Il mercato dei videogames in Giappone sta affrontando una situazione piuttosto difficile. Schiacciato tra uno strapotere occidentale ed una propria incapacità di evolversi, il panorama software del made in Japan sembra ristagnare da troppo tempo. Pochi sviluppatori sono riusciti durante questa generazione a reggere il confronto con le produzioni americane ed europee, scontrandosi con prodotti di altissima qualità. Titoli che sembravano incarnare la perfezione come Gran Turismo hanno dovuto cedere lo scettro a concorrenti come Forza Motorsport; giochi come Final Fantasy, che fino a pochi anni fa erano sinonimo di JRPG si sono come sperduti alla ricerca di una nuova identità che poco ha convinto i fan di vecchia data. A peggiorare il tutto una situazione economica scoraggiante, con Nintendo che per la prima volta dopo tanti anni si ritrova in perdita, Sony che ha a che fare con tagli di personale, cadute in borsa e un lancio di PSVita disastroso, Square-Enix che vede defezioni e crolli di credibilità, Sega in grave difficoltà, e infine un dilagante interessamento di pubblico e developers verso il casual gaming, con conseguente formazione di piccoli team di sviluppo.
Ma per fortuna non tutto finisce nel baratro, e gli esperimenti migliori vengono puntualmente premiati, come quel Dragon’s Dogma che si è posto di prepotenza sotto i riflettori, i franchise Nintendo che macinano ancora milioni, il sempreverde Street Fighter, il coraggioso Dark Souls, o le follie di Platinum Games.
Famitsu ha intervistato alcune tra le più importanti personalità del mercato videoludico giapponese, cercando di capire in che direzione si evolverà il mercato, e quali saranno i titoli rappresentanti del prossimo futuro. Vi riportiamo le dichiarazioni di alcuni dei più importanti sviluppatori nipponici qui sotto, per capire cosa ne pensano loro.
Hideaki Itsuno (Capcom) desidera realizzare un degno sequel per Dragon’s Dogma. Il mondo di gioco nel primo capitolo è grande due terzi dell’idea che aveva in mente quando ha cominciato lo sviluppo, e ci sono molti elementi (secondo le sue parole tra il 30 ed il 40% del totale) che non ha avuto il tempo di inserire nella versione finale. Tra queste idee va menzionata quella di poter ideare e creare delle quest personalizzate, da far poi intraprendere al proprio personaggio. Considerato il successo del gioco un seguito potrebbe dare spazio a nuove idee, e la trovata della quest utente avrebbe sicuramente una grande presa online, qualora fosse possibile condividerle.
Itsuno si è anche detto interessato a realizzare un fighting game con caratteristiche uniche, diverso dalla concorrenza. In particolare il designer vorrebbe dare la possibilità di creare un proprio lottatore, utilizzando un sistema che non avvantaggi i veterani del genere. Itsuno sottolinea di avere molte idee riguardo alle basi del gameplay.
Il designer ha inoltre espresso il proprio apprezzamento per il simulatore A Train, comunicando anche che comincia a vedere all’orizzonte una conclusione per quanto riguarda DmC: Devil May Cry.
Kenichi Ogasawara (Tecmo Koei) desidera realizzare un’altra ramificazione della serie Musou, che vada ad affiancarsi alle due già esistenti Sangoku Musou (Dynasty Warriors) e Sengoku Musou (Samurai Warriors). Inoltre vorrebbe sviluppare uno di questi giochi ponendo maggiore enfasi sul movimento e sperimentando una struttura open world. Ciò sarebbe motivato dal bisogno di coinvolgere maggiormente il giocatore nell’atmosfera di una grande battaglia, lasciando ad esempio impersonare un solo combattente che può scegliere come approcciarsi in uno scontro che esiste a prescindere da lui, aumentando il senso di inesorabilità e la drammaticità di quanto accade. Sempre a proposito di drammaticità, Ogasawara ha dichiarato che vorrebbe lavorare al franchise di Nobunaga’s Ambition (dice che è sempre stato il suo sogno da quando è entrato nella compagnia), e che se potesse farlo vorrebbe dar risalto alla componente umana e tragica.
Yosuke Hayashi (Team Ninja) comunica invece che sono in cantiere tante novità per quanto riguarda la serie di Ninja Gaiden. Per quanto riguarda invece Dead or Alive 5, Hayashi ci informa che al momento il team sta lavorando alacremente per dare un effetto di morbidezza alla pelle delle ragazze, in modo da amplificarne la sensualità.
Toshihiro Nagoshi (Sega) ha espresso una crescente preoccupazione per il mercato giapponese, e in particolare per quello delle console fisse. Pare che i giocatori si stiano rapidamente disinteressando al gioco casalingo, e sarà compito degli sviluppatori analizzare la situazione in modo da stimolare l’interesse di chi ha smesso di giocare.
Nagoshi ha parlato anche dello studio responsabile del franchise Yakuza, Ryu ga Gotoku. I ragazzi del team hanno dimostrato un grande entusiasmo all’idea di realizzare un gioco online, e al momento si stanno vagliando molte opzioni. La cosa fondamentale è fare in modo che il tutto non si riduca a un semplice Yakuza MMO, introducendo delle meccaniche che possano effettivamente rendere il prodotto interessante. Il tutto potrebbe essere accompagnato da un modello free-to-play, ritenuto dallo sviluppatore molto intelligente.
Naoki Yoshida (Square Enix) sta facendo del suo meglio per migliorare la situazione di Final Fantasy XIV, e ci parla della sua intenzione di inserire il Gold Saucer di Final Fantasy VII all’interno del MMORPG. Yoshida aveva già lasciato intendere la volontà di eseguire un vero e proprio lavoro di fan service nei confronti di chi ancora gioca con l’ultimo titolo online della compagnia.
Lo sviluppatore ha inoltre confessato un profondo amore per le opere di Matsuno, Akihiko Yoshida e Hiroshi Minagawa e, se potesse realizzare un gioco da zero, gli piacerebbe convertire in un videogame lo stile artistico di Yoshida.
Keichiro Toyama (Sony Computer Entertainment) esprime il forte desiderio di realizzare un seguito per Gravity Rush/Daze. Lo sviluppo dipenderà principalmente dalle richieste dei fan, alle quali si darà particolare ascolto anche per possibili modifiche al gameplay. Toyama si è detto anche molto interessato a sperimentare nel genere degli hack and slash, tipologia che ben si sposerebbe con una console portatile.
Toyama ha inoltre detto di aver passato di recente molto tempo a giocare con Puzzle and Dragons.
Motohide Eshiro (Capcom) ha sottolineato interesse nel divenire un produttore che tratti non solo videogames per il mercato consumer, ma anche software social, lavori per il mercato video ed altri ambiti dell’entertainment. Ha anche detto che gli piacerebbe creare un gioco arcade da cabinato di genere beat ‘em up in stile Final Fight, utilizzando le moderne tecnologie in campo grafico e sonoro.
Eshiro si augura inoltre che Capcom possa formare una imponente joint venture con molte altre compagnie, in modo da combattere sia economicamente che quantitativamente contro l’avversione dei giocatori occidentali verso il software orientale. Eshiro l’ha definita letteralmente “la lotta contro quest’idea di pecore nere che ci arriva da oltre oceano”. D’altra parte il nostro Eshiro ha anche ammesso di ritenere eccezionale il mercato occidentale, con risultati da spavento che gli sviluppatori giapponesi non potrebbero mai raggiungere se si limitassero a copiare. Per questo motivo si augura che i suoi colleghi se ne escano fuori con idee originali ed intriganti.
Suda 51 (Grasshopper Manufacture) ha dichiarato che sta continuando a lavorare per far sì che i giocatori non associno necessariamente il suo nome a quello della compagnia, che è piena di grandi talenti. Ritiene che l’elemento online è e sarà fondamentale soprattutto nei titoli futuri, motivo per cui desidera provare ad inserire alcuni elementi social o di condivisione all’interno dei propri giochi.
I lavori su Killer is Dead continuano senza sosta, ma Suda ha chiesto alla stampa di attendere ancora un po’ prima di svelare ulteriori informazioni sul progetto. Il designer ha inoltre fatto un cenno alla possibilità di cominciare presto i lavori su un gioco progettato interamente da lui.
A nessuno piace essere secondi, e i giapponesi non se ne staranno a guardare. La situazione economica è pessima, ma qualche segnale di ripresa c’è. Nintendo ha sensibilmente ridotto le perdite, 3DS vende ottimamente e presto Wii U aggredirà il mercato. Sony dovrebbe, dal canto suo, svegliarsi con la situazione PSVita, cercando di supportarla a livello pubblicitario e con software che le renda giustizia, piuttosto che ignorarla in una manifestazione importante come l’E3. Square-Enix continua invece la sua battaglia in nome di un titolo economicamente disastroso, che da solo ha causato danni per quasi 150 milioni di dollari. Forse avrebbe avuto più senso ammettere il fallimento a investire sull’undicesimo capitolo (a 10 anni forte di un milione di giocatori paganti) o direttamente su un nuovo progetto. Capcom sembra al momento la compagnia più in salute, l’unica che abbia saputo alzare la testa e rispondere con orgoglio e qualità al potere occidentale.
Insomma, la situazione in fondo ha qualche spiraglio. Ci auguriamo che i nostri amici del paese del sol levante si riprendano presto, almeno in nome della diversificazione dell’offerta videoludica, che tra FPS tutti uguali non è proprio rosea.