Più di chiunque altro, Naruto è forse il personaggio che maggiormente è riuscito ad avvicinare, e in alcuni casi superare, l’incredibile successo di pubblico avuto da Goku e compagnia, protagonisti del celebre Dragon Ball. La storia narrata dal maestro Akira Toriyama è iniziata nel lontano 1984 quando per la prima volta Dragon Ball ha incontrato i lettori del sol levante. Lo strepitoso successo della serie manga apre la strada a quella animata trasmessa in Giappone a partire dal 1986 e destinata a diventare un cult per gli adolescenti dell’epoca. Gli echi di questo grande successo arrivarono in Italia nel 1995, quando la Star Comics acquistò i diritti di pubblicazione del manga dalla Shueisha e propose la serie nel famigerato “formato sottiletta”. Seguirono poi un’impressionante quantità di ristampe, edizioni rivedute e corrette, in grande formato, con pagine a colori e così via. Ma perché parliamo di Dragon Ball, se l’articolo è intitolato a Naruto? Semplice, perché possiamo dire che Dragon Ball ha letteralmente aperto la strada al fenomeno che vede protagonista il ninja biondo del Villaggio della Foglia. L’opera di Goku fu la prima a ricevere serie animate, lungometraggi, live action, libri, videogiochi e quant’altro. Poco più di un decennio dopo, Naruto ha ripercorso i passi della saga dei Sayan, travalicando i confini della nona arte, arrivando a diventare un fenomeno planetario fatto da anime, film, OAV e raccogliendo attorno a sé una nutrita schiera di fedelissimi lettori e cosplayer. Noi ovviamente ci interesseremo dell’aspetto videoludico del fenomeno, ma per fare questo è necessario partire dagli albori.
Un po’ di storia extraludicaNaruto nasce dalla matita del maestro Masashi Kishimoto, mangaka originario di Okayama, che dopo una serie di lavori minori pubblicati dalla Shueisha raggiunge il successo nel 1999 proprio con questa serie. Nonostante il manga sia in pubblicazione da più di dieci anni, non sembra risentire dello scorrere del tempo, consolidando ad ogni uscita un successo che inizialmente in pochi si sarebbero immaginati. In Giappone, Naruto è stato uno dei pochi manga ad aver venduto più di centoventi milioni di copie e negli Stati Uniti il numero nove è stato il tankobon più venduto della storia. Per quanto riguarda il bel paese, la serie esordisce sul mercato nell’aprile 2003 a cadenza bimestrale per un totale di sessantuno volumi, mantenendo un ritardo costante di due volumi rispetto alle uscite giapponesi. Come naturale conseguenza del successo editoriale, nell’ottobre 2002 ha debuttato la serie animata, arrivando a contare in tutto più di cinquecento episodi. È bene precisare che i numeri esposti fin’ora sono in continuo divenire in quanto l’inventiva del maestro Kishimoto sembra inesauribile, così come la voglia dei lettori di nuove avventure, scontri ed epiche battaglie.In breve il manga di Kishimoto narra la storia di un ragazzino di dodici anni abitante del Villaggio della Foglia, estremamente vivace e poco incline all’apprendimento delle arti ninja e alla padronanza del chakra. Nonostante le difficoltà Naruto non desiste, deciso a diventare il ninja più forte di tutti e arrivare a rivestire la prestigiosa carica di Hokage. Per via del suo passato, nel villaggio tutti guardano Naruto con diffidenza, isolandolo e costringendolo a vivere da solo consci della terribile minaccia che rappresenta. A sua insaputa, infatti, Naruto è depositario dello Spirito della Volpe a Nove Code, potente demone sigillato all’interno del ragazzo poco dopo la sua nascita. Questa scelta fu necessaria per impedire al Cercoterio di distruggere il villaggio e tutti i suoi abitanti, ma in molti hanno paura che la bestia possa risvegliarsi da un momento all’altro per terminare il lavoro lasciato incompiuto. Tra le numerose battaglie che è destinato ad affrontare, la più difficile sarà quella per padroneggiare il demone che si porta dentro, per piegarlo al proprio volere e sfruttare a pieno i suoi immensi poteri. Con numerosi archi narrativi, scontri epici e tecniche ninja spettacolari, Kishimoto riesce ad introdurre molti personaggi tutti ottimamente caratterizzati e in grado di far breccia nel cuore dei lettori. Negli anni Naruto è diventato un brand di peso nell’industria dell’intrattenimento e, com’è naturale, il suo successo è arrivato anche nel mondo del gaming, con più di una trentina di titoli al suo attivo. Nel corso del nostro speciale diviso in tre parti prenderemo in considerazione la maggior parte di essi, cercando di fornirvi il quadro più completo possibile in attesa del rilascio dell’ultimo capitolo: Naruto: Ultimate Ninja Storm 3. Ma partiamo dall’inizio. Era il 2003. Era il GameCube.
Il primo ninja non si scorda maiLa prima apparizione di Naruto in campo videoludico risale al 2003 quando per GameCube uscì Naruto: Clash of Ninja, un picchiaduro sviluppato da Tomy e pubblicato come esclusiva per la console Nintendo. La voglia di vedere il ninja biondo finalmente su console era tanta, ma il titolo non è stato in grado di soddisfare appieno i fan per colpa di un gameplay poco profondo e un livello di sfida troppo basso. Inoltre arrivò in Europa solo nel 2006, presentando un comparto grafico decisamente sottotono, visti il motore di gioco ormai datato e la totale mancanza di qualsivoglia miglioramento tecnico. La serie Clash of Ninja (o Gekitou Ninja Taisen!) riesce ad ottenere un discreto successo, contando al suo attivo una decina di titoli, tutti usciti in esclusiva per le home console Nintendo, GameCube prima e Wii poi. Dopo il primo capitolo, i ragazzi di Tomy continuano il loro lavoro sul titolo, aggiungendo nuovi personaggi legati alla prima serie manga e affinando il gameplay rendendolo più godibile e maggiormente gratificante. Anche il comparto grafico subisce un upgrade, con una grafica cel shading di buona fattura per il tempo. Diventata ormai una serie annuale, nei due anni successivi si susseguono altrettanti nuovi capitoli che si rivelano essere niente di più che dei more of the same senza novità degne di nota. Pregi e difetti rimangono sostanzialmente invariati, mentre aumenta la compagine di personaggi utilizzabili. Con l’uscita sul mercato del Nintendo Wii, dal 2007 la serie si arricchisce di tre nuovi capitoli rilasciati in poco più di un anno e mezzo l’uno dall’altro, e per la prima volta vengono utilizzati i personaggi della serie Shippuden al posto di quelli tradizionali. Grazie all’utilizzo del Wii Remote e del Nunchuk gli sviluppatori riescono ad aggiungere profondità al gameplay, arrivando ad offrire quattro differenti sistemi di controllo a discrezione del giocatore. Grazie al migliore hardware di Wii, la serie cerca di avvicinarsi sempre di più alla sua controparte animata, pur non riuscendo mai a stupire per pulizia e realizzazione tecnica. I titoli su Wii vengono divisi in due differenti serie parallele: Naruto Shippuden: Gekitou Ninja Taisen! EX e Naruto: Clash of Ninja Revolution. La prima viene rilasciata in Giappone e propone story mode e personaggi aggiornati alla trama dell’anime in onda all’uscita dei titoli, mentre i Revolution sono pensati appositamente per il pubblico occidentale, cercando di evitare il più possibile spoiler e quindi mutilando contenuti riguardanti trama principale e personaggi non ancora rivelati in occidente.Visto il grande numero di capitoli rilasciati a stretto giro di boa l’uno dall’altro, i giochi di Naruto vengono spesso penalizzati dalla critica per mancanza di innovazioni e novità, sia in termini contenutistici che di gameplay. Il combat sistem rimane sempre uguale a se stesso, così come il comparto tecnico e le modalità di gioco proposte. Inoltre permangono i difetti: tra tutti i problemi, i maggiori sono quelli legati agli scontri online, con un lag eccessivo che negli anni continua a permanere senza scuse per gli sviluppatori. L’apparizione di Naruto su Wii ha un po’ il sapore di un’occasione mancata, vista la grande base installata della home console Nintendo e un pubblico di ragazzi e appassionati che non avrebbero disdegnato un buon titolo sulle avventure del ninja biondo di Konoha.
Non tutte le ciambelle riescono col bucoDopo avervi parlato delle apparizioni videoludiche dell’opera di Kishimoto in terra Nintendo, spostiamoci in casa PlayStation 2. Sul monolite Sony sono usciti probabilmente due dei più brutti titoli del franchise visti su home console: trattasi dei due capitoli della serie Naruto: Uzumaki Chronicles, rivelatasi nettamente al di sotto della serie Ultimate Ninja, di cui parleremo nelle prossime puntate di questo speciale. Il primo capitolo è stato rilasciato in Giappone nel 2005 e arrivò in Europa dopo più di un anno e mezzo di attesa. Tecnicamente ben fatto, con una grafica e un sonoro curati, presenta delle lacune clamorose in termini di varietà e soprattutto di intelligenza artificiale. Se da un lato lascia al giocatore la possibilità di scegliere le missioni da eseguire e di esplorare liberamente il mondo di gioco, dall’altra un’IA inesistente e sfide sempre uguali a se stesse ne minano pesantemente la giocabilità. La possibilità di far crescere il proprio personaggio per quanto riguarda tecniche, parametri ed abilità è una plus importante, ma i difetti sopracitati rendono l’esperienza di gioco noiosa e ripetitiva. Le idee ci sono, ma le lacune in fase di realizzazione sono davvero pesanti. Come già accaduto con i titoli Nintendo, Naruto: Uzumaki Chronicles 2 invece di sviluppare ulteriormente i buoni spunti presenti nel primo capitolo e correggerne le mancanze, si limita solamente ad allargare il roster. Gli sviluppatori ripropongono un titolo uguale al prequel, lasciando il solo appeal del nome a trainare le vendite di un prodotto che è stato un vero e proprio buco nell’acqua.
Con questa prima parte del nostro speciale dedicato a Naruto abbiamo analizzato la storia del brand, dalla sua genesi all’esordio nel mondo videoludico. Il clamoroso successo del manga di Kishimoto si è presto allargato coinvolgendo anime, film, OAV e videogame ripercorrendo le tappe tracciate da un’altra opera famosissima anch’essa nata dalla penna di un mangaka: Dragon Ball. Fino ad ora sono stati pubblicati una trentina di titoli riguardanti il ninja biondo di Konoha e in questa prima parte dello speciale abbiamo analizzato le serie mediocri pubblicate su console Nintendo e i due discutibili titoli apparsi su PlayStation 2. La prossima tappa saranno i titoli portatili, restate con noi!