Siamo arrivati al mid-season finale di The Walking Dead, tiriamo le somme. Promosso, bocciato o rimandato?
Fin dalla prima stagione, The Walking Dead è stata la serie del “potrei ma non voglio”. Le potenzialità erano e ottime, eppure ci sono delle evidenti pecche in alcuni episodi. Tralasciamo l’ottima prima stagione, la pessima seconda, la discreta terza e così via, per concentrarci sull’ultima.
Hi, I’m Negan
La prima puntata è stata una delle migliori premiere degli ultimi anni: sangue, violenza, paura. Negan è stato rivelato in tutta la sua brutalità mettendo a segno due vittime illustri quali Glenn e Abraham. Fedelissima al fumetto, la morte di Glenn ha sollevato polemiche per la violenza inaudita, facendo dimenticare a tutti che la serie sia ambientata in un mondo pieno di zombie, in cui non esistono più regole e che, magari, i bambini da soli non dovrebbero vederla. Curioso.
Dopo un episodio così potevamo aspettarci di tutto. Infatti siamo tornati alle vecchie abitudini: le puntate successive sono state lente, fiacche, a tratti noiose. “Il Regno” ha introdotto Ezekiel e la sua Shiva, nota lieta per tutti gli amanti dei fumetti, ma ci ha fatto rivedere Carol che, dopo questo mid-season, entra di diritto nella top 5 dei personaggi più pesanti e antipatici della serie, scalzando definitivamente la buona vecchia Andrea. Nel caso vi siate dimenticati chi fosse è il personaggio che si faceva scrupoli riguardo al Governatore, pensando pure che, in fondo, non fosse così un cattivone. Vi dico solo che persino Lucille risulta più simpatica di Carol. Per non parlare dell’episodio di Daryl in cui si assiste ad una tortura psicologica che neanche in Vietnam. Una intera puntata dedicata alla colonia dei Salvatori e al destino di Daryl che avremmo potuto tranquillamente vedere come spezzone in altri episodi. Intanto continuano le varie storyline e si dà spazio a personaggi secondari di cui potremmo fare volentieri a meno: Sasha, Jesus, Enid, “cuor di leone” Eugene ma su tutti, Tara. In “Giura” abbiamo assistito all’adattamento “Walkindeddiano” della cultura amazzone, con delle donne che si riuniscono in un gineceo improvvisato e che decidono di sparare prima di dire anche solo “ciao”. Intanto il buon Carl decide di diventare Zack di “The Strain” e di crescere da livello “bimbo rompiscatole” a “Leon dei poveri” arrivando da Negan e sparando a caso da un retro di un camion innescando un effetto domino sensazionale che porta alla morte di Olivia, la maga della limonata, e Spencer, unica morte “lieta” dell’ultima puntata. Applausi per Carl, genio incompreso, a cui vengono dedicate ben due puntate. Grande idea visto l’indice di gradimento dei fan verso il personaggio.
Nuovamente, si torna al vero protagonista della serie: Negan. Unico personaggio seriamente caratterizzato, sadico, con una propria morale (almeno credo) e pronto a tutto pur di sopravvivere e far sopravvivere i suoi. C’è una specie di logica in quello che fa, basta mettersi nei suoi panni. Promosso e, per certi versi, molto più interessante della controparte cartacea già sensazionale.
Menzione d’onore per Rick che zerbineggia per buona parte di questa prima parte di stagione e poi decide di rialzare la cresta solo nel finale. Toccante il momento di bromance tra Rick e Daryl che scappa dalle grinfie di Negan portandosi dietro la pistola dell’ex vicesceriffo Grimes.
Fortunatamente, il mid-season si è concluso con qualche bella domanda. Senza Eugene chi creerà le pallottole? Il Regno si unirà ad Hilltop e alla comunità di Rick? Maggie riuscirà a diventare leader di Hilltop scalzando l’inutile e infido Gregory? Carol morirà una volta per tutte, liberandoci della sua presenza? Morgan la smetterà di fare il Dalai Lama?
The Walking Dead viene rimandato a Febbraio. Non è una bocciatura, non è una promozione. La durata delle stagioni è, probabilmente, la principale responsabile delle critiche non eccezionali di pubblico e stampa. Una soluzione potrebbe essere quella di accorciare le stagioni condensando più eventi insieme in modo da non dilatare i tempi con puntate “cuscinetto”, rendendola una miniserie limitata a 10-12 puntate in stile Game of Thrones o Netflix Originals. C’è chi ipotizza anche l’idea di prendere più spunti dalla serie a fumetti, luoghi, situazioni e personaggi. A volte si tende a dimenticare che The Walking Dead sia una serie TV su un mondo dominato dagli zombie in cui gli umani sono, potenzialmente, cibo per i non morti e le regole della morale non esistono più. Anche se pare non siano i fan a dimenticarsene, bensì gli autori.
Intanto ricordiamo a tutti come The Walking Dead tornerà il 12 Febbraio 2017 su AMC e il 13 Febbraio su FOX. Solo alla conclusione potremo tirare, sul serio, le vere somme di questa settimana stagione.