Sniper: Ghost Warrior 3 è un gioco che ormai conosciamo discretamente bene: CI games ha deciso di catapultare il suo brand nell’oceano degli open world, provando in qualche modo a trovare una sua unicità, anche grazie all’arte del cecchinaggio che da qualche tempo ormai raccoglie attorno a sè una buona fetta di utenza appassionata. Siamo volati dunque in Germania, ospiti di Koch Media, per provare l’ennesima build del gioco che, oltre ad avvicinarsi alla sua versione finale, ci ha permesso di dare un’occhiata più approfondita a determinate dinamiche.
Fredda, letale Georgia
Dopo l’open beta di qualche settimana fa eravamo curiosi di approfondire un po’ di più alcuni aspetti del gameplay e, soprattutto, cercare di capire se il comparto narrativo di Sniper: Ghost Warrior 3 fosse all’altezza della situazione, capace di dare profondità a un gioco che non può fare del solo gameplay il suo asso nella manica. Purtroppo però il risultato non è stato dei più incoraggianti: grazie alle molte cut-scene di questa build (votata decisamente a mostrare proprio l’intreccio narrativo) abbiamo potuto assaggiare con più attenzione la storia che avvolge le avventure del protagonista e ci siamo resi conto che, nonostante gli sforzi, quest’ultima sia forse un po’ troppo debole. Ovviamente si tratta di un parere temporaneo e superficiale, in sede di recensione avremo modo di schiarirci le idee e capire se l’inerzia drammatica di Sniper: Ghost Warrior 3 avrà una sua logica più efficiente di quanto visto fin’ora.
La mappa, cuore dell’avventura
Lo svolgersi della missione invece rispecchia ciò che avevamo già visto: briefing alla safe house, raccolta dell’equipaggiamento e via nel cuore della missione. La vastità della mappa di gioco incoraggia notevolmente il sentimento d’esplorazione e diversificazione d’approccio: ovviamente fare ricognizione da lontano per poi passare alle cecchinate è il metodo più efficace, ma contando che le munizioni sono limitate e assestare i colpi non è cosi facile vi consigliamo di variare con criterio azione stealth, sniping e puro assalto. In questo senso Sniper: Ghost Warrior 3 pecca un po’ sulla qualità dell’intelligenza artificiale, troppo prevedibile e facilmente aggirabile. Il team di sviluppo però ci ha assicurato che verrà migliorata e, soprattutto, giocando a difficoltà più elevate ci sarà un netto miglioramento.
Uccidere. Esplorare. Repeat
Come dicevamo in apertura, la mappa di Sniper: Ghost Warrior 3 è l’anima stessa del gioco, colei che permette di giostrarci tra i vari stili di combattimento e tra le diverse attività che il gioco mette a disposizione: le quest principali potranno essere tranquillamente intervallate da altre secondarie, coinvolgenti e in grado di offrire il giusto ritmo a un titolo che al contrario rischierebbe di soffrire troppo di monotonia, sopratutto sulla lunga durata. Anche la struttura delle missioni stesse porta con sè qualche piccola variante, come ad esempio investigare sulla scena di un crimine tentando di ricostruire la traiettoria e il posto nel quale il cecchino nemico si è appostato per effettuare l’uccisione. Insomma un sistema di gioco che, per quello che abbiamo visto, ha le potenzialità per funzionare, ovviamente se sarà in grado di limitare alcune sbavature e puntare invece con decisione su i suoi punti di forza.
Sniper: Ghost Warrior 3 è un titolo che porte le ambizioni del genere sniping in una struttura open world che tutto sommato convince: buona la grandezza della mappa, buona la struttura delle missioni e altrettanto buona la diversificazione d’approccio. Da valutare invece la risposta dell’IA, ancora deludente, e sopratutto l’effettiva solidità di un comparto narrativo che, ad oggi, appare decisamente sottotono.