Apple e Valve sono due compagnie che hanno sempre fatto dell’innovazione il motore del proprio successo. La prima ha creato computer e dispositivi ormai entrati nell’immaginario collettivo, alla seconda dobbiamo invece alcuni dei giochi più importanti della nostra generazione e soprattutto l’affermazione della piattaforma Steam, nata come centro di distribuzione dei prodotti Valve, e trasformatasi poi nel più grande distributore online di giochi per PC. E’ dunque con estremo interesse che abbiamo appreso della collaborazione di queste due realtà per il lancio di Steam (e della conversione del motore Source) sui sistemi della mela, speranzosi che possa essere un passo decisivo nei confronti di un settore, quello del gaming, che in verità non ha mai avuto molta fortuna in ambiente Mac.
Giocare su MacNonostante gli sforzi di Apple profusi nel recente periodo (argomento di cui parleremo più diffusamente in seguito) il mondo Mac non ha mai goduto di tanta considerazione da parte di sviluppatori e publisher come piattaforma su cui poter giocare. Le ragioni di questo sono probabilmente la scarsa diffusione delle macchine Apple in confronto a quelle Windows, che non sempre farebbero rientrare i costi dello sviluppo multipiattaforma, e al posizionamento che la casa di Cupertino ha voluto dare alle sue macchine, indirizzate da sempre ad un utenza più matura e settoriale, o forse semplicemente Jobs e soci non hanno mai visto (prima dell’App. Store) nel business del gaming un settore che potesse produrre profitti. Tutto questo ha portato l’utente Mac a considerare il suo computer una macchina che semplicemente non è fatta per i giochi, se non per i pochi di cui veniva effettuata una conversione. Perché è vero che sono pochi gli sviluppatori che convertono o programmano videogame per Mac, ma qualcuno qualche timido passo lo ha fatto. In questo campo, Blizzard è stata una delle prime a spingersi in questa direzione, convertendo prima con colpevole ritardo diversi suoi grandi giochi, e poi sviluppando le sue proprietà intellettuali più importanti in modo da garantire le stesse date di lancio del mercato PC. Ne sono un bell’esempio World of Warcraft, o i già annunciati Diablo III e Starcraft 2. Anche 2K Games ha seguito l’esempio di Blizzard con titoli del calibro di Civilization e Bioshock (nonostante di quest’ultimo il porting sia stato effettuato da Feral, una compagnia specializzata proprio nella conversione di titoli PC su ambiente Mac) per non parlare di PopCap, che ha già rilasciato gran parte del suo catalogo, se non tutto, per i computer Apple. Insomma, il vento, da qualche tempo a questa parte, sembra essere cambiato, con sempre più sviluppatori e publisher che iniziano a investire in una piattaforma che può contare, visto lo storico digiuno, su un’utenza realmente affamata e bisognosa di prodotti validi con i quali intrattenersi.
“One More Thing…“Poco prima abbiamo accennato a come negli ultimissimi anni l’interesse di Steve Jobs e della sua compagnia si sia nuovamente spostato verso il gioco, e nello specifico, come si poteva facilmente prevedere, verso quello casual. L’incredibile successo di iPhone e iPod Touch e la mole spropositata di giochi scaricati dall’App. Store hanno fatto capire in quel di Cupertino che il mercato di settore è sconfinato, e cavalcare l’onda diventa addirittura fondamentale quando ogni singolo gioco e applicazione venduta passa per il tuo store. E’ in quest’ottica che Apple ha compiuto veri passi da gigante negli ultimi 2 anni. Nei keynote con tema iPhone, il gaming ha sempre più spazio, non passa fiera di settore o evento nel quale non si rimarchi la voglia di primeggiare anche nel campo del mobile game, con accordi sempre più importanti con le diverse case di sviluppo, che vedono in iPhone (e iPad) possibilità sempre più grandi. Quando iPad fu presentato, fu messa bene in chiaro la sua spiccata propensione al gaming e alla possibilità di gestire l’alta definizione, tanto che furono annunciate di lì a poco versioni di giochi già esistenti in alta definizione specifiche per la nuova piattaforma. Solo pochi giorni fa, con la presentazione di iPhone OS 4.0, Apple ha introdotto quello che spera sarà un suo personale Xbox Live: achievement, liste di amici, inviti per partite multiplayer, ladder e gamer rank online, il tutto condito in salsa social network che ultimamente sembra essere la conditio sine qua non per la presentazione di un qualsiasi servizio on line. E, per adesso, queste scelte stanno pagando bene: nell’ultimo anno iPhone OS ha visto un incremento della sua quota di mercato handheld quasi 4 volte superiore a quella dell’anno precedente, passando dal 5 al 19%, a discapito di DS e soprattutto PSP.
“Cake, followed by grief counseling, will be available at the end of the testing period“ Nello scenario appena descritto si incastra alla perfezione forse l’ultimo tassello che ancora realmente mancava, e cioè l’annuncio di Valve di creare una versione di Steam (e del suo motore Source) nativa per i computer con la mela. La compagnia (ormai software house pare quasi riduttivo) ha annunciato che verranno convertiti in maniera nativa i suoi titoli più famosi, dall’intera serie di Half Life a Team Fortress 2, da Left 4 Dead (1 e 2) a Counter Strike, fino ad arrivare allo splendido Portal e al suo appena annunciato seguito. Oltre a questo elenco di titoli ufficialmente supportati, Valve ha tenuto a specificare altri dettagli interessanti, quali il sistema “Steam Play” che rende un gioco già acquistato per Windows immediatamente fruibile anche per Mac senza costi aggiuntivi, la condivisione di server e lobby con gli utenti PC, e la promozione della piattaforma Mac Os X al livello di “tier-1”, cioè in sostanza alla pari di tutte le altre (tranne forse PlayStation 3, piattaforma indigesta a Valve). A questi annunci sta seguendo la ricerca dei betatester che potranno provare in anteprima la bontà del lavoro di riscrittura di Source, facendo salvo che il periodo di rilascio comunicato da Valve è fine aprile.L’importanza di questo annuncio non è però da ricercarsi nella conversione di questi pur validissimi prodotti (si può già da tempo infatti giocare a versioni emulate attraverso WIne o Crossover, o, come ogni buon mac user sa, con Bootcamp), quanto nel trend che potrebbe affermarsi nel caso in cui la manovra di Valve si rivelasse vincente: una nuova stagione nella quale sviluppare per Mac potrebbe essere visto come una scelta economicamente sensata. Newell e Lombardi sanno oltretutto che questa è una grossa occasione per loro, perché, ad eccezione di iTunes che per il momento si occupa di altro, forti dell’esperienza accumulata, il talento indiscusso, e gli ottimi rapporti con tutti i più grandi publisher, potrebbero andare ad occupare un settore fino ad ora lasciato vacante (se togliamo MacGamesArcade che però non può vantare il parco titoli e l’esperienza di Valve) che alzerebbe non di poco l’interesse verso il gaming su Mac.Rimane però ancora un’incognita, e non di poco conto, che si manifesterà in maniera più chiara proprio in caso di successo di questa operazione: la tendenza monopolistica di Apple. La casa di Cupertino infatti è sempre stata gelosa dei suoi prodotti curando (e soprattutto controllando) con attenzione qualsiasi passaggio della catena produttiva e distributiva, e difendendo strenuamente, spesso ai limiti del lecito, ogni sua proprietà intellettuale o creazione, dai formati video alle porte firewire, dall’aver fatto di iPhone un device in sostanza blindato (nelle intenzioni almeno) al rigidissimo sistema di approvazione e distribuzione delle applicazioni. Con questi presupposti quindi è facile prevedere che l’ampiezza del successo di Steam potrebbe non dipendere solamente dalla capacità di Valve di fare da pioniere e aprire la strada, ma anche dallo spazio che le verrà di fatto concesso. Perché un conto è invogliare lo sviluppo e la conversione di giochi in ambiente Os X, un altro è concedere abbastanza spazio a Valve per creare un vero proprio polo di distribuzione software sotto il proprio naso senza averne il diretto controllo. La riuscita di questo progetto passa quindi anche dal bilanciamento (che si dovrà per forza di cose ancora definire) del desiderio di Apple di ampliare la propria offerta ludica sulla linea Mac e il rischio di spalancare l’uscio di casa a Valve facendosi soffiare un modello di business che tante soddisfazioni gli sta dando in campo mobile.
Steam per Mac è quello di cui gli utenti avevano bisogno. Un pioniere, Valve, che mette a disposizione la propria esperienza e il proprio know-how in campo ludico (oltre ad un parco titoli non indifferente) per la creazione di un nuovo hub che funga da punto di partenza per la rinascita del gaming su macchine Macintosh. Se Valve sarà seguita e supportata dagli altri sviluppatori e publisher, e non invece ostacolata da Apple, timorosa di vedersi soffiare sotto il naso un business promettente, allora potremmo parlare di un chiaro successo dell’operazione e soprattutto di una ventata d’aria fresca in casa Os X.