Switch, ora salite tutti sul carro del vincitore?

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a cura di SD

Sono passati ben 11 mesi da quel 3 marzo 2017, una vita fa, videoludicamente parlando: un giorno da non dimenticare per Nintendo e per l’industria in generale, un giorno che, ancora in troppi non lo sapevano, avrebbe dato un bello scossone al mondo dei videogiochi. Parliamo ovviamente del day one di Nintendo Switch, la console più in voga del momento , capace di far parlare di sé praticamente ogni giorno, tra rumor, annunci e dati di vendita: proprio questi ultimi fanno girare la testa (e non solo) al pubblico, che ha premiato la prima piattaforma da gioco ibrida della storia acquistandola in massa. Parliamo di cifre spaventose, l’ultimo dato, aggiornato a inizio 2018, riporta circa 15 milioni di unità vendute in meno di un anno, la stessa cifra a cui si è fermata Wii U nel suo arco vitale, lungo ben cinque anni. Ingeneroso paragonare un mezzo flop a un successo su larga scala, vero, ma chi avrebbe mai pronosticato che Switch sarebbe entrata nell’olimpo, piuttosto che fare la fine ingloriosa del predecessore? Pochissimi, ve l’assicuro. Bisogna infatti tornare ancora più indietro, al 13 gennaio 2017, giorno della presentazione al mondo tramite Direct, per trovare le prime avvisaglie de “l’esercito dell’apocalisse”, coloro che dalla prima ora pronosticavano un fallimento su tutta la linea: utenza non interessata a un concetto simile, prezzo troppo alto, il consueto abbandono delle terze parti, addirittura la bancarotta per Nintendo, costretta a rifugiarsi unicamente sulle portatili o smettere del tutto di produrre console. Pachter, uno a cui piace fare scalpore, non si spinse oltre la previsione degli 8 milioni di console entro il primo anno. Fa ridere ricordare tutto questo adesso, vero?

Quanto costa un giro sulla giostra?

Il successo genera altro successo, si sa, il passaparola e l’entusiasmo stanno alimentando le vendite a dismisura, e con una base installata così ampia a gongolare per prime sono proprio le software house, le stesse che solo qualche anno fa avevano abbandonato Nintendo, ora fanno a botte per svilupparci sopra. Non c’è un singolo titolo multipiattaforma che, una volta annunciato, non venga richiesto dai fan in versione Switch: è di pochi giorni fa il rumor che FIFA 19 e Madden 19 arriveranno anche sull’ibrida Nintendo, gli stessi che su Wii U non sono mai stati visti, se non al lancio in versione porting raffazzonato. Lo stesso discorso vale per Call of Duty: si susseguono le spifferate degli insiders riguardo il prossimo Black Ops 4, con addirittura uno studio a parte dedicato allo sviluppo su Switch. Anche il papà di Final Fantasy, Hironobu Sakaguchi, ha ammesso che gli piacerebbe vedere un suo titolo sulla console, così come si vocifera che Konami abbia pronti già ben tre porting. Senza scomodare giganti del genere, anche i recenti Amnesia e Iconoclasts approderanno, come affermato dagli stessi creatori, sull’ammiraglia Nintendo. E non è tutto, perché, sempre a proposito di indie, l’e-Shop a oggi vanta un’offerta di tutto rispetto tra novità e, soprattutto, porting. Axiom Verge, Steamworld Dig 2, The Binding of Isaac, Stardew Valley e quel capolavoro di Thimbleweed Park: proprio quest’ultimo ha venduto il maggior numero di copie su Switch, un risultato assurdo, considerato con quanto ritardo ci è arrivato. Tutti cercano di dimenticare il passato (Wii U) e di abbracciare il futuro, a partire dalla Grande N stessa: nell’ultimo Mini Direct sono state annunciate le remastered di Hyrule Warriors e Donkey Kong Tropical Freeze, quest’ultimo in particolare una vera perla che potrebbe trovare su Switch il successo che merita. Due titoli che vanno ad aggiungersi a Mario Kart 8 Deluxe e l’imminente combo Bayonetta 1 e 2, senza dimenticare Breath of The Wild, annunciato inizialmente come esclusiva Wii U e convertito poi anche su Switch. Una linea ben chiara di Nintendo atta a prendere il meglio dallo sfortunato predecessore dal paddone nero e portarlo dove può vendere sul serio.

Quali prospettive per il futuro?

Da grandi poteri derivano grandi responsabilità, si sa, per cui non bastano solo una manciata di remastered e buone intenzioni a chi si è fatto convincere delle potenzialità di Switch e ha sborsato 300 o più euro per accaparrarsela. Il popolo vuole sapere di aver puntato sul cavallo giusto, un 2017 costellato di capolavori assoluti come Zelda Breath of The Wild, Super Mario Odyssey e Xenoblade Chronicles 2, condito da tanti altri ottimi giochi, ha costruito una lineup invidiabile, ma siamo nel 2018 e servono certezze. Febbraio sarà il mese di Bayonetta, pur trattandosi dei primi due portati, come dicevamo poco fa, e non del terzo capitolo in esclusiva, annunciato lo scorso dicembre e che speriamo possa farcela entro l’anno. A marzo sarà la volta del debutto “next gen” del paffuto Kirby, con Star Allies, mentre ad aprile esordirà un altro probabile “game changer”, Nintendo Labo, ovvero la prossima sfida del gigante di Kyoto nel rivoluzionare ancora una volta il modo di intendere il nostro hobby preferito. A maggio vedremo due importanti remastered, una è il già citato Tropical Freeze, l’altra è Dark Souls, serie che sbarca per la prima volta su console Nintendo. Di carne al fuoco ce n’è, è vero, ma mancano i cosiddetti “pezzi da 90”, già annunciati ma di cui ancora non si sa nulla riguardo il periodo di uscita: Bayonetta 3, Metroid Prime 4, No More Heroes 3 e soprattutto l’RPG di Pokémon. Probabilmente ne sentiremo parlare in palcoscenici più importanti, come l’E3 a giugno, ma chissà che non veniamo sorpresi con un direct anche prima.

Comunque vada, la situazione al momento è rosea e dobbiamo augurarci che possa addirittura migliorare, perché questo mercato ha assoluto bisogno di Nintendo e della sua conclamata Difference, ora più che mai: le terze parti sono perdonate, ora tutti a bordo della carrozza della Grande N!

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