Speciale Tomb Raider: Lara Croft

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a cura di Fatum92

Di personaggi, il mondo videoludico ne è pieno. Le personalità che sappiano spiccare dalla massa, però, sono decisamente di meno. Creare un buon character, insomma, non è un’impresa semplice, considerando anche quanto spesso anonimi e privi di spessore siano i protagonisti dei titoli attuali e passati, o persino quelli delle produzioni cinematografiche e letterarie. Tuttavia, ogni forma di intrattenimento ha le sue icone, le sue mascotte. I videogiochi possono sicuramente fare affidamento su un simbolo come Super Mario, vero rappresentante del nostro medium, contraddistinto sì da una caratterizzazione estremamente semplice, ma, a modo suo, carismatica. In ogni caso, i big da citare sarebbero veramente tanti e finiremmo irrimediabilmente col fare torto a qualcuno se ne dimenticassimo anche solo uno. Poco importa, alla fine, dato che quest’oggi abbiamo deciso di concentrarci soltanto su Lara Croft, l’intrepida avventuriera della serie di Tomb Raider.

Le origini di LaraDurante i primi anni novanta, sei persone decisero di incontrarsi per realizzare un videogame di successo. Una storia comune per quei tempi, se non fosse che, tra essi, era presente un tizio chiamato Toby Gard. Dopo numerose sperimentazioni, infatti, Toby e i suoi colleghi diedero vita a una delle eroine più amate dal popolo di giocatori e non solo: Lara Croft, appunto. La genesi del personaggio passò verso diverse fasi. In principio, Lara era un uomo, una sorta di versione inglese del tanto osannato Indiana Jones. Una scelta troppo banale, scontata, bisognava pensare a qualcosa che restituisse un’impressione innovativa, “nuova”. Non vi era altra via, dunque: era necessario un drastico cambiamento di sesso. Nacque così Laura Cruz; questo, in principio, il nome della bella cacciatrice di tesori, di origine latina. Le trasformazioni non erano ovviamente finite qui, visto che Eidos impose agli sviluppatori di modificare il nome (e la nazionalità) proprio in Lara Croft, considerato più appetibile per il grande pubblico. Inoltre, si dice che un giorno, il suo creatore, lavorando alla modellazione poligonale, finì inavvertitamente per mettere le mani proprio sul seno della giovane donna, ingrandendolo in maniera esponenziale. Visto il risultato, dopo un’attenta analisi, il team decise di mantenere le dimensioni maggiorate. Questo incremento, del ben 150%, fu uno degli aspetti per cui Lara Croft divenne famosa come sex symbol virtuale.

Chi è Lara?Nell’universo immaginario creato dagli sviluppatori, Lara Croft nasce in Inghilterra sul finire degli anni sessanta. Nonostante la morte di entrambi i genitori, la sua vita si dimostra agiata e figlia del benestare. A dispetto della sua prestigiosa classe sociale, in quanto contessa (il suo nome completo è infatti Lady Lara Henshingly Croft), la giovane non si interessa alle buone maniera, preferendo di gran lunga la vita spericolata da archeologa. Vita che gli consente di mostrarsi per ciò che è realmente, ovvero una persona audace, intelligente, forte, temeraria e abile. Sin da ragazzina comincia a studiare le antiche civiltà e i segreti celati dietro a esse, scoprendo siti importanti e acquisendo una certa notorietà tra gli studiosi. Le sue principali avventure divengono così i numerosi capitoli che compongono la serie. Già dal suo esordio, con il primo Tomb Raider, l’affascinante Lara si è ritagliata un posto nel cuore di molti appassionati, sia uomini che donne. Un’eroina, infatti, era una scelta moderna per l’epoca, sicuramente in grado di attirare molta attenzione, se teniamo poi presente lo stereotipo del protagonista maschio e impassibile. Questo, unito alla buona caratterizzazione del personaggio e alla cura grafica, la resero presto una vera e propria icona dei videogiochi. Malgrado l’abbandono del suo creatore dopo un solo episodio, a causa delle troppe pressioni commerciali di Eidos, l’archeologa continuò la sua scia di successo, comparendo persino su moltissime copertine di giornali. Sono perfino di più le illustrazioni e i dipinti che la raffigurano, ispirati dalle curve e dalle eleganti movenze del suo corpo poligonale.

Un percorso in declinoA ogni modo, senza una buona giocabilità, Tomb Raider e, conseguentemente, Lara Corft, non sarebbero ciò che sono oggi. Il 1996 fu l’anno in cui il gioco originale uscì sul mercato. Il titolo si contraddistingueva per la varietà di situazioni (tra sparatorie e cervellotici enigmi) e delle ambientazioni, che spaziavano dall’Egitto alla Grecia. Più di ogni altra cosa, però, il carattere avventuroso dell’esperienza si dimostrò il vero punto vincente della produzione, la quale riusciva a coinvolgere e immedesimare il fruitore trasportandolo in vicissitudini e imprese epiche, al pari dell’epopee di Indiana Jones; con la differenza che qui si era gettati proprio nel bel mezzo dell’azione. Per l’avanguardia tecnica raggiunta, inoltre, Tomb Raider non impiegò molto a ottenere la giusta fama e popolarità che meritava.Un secondo capitolo era quindi immancabile. Tomb Raider II portava Lara in luoghi come la Cina e, addirittura, la bellissima città di Venezia. Il sequel riprese le meccaniche originarie, dimostrandone ancora una volta l’assoluta bontà.Evitando di scendere in noiosi particolari, non vi è dubbio che la serie abbia collezionato parecchi successi, tuttavia, va anche detto che, per colpa delle esigenze prettamente commerciali, le quali finirono per rendere il brand un appuntamento annuale, lo spirito originario andò via via perduto. A segnare il vero declino fu il primo episodio per PlayStation 2, Tomb Raider: The Angel of Darkness. A nulla valse la rinnovata veste estetica della protagonista: la sesta avventura della nostra profanatrice di tombe preferita non poté assolutamente reggere il confronto con le peripezie passate. Benché non tardarono ad arrivare altri capitoli, l’attenzione mediatica verso la saga andò lentamente scemando. Oggi, però, Lara si prepara a tornare. Tomb Raider, infatti, è atteso per il prossimo anno su PC, PlayStation 3 e Xbox 360. Il titolo sembra voler riportate ai fasti di un tempo la serie, distaccandosi saggiamente dalle origini per approcciare in maniera differente sia il personaggio, proponendoci una Lara Croft diversa, prima che fosse la donna che noi tutti conosciamo, sia le meccaniche di gioco, votate a una spettacolarità e a un feeling quasi alla Uncharted. Ciò che teniamo a sottolineare è l’idea e la voglia dei creatori di dar maggior importanza al personaggio, riscrivendolo da zero, prendendo come punto di inizio il suo passato. Un modo intelligente per ricostruire la sua personalità, permettendoci di scavare più in profondità nella sua psiche, di farci cogliere al meglio il suo animo interiore: quello di una ragazza più umana, fragile, ma comunque capace di affrontare con coraggio e determinazione le numerose avversità della sua esistenza. Significativo anche il cambiamento di aspetto, più lontano dalla figura di sex symbol a cui siamo stati abituati, oltre che decisamente più appropriato all’ideale degli sviluppatori. Detto questo, ci auguriamo che la trama del titolo mantenga le promesse fatte dagli artisti del team, regalandoci una storia interessante e, soprattutto, una Lara emotivamente caratterizzata ad hoc.

Lara sul grande schermoSenza contare le numerose parodie, le cosplayer (ufficiali o semplici appassionate) e i gadget di ogni tipo, dove Lara Croft ha saputo emergere all’infuori del campo ludico è soprattutto sul grande schermo, nella trasposizione cinematografica di Tomb Raider. A prendere letteralmente le parti dell’avvenente avventuriera, non poteva che essere la bella Angelina Jolie, la quale ne ha interpretato il ruolo in due film, discretamente accolti. Una terza pellicola è attesa per il 2013, ma è ormai certo che Jolie non farà parte del cast.Vogliamo chiudere lo speciale con una piccola curiosità: per il primo Tomb Raider (ma non solo), in versione PC, fu realizzata da alcuni fan una strana patch, la quale permetteva di giocare con una Lara Croft… nuda.

Lara Croft è indubbiamente uno dei personaggi videoludici più conosciuti e famosi al mondo: una vera e propria celebrità. La prosperosa forma fisica ammaliò (e ammalia ancora oggi) tantissimi giocatori, mentre le giocatrici ritrovarono in lei una sorta di ideale di donna: forte e coraggiosa. A distanza di sedici anni dalla sua prima apparizione, Lara Croft sta per tornare. Questa volta non per rifarsi il trucco sfruttando ancora una volta la potenza delle nuove tecnologie, ma per mostrare il suo lato più umano ed emotivo. Ed è forse proprio ciò di cui la serie ha bisogno. Una nuova avventura, insomma, che sembra voler far conoscere una Lara più che bella fuori, “bella” dentro.

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