Sognando Metroid Prime 4

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a cura di Nicolò Bicego

Redattore

Metroid non è un franchise semplice, per Nintendo. Da una parte, è una serie iconica, con una sua nutrita fan base che, da anni, attende l’annuncio di un nuovo capitolo. D’altro canto, però, si tratta di una serie di nicchia, che non è mai stata in grado (e chissà se mai lo sarà) di godere del successo di vendite delle sue serie più famose, nonostante molti capitoli siano stati acclamati dalla critica. Annunciare non uno, ma ben due capitoli della serie nel corso di un solo E3 è certamente un segno importante: il segno di una Nintendo che vuole osare, che vuole riconquistare quella fetta di fan storici delusi dall’epoca Wii U.  Ma cosa potremmo attenderci da questo Metroid Prime 4, titolo ancora completamente avvolto dal mistero? 
Una cacciatrice solitaria
Per chi li avesse già giocati, non sarà difficile riportare alla memoria le emozioni provate con i primi tre Metroid Prime: la trilogia si è rivelata un’esperienza indimenticabile, un modo di rinfrescare il franchise di Metroid pur rimanendo fedele al suo spirito. Nei panni di Samus Aran, bella e letale cacciatrice di taglie, ci siamo trovati ad esplorare pianeti sconosciuti ed ostili, tanto ricolmi di bellezze naturali quanto di pericoli mortali ed insidiosi nemici. Per chi non è avvezzo alla serie, utilizzerei come termine di paragone (per rimanere in casa Nintendo) la serie di The Legend of Zelda, in particolare Breath of the Wild, per l’importanza che viene posta sull’esplorazione. E’ impossibile dimenticare le ore di gioco d’apertura sul primo capitolo di Metroid Prime: la sensazione di essere soli su un pianeta mai visto prima, Tallon IV, senza alcuna indicazione sul percorso da seguire o su cosa fare. Sta a noi battere palmo a palmo il pianeta per carpirne ogni segreto, per scoprire la storia dei suoi abitanti e capire come affrontare la nostra missione. Insomma, Samus è un’esploratrice nata, e tanto quanto il nostro eroe vestito di verde si trova a dover viaggiare in lungo e in largo per un mondo ignoto. Quello che cambia, ovviamente, è tutto il resto: Metroid Prime è un FPA (First Person Adventure, termine che, al di fuori di questa saga, trova ben poche altre applicazioni), con ambientazione fantascientifica e con un grande accento posto sulla sensazione di solitudine. Certo, Link è solo durante la sua avventura, ma ha spesso compagni pronti ad aiutarlo, di modo che il giocatore non si sente mai solo di fronte all’impervia minaccia. Con Samus, al contrario, si ha un’ineluttabile sensazione di solitudine: la cacciatrice di taglie non è un eroe in attesa di compiere la sua missione, ma un’esploratrice e combattente che si muove da sola lungo l’universo. Da Metroid Prime 4 ci aspettiamo dunque, innanzitutto, il mantenimento di questa atmosfera tenebrosa ed enigmatica, ponendosi in continuità con quanto visto nella trilogia. E’ logico aspettarsi il ritorno di enigmi, di location fantasiose e variegate, di creature grottesche e letali, di cunicoli claustrofobici, di paesaggi desolati che si contrappongono ad altri pulsanti di vita. Inoltre, visto che il titolo (provvisorio o meno che sia) è semplicemente Metroid Prime 4, possiamo presupporre che, dal punto di vista narrativo, si inserirà nella cornice delineata dagli altri titoli. Senza dubbio, però, visti gli anni passati dall’ultima release, Nintendo vorrà puntare su una storia fruibile anche dai nuovi utenti: i numeri di Switch daranno l’occasione di far conoscere il brand anche al di fuori della sua nicchia, dandogli finalmente il lustro che merita.
Una cacciatrice libera
Breath of the Wild ha fatto virare il franchise di Zelda verso l’open world, in modo a dir poco riuscito. Super Mario Odissey sembra voler proporre qualcosa di simile (vedremo quanto simile solamente tra qualche mese ancora) per il baffuto idraulico, a partire già dal primo trailer e dalla canzone che fa da tema portante per il gioco. Dovremo aspettarci qualcosa di simile per Metroid? Sarebbe quasi scontato dire di sì: dopotutto, già la trilogia offriva una buona libertà di movimento ai giocatori, proponendo una struttura open-world, seppur limitata dalla tecnologia del tempo e dalla conservazione di una struttura lineare di progredimento, per quanto non sempre evidente. Sembrerebbe quindi solamente naturale replicare con Metroid quanto fatto con Zelda e Mario: mettere a disposizione del giocatore un mondo vasto e variegato da esplorare liberamente, magari senza costringere il giocatore a seguire un percorso specifico per far progredire la storia. Poter scegliere il modo in cui esplorare il pianeta, l’ordine in cui affrontare i boss, essere in poche parole totalmente liberi: Metroid Prime 4 potrebbe essere l’occasione di realizzare questo sogno a tema fantascientifico. Si potrebbero chiedere anche più pianeti da esplorare (strada già battuta con Metroid Prime 3), ma qui non si tratta di una questione di quantità. Quello che vorremmo da Metroid Prime 4 è un mondo vivo, vasto, pulsante, con la sua misteriosa storia da raccontare, con i suoi popoli da conoscere e con la sua avventura da vivere. Vorremmo sentirci sperduti e piccoli come ci siamo sentiti in passato, godendo però del salto tecnologico di dieci anni. Che si tratti di un pianeta o di due, tre, non importa. Ovviamente, virare verso l’open-world non significa solo più libertà nell’esplorazione, ma anche l’inserimento massiccio di side-quests, magari con risolvi narrativi importanti. Da questo punto di vista, come dicevamo, sarà importante per Nintendo proporre una storia in grado di interessare tutti quanti, e non solo coloro i quali c’erano nel 2002 per giocare a Metroid Prime su Gamecube (o alla versione Trilogy su Wii nel 2009). Metroid è una serie che si presta bene ad un taglio cinematografico, e se Nintendo saprà cogliere la palla al balzo non dubitiamo che il brand possa finalmente uscire dalla sua nicchia per godere del successo che merita. 
Retro Studios ha saputo stupirci, in passato, con dei ritocchi al gameplay che andavano ad influire sul corso dell’avventura, come ad esempio la presenza di due dimensioni in Metroid Prime 2: Echeoes. Stavolta, però, non saranno i Retro Studios a lavorare sul franchise, dunque non possiamo come il nuovo team vorrà far evolvere il gameplay della serie. Quello che sappiamo, però, è che il producer Kensuke Tanabe tornerà al lavoro su questo capitolo, sempre nel ruolo di producer, dando quindi conferma di quanto Nintendo sia fortemente intenzionata a confezionare un prodotto di qualità che possa pareggiare, se non superare, quanto di buono visto in passato.

Metroid Prime 4 ha ancora una lunga strada da fare prima di giungere sui nostri scaffali, eppure basta sapere della sua esistenza per cominciare a sognare, per tornare con la mente a Tallon IV o ad Aether. I dieci anni passati dall’ultimo Prime, però, ci fanno volere qualcosa di più, facendoci immaginare un Metroid Prime 4 che prenda in prestito dal “cugino” Breath of the Wild quella struttura da open-world perfettamente riuscita che si adatterebbe in modo a dir poco egregio al brand di Metroid. Staremo a vedere quale sarà la strada che Nintendo deciderà di intraprendere: noi attendiamo fiduciosi, riponendo tutte le speranze in questa Nintendo in stato di grazia.

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