Storia del videogame – Anni ’70

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a cura di AP

Durante i nostri precedenti speciali ci siamo occupati di ricordare i primissimi videogiochi della storia e la nascita delle console grazie alla Brown Box. Nonostante un inizio in sordina, dovuto principalmente ad una forma di intrattenimento mai vista prima, i più attenti si accorsero che quel che avevano per le mani sarebbe un giorno potuto diventare una vera e propria miniera d’oro. Negli anni ‘70 avvenne così il contatto con il grande pubblico e il videogioco si propose ad esso attraverso cabinati che, per qualche centesimo, offrivano una partita al giocatore di passaggio. Seguiteci per scoprire quali furono i giochi più giocati e popolari dell’età dell’oro del videogioco arcade.

La monetina dei sogniNel 1971 Bill Pitts e Hugh Tuck crearono il primo arcade coin-operated. Questo esemplare unico si basava su un PDP-11/20 della DEC. Il suo nome era Galaxy Game e si basava sullo stesso concetto di Spacewar!. Il cabinato poteva ospitare partite fino a due giocatori e venne installato nella Tresidder House della Stanford University della California. Il prezzo di una partita era di 10 cent.Due mesi dopo Nolan Bushnell e Ted Dabney ultimarono anch’essi un gioco basato su Spacewar!, chiamato stavolta Computer Space. Questo fu il primo videogioco arcade prodotto su vasta scala con 1500 unità distribuite.Purtroppo però la difficoltà elevata del titolo negò a questo arcade il successo sperato.L’anno successivo uscì sul mercato la Magnavox Odyssey, prima console commerciale al mondo. Su di essa giravano dodici giochi che però richiedevano la presenza di almeno due giocatori. Dopo il parziale insuccesso di Computer Space, Nolan Bushnell non si tirò indietro nel mercato videoludico emergente e decise di produrre videogames in proprio. Da questa decisione nacque così l’Atari. Questa scelta finì per premiare e il primo gioco arcade sviluppato dalla neonata società e da Al Alcorn, fu il celebre Pong, rilasciato il 29 novembre del 1972. Il gioco, come molti di voi sapranno, simulava una partita di ping pong tramite due linee ai lati dello schermo che erano mosse verticalmente dal giocatore corrispettivo. Esse, colpendo la “sfera”, dovevano impedirle di essere superate e di veder andare un punto all’avversario. Questa formula tanto semplice quanto accattivante per l‘epoca riuscì a creare una richiesta capace di vendere 19.000 cabinati e di ispirare i tanti imitatori che ne seguirono l’esempio. Questo evento segnò l’inizio dell’epoca d’oro dei videogiochi arcade.Sempre nel 1972 fu creato il primo gioco di battaglie spaziali multiplayer in rete. I programmatori Rick Rashid e Gene Ball ispirati dall’universo di Star Trek, programmano così Alto Trek.Nel 1973 appare l’antenato degli FPS moderni, ossia il primo gioco con prospettiva in prima persona. Programmato da Steve Colley, Maze War proponeva un semplice labirinto in cui due giocatori si davano la caccia a vicenda.Arrivati al 1974, Brad Fortner con Airfight, crea il primo simulatore di combattimenti aerei in rete. Alcuni dei programmatori responsabili, sul finire degli anni ’80, finiranno poi a collaborare per la realizzazione del famoso brand Microsoft Flight Simulator.Nel 1975 Atari lancia la versione casalinga di Pong, mentre John Haefeli scrive Panther gioco basato sul multiplayer. I carri armati protagonisti sono visualizzati usando per la prima volta il wireframe e introducendo, sempre per la prima volta, il death-match.Sempre nel ’75 William Crowther programma un’avventura testuale dal nome ADVENT. Il gioco subirà diverse modifiche e miglioramenti ed assumerà poi il nome di Colossal Cave Adventure.

Le prime critiche e la seconda generazione di consoleNel 1976 avvennero due fatti assolutamente significativi: il primo fu il lancio della Fairchild Channel F che diventa la prima console al mondo ad usare un processore, 6 coprocessori, e 64 byte di RAM. A ciò si aggiunge l’innovativo caricamento dei giochi tramite cartuccia. Questa scelta ebbe un tale successo che diventò il metodo standard di caricamento dei giochi a venire fino al passaggio al CD introdotto nel 1994 da Sony con Playstation (anche se prima furono di scarso successo le console Jaguar e Mega CD).Il secondo fatto significativo fu il primo caso di polemiche riguardanti i videogiochi violenti. L’imputato in questione fu Pedestrian, Death Race, prodotto da Exidy. Il gioco si basava su un film intitolato Anno 2000 – La corsa della morte (USA 1975) con David Carradine(Bill di Kill Bill). Il gameplay alla base del titolo vedeva il giocatore impegnato ad investire il maggior numero di “gremlins”, molto simili a pedoni. La diffidenza verso i videogiochi crebbe e, purtroppo, da allora non ha mai accennato a sparire. Particolare l’analogia tra questo primo titolo e l’originale Carmageddon uscito circa vent’anni dopo ma ancora capace di creare un caso di cui beneficiò enormemente un gioco che altrimenti sarebbe passato inosservato.Il 1977 vide la nascita di Atari Video Computer System (VCS) noto anche come Atari 2600. Questo sistema rese ancor più popolare il caricamento tramite cartuccia.Sempre in quest’anno Mattel produce Auto Race. Questo gioco sfruttava dei semplici LED e fu il primo videogame portatile della storia. Ciò diede origine a quello che oggi è considerato un campo fondamentale per il divertimento elettronico.Nel 1978 Taito scaglia un vero e proprio fulmine a ciel sereno, immettendo sul mercato il mitico Space Invaders. Ai moltissimi imitatori che presero spunto da questo concept, si unirono le versioni casalinghe che, nel caso di Atari 2600, portarono ad un incremento vertiginoso delle vendite. In quell’anno Atari rilasciò anche Asteroids, che andò a sostituire il record di vendite di Lunar Lander.Nonostante non si possa definire un videogioco vero e proprio, nasce Speak and Spell, conosciuto qui in Italia dal 1984 con il nome di . Fu il primo gioco a usare l’audio per il parlato.Nel 1979 iniziano a diventare popolari i primi videogiochi a colori e la Milton Bradley produce la prima console portatile a cartuccia. La Microvisionera caratterizzata da un lcd black block 16×16 e riproduceva giochi piuttosto semplici.

Università, LATO e ECUSNegli anni ’70 molti giochi vennero programmati per i mainframe universitari dell’epoca, ma creare una cronologia per i loro maggiori lavori risulta più complicato di quanto si creda. Tanto per cominciare occorre evidenziare che per quasi tutto il decennio i programmatori non ricevevano alcun tipo di supporto monetario che non fosse derivato da amici, parenti e occasionali lettere provenienti da fan di altre università.I giochi meno famosi sono andati perciò perduti a causa di sistemi dismessi e nastri danneggiati o persi. Gli hardware su cui venivano programmati erano due e quasi tutte le università facevano affidamento su uno o sull’altro, lasciando all’oscuro del metodo di programmazione parallelo chiunque si accingesse a voler programmare sui computer che mettevano a disposizione.Il primo sistema, nominato PLATO, veniva distribuito da Control Data Corporation con il supporto di William Norris ed era largamente diffuso su mainframe CDC. Il secondo sistema, chiamato invece DECUS, veniva distribuito da Digital Equipment Corporation per scuole e altre istituzioni che utilizzavano computer DEC come il già nominato PDP-10.Tra i giochi più rappresentativi rimasti a memoria troviamo Computer Baseball per PDP-10, primo titolo di baseball gestionale, in cui si potevano gestire singole partite o intere stagioni. Il programmatore, Don Daglow venne chiamato nel 1987 da Electronic Arts per lo sviluppo di Earl Weaver Baseball.

Come vi sarete certamente accorti, negli anni ’70 il mercato videoludico era decisamente in fermento. La nascita di console portatili e casalinghe aveva cominciato a rendere il videogame un qualcosa che si poteva fare anche tra le proprie mura domestiche, senza dover per forza uscire di casa. Allo stesso tempo però gli hardware utilizzati per i giochi arcade superavano di gran lunga quelli casalinghi e chiunque volesse vedere e giocare a qualcosa di veramente “avanti”, doveva recarsi nella sala giochi più vicina con le tasche piene di monetine tintinnanti. E’ con la stessa voglia di scoprire cosa ci avrebbe riservato il futuro che vi salutiamo e vi diamo appuntamento al nostro prossimo e ultimo speciale interamente dedicato ai meravigliosi anni ottanta!

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