Quanti sono tra voi i fan degli Elder Scrolls? Immaginiamo molti, considerando il successo incredibile che la serie ha avuto nella storia e le vendite roboanti di Skyrim. Migliaia sono potenzialmente le ore che la serie fantasy di Bethesda può rubare alla vita di un videogiocatore, eppure tra i tanti aspiranti Dovahkiin e Nerevarine è sempre ronzato un forte desiderio di… socialità. Certo, perdersi tra lande sconfinate in solitudine ha un che di poetico, ma completare le epiche gesta di quei titoli in compagnia? Un sogno per molti fan della saga, e uno spunto interessante persino per coloro che la ritengono un po’ sopravvalutata.
Ora questo sogno diventa realtà con The Elder Scrolls Online, primo MMO dedicato al leggendario marchio che dovrebbe dare a tutti la possibilità di vagare in gruppo per le lande di Tamriel. Diciamo “dovrebbe” perché il genere dei MMORPG ha grosse limitazioni a cui gli open world come gli Elder Scrolls classici non devono sottostare, e la promessa di un’esperienza altrettanto libera e personalizzabile ci ha sempre convinto poco. Con il titolo nelle nostre mani da qualche giorno, ci siamo lanciati all’avventura per darvi le nostre prime impressioni a riguardo di questo titanico prodotto, in attesa della review completa che, per ovvie ragioni, tarderà un po’ ad arrivare. Vediamo un po’ cosa ci aspetta una volta effettuato il login.
La massa delle quest
Partiamo subito facendo in mille pezzi i sogni e le speranze di migliaia di giocatori. Ok, forse è un po’ esagerato viste le aspettative reali, ma comunque è il caso di precisare che no, The Elder Scrolls Online non bypassa le limitazioni tipiche del suo genere di appartenenza. Non potrete massacrare bellamente paeselli pieni di persone, moddare il vostro titolo per cavalcare orsi rosa ballerini, rubare l’intero inventario di un negozio infilando un secchio di legno sulla testa del venditore, e tutto il resto. Siamo in un MMO e quindi, per evitare il caos più totale, ci sono confini e regole da rispettare. Gli sviluppatori di Zenimax Online Studios hanno dunque cercato di indorare la pillola, portando il loro titolo ad assomigliare il più possibile ad un The Elder Scrolls tipico, e in molti aspetti il trucchetto magico gli è riuscito. Tolta una premessa molto lineare nel reame di Molag Bal, da cui dovrete fuggire con l’aiuto di un misterioso individuo chiamato Il Profeta, vi ritroverete da subito in una mappa molto estesa e ricca di missioni, esplorabile quasi in toto.
I creatori del gioco si sono impegnati parecchio per riempire ogni zona di cose da fare, lore da scoprire e avversari da eliminare. Da una parte, è difficile non apprezzare la massa incredibile di contenuti delle varie zone, ma dall’altra il sistema di gioco ci ha stranito. E’, come detto, una variante più guidata di un The Elder Scrolls normale, con altri giocatori che vagano per la mappa ed eliminano nemici insieme a voi, ma senza reale necessità di gruppare nelle quest comuni o una reale spinta al gioco di squadra. In pratica pare di essere all’interno di uno Skyrim più limitato e ripetitivo, con un mare di protagonisti che si fanno i cavoli loro mentre completano le vostre stesse missioni. Furbescamente, gli utenti sono divisi in “istanze” di sorta all’interno dei megaserver di gioco, e gran parte dei compiti è studiata per evitare che gli altri giocatori rappresentino un ostacolo per il vostro avanzamento (fetch quest che vi richiedono un certo numero di oggetti, ad esempio, non li vedranno scomparire se recuperati da qualche giocatore prima di voi), ma non mancano le missioni noiosette, dove si fa poco altro a parte andare dal punto a al punto b ed eliminare un certo numero di avversari. Roba da MMO vecchio stile, per capirci.
Molto più gradevoli le missioni legate alla trama principale, o le immancabili questline delle gilde dei guerrieri e dei maghi. Aspettiamo anche quelle degli assassini e dei ladri, ma vedere una lodevole cura nella gestione di questi contenuti paralleli alla storia primaria non può farci che piacere.
Persino l’interfaccia è studiata per mettere a proprio agio i fan: non avrete una minimappa, ma vedrete gli indicatori delle quest attive su una comoda barra nella parte alta dello schermo, mentre dovrete osservare la mappa completa della zona per capire con più precisione dove dirigervi. Tutto è molto minimal, l’hud è identico a quello del predecessore in singolo e aiuta parecchio a immergersi nel mondo virtuale del MMO. Dovrebbero ad ogni modo esserci già delle mod per ritoccarlo nel caso si voglia provare dell’altro, e non dubitiamo che aumenteranno con la crescita della community.
Gameplay senza rivoluzioni, ma con qualche evoluzione
Il gameplay segue una filosofia simile a quella vista nella struttura del titolo: gli sviluppatori hanno tentato di imitare il combat system degli ultimi capitoli della saga, ma alla fine hanno dovuto accettare dei compromessi. Non iniziate a pensar male, i combattimenti in The Elder Scrolls Online sono divertenti, semplicemente quello che a una prima occhiata può sembrare un sistema completamente action, si rivela rapidamente essere un comune sistema a bersaglio, con distanze ben definite, colpi parzialmente guidati e hitbox unificate. Non mancano nemmeno le novità, poiché il team di sviluppo è riuscito a rendere funzionale la visuale in prima persona, peraltro migliorando gli impatti sensibilmente rispetto alle versioni precedenti da noi provate. Questo è uno dei pochi MMO fantasy dove si può combattere senza problemi dall’interno del personaggio, nonostante l’attivazione della visuale esterna faciliti la schivata di certi attacchi chiaramente anticipati da aree rosse sul terreno.
Gli scontri nel titolo Zenimax sono un balletto di abilità speciali, parate, schivate e interruzioni, e funzionano benone il più delle volte, anche grazie alla notevole sinergia tra le skill. Non fatevi ingannare dalla possibilità di scegliere solo quattro classi durante la creazione del personaggio, in The Elder Scrolls Online la libertà di sviluppo tende ad essere relativamente maggiore rispetto ad altri esponenti del genere, e vi sono tecniche dedicate un po’ a tutto: classi, armi, gilde d’appartenenza, razze, e così via. Volendo potreste creare un mago armato di spadone o un assassino con abilità curative, e il bilanciamento tra i poteri ci è sembrato pure degno, con poche scelte scarsamente utili. La famosa “trinità” di tank, curatore e dps non viene però eliminata dalla varietà del sistema, specialmente nelle istanze di gruppo, uniche locazioni dove il gioco richiede di essere affrontato in compagnia. Siamo solo all’inizio, e abbiamo visto ben poco da questo punto di vista, tuttavia abbiamo gradito parecchio la presenza di boss complessi fin dai primi dungeon. Le loro capacità le abbiamo già viste in tanti mmo (magie esplosive a tempo sui compagni, attacchi ad area mutevoli, etc.), ma generalmente si richiede una buona coordinazione solo a partire dai dungeon avanzati, qui invece accade abbastanza rapidamente. Meno apprezzabile il menù per la ricerca di gruppi attivi nei dungeon, scarno e inferiore alle opzioni viste in molti concorrenti. Improbabile che non venga modificato nei prossimi mesi.
Un lancio liscio come l’olio
Se ci sono alti e bassi nel gameplay e nella gestione della formula, non si può protestare per il lancio del gioco che, tolti un paio di giorni in cui l’accesso si è rivelato pericolosamente ballerino, è andato estremamente bene. Pochi problemi, bug risolti quasi subito, e in generale una gestione dei server ottimale. Considerando i disastri recenti di certi grandi lanci, la situazione è da applausi. Lodevole anche il comparto tecnico, che nel campo degli mmo si difende egregiamente grazie a modelli dettagliati e a un mondo vibrante (oltre che piuttosto fedele a quello che ci si aspetta da un The Elder Scrolls). Le animazioni sono legnosette, ma anche in quel caso siamo sopra la media.
Una parentesi va aperta in particolare per il sonoro, di altissima qualità. Ci sono molti attori professionisti che prestano la voce ai personaggi primari del titolo, e si sente, senza contare l’ottima qualità dei temi e la cura generale per gli effetti. Interessante infine la presenza delle Skystones, pietre che se raccolte in gruppi da tre donano skill points aggiuntivi e spingono all’esplorazione. Ne avrete bisogno, anche perché si livella con una certa lentezza a Tamriel.
Siamo solo all’inizio della nostra avventura a Tamriel, ma quando avremo esplorato per bene tutto ciò che The Elder Scrolls Online ha da offrirci non mancheremo di dirvi la nostra a riguardo. Per il momento abbiamo molti dubbi, ma ciò che abbiamo visto e provato ci lascia cautamente ottimisti. Il titolo ha del potenziale, è estremamente curato, e vanta un lancio di tutto rispetto. Saprà conquistarci o finirà nel dimenticatoio degli MMO?
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