Con questo titolo non ci riferiamo alle “audaci imprese” cantate da Ludovico Ariosto nell’
Orlando Furioso, bensì alle peripezie, meno letterarie e più videoludiche, affrontate dalla serie
Stronghold in questi anni. Questa saga è una delle più apprezzate del suo genere tra gli appassionati grazie a un sapiente miscuglio tra gestionale, strategico e simulatore di vita medievale; i primi due
Stronghold e
Stronghold Crusader sono tutt’oggi dei gioiellini di giocabilità e divertimento, mentre i successivi
Stronghold 2 e
Stronghold Legends si sono situati rispettivamente uno e due gradini sotto gli originali. I
FireFly Studios, storici sviluppatori della saga, sono tornati alla carica lo scorso autunno con l’uscita di
Stronghold 3, che mirava a riprendere le fondamenta dei predecessori per proporle con un nuovo motore grafico e fisico e qualche gradita novità. Come ricorderete non è andato tutto liscio, e il gioco è stato aspramente contestato da critica e fan. Noi stessi, pur non bocciando totalmente il titolo, abbiamo fatto notare le sue mancanze nell’
esaustiva recensione di ottobre 2011.
Tuttavia questo maggio FireFly Studios ha confermato la pubblicazione di una versione riveduta e ampliata, intitolata Stronghold 3: Gold Edition, disponibile gratuitamente su PC e Mac per tutti coloro che già possiedono l’originale. Abbiamo perciò deciso di dare una seconda possibilità al gioco e di provarlo alla luce dei miglioramenti avvenuti in questi nove mesi.
Un bastone nero per domarli tutti… o no?
Come accennato, purtroppo Stronghold 3 non si è certo presentato alla release privo di problemi: uscito in condizioni premature, il gioco era afflitto da molti bug e glitch che ne minavano la godibilità, come frequenti crash, formazioni che si resettavano continuamente, soldati che rimanevano fatalmente incastrati sulle scale dei castelli e persino mura di pietra che scomparivano all’improvviso: bachi non esattamente ininfluenti per un gestionale/RTS ad ambientazione medievale.
Gli sviluppatori hanno però cercato a mano a mano di risolvere queste problematiche grazie a patch periodiche, due delle quali molto sostanziose, uscite nei mesi di marzo e maggio. L’ultimo aggiornamento ha introdotto anche un DLC gratuito, Blackstaff, che aggiunge una campagna singleplayer, alcuni assedi storici, una nuova modalità per il multiplayer, Coronation, e una modalità sandbox a cui si può accedere tramite un comodo editor su Steam. I nuovi assedi sono costituiti per lo più dagli assedi bonus inclusi nel gioco per chi a suo tempo aveva effettuato il preorder, come la torre di Londra ed altri, che ora FireFly ha deciso di rilasciare gratuitamente, per un totale di 12 assedi storici.
La nuova campagna è composta da cinque missioni in successione; ambientata durante gli eventi della campagna militare del gioco base, segue le vicende di Thomas Blackstaff nella sua caccia ai tre figli esiliati del Ratto, storico nemico del protagonista, viaggiando oltre il mare per sconfiggere la corrotta Fratellanza sull’isola di Greyshore. Pur non essendo niente di eccezionale, questa campagna è caratterizzata da un livello di difficoltà piuttosto alto e si rivolge principalmente ai veterani di Stronghold, i quali non faticheranno a cogliere le citazioni agli altri capitoli della storia.
Il MapEditor consiste invece in un vero e proprio editor di livelli attraverso cui i giocatori possono creare nuove mappe e missioni da giocare in single o multiplayer; si può agire su praticamente qualsiasi parametro, dagli obiettivi della partita alle costruzioni possibili fino alla scelta del tempo atmosferico, con una grande varietà di opzioni che farà piacere ai più smanettoni.
Oltre alle nuove aggiunte il DLC ha apportato tutta una serie di migliorie al gameplay volte a correggere alcune scelte poco felici; per esempio prima era impossibile costruire un edificio se nell’area interessata erano presenti uomini o animali, cosa che poteva rivelarsi estremamente scomoda nelle missioni più concitate: al contrario ora le costruzioni possono essere piazzate sopra lavoratori e animali, con il gioco che si occuperà di spostarli di conseguenza dal luogo. FireFly Studios ha poi lavorato sul bilanciamento, ad esempio diminuendo la quantità di cibo consumata dai popolani (che prima mangiavano a ritmi spropositati, costringendoci a costruire continuamente nuovi campi da coltivare) o riducendo la forza di bestie selvagge come gli orsi, precedentemente capaci di fare stragi di contadini.
Queste modifiche hanno fatto bene alla formula economico/gestionale, che ora scorre fluida e diverte durante le partite. Dove il gioco mostra ancora un lato grezzo è invece nella parte militare, troppo confusionaria nel comando di soldati e macchine d’assedio (quali le catapulte, il cui funzionamento non ci ha convinto) per riuscire ad attirare a lungo; sul mercato ci sono infatti molti titoli che presentano un’offerta ludica più ricca e appagante sul versante strategico. È vero che Stronghold 3 si pone come un titolo dall’anima principalmente gestionale, ma avremmo comunque preferito vedere una maggiore cura anche negli aspetti più da RTS.
Non è tutto Oro quello che luccica
Nonostante la dicitura “gold edition” ben visibile, il titolo infatti presenta ancora difetti di varia entità; sebbene FireFly Studios abbia svolto un apprezzabile lavoro di supporto, continuando ad aggiornare la sua creatura invece di abbandonarla a se stessa, i difetti strutturali sono rimasti ed è un vero peccato, perchè sono soprattutto questi che impediscono al gioco di ambire a giudizi più entusiastici; tra questi c’è la ristrettezza cronica delle mappe di gioco, sempre estremamente piccole e risicate (probabilmente a causa alla pesantezza del motore grafico), che limitano molto le possibilità in mano al giocatore ad ogni partita, così come un’intelligenza artificiale deficitaria nella gestione delle truppe alleate e nemiche.
Inoltre dobbiamo segnalare che sporadicamente è ancora possibile incappare in soldati che rimangono stuckati in alcuni punti dello scenario, e nonostante ciò capiti con minore frequenza rispetto al passato si tratta comunque di un antipatico bug che avremmo voluto non dover più vedere.
Per quanto riguarda il sonoro le musiche svolgono ottimamente il loro lavoro, mentre è un po’ un peccato che le voci della campagna Blackstaff non siano state tradotte come precedentemente avvenuto per le due campagne principali, lasciando soltanto i sottotitoli in italiano.
Stronghold 3 è un titolo che si barcamena tra alti e bassi: sebbene la Gold Edition abbia apportato gratuitamente molte migliorie e un discreto lavoro di bilanciamento, il gioco è ancora ben lungi dall’essere perfetto, richiedendo una certa dose di pazienza al giocatore che vi si approccia. Se insomma da una parte è corretto dare atto a FireFly Studios dell’opera di supporto svolta in questi mesi, dall’altra bisogna dire che il prodotto si presenta ora come avrebbe dovuto essere già all’uscita, quando il gameplay era affossato da troppe magagne e problemi tecnici.
Se quello che cercate è uno strategico, il mercato offre sicuramente di meglio. Per gli amanti dei gestionali invece il nostro consiglio spassionato è di prendere il gioco approfittando delle offerte di Steam, che lo propone spesso scontato. Altrimenti, se non sopportate l’idea di giocare a un titolo in parte buggato e la grafica per voi non è un problema, ci sono sempre i classici Stronghold e Stronghold Crusader che restano due bellissimi giochi.