Termina la pubblicazione di The Legend of Zelda: A Link Between Heroes, romanzo di Andrea Paone e vincitore del concorso indetto su Spaziogames che ha messo in palio due biglietti per il concerto The Legend of Zelda: Symphony of The Goddess, tenutosi venerdì 24 aprile scorso presso il Teatro degli Arcimboldi di Milano.
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The Legend of Zelda: A Link Between Heroesdi Andrea Paone
GanondorfGiunto per l’ennesima volta sulle ampie distese della Piana di Hyrule, lo sguardo di Carl era rivolto verso l’aura malefica che avvolgeva il castello. Sebbene il giovane eroe fosse piuttosto lontano dalla dimora di Ganondorf, riuscì a notare che la coltre oscura si stava espandendo e aveva ormai completamente circondato il borgo e una piccola porzione della piana stessa. Era solo questione di tempo prima che il male dilagasse in ogni dove, seminando distruzione e discordia. Lo sguardo preoccupato del giovane eroe incrociò una sagoma familiare, che planando si stava dirigendo di gran carriera verso di lui. «Hoot hoot hoot!» Il rapace sembrava aver perso la calma serafica che lo contraddistingueva. L’atteggiamento del gufo non fu l’unica cosa ad essere diversa dal solito, poiché un istante prima che l’uccello toccasse il suolo fu interamente coperto da una luce accecante, che costrinse Carl a distogliere lo sguardo. Quando anche l’ultimo bagliore cessò, il giovane eroe poté vedere che del gufo non c’era più traccia, al suo posto si trovava invece un uomo anziano e decisamente corpulento. Escludendo un codino che spuntava dalla parte posteriore della testa, il vecchio era completamente calvo, mentre buona parte del suo viso era occupata da uno spesso paio di baffoni, talmente lunghi da formare un tutt’uno con barba e basette. Il tutto era di un color bianco candido, a riprova della veneranda età dell’uomo. Indossava delle ampie vesti arancioni, impreziosite con innesti di stoffe bianche e cremisi.«Eccoti qui Carl, temevo di non poterti raggiungere in tempo.» Nelle parole dell’uomo risultavano evidenti fretta e preoccupazione.«Sei tu l’ultimo saggio vero?» Il ragazzo ci aveva riflettuto, ed era giunto alla conclusione che l’unico essere che corrispondesse alla descrizione di Ruto non poteva essere altro che il gufo che più di una volta lo aveva aiutato. Solo in quel modo poteva spiegarsi il motivo per cui conoscesse perfettamente chi e cosa dovesse fare. Il giovane eroe però non aveva la minima idea che il rapace parlante fosse in realtà una persona a tutti gli effetti.«Sì, il mio nome è Rauru. Ho continuato a vegliare su di te per tutto questo tempo, sin dal momento in cui varcasti la soglia del bosco perduto. Hai fatto tanto per arrivare fin qui, ma ciò che ti aspetta non sarà niente in confronto.» L’espressione di Rauru era estremamente seria e non lasciava presagire nulla di buono.«Immagino ti riferisca alla prova a cui mi sottoporrai.» Mancava solo quell’ultimo gradino, un ultimo ostacolo prima di raggiungere la conclusione del suo viaggio.«No Carl, io non ti sottoporrò ad alcuna prova.» La risposta del saggio fu secca e tagliente, ma venne immediatamente giustificata. «Il confronto con Ganondorf dimostrerà meglio di qualsiasi prova da me congegnata la forza del tuo spirito e dalla tua mente.»Carl aveva pensato molte volte al momento in cui avrebbe dovuto affrontare direttamente il malvagio tiranno, ma quell’improvviso cambiò di piani lo destabilizzò non poco. «Ma come fate ad essere sicuro che io sia pronto a tutto questo?» Carl avrebbe dovuto affrontare un nemico formidabile, il più pericoloso che l’intera Hyrule avesse mai conosciuto. Avere paura era il minimo che potesse fare in quel momento.«Infatti io non ho la certezza di questo. Tuttavia credo in te e non solo io, ma tutte le persone che hai incontrato fino ad oggi. Loro tutte hanno riposto fiducia e speranza nell’eroe dell’altro mondo, che insieme alla sua controparte di Hyrule sconfiggerà il male. Devi solo credere nelle tue capacità e a quel punto tutto ti sarà possibile.»Sentendo le parole dell’anziano saggio, Carl riuscì a recuperare la calma, sebbene i dubbi che attanagliavano la sua mente non sparirono del tutto. Il ragazzo si limitò ad annuire, quasi come se volesse convincersi esso stesso di quelle parole.«Lascia che ti dia un ultimo aiuto, affinché tu possa affrontare Ganondorf nel pieno delle tue capacità.» Rauru chiuse gli occhi, iniziando a concentrarsi. La sensazione di formicolio fu estremamente intensa, tanto da far rabbrividire Carl. Oltre ad essa il suo corpo venne circondato da un’aura di luce che pian piano venne assorbita dalle vesti che indossava. Queste iniziarono ad emettere un tenue bagliore, trasmettendo al giovane eroe un caldo tepore, che lo confortava e rassicurava. Quando l’incanto si dissipò Carl si sentì allo stesso modo in cui si era sentito il primo giorno ad Hyrule, diverso, ma allo steso tempo uguale, come se il suo spirito fosse rinato dalle sue stesse ceneri, raggiungendo una forza interiore incredibile, capace di fargli mantenere la calma anche nelle situazioni più tragiche e disperate. «Adesso sei pronto.» Rauru barcollò per un istante, provato dopo l’utilizzo dei suoi poteri. «Ho incantato le tue vesti, adesso sarai in grado penetrare l’oscurità creata da Ganondorf senza che questa ti nuoci. E’ arrivato il momento…» Le parole del saggio vennero interrotte da un potente terremoto, accompagnato da rombo assordante proveniente dal castello.«Sta cominciando…» Rauru sbiancò improvvisamente, mentre il suo sguardo attonito si posava sul castello in lontananza.«Sta cominciando cosa?!» Carl era ancora scosso per i cambiamenti avvenuti dentro di sé e quegli eventi improvvisi lo mandarono in confusione.
L’oscurità che avvolgeva il castello di Hyrule iniziò a incresparsi e a dilatarsi, inglobando tutto ciò con cui entrava in contatto. Da essa scaturirono delle propaggini, che si estesero come un reticolato nel cielo, così fitto da coprire anche la luce solare. Le tenebre erano improvvisamente calate sull’intera Hyrule.«Eroi miserevoli…» Una voce maligna e profonda esplose come un rombo di tuono, attraversando l’intera piana. «Voi insignificanti creature che sperate di potermi sconfiggere… VI RENDETE CONTO CON CHI AVETE A CHE FARE?!» La voce divenne talmente intensa da far male alle orecchie. «IO SONO GANONDORF E PRESTO REGNERO’ SU QUESTO MONDO!» Dai meandri del castello scaturì un’ondata di magia oscura, che riversandosi sulla piana fece scaturire dal terreno centinaia e centinai di esseri mostruosi.«Carl non c’è più tempo! Corri al castello!» Gli occhi seri di Rauru erano fissi sul ragazzo.«Ma che ne sarà di te Rauru?» I mostri erano sempre più vicini a loro e Carl non poteva fare a meno di preoccuparsi per l’incolumità di colui che si era rivelato come sua guida sin dagli albori di quel viaggio.«So badare a me stesso. Adesso vai, tutta Hyrule è con te!»La voce che fino a quel momento sembrava aver taciuto riprese. «Vi aspetto eroi della leggenda. La cara principessa Zelda qui accanto a me non vede l’ora di vedervi… morire!» Ganondorf concluse il proprio discorso con una risata maligna, tanto da far gelare il sangue nelle vene. Carl scambiò un ultimo sguardo carico di significato con Rauru, poi si lanciò in corsa, in direzione del castello.
La Piana di Hyrule era stata sconvolta dalla magia oscura di Ganondorf e tutto in essa era diventato corrotto e malvagio. Le piante e fiori erano appassiti, lasciando spazio a una tetra desolazione fatta da terra arida e polvere. Ciò che non aveva distrutto la magia dello stregone veniva fatto a pezzi dalla moltitudine di creature mostruose, che imperversavano senza controllo per l’intera piana. Gli scheletri viventi con cui Carl aveva avuto a che fare non erano più gli unici mostri a risiedere in quel luogo, ma erano affiancati da molte altre creature, non meno spaventose. Alcuni di esse avevano l’aspetto di cadaveri alti e magri, capaci di lanciare urla così terrificanti da paralizzare anche il più impavido dei guerrieri, altri apparivano come fantasmi incappucciati, che attiravano i malcapitati avventurieri tramite la luce dalla lanterna che portavano con sé, per poi aggredirli sogghignando. Non mancavano poi mummie, lupi, teschi volanti, pipistrelli assetati di sangue, ragni giganti e scheletri animati completamente corazzati. Carl si fece coraggiosamente strada fra quel marasma composto da esseri immondi, eliminando ogni cosa che gli capitasse a tiro. Il suo corpo sembrava muoversi da solo, come se fosse animato dallo spirito di un indomito guerriero, che gli faceva compiere gesti fluidi e repentini, culminanti con letali fendenti di spada. Il giovane eroe non smise mai di correre in direzione del castello, mentre gli avversari intorno a lui cadevano sotto il peso della sua spada. Le stesse vesti che indossava sembravano nuocere ai mostri che osavano arrivargli troppo vicino, facendoli arretrare doloranti, mentre chi riusciva a resistere vedeva i propri colpi parati dall’impenetrabile scudo Deku. Carl sentiva di non essere solo, poiché lo spirito di chi lo aveva aiutato risiedeva in quegli oggetti che brandiva con tanto ardore, dandogli coraggio e forza. Poco prima che raggiungesse il ponte levatoio che dava sul borgo, il giovane eroe venne completamente accerchiato, rischiando di cadere vittima di quelle aberrazioni. L’istinto di Carl prese il sopravvento in quel momento, portandolo ad eseguire una spazzata a 360° con la spada Kokiri, la quale generò un’onda d’urto devastante, che annientò i nemici intorno a lui. Con un ultimo rapido scatto superò il ponte, inoltrandosi per le strade polverose del borgo.
La prima volta che Carl aveva visitato il borgo questi non era di certo nel stato migliore, ma conservava ancora la bellezza che caratterizzava quella che doveva essere stata una ridente cittadina. I pochi giorni trascorsi da quella visita avevano cambiato radicalmente l’aspetto del borgo, rendendolo lo spettro di sé stesso. Delle case disposte ordinatamente a schiera non erano rimaste nient’altro che rovine, annerite come se fossero state divorate da un incendio. Molte di essere erano crollate, e le poche abitazione che ancora si reggevano in piedi erano prive di intere sezioni, come tetti o mura. Anche gli alberi che punteggiavano di verde le strade pavimentate del borgo erano completamente secchi e spogli, tanto fragili da spezzarsi al minimo alito di vento. L’aria era stantia e pesante, carica di oscurità che invano cercava di aggredire il corpo di Carl, protetto dall’incantesimo di Rauru. La maestosa fontana che sorgeva al centro della piazza principale era completamente distrutta e prosciugata. I vivi avevano abbandonato quel luogo da tempo e l’unico suono presente era l’incessante gracchiare dei corvi. Il giovane eroe percorse alacremente le strade distrutte della cittadina, mentre constatava come le uniche vie percorribili fossero quelle che conducevano direttamente al castello, essendo tutte le altre bloccate dai detriti. Era come se Ganondorf stesso lo invitasse a recarsi da lui il prima possibile, estendendogli un macabro tappeto rosso che conduceva proprio nella sua dimora. Come se non bastasse, la strada che conduceva al castello era completamente deserta, priva anche di quelle aberrazioni che imperversavano lungo tutta la Piana di Hyrule. Mentre proseguiva, Carl sperava ardentemente che Malon fosse riuscita a mettersi in salvo prima dell’inizio di quella che sembrava essere la fine di ogni cosa. Il giovane eroe si ritrovò infine davanti alle porte del castello, anche queste completamente spalancate, a riprova del fatto che voleva essere Ganondorf stesso a punire chi osasse ribellarsi a lui. Da esse proveniva un flusso di energia oscura costante, che andava poi ad unirsi alla coltre che aveva mascherato l’intero cielo, alimentandola. Asciugandosi il sudore dalla fronte, il giovane eroe varcò le soglie del tetro castello, sapendo di essere ad un passo dalla battaglia finale.
Ganondorf stava comodamente seduto sul trono, mentre osservava maligno i suoi ospiti. Lo stregone era un essere terrificante, incredibilmente alto e possente. La sua pelle era verdastra, tendente al grigio, mentre i suoi capelli e la sua barba erano rossi come il fuoco. I suoi lineamenti, aspri e taglienti, erano distorti dal ghigno malevolo che aveva stampato sul volto. Indossava una pesante armatura completa, ricca di finimenti e pietre preziose, accompagnata sulle spalle da un lungo mantello rosso. Tra le mani si rigirava con naturalezza un grosso spadone, che sembrava poter brandire senza alcuno sforzo.«Benvenuti alla mia dimora… eroi.» Ganondorf indicò i suoi ospiti con un teatrale movimento della mano destra. Carl era stato l’ultimo ad arrivare nella sala del trono, dove oltre allo stregone, stavano la principessa Zelda, rinchiusa in una macabra gabbia rialzata dal terreno e addossata ad una parete, e Link, che era arrivato poco prima di lui. Era la prima volta che il ragazzo incontrava l’eroe di Hyrule, di cui aveva sentito così tanto parlare. La prima cosa che Carl notò di Link fu la lunga spada che teneva di traverso sulla schiena. Oltre alla perizia con cui sembrava essere stata forgiata, la cosa che di più colpì il giovane eroe furono le dimensioni dell’arma, troppo grande per essere brandita da Link, che sembrava avere la stessa età di Carl. L’eroe di Hyrule indossava le vesti dei Kokiri, e come Carl era equipaggiato con una spada e uno scudo molto simili ai suoi. I due guerrieri si affiancarono puntando le lame sguainate contro Ganondorf.«Sembra che vogliate continuare a perpetrare questa follia. Non sarò io di certo a negarvi le fine che sembrate tanto anelare.» Lo stregone dell’est si alzò improvvisamente in piedi, impugnando il possente spadone con entrambe le mani.«Io vi ho avvertiti.» Il ghigno nel volto dello stregone scomparve per la prima volta, lasciando posto a un ringhio selvaggio. Carl e Link si scambiarono un reciproco sguardo di intesa, per poi lanciarsi all’attacco.
Sotto gli occhi attoniti di Zelda si stava svolgendo uno degli scontri più feroci e accesi che l’intera Hyrule avesse mai visto. I tre contendenti sembravano eseguire una danza bizzarra, da cui però dipendeva la loro stessa vita. In quel turbinio di lame e scintille ogni momento sembrava essere l’ultimo, ogni colpo sembrava essere fatale. Ganondorf era violento e spietato, dotato di una forza disumana, capace di polverizzare anche la roccia più dura sotto il peso del suo enorme spadone. Link e Carl si spostavano senza sosta, balzando da una parte all’altra, rotolando sul terreno e rialzandosi puntualmente per tentare di penetrare l’armatura del tiranno con fendenti rapidi e precisi. I due eroi attaccavano lo stregone senza sosta, sfruttando il vantaggio numerico e la propria agilità per arginare la resistenza e la forza del loro nemico. Il duello si susseguì per una manciata di minuti ma fu talmente intenso da far credere a Carl di star combattendo da ore. Sentiva il suo corpo sempre più stanco e pesante, ma la sua volontà rimaneva salda e ferrea. Le armi potenziate dai saggi funzionavano a meraviglia: lo scudo Deku defletteva ogni colpo parato e la spada Kokiri penetrava l’armatura di ferro con facilità. Sembrava incredibile, ma i due eroi stavano pian piano avendo la meglio, mettendo in difficoltà il sempre più rabbioso Ganondorf, i cui attacchi continuavano a mancarli distruggendo tutto ciò con cui andavano incontro. «BASTA!» Dopo essere stato colpito per l’ennesima volta dall’attacco combinato degli eroi dei due mondi, Ganondorf esplose di rabbia, calpestando potentemente il suolo con il piede sinistro e generando un’onda d’urto oscura, che scaraventò Link e Carl lontano. Improvvisamente però lo stregone riassunse la sua compostezza e il suo volto venne nuovamente distorto da un ghigno malvagio. I suoi occhi incrociarono quelli di Carl, che dopo aver sbattuto violentemente contro una parete, era ancora a terra, dolorante.«Devo ammettere che la tua forza mi sorprende, Carl.» Le iridi gialle di Ganondorf brillavano di una strana luce, che ammaliava il giovane eroe, impedendogli di togliere lo sguardo.«Carl non ascoltarlo!» La principessa Zelda gridava all’interno della gabbia in cui era prigioniera, cercando di raggiungere il ragazzo con la propria voce, che però non dava segni di ripresa.«Sarai anche un eroe ad Hyrule, ma nel tuo mondo non sei altro che uno storpio. Se mi sconfiggerai dovrai tornare da dove sei venuto e continuerai a vivere la tua patetica vita!» Un’aura oscura circondò il corpo di Ganondorf, iniziando poi a concentrarsi nella sua mano sinistra. L’arto divenne talmente caricò di oscurità da non essere più visibile, fino al momento in cui lo stregone non lanciò tutta la magia nera accumulata sull’eroe dell’altro mondo, completamente immobilizzato. Le tenebre si manifestarono sotto forma di un fascio nero, che colpirono inevitabilmente Carl.Il ragazzo era a terra inerme, con la testa che doleva per le parole di Ganondorf che sembravano entrargli direttamente nel cranio. All’inizio aveva cercato di opporsi, rifiutandosi di dare ascolto a quella voce sgradevole, che odiava con ogni fibra del proprio corpo. Ma più lottava, più la voce dello stregone si faceva intensa e penetrante. Carl iniziò ad ascoltare quelle parole, che sembravano ogni momento più vere ed assolute. Era stato così felice di poter tornare a camminare, e si era impegnato così tanto nel salvare Hyrule da non arrivare mai a riflettere su cosa sarebbe successo dopo. Lui non apparteneva a quel mondo, era un estraneo e in quanto tale doveva andarsene e ritornare da dove era venuto. Ritornare in quel letto e in quella stanza da cui desiderava più di ogni altra cosa fuggire. Ritornare prigioniero di un corpo difettoso, che funzionava a metà. Carl iniziò a sprofondare, mentre le sensazioni e i suoni si facevano sempre più indistinti e confusi, fino a che tutto non divenne buio.
Il corpo di Carl si rialzò lentamente, come se esso fosse appesantito da un grosso peso. Le sue vesti erano diventate completamente nere, mentre la sua pelle era pallida come quella di un cadavere. La cosa più inquietante però erano i suoi occhi rossi e luminosi, come il sangue appena versato. «No…» Zelda gemette disperata, portandosi una mano alla bocca.«Il tuo signore ti ordina di attaccare Link. Fa in modo che non si rialzi più.» Ganondorf, palesemente soddisfatto, si risedette sul trono usurpato, desideroso di non perdersi nemmeno un attimo di quella scena. Carl oscuro chinò il capo in segno di sottomissione, dirigendosi poi minaccioso verso Link, che si era appena rialzato. Allo schioccare di dita dello stregone, l’eroe assoggettato scattò ad una velocità incredibile verso il ragazzo della foresta, aggredendolo con un fendente mirato ad uccidere. Link parò tempestivamente il colpo con lo scudo, accorgendosi di quanto spaventosamente forte fosse diventato Carl. Questi non si scompose per l’attacco andato a vuoto, ma replicò con una tempesta di fendenti, talmente rapidi da essere appena visibili con lo sguardo, provenienti da ogni direzione. Link iniziò a retrocedere sempre di più, mentre ogni suo movimento era finalizzato a schermare quella violentissima tempesta di attacchi. L’eroe di Hyrule restava stoicamente sulla difensiva, limitandosi a parare e a schivare, consapevole che Carl era ancora lì, prigioniero del maleficio dello stregone. Gli assalti del guerriero oscuro divennero sempre più violenti e veloci, mettendo Link in estrema difficoltà, che ormai faticava a mantenere lo stesso ritmo dell’avversario. La situazione precipitò quando Link inciampò sui cocci di quello che un tempo era la splendida pavimentazione in marmo, ridotta a pezzi dallo spadone di Ganondorf. L’eroe di Hyrule riuscì a mantenere l’equilibrio, ma venne sorpreso da un rapido colpo di spada di Carl, che lo disarmò, spedendo la sua arma lontano. Il ragazzo della foresta corse immediatamente ai ripari, afferrando lo scudo con entrambe le mani e chinandosi sotto di esso. Carl oscuro iniziò a martellare violentemente sul legno della protezione, gettando schegge di esso ovunque. Un ultimo potentissimo fendente distrusse lo scudo Deku, mandandolo in frantumi e gettando Link sul terreno, inerme. L’eroe dell’altro mondo gli si avvicinò puntandogli la spada alla gola.«Finiscilo!» Ganondorf si era alzato in preda ad un selvaggio eccitamento.«Carl torna in te!» Le suppliche disperate di Zelda attraversarono la sala. «Non puoi arrenderti…» Il volto della principessa era rigato dalla lacrime.Carl oscuro si preparò ad infliggere il colpo finale, così come il suo padrone gli aveva ordinato.
Carl si ritrovò in un luogo che aveva già visto prima di allora, dove la sua coscienza vagava senza meta in un oblio senza fine. La sua mente era confusa e annebbiata, come se qualcosa l’avesse scossa a tal punto da fargli dimenticare. Il ragazzo aveva la sensazione che fino a qualche momento prima stesse facendo qualcosa di molto importante, ma per quanto si sforzasse non riusciva a ricordare. Vedeva immagini, sentiva suoni e percepiva odori, ma tutte quelle informazioni apparivano sconnesse, prive di logica. Ci volle del tempo, ma i pezzi iniziarono lentamente a rimettersi insieme, mostrando il volto stanco di un ragazzo dai capelli color oro e dagli occhi azzurro cielo. Sembrava avere la sua stessa età e il suo sguardo era carico di tristezza. Carl aveva già visto quel ragazzo, ma la sua identità continuava a sfuggirgli, nonostante fosse ad un passo dal ricordarla. I suoi sensi si concentrarono poi sui singhiozzi di una fanciulla in lontananza, il cui pianto era puro come la rugiada del mattino. Quel pianto lo scosse profondamente, dissolvendo il tepore che fino a quel momento aveva vincolato la sua coscienza. Un’altra visione gli apparve, questa volta con immagini e suoni: davanti a lui un gruppo eterogeneo di individui gesticolando chiamava a gran voce il suo nome. Più guardava i loro visi più Carl si rendeva conto di conoscere quelle persone. Tutti loro lo aveva aiutato ad affrontare il suo viaggio, un viaggio per salvare Hyrule dal male. Saria, Rauru, Darunia, Malon, Ruto, Link e Zelda, erano tutti lì a sorridergli, infondendogli coraggio e speranza. Ora ricordava cosa stava facendo, ora sapeva chi era veramente.
Il viso inespressivo del burattino controllato da Ganondorf si contorse improvvisamente, urlando. L’oscurità che lo avvolgeva esplose improvvisamente, disperdendosi nell’aria. Carl era ritornato in sé.«Non è possibile!» Ganondorf osservava attonito la sua pedina, che era riuscita a sfuggire al suo controllo.Carl guardò preoccupato Link, ansimante ai suoi piedi. Immediatamente capì che era stato lui a fargli del male. «Che cosa ho fatto…» Il ragazzo cadde in ginocchio, lasciando la spada e lo scudo, che tintinnarono sbattendo sul terreno. «Mi dispiace…» Link si sollevò lentamente, gemendo per il dolore. Carl vide che nonostante tutto quello che gli aveva fatto continuava a sorridere. Il ragazzo della foresta afferrò la spada che teneva ancora sulla schiena, contenuta in un fodero blu con finimenti in oro, porgendola poi a Carl dalla parte dell’elsa.«Vuoi… che la prenda io?» Link si limitò ad annuire, invitandolo ad estrarre l’arma. Le mani di Carl si posarono tremanti sull’elsa dell’arma, che una volta afferrata lo inondò di potere. Un luce incredibilmente intensa avvolse i due eroi, facendoli scomparire alla vista di Zelda e Ganondorf. Il corpo dell’eroe dell’altro mondo venne attraversato da scariche di energia, che da Link venivano trasmesse alla Spada Suprema, per poi passare a Carl. Il ragazzo della foresta stava cedendo il proprio potere al giovane eroe, in modo che potesse sconfiggere il malvagio stregone una volta per tutte. Quando la luce si diradò il ragazzo era sparito, e al suo posto si trovava un uomo. Carl era improvvisamente cresciuto fino a raggiungere l’età adulta. Il suo corpo era forte e vigoroso, il suo sguardo saldo ed indomito. Sulla sua fronte risplendeva di luce dorata un triangolo, simbolo che la Triforza del Coraggio era stata ricongiunta.«Ganondorf le tue azioni hanno portato il caos ad Hyrule e ai suoi abitanti.» La voce di Carl era calma e decisa, priva di timore e paura.«No! Non lascerò che un ragazzino mi sconfigga!» Nonostante le sue parole, gli occhi dello stregone erano colmi di terrore.«Le tue malefatte si concluderanno oggi. Pentiti, chiedi perdono e forse la tua vita sarà risparmiata.» Carl iniziò ad avanzare lentamente, tenendo la Spada Suprema stretta con entrambe le mani.«Mai! Io sono il padrone del mondo, tutti devono ubbidirmi!» Ganondorf lanciò un urlo selvaggio, gettandosi di gran carriera verso Carl, vibrando il grosso spadone con tutta la forza che possedeva in corpo. La reazione dell’eroe fu talmente rapida da essere appena percepibile alla vista. Eseguendo un fendente contrario a quello dello stregone, fece impattare la lama lucente della Spada Suprema contro il suo spadone, colpendolo con tanta forza da spedirlo via dalle mani del suo possessore, che si ritrovò disarmato. Successivamente ruotò la lama eseguendo un poderoso attacco d’elsa contro il petto di Ganondorf, che distrusse buona parte della sua armatura e lo mandò in ginocchio, con il respiro mozzato.«E’ finita Ganondorf.» Carl puntò la spada contro lo stregone, intimandogli la resa.«Lascia… che ti dica… un’ultima cosa…» Il tiranno che respirava pesantemente storse la propria bocca in un ghigno. «LA TRIFORZA SARA’ SOLO MIA!» Ganondorf fuoriuscì entrambe le mani, che fino a quel momento aveva tenuto nascoste dietro la schiena. Da esse scaturì un potentissimo raggio oscuro, che colpì in pieno Carl, producendo un’esplosione violentissima. Il boato della deflagrazione venne accompagnato dalle risa sguainate di Ganondorf, che aveva messo tutto il suo potere in quell’attacco devastante.
Dalla nube creata dall’esplosione iniziò a filtrare una luce color rubino, circoscritta ma intensa. La figura di Carl emerse dal polverone, completamente incolume, mentre la collana che indossava emanava gli ultimi fiochi bagliori. Il Portacuore donatogli da Malon lo aveva protetto, proprio come aveva detto la ragazza.«Non c’è speranza di redenzione per quelli come te. Ganondorf io ti esilio nel limbo fra i due mondi, dove la tua malvagità non potrà recare alcun male!» L’eroe della leggenda concentrò tutto il proprio potere, sollevando la Spada Suprema verso l’alto, in modo da aprire uno squarcio fra i due mondi ed utilizzarlo per imprigionarvi lo stregone.«Che siate maledetti! Un giorno tornerò e per voi e i vostri discendenti sarà la fine!» Ganondorf venne inghiottito da uno squarcio apertosi sul terreno sotto di lui, svanendo per sempre.«Quando quel giorno arriverà noi saremo ancora qui a combatterti.» Carl pronunciò quelle ultime parole allo stregone, nonostante questo non potesse più sentirlo. Poi si rivolse a Zelda sorridendo. «Mi dispiace di avervi fatto aspettare principessa, c’è voluto più tempo del…» L’eroe si accasciò improvvisamente a terra, privo di sensi. EpilogoCarl aprì lentamente gli occhi, lasciando che questi si abituassero alla luce che dalle imposte filtrava nella stanza. L’aria era fresca e leggera, priva dell’oscurità dello stregone, che l’aveva appesantita e corrotta. Il ragazzo si guardò intorno, notando accanto a lui due figure familiari.«Ti sei svegliato finalmente.» Era la principessa Zelda che gli sorrideva radiosa. Accanto a lei c’era Link, che sul volto aveva un’espressione di sollievo.«Cosa mi è successo?» Carl era piuttosto confuso, ricordava di aver sconfitto Ganondorf, ma le circostanze con cui ciò era avvenuto gli sfuggivano.«Sei svenuto. Hai dato tutto te stesso nella battaglia e ciò ti ha stremato. Adesso ti trovi in una delle stanze del castello.» La principessa indicò l’ambiente circostante, composto da un ampia stanza riccamente decorata, con tanto di caminetto. Carl era disteso su un comodo letto a baldacchino.«Ganondorf non tornerà più vero?» Le ultime parole dello stregone erano rimaste scolpite nella mente dell’eroe, se fosse riuscito a tornare tutto ciò per cui avevano lottato sarebbe stato vano.«Purtroppo non posso dirlo con certezza. Forse un giorno riuscirà effettivamente a scappare dalla propria prigionia, ma non mi preoccuperei troppo. Ci vorrà davvero tanto tempo prima che questa eventualità si concretizzi.» La sicurezza con cui Zelda pronunciò quelle parole tranquillizzò Carl, che finalmente poteva tirare un sospiro di sollievo. «Quando ho preso la spada di Link mi sono sentito strano…» L’eroe dell’altro mondo ricordava perfettamente il proprio corpo ingrandirsi e irrobustirsi, quello stesso corpo che adesso aveva riassunto le sembianze di un bambino.«Quando hai preso la Spada Suprema Link ti ha ceduto la sua parte di Triforza.» Il ragazzo della foresta annuiva alle parole della principessa. «Ciò ti ha permesso di raggiungere il massimo delle tue potenzialità, scatenando la forza latente che possiedi.» Carl aveva un po’ di difficoltà a capire con esattezza ciò di cui stava parlando Zelda, ma era felice di essere riuscito ad impedire allo stregone di continuare la sua tirannia. «Io devo scusarmi con entrambi, specialmente con te Link.» L’espressione di Carl si rabbuiò improvvisamente. «Le mie paure mi hanno reso vulnerabile e hanno quasi permesso a Ganondorf di…di…» Il giovane eroe iniziò a singhiozzare, ricordando quei terribili momenti.«Ciò che conta è che hai saputo vincere l’oscurità che attanagliava il tuo cuore.» Zelda gli afferrò la mani, cingendole con le sue. Il suo tocco era gentile e la sua pelle incredibilmente morbida. «Immagino ti starai chiedendo se le parole di Ganondorf fossero vere.» La principessa sembrava aver letto nel pensiero di Carl, come testimoniava la sua espressione afflitta. «Ora che la Triforza del Coraggio è nuovamente completa, lo squarcio generato tra i due mondi si sta rapidamente chiudendo. Dovrai tornare nel tuo mondo, questo è vero, ma noi per te ci saremo sempre. Ogni volta che vorrai potrai venire a trovarci e noi saremo qui ad aspettarti. Qualunque siano le tue preoccupazioni, non temere. Possiedi un potere straordinario e con esso potrai superare ogni ostacolo che ti si parerà davanti, devi solo crederci. Adesso chiudi gli occhi.»Carl obbedì. Era stranamente quieto e per la prima volta la prospettiva di ritornare indietro non lo spaventava. Avrebbe dovuto compiere un secondo viaggio, forse ancora più difficile del precedente, ma i ricordi che aveva di Hyrule erano un tesoro inestimabile, e avrebbe fatto di tutto per non perderli.«L’intera Hyrule ti è grata per ciò che hai fatto, eroe della leggenda. Avrai sempre il nostro supporto, perciò non arrenderti mai!» Carl sentì le morbide labbra di Zelda baciargli la fronte, donandogli una sensazione di benessere e conforto. Finalmente si addormentò, sereno, come non lo era mai stato.
«Libera!» La voce del medico tuonò all’interno della stanza di ospedale, accompagnata dal rumore intenso della scarica del defibrillatore.«Abbiamo il battito! Incredibile sono passati ben dieci minuti da quando è andato in arresto, non pensavo che si sarebbe ripreso!» La voce dell’infermiera era colma di sollievo.
«Il giovane Carl alla fine si riprese. Ben presto scoprì di poter muovere nuovamente le gambe, nonostante il suo corpo fosse tornato ad essere debole e magro. Tutti, compresi i medici, credevano che fosse un miracolo, ma Carl sapeva la verità. Il ragazzo dovette affrontare una durissima riabilitazione, ma dimostrando una forza di volontà incrollabile e un coraggio indomito, riuscì a mettersi in piedi dopo appena pochi mesi. Da quel giorno in poi Carl non si arrese mai, continuando a fronteggiare gli ostacoli che la vita gli metteva davanti con il sorriso, sapendo che erano in molti a credere in lui.» Il padre chiuse delicatamente il piccolo libro che teneva tra le mani. Sulla sua copertina era riportato il titolo: “The Legend of Zelda: A Link Between Heroes”«Papà, ma quel bambino eri tu?!» Il bimbo disteso sotto le calde coperte, in un comodo lettino, guardava il padre con gli occhi lucidi di emozione. «Quel bambino era io, ma sei anche tu. Chiunque può essere quel bambino, basta solo credere nelle proprie capacità e non perdere mai la speranza. Anche tu puoi essere l’eroe della leggenda.» Il padre sorrise, accarezzando il viso rubicondo del figlioletto con un gesto amorevole. «Si è fatto tardi, è ora di dormire.» Il padre rimboccò le coperte al pargolo, baciandolo sulla fronte.«Aspetta!» Il bambino aveva troppe domande in testa, non voleva che finisse. «Che ne è stato di Link, Zelda e tutti gli altri? Che ne è stato di loro?»«Loro, piccolo mio, continuano a proteggere Hyrule, vivendo grandi avventure e combattendo con coraggio il male. Chissà, magari domani potrei farteli conoscere…» La luce si spense. Il bambino non vedeva l’ora che l’indomani arrivasse.
Con questo, ultimo, capitolo si conclude The Legend of Zelda: A Link Between Heroes. Spero vivamente che chiunque sia riuscito, eroicamente, a raggiungere il termine di questo piccolo viaggio abbia trovato in esso il medesimo barlume di emozione e passione che io stesso ho riscontrato nello scriverlo. Il mio non è altro che un modesto tributo, un piccolo omaggio nato dalla volontà di offrire qualcosa che potesse rappresentare tutto ciò che è stato The Legend of Zelda nella mia infanzia e adolescenza. Ci tengo a ringraziare sentitamente ogni individuo che abbia speso un po’ del suo tempo nella lettura di A Link Between Heroes.