Spiderman: Homecoming

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a cura di Nicolò Bicego

Redattore

Essere un fan dell’Uomo Ragno è davvero dura. Ogni qualvolta un film del Tessiragnatele viene annunciato, cosa che accade piuttosto di frequente, è inevitabile essere pervasi da un hype incontenibile, che porta inevitabilmente a vedere e rivedere ogni tipo di immagine o trailer disponibile per poi lanciarsi in folli ipotesi su che cosa accadrà nelle prossime avventure di Peter Parker. Poi, però, l’hype lascia lo spazio alla paura: perché un fan non può dimenticare Spiderman 3 così come non può dimenticare il recente Amazing Spiderman 2. Due film che, volendo promettere troppo, hanno finito per crollare su se stessi.
E adesso ci risiamo: abbiamo finalmente un trailer di Spiderman: Homecoming e la data di uscita si fa sempre più vicina. Riuscirà lo sforzo coeso di Sony e Marvel a regalarci il film di Spiderman che da anni aspettiamo? Nell’attesa, ricapitoliamo quali insegnamenti  dovrebbe prendere dagli sbagli dei suoi predecessori l’ennesimo reboot dell’Uomo Ragno.
Quantità non significa qualità
Sarò sincero: quando venne annunciato Amazing Spiderman 2, con le sue locandine straripanti di personaggi, mi caddero le braccia, la testa e tutto quello che mi poteva cadere. Non riuscivo a credere che Sony volesse ripetere l’errore dello Spiderman 3 di Raimi: inserire troppi personaggi e troppi archi narrativi in una sola pellicola. Ai tempi, però, cercai di entrare in sala senza pregiudizi: mi ripetei che, magari, ce l’avrebbero fatta. E invece Amazing Spiderman 2 falliva proprio negli stessi punti del suo antenato: l’eccessivo numero di nuovi arrivati si era tradotto in mancanza di focalizzazione, e giunti ai titoli di coda si scopriva che non c’era stato spazio per approfondire neanche uno dei nemici presentati.
“Il troppo stroppia”. Mai un detto fu vero come in questo caso: comprimere a forza troppi antagonisti, comprimari, story arcs, ha portato in entrambi i film ad una fastidiosa sensazione di superficialità. In uno abbiamo visto Venom, Sandman e New Goblin, senza che nessuno venisse approfondito a dovere; nell’altro, in modo se possibile più marcato, abbiamo visto la stessa situazione con Goblin, Electro e Rhyno. In Amazing Spiderman 2 la situazione era aggravata dall’aver inserito fin troppi accenni a storyline che non venivano poi sviluppate: i genitori di Peter, l’indizio finale sui Sinistri Sei e chi più ne ha, più ne metta.
Dietro a tutto questo si celava il neanche troppo velato tentativo di Sony di costruire un universo narrativo che potesse competere con il MCU della Marvel: un compito non facile visto che poteva contare solo sui diritti del Tessiragnatele. Il fatto che che Marvel e Sony abbiano trovato un accordo fa  però ben sperare: adesso l’universo narrativo c’è già, e si tratta solo di inserirci Spiderman all’interno. Ma, si sa, “fidarsi è bene, non fidarsi è meglio”.
Da grandi superpoteri…
Derivano grandi super-nemici. Spiderman è uno dei supereroi Marvel di punta nel mondo fumettistico, e non stupisce che, nel corso degli anni, abbia fronteggiato diverse nemesi, delle quali solo una misera parte è stata trasposta su pellicola. Dunque, per Spiderman: Homecoming e per i suoi futuri sequel la scelta è sicuramente ampia. Quello che conta, tuttavia, non è quali villain sceglieranno di portare su schermo, ma il modo in cui lo faranno. Purtroppo, i Marvel Studios sembrano avere una grande difficoltà nel proporre antagonisti credibili e carismatici: Doctor Strange è solo l’ultimo esemplare di un’illustre serie di nemesi con lo spessore caratteriale pari a quello del pomello di una porta che non viene pulita da molti anni. Lo stesso si può dire dei precedenti film di Spiderman, nonostante ci siano piacevoli eccezioni come Octopus. I due Amazing Spiderman sono stati particolarmente afflitti da questo problema considerando che né il dottor Connors (aka Lizard), né Electro si sono rivelati personaggi particolarmente memorabili. Sembra proprio che, nel voler proporre il miglior Spiderman (inteso come personaggio) possibile, gli sceneggiatori si dimentichino che a fare grande un supereroe sono anche le sue nemesi. Per questo ci auguriamo di vedere sul grande schermo un antagonista degno del nome di Spiderman: la serie a fumetti offre un numero infinito di personaggi indimenticabili, sarebbe un peccato vedere l’ennesima occasione sprecata.
Reboot di un reboot
L’ultimo errore è quello che più possiamo considerare, almeno in parte, scongiurato. Trattandosi del secondo reboot cinematografico del franchise nel corso di pochi anni, Spiderman: Homecoming ha il difficile compito di ripercorrere tappe obbligate della formazione di Spiderman senza farle pesare su chi quelle tappe le ha viste già due volte sul grande schermo. Questo non significa evitare di trasporre certe situazioni: certi eventi fanno parte del Tessiragnatele tanto quanto la sua tuta rossa e blu, e pensare di avere Spiderman senza di essi è quasi un controsenso. Gli sceneggiatori dovranno quindi trovare il giusto compromesso tra una mera rivisitazione del già visto ed una totale assenza di certe storyline e personaggi. Se al momento sembra che non vedremo nuovamente morire lo zio Ben davanti ai nostri occhi, viene naturale chiedersi come verranno trattati altri personaggi estremamente importanti per la formazione di Peter, due su tutti Gwen Stacy e Mary Jane Watson, la seconda completamente assente dal ciclo di Amazing Spiderman (nonostante fossero state girate delle scene che la vedevano comparire nel secondo capitolo). Ad oggi è impossibile dire quale strada decideranno di percorrere i produttori, dunque non ci rimane che attendere fiduciosi, consci che si tratta di un dilemma di cui non è facile venire a capo.

Contenere l’hype per Spiderman: Homecoming è difficile per chiunque ami profondamene il personaggio. Dopo l’esaltazione per il trailer, però, è solo naturale avere paura, paura del ripetersi di quegli sbagli che hanno già affossato, in precedenza, il franchise. La nostra speranza è di poter uscire dalla sala tirando un sospiro di sollievo, piuttosto che mormorando un sommesso “io l’avevo detto” e di avere finalmente un film di Spiderman da amare senza se e senza ma, qualcosa che aspettiamo da ormai troppi anni.

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