È vero che questa volta i giapponesi hanno puntato sul mercato interno, tralasciando quelle novità che sarebbero spettate a noi poveri occidentali; vedere alcuni titoli con la consapevolezza di non poterli mai giocare dalle nostre parti, un po’ brucia. Tuttavia, ci siamo accontentati, fiduciosi di quei pochi ma grandi marchi che hanno fatto la loro figura.

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