Per conquistare il pubblico ed entrare nell’immaginario collettivo o segnare semplicemente un punto di svolta in genere conta più la qualità che la quantità. Basti pensare al gruppo dei Sex Pistols, con un solo album all’attivo, che di fatto ha inventato un genere o alla serie a cartoni animati Wacky Races, con un’unica annata di programmazione negli anni Sessanta, che viene ancora trasmessa e presa come modello. È analogo, riferendoci al mondo dei videogiochi, il caso di Punch-Out!!. Questo “simulatore” di pugilato vanta tre soli episodi (più una sorta di arrangiamento) ed un quarto in sviluppo per Nintendo Wii dopo quindici lunghi anni di latitanza dalle console, ma gode ancora di grande stima tra gli appassionati.Questa serie è breve ma intensa, come i colpi di fulmine, con un vero e proprio apice ai tempi del NES. Prima di addentrarci nelle meccaniche di gioco è bene però soffermarci su due fattori fondamentali legati ai nostri tempi.Il pugilato sta attraversando una lieve fase di declino legata alla mancanza di vere e proprie icone del ring ed alla crescente diffidenza verso questo sport nobile e antico, ma al tempo stesso indiscutibilmente violento. La rilettura operata da Nintendo si allontana dalla realtà di questa disciplina, ma la base di fondo, una scazzottata tra due esseri umani (virtuali), rimane inalterata.L’altro spunto di riflessione si collega al nome che Nintendo aveva associato a PO!! in occasione dell’episodio più rappresentativo: Mike Tyson. La controversa storia personale di questo atleta ha costretto Nintendo a correre ai ripari lanciando una versione leggermente alternativa del gioco, quella presente sulla Virtual Console, di fatto privando i giocatori di una delle attrattive principali. Rispetto a una ventina di anni fa, come tendenza generale, sono sempre meno di moda i titoli che si associano al nome di uno sportivo famoso. L’accordo con un personaggio reale è inoltre, nella storia della Grande N, un caso unico. La crisi del pugilato e la perdita del nome di traino della serie potrebbero aver contribuito all’accantonamento della serie. L’importante è che l’attesa sia finita e che presto torneremo ad indossare i guantoni da boxe firmati Little Mac.
Oggi mi sento impalpabilePunch-Out!! esordisce in sala giochi nel 1984 ed ottiene ampi consensi di pubblico rientrando anche nella graduatoria dei titoli più apprezzati in quella annata. Controllando un pugile in una sorta di prima persona, simulata da una sagoma verde semitrasparente, si affrontano alcuni avversari improbabili provenienti da ogni parte del mondo. In questo primo episodio non è ancora stata scelta una direzione precisa a livello stilistico. I buffi avversari stridono con la seriosa figura dell’arbitro. Il titolo, che non possiede una vera e propria trama e neppure un finale, è in sintonia con i videogiochi di quegli anni legati specialmente alla ricerca dei record. Alcune idee già si intravedono, ma la sensazione è che manchi qualcosa per poter raggiungere veramente il cuore dei videogiocatori. Ben diverso è il destino di Mike Tyson’s Punch-Out!! lanciato nel 1987 su NES. La fascia di pubblico su cui fa presa la console a 8-bit impone a Nintendo strategie meglio calibrate. Il protagonista diventa il mingherlino Little Mac, Mario è l’arbitro e la componente macchiettistica degli avversari è sempre più sviluppata. Gli incontri esulano ben presto dal pugilato vero e proprio, con mosse poco lecite, tecniche speciali e atleti in bilico tra il comico e l’inquietante. Molti personaggi sembrano usciti da un ring di Wrestling e tutto assume i contorni di un gioco musicale. Occhiolini, tic e passi di danza ritmano l’incontro come in una sorta di balletto. Ogni match, su tre round, richiede tempismo e strategia. Le tre categorie aprono al gran finale contro l’inespugnabile Tyson. L’avversario finale di Punch-Out!! featuring Mr. Dream, l’aggiornamento creato in fretta e furia per sfuggire ai guai giudiziari del pugile statunitense, fa perdere l’ultimo legame con la realtà.Inferiore alle aspettative risulta infine Super Punch-Out!! lanciato su Super NES nel 1994. Il titolo, che riprende almeno nel nome l’omonimo gioco da sala del 1985, perde la magia del capitolo precedente e di fatto segna l’interruzione della saga per quindici lunghi anni. La sparizione di Little Mac ed un livello di difficoltà altalenante penalizzano un prodotto che rivisto con gli occhi di oggi possiamo comunque rivalutare.
E questi dove li hanno presi?La serie, oltre ad una meccanica di gioco assai originale, punta sulla caratterizzazione dei protagonisti. Little Mac appare subito inadeguato, ma dopo aver messo K.O. i primi mastodontici avversari si comincia a provare una certa soddisfazione. L’allenatore Doc Louis è una miniera di saggi consigli e spesso risulta la chiave per la vittoria. Chi ha provato l’episodio per NES certamente ricorderà l’allenamento in tuta rosa con Louis al seguito in bicicletta al termine di ogni categoria di peso. La statua della libertà come sfondo e la password come “premio finale” della corsa rappresentano la cura riposta dagli sviluppatori.Oltre ai due protagonisti vanno ricordati Glass Joe, King Hippo, l’alcolico Soda Popinski, il “musicale” Mr. Sandman, Bald Bull e l’italianissimo Mad Clown. Ognuno di questi figuri strappa nel giocatore inevitabili risate. Glass Joe appare traballante fin dai primi secondi di gioco e dopo le solite fasi di studio ci si rende conto di quanto non esista sparring partner migliore. Lo spagnoleggiante Don Flamenco ci consente sequenze incredibili di ganci e cadute in sequenza. Bald Bull ci angoscia col suo assillante colpo segreto. Il vero eroe è però l’inossidabile King Hippo, tra l’altro protagonista malvagio di un pessimo cartone animato sui videogiochi prodotto a fine anni ottanta, vera icona anche per l’episodio su Wii. La resistenza ai colpi di questo solido incassatore ed il volto stralunato dopo la prima e unica caduta valgono quasi da soli il successo della serie. Non tutti gli avversari sono così carismatici e specie nell’episodio per Super NES si avverte qualche scelta un po’ troppo seriosa (quasi rude come il combattente irlandese Aran Ryan) che ha portato fuori dallo stile del capitolo precedente.
Punch-out!! ieri e oggiLa serie si è costruita una fama davvero meritata e, sul finire degli anni ottanta, questo era uno dei marchi più noti tra i possessori di console. Basti pensare, solo per citare un esempio della popolarità raggiunta, che nel sesto episodio della prima serie dei Simpsons “Lisa sogna il blues”, trasmesso nel lontano 1990, Bart ed Homer si sfidano ad un titolo di boxe che, a parte la modalità a due giocatori, richiama in tutto e per tutto il capolavoro Nintendo. Questa citazione in quello che è ormai un classico della televisione simboleggia quanto il titolo nella cultura americana fosse significativo in quegli anni. E poi come non dimenticare le apparizioni di Little Mac nell’ultimo Smash Bros. e nello stralunato Captain Rainbow.Per queste ragioni sono ancora più alte le aspettative di chi ha vissuto in prima persona l’episodio pubblicato ai tempi del NES di fronte al nuovo progetto indirizzato al Nintendo Wii.
Punch Out!! non è un titolo di pugilato, ma un insieme di tanti originali elementi. È un rhythm game, una simulazione e, ancor di più, uno stralunato insieme di macchiette apparentemente stonate alle prese con lo sport. Un videogioco vecchio più di venti anni che proverà a rinnovarsi senza stravolgersi, in maniera, speriamo, intelligente. Il tutto, a beneficio di un gameplay che prova ad essere al passo con i tempi ma, nel complesso, cerca anche di prendere le distanze dal caos che governa il mercato videoludico, scegliendo una strada particolare che non mancherà, come sempre, di essere seguita da innumerevoli gamers come accadeva in passato.