Steam Machine

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a cura di FireZdragon

Miami – Delle Steam Machine abbiamo già discusso a lungo e praticamente in tutte le salse. Il buon Gabe Newell ha sorpreso veramente chiunque pochi mesi fa, con un prodotto che sembrava poter rivoluzionare completamente il mondo del gaming e abbattere quell’enorme barriera che ancora separa i video giocatori pc dal mercato console e viceversa. Le Steam Machine e soprattutto lo Steam OS erano nati con l’idea di prendere il meglio dei due mondi, fonderli in un’unica macchina e portare accessibilità, facilità di utilizzo e una libreria davvero infinita di titoli al pubblico. Purtroppo con il passare delle settimane, l’interesse è scemato, in un susseguirsi di annunci da parte dei produttori hardware in netto contrasto con l’idea originaria. La fruibilità e l’enorme potenza inizialmente decantate si sono scontrate con la dura realtà dei fatti e con prezzi di mercato dai 500 ai 6000 dollari il sogno Valve è andato via via scomparendo con un annuncio di Alienware, decisa a portare nei negozi una versione di Steam Machine all’anno, davvero spiazzante. Non eravamo tuttavia ancora riusciti a mettere le mani su una versione completa della macchina, almeno fino ad oggi, quando a Miami, e più precisamente al Paradox Con 2014, un prototipo è spuntato improvvisamente fuori dal nulla e ovviamente ci siamo buttati sopra a capofitto per testare principalmente la comodità del pad e saggiarne le effettive qualità.
Un mondo da rivedere
La Steam Machine presentava un quad core 3.20 Ghz, 16 GB di memoria e una GTX 780 . Una macchina quindi di tutto rispetto e lo Steam OS girava in leggerezza con caricamenti rapidi e veloci. In un attimo abbiamo quindi lanciato la versione dedicata di Steam, con moltissimi titoli già supportati e con un’interfaccia pratica, estremamente simile a quel Big Picture che tutti i possessori del negozio digitale Valve già conoscono alla perfezione. L’impossibilità di fare prove approfondite sull’hardware, a causa ovviamente del pochissimo tempo a nostra disposizione, ci ha permesso quindi di concentrarci unicamente sul controller, di provarlo con un paio di titoli e verificare se davvero l’innovativo sistema touch avesse un senso. Valve però aveva lanciato cattivi segnali in questo senso, tornando sui suoi passi e rivedendo il progetto iniziale del controller, sul quale sono ricomparsi praticamente tutti i tasti fisici. 
Lo Steam Controller presenta sul retro due grilletti e due bumper. I primi sono estremamente comodi e sensibili e ricordano come ergonomia quelli ottimi del pad 360, mentre i bumper hanno dimensioni decisamente più generose e la loro comodità è veramente indiscussa. Il problema più grosso però lo si ha quando, abbandonata la parte posteriore, si ha a che fare con quello che dovrebbe rappresentare la punta di diamante della periferica, ovviamente stiamo parlando dei controlli touch per il movimento. Abbiamo visto all’opera il pad sia su Faster Than Light, un indie game particolarmente riuscito, sia con Left 4 Dead 2, shooter frenetico capace di mettere sotto la luce giusta la velocità di risposta. Ebbene, se nella prima occasione lo Steam Controller ci è parso poter ampiamente soddisfare il giocatore, simulando con precisione il movimento del mouse sia come accelerazione che precisione, discorso completamente differente va fatto per Left 4 Dead che ha mostrato tutti i limiti del pad. Sappiamo benissimo ormai che alcuni shooter giocati con il pad classico Microsoft riescono comunque a regalare qualche soddisfazione anche su pc, sebbene non ci sia storia quando si incontra qualcuno dotato di mouse e tastiera, ed eravamo estremamente curiosi di verificare dove il pad Valve si sarebbe potuto piazzare in questa lotta a 3. Con sommo rammarico vi diciamo che questo sistema di controllo non è minimamente paragonabile agli altri due e sebbene risulti comunque utilizzabile, non riesce a regalare una velocità di movimento o un precisione sufficienti per poter essere fruito con buoni risultati in un gioco del genere. Forse Left 4 Dead era addirittura un banco di prova troppo severo, ma non ne siamo usciti per nulla contenti. 
Cambiamo genere? 
La macchina di Steam dopo la nostra prima prova zoppica in maniera vistosa e invece di ampliare il mercato pc e portarlo ai giocatori casual ci sembra abbia ulteriori e vistosissime limitazioni. Se solo gli strategici a turni (impossibile anche solo pensare lontanamente di utilizzare il pad con Starcraft) diventano realmente pratici da giocare, o comunque i giochi lenti e basati sul ragionamento, qualcosa nel grande progetto di Gabe non deve aver funzionato. Abbiamo critiche anche per l’ergonomia generale dello Steam Controller, e l’eccessiva leggerezza che lo contraddistingue. La plasticosità delle componenti lo hanno fatto sembrare ai nostri occhi un semplice giocattolo costoso, lontano dalla qualità a cui ormai siamo abituati. 
Cosi come il resto, pure l’innovativa disposizione degli otto tasti frontali non riesce a convincerci e la posizione delle mani con i pollici ben ancorati ai controlli touch li rendono praticamente inutilizzabili. Ovviamente stiamo parlando di un semplice progetto non giunto ancora alla fase di commercializzazione e quindi è lecito aspettarsi tantissime migliorie, ma ad oggi il controller presenta davvero troppi difetti. Ci sono anche risvolti positivi però, non tanto sulla componentistica quanto sulla parte relativa alla personalizzazione e setup dei tasti. Grazie alla natura open source di Steam OS i giocatori potranno modificare a piacimento le configurazioni e condividerle apertamente con il resto dell’utenza. Steam in questo caso mostrerà in ogni gioco una piccola finestra dove scaricare, ed eventualmente applicare, tutti i settaggi senza dover intervenire personalmente. E’ ovviamente una piccola cosa nel mare di problemi emersi da questa prova, ma rende anche bene l’idea di come il concetto di praticità e facilità di utilizzo fossero i due elementi su cui puntare, elementi che a quanto pare sono stati completamente accantonati.

Il controller Valve non ci ha soddisfatto. Plasticoso, inadatto ai giochi frenetici e soprattutto limitato nelle funzionalità, non riesce a imporsi come periferica di riferimento, cosa che, unita ad una gestione decisamente folle dell’hardware delle Steam Machine, rischia di essere un vero buco nell’acqua per Valve, salvo che lo stesso Gabe non corra ai ripari in qualche modo. Attualmente le nostre aspettative sono state infrante come un’onda su un muro di cemento.

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