Taboo

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a cura di Antron93

Arriva finalmente Taboo, serie creata da Tom Hardy e padre: come sarà la prima puntata? Attenzione piccoli SPOILER all’interno.
Parliamoci chiaro. La breve sinossi online non mi entusiasmava più di tanto. Un avventuriero torna a casa per riscuotere l’eredità del defunto padre, bla bla bla. Eppure il buon Yuri Polverino, nostro caporedattore, mi ha chiesto di darle una chance e… aveva dannatamente ragione.
1814, East Indies Company times
James Delaney torna a casa dopo alcuni anni passati all’estero. Tutti lo ritengono morto, sia il padre, sia la sorella. La morte improvvisa dell’anziano genitore cambia le carte in tavola e il figlio torna a Londra per assicurarsi di come sia morto il padre e riscattare la sua eredità. In tutto questo alcune figure tramano nell’ombra e pare abbiano loschi fini, a partire dalla Compagnia delle Indie Orientali. 
Che cast!
Partiamo da Tom Hardy. Uno dei miei attori preferiti. Dagli esordi ha fatto dei passi da giganti in quanto a recitazione. Il suo James è davvero inquietante, grottesco e surreale. Riesce a conferire quel tocco di ambiguità e mistero necessari per la buona riuscita. Il ruolo gli viene cucito addosso e questo non può che giovare all’intero episodio che, letteralmente, risplende quando Hardy è in scena. La storia del personaggio è avvolta nel più totale mistero. Non sappiamo chi sia, non sappiamo come si sia procurato quelle cicatrici. Quel poco che ci viene detto viene centellinato nel corso dell’episodio.
Sullo sfondo si muovono altre pedine fondamentali. Oona Chaplin, vecchia conoscenza dei fan de Il Trono di Spade, è la sorella di Tom Hardy, Zilpha, e pare che tra i due ci siano stati dei trascorsi burrascosi che, secondo le parole della stessa, dovrebbero rimanere sepolti. Infatti pare che tra i due ci sia stato un qualcosa, una relazione di cui, forse, solo il padre era a conoscenza. Intanto Zilpha si è sposata con un uomo che lei stessa schernisce definendolo incapace di tenere fede alle proprie parole. Proprio il marito, Thorne, preme affinché James rinuncia alla sua eredità.
Il main villain, da quello che si è visto, dovrebbe essere Jonathan Pryce, per i profani l’Alto Passero sempre di Game of Thrones. Il suo ruolo è quello di Sir Stuart Strange, lord della Compagnia delle Indie Orientali. Fin dall’inizio il personaggio sembra un grande calcolatore e il suo interesse verso l’eredità di James prende piede fin dalle battute iniziali dell’episodio. L’accordo raggiunto con Thorne lo aveva praticamente reso sicuro dell’acquisizione di Nootka Island salvo poi veder sfumare l’accordo con il ritorno di James, vero erede di Delaney e unico proprietario della proprietà situata in Canada.
Pillole di verità
La sceneggiatura dell’episodio rasenta la perfezione. I 54 minuti di visione passano in un lampo senza tempi morti. Le pause sono dei momenti di puro godimento emotivo, la contemplazione degli scenari e degli attori è quasi sacra. I dialoghi sono ben scritti e ogni personaggio è la perfetta pedina della scacchiera. Si parte da un inizio flash e a fine episodio sono stati lanciati mille ami a cui tutti noi abbocchiamo in un secondo. Il misticismo fa la sua comparsa, il thriller, gli inganni. Tutto riesce a rapirci. La regia di Kristoffer Nyholm è impeccabile e altrettanto è la sceneggiatura di Steven Knight.
Scopriamo di più sulla famiglia Delaney, sulla madre di James (comprata per delle perle e della polvere da sparo), sulla proprietà della Nootka Island, il passato riaffiora attraverso resoconti delle gesta dello stesso James. Tutto sembra un grande puzzle che, nel corso dei sette episodi successivi, riusciremo a risolvere. 

Non voglio dirvi di più nel caso non abbiate visto il primo episodio ma il mio consiglio è quello di buttarvi a capofitto nella serie. Purtroppo la cadenza sarà sempre settimanale e quindi ci toccherà aspettare. Sicuramente ci rivedremo qui e parleremo della stagione completa.

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