Non giriamoci troppo attorno:
The Elder Scrolls Online alla release aveva tanti problemi. Cose ben fatte si mischiavano con problemi di varia natura e gravità, che spaziavano dai server europei dislocati in America alle animazioni poco convincenti, dalle lacune di bilanciamento fino alla mandria di bug che pascolava libera per le terre di Tamriel. Ma d’altronde se a suo tempo avete letto
la mastodontica recensione del sottoscritto (forse, col senno di poi, sin troppo prolissa) tutte queste cose le sapete già. I difetti che il gioco presentava allora rendevano poco conveniente il pagamento del canone mensile; eppure, proprio la presenza del vituperato abbonamento ha fatto sì che
ZeniMax avesse le risorse per supportare efficacemente il suo MMORPG, aggiornandolo su base mensile e correggendo molti dei bachi rimasti.
Alla luce dei cambiamenti in-game, nonché del recente annuncio del cambio di modello di pagamento con l’edizione Tamriel Unlimited, è dunque tornato molto interesse nella community, sia PC sia console. Perché se è vero che The Elder Scrolls Online è partito male, è anche vero che sembra voler farsi perdonare. Andiamo ad analizzare passato e presente di questo MMO fantasy, senza dimenticare uno sguardo al futuro.
Passato: le patch mensili
Come ricorderete, le condizioni del gioco al day-one erano tutt’altro che ottimali per colpa di un lancio troppo affrettato, causato probabilmente dalla volontà della casa americana di rientrare dagli ingenti costi sostenuti durante lo sviluppo. Se però i primi mesi sono stati caratterizzati dal rilascio di patch correttive volte più che altro a fixare bug, crash e problemi di disconnessione, col passare del tempo gli sviluppatori si sono potuti concentrare sulla realizzazione di features e contenuti inediti, nonché sull’affinamento di quelli già presenti.
D’altra parte si sa, oggigiorno un MMO, a maggior ragione se a canone, non può restare a lungo senza aggiornamenti: il mercato odierno è infatti popolato da così tanti prodotti, molti dei quali gratuiti, che per una software house mollare la presa su un gioco equivale a un suicidio commerciale. ZeniMax questo lo sa bene, e con gli update che si sono susseguiti l’anno scorso ha lavorato sul phasing delle quest, ottimizzato il gioco in gruppo, facilitato la condivisione delle missioni, introdotto nuove opzioni di personalizzazione, aggiunto i mercanti di gilda, ampliato le interazioni col mondo di gioco e rifatto le animazioni facciali degli NPC, per non parlare dell’inedito sistema di scaling dei dungeon, che ora scalano di difficoltà in base al livello del leader del party.
Tra i contenuti del tutto inediti sono arrivati nuovi achievements, armature, stili artigianali, daily per dungeon e crafting, i dungeon veteran Crypt of Hearts e City of Ash e una nuova regione high-level, Craglorn, con relativa storyline. Allo scopo di ampliare l’endgame, inoltre, gli sviluppatori hanno implementato le trials, impegnative avventure per gruppi di 12 giocatori, e la Dragonstar Arena, che permette a quattro compagni di affrontare mostri a ondate di difficoltà crescente. Di conseguenza, il cap è stato portato fino al VR (veteran level) 14.
Queste dunque le principali novità che hanno fatto capolino sui server con gli update 2, 3, 4 e 5, e probabilmente ci siamo pure dimenticati qualcosa. A luglio poi
The Elder Scrolls Online è approdato sul
negozio online di Steam, dove può tuttora essere acquistato. Per rilanciare definitivamente il gioco, tuttavia, alcuni mesi fa
ZeniMax si è messa al lavoro su un grande aggiornamento gratuito, paragonabile per quantità di contenuti a un’autentica espansione: il risultato è l’update 1.6.
Presente: l’update 1.6
L’1.6 è una patch talmente gigantesca che i programmatori, per testarla a dovere, hanno preferito rimandarla di due mesi rispetto ai piani iniziali: previsto per i primi dell’anno, l’update è andato live nella giornata di ieri e pesa la bellezza di 13 GB. Che cosa potrà mai contenere, per pesare quasi quanto un gioco completo?
È presto detto: le novità più sostanziose riguardano l’introduzione del justice system e del champion system. Il primo corrisponde a un sistema di giustizia non troppo dissimile da quello visto in Skyrim: i giocatori ora possono commettere atti illegali che vanno dal furto di beni all’intrusione in case altrui fino all’assassinio di NPC neutrali. Se scoperte, queste azioni hanno delle ripercussioni che si traducono in una taglia variabile sulla testa del criminale. Esistono tre livelli di allerta delle guardie cittadine, “disreputable”, “notorious” e “fugitive”, a seconda della quantità e gravità dei crimini commessi dal giocatore. Per sfuggire alla legge è possibile aspettare che la taglia decada oppure recarsi in un covo dei fuorilegge, presente in ogni città, dove farsi annullare la taglia da un ricettatore; i ricettatori ora sono gli unici vendor che accettano oggetti rubati. A tal proposito debutta anche una nuova skill line, chiamata “legedermain”, che di fatto corrisponde alle abilità da borseggiatore: perfetta per gli amanti della Thug life, insomma. Il justice system si prospetta come una novità brillante e intrigante, nonchè utile per aumentare il grado di immersione nel mondo di Tamriel.
Passiamo al champion system, il nuovo sistema di crescita del personaggio che inizia dopo aver raggiunto il livello 50, dal veteran rank 1 in poi. I champion points si accumulano guadagnando esperienza normalmente, sia in PvE sia in PvP, e possono essere spesi per ottenere potenti abilità passive: fa infatti la sua comparsa una nuova schermata delle abilità, che mostra la costellazione del guerriero, del mago e del ladro. Ricordate le costellazioni di Skyrim? Ecco, siamo lì. In aggiunta a questo arriva l’enlightenment system, un’inedita meccanica di progressione legata all’account, valida anche quando si è offline, che consente di guadagnare esperienza bonus da impiegare poi nei champion points. Al momento comunque veteran rank e champion system coesistono, mentre con i prossimi update verranno eliminati del tutto i veteran, criticati dalla community in quanto molto lenti e poco appaganti.
Bisogna contare che con l’introduzione del champion system gli attributi base dei personaggi sono stati alterati. Inevitabilmente queste modifiche vanno a influire pesantemente sullo sviluppo dei personaggi portando a un cambio di equilibri tanto nel PvE quanto nel PvP; per fare un esempio, tutte le build che fanno uso della stamina hanno subito dei grossi cambiamenti. Sebbene sia ancora difficile esprimersi sulla bontà di questo ribilanciamento, la prima impressione è che esso tenda a favorire personaggi sviluppati in modo più coerente, e siamo quindi fiduciosi.
Infine tra i contenuti, per così dire, “minori”, l’1.6 comprende un tutorial rivisto, una nuova interfaccia per i collezionabili, il revamp del provisioning, animazioni di combattimento migliorate, cambiamenti alla leaderboard delle trials e l’aggiunta del Crown Store in vista del cambio del modello di pagamento.
Futuro: il passaggio al B2P
Soffermiamoci meglio su quest’aspetto. Il Crown Store è il negozio in gioco dov’è possibile comprare oggetti consumabili e di personalizzazione. Esso anticipa di qualche settimana l’arrivo di The Elder Scrolls Online: Tamriel Unlimited. Facciamo un po’ di chiarezza: l’edizione Tamriel Unlimited includerà tutti gli update usciti fino ad ora e uscirà su PC e Mac il 17 marzo, giorno in cui il gioco diverrà buy to play, ovvero basterà comprare la scatola o una key per potersi connettere e giocare (come Guild Wars 2), con in più la possibilità di diventare utenti VIP per chi continuerà a pagare il canone mensile. Questa membership, chiamata ESO Plus, concederà diversi benefici ai players, che otterranno l’accesso completo a tutti i DLC per la durata dell’abbonamento, un bonus del 10% all’exp, all’accumulo di gold, all’ispirazione e alle ricerche del crafting e 500 crowns di base, più altre 1500 per ogni mese sottoscritto a partire da marzo.
Abbiamo parlato di corone: queste sono la moneta virtuale che permette di effettuare acquisti nel negozio digitale. Il Crown Store contiene mounts, vanity pets, costumi, gemme dell’anima e pozioni; fortunatamente queste ultime sono più scarse di quelle che si possono realizzare craftando e non rendono dunque il gioco pay to win. A detta del game director Matt Firor, gemme e pozioni sono utili per chi volesse risparmiare un po’ di tempo durante il levelling ma non vanno a intaccare il bilanciamento generale, e noi ci sentiamo di dargli ragione.
Ma i poveri giocatori di vecchia data, che hanno pagato fior di mensile quando The Elder Scrolls Online era ancora pay to play? Oltre a poter tornare a giocare senza dover riacquistare il prodotto, i più fedeli riceveranno alcune ricompense estetiche e 100 crowns per ogni mese sottoscritto dall’uscita del gioco. Saremo estremamente schietti: non ci piace il fatto che ZeniMax abbia trattato in modo così sbarazzino l’utenza più affezionata, che ha sostenuto il titolo nel suo momento più difficile. Ma d’altronde ormai il mercato degli MMO funziona così e tant’è. In fin dei conti, i motivi per perdonare ZeniMax non mancano.
Chi non ama il canone mensile, infatti, potrà continuare a giocare senza limiti di tempo ed eventualmente scegliere di comprare i vari DLC separatamente: il prezzo dei singoli pacchetti però non è ancora stato reso noto. La mancanza della sottoscrizione obbligatoria, c’è da scommetterci, attirerà frotte di nuovi e vecchi players sui megaserver, quasi come se fossimo di fronte a una seconda release.
Last but not least, la versione console. Dopo un anno di rinvii, il 9 giugno vedrà finalmente la luce la versione buy to play per PlayStation 4 e Xbox One, anch’essa sotto il nome di Tamriel Unlimited. I ragazzi di ZeniMax hanno svolto un lungo lavoro per ottimizzare il gioco e renderlo adatto all’uso del joypad: l’obiettivo è farlo girare a 30 fps e 1080p. Dopo Final Fantasy XIV: A Realm Reborn e Neverwinter, The Elder Scrolls Online è quindi il prossimo GdR massivo pronto a sbarcare sulle console casalinghe.
Alla release The Elder Scrolls Online non convinceva né come epigono di Skyrim né come MMORPG a sé, e per questo non meritava il canone mensile. Tuttavia in questi undici mesi il gioco è migliorato notevolmente e paradossalmente, proprio adesso che meriterebbe il pagamento degli undici euro mensili, ZeniMax ha deciso di passare al buy to play in vista dell’arrivo del gioco su console a giugno. Su PC e Mac, invece, il cambio di formula arriverà già il 17 di questo mese ed è stato preceduto dall’enorme update 1.6, che ha appena introdotto lo store in-game e implementato il justice system e tenta di migliorare l’endgame correggendo i lacunosi veteran rank col nuovo champion system.
The Elder Scrolls Online, insomma, non è stato abbandonato a se stesso e gli sforzi per renderlo un MMORPG meritevole non sono mai venuti meno. Inutile dire che continueremo a tenere d’occhio il titolo, perchè i prossimi mesi saranno semplicemente decisivi per il destino di Tamriel.