Ci rituffiamo nel passato di DICE, per riprendere le redini della retrospettiva sulla serie Battlefield, una delle più significative tra gli sparatutto in prima persona. Oggi chiudiamo il pezzo partendo dai primi titoli sviluppati con il noto motore Frostbite, fino ad arrivare al recente Battlefield 3.
Battlefield: Bad Company
Bad Company fu un punto di svolta per la serie sotto moltissimi aspetti. Fu, innanzitutto il primo Battlefield a offrire una campagna in singolo dalla narrativa curata a dovere, con personaggi ben caratterizzati e momenti umoristici apprezzati da molti giocatori. L’arrivo dell’innovativo motore Frostbite a sorreggere la baracca venne inoltre accolto a braccia aperte perché introdusse la distruttibilità delle ambientazioni senza snaturare la collaudata formula della serie.
Per la prima volta sviluppato per le console, senza PC nell’equazione, il titolo ricevette ottimi voti dalla critica specializzata e allargò notevolmente la fanbase. Il suo principale punto di forza rimangono le battaglie su larga scala, con fino a 24 giocatori in campo contemporaneamente.
Battlefield Heroes
Primo esperimento della software house nel duro mondo dei free to play, poi passato agli Easy Studios, Battlefield Heroes è un titolo rilasciato nel 2009 che si distacca profondamente dai predecessori per il suo modello di sviluppo e la grafica cartoonesca.
Pur mantenendo molti elementi tipici dei Battlefield, tra cui la presenza di numerosi veicoli e una variante della modalità conquest come fulcro del gameplay, è un gioco più accessibile e molto meno tattico dei precedenti, pensato per essere un godibile passatempo online. Queste caratteristiche non gli hanno permesso di ottenere lo stesso successo critico degli altri capitoli, ma gli hanno fatto guadagnare comunque una posizione degna tra gli ftp.
Battlefield 1943
Titolo downloadabile per console, pensato più come una versione rivista di Battlefield 1942 che come un vero e proprio seguito, Battlefield 1943 riuscì a conquistare parecchi giocatori, vantando uno dei migliori multiplayer in circolazione a un costo limitato e una distruttibilità migliorata con l’arrivo del Frostbite 1.5. Non portò grandi innovazioni alla serie, ma resta un capitolo rispettabilissimo.
Battlefield Bad Company 2
Uno dei titoli meglio ricevuti e ricordati della serie, Bad Company 2 viene in generale considerato un secondo punto di svolta e un netto miglioramento rispetto al primo Bad Company. Il gioco introduce nuove interessanti modalità nel già notevole multiplayer, tra cui un deathmatch a squadre multiple, elimina alcuni fattori bilanciati malamente nel diretto predecessore, come l’artiglieria, introduce kit più specializzati che si sviluppano a forza di venir utilizzati, e vanta una nuova campagna singleplayer piuttosto curata.
Venne in generale messo a confronto con Modern Warfare 2 al momento dell’uscita, uscendo vincitore secondo molti nel gioco online (più tattico e squad based rispetto al colosso di Activision), ma sconfitto nella campagna, meno ispirata e divertente di quanto ci si aspettasse.
Il Frostbite venne migliorato ulteriormente per questa uscita, con una distruttibilità degli edifici potenziata ulteriormente che permette di farli letteralmente crollare.
Qualche sbilanciamento nei loadouts gli impedisce di essere perfetto se giocato in rete, ma molti dei calcoli sono stati rivisti con la release dell’espansione del gioco, Battlefield Bad Company 2: Vietnam.
Quest’espansione, ricevuta altrettanto bene, modifica in modo subdolo ma efficace i kit, aumenta il danno delle armi, regala nuove mappe più piccole e ricche di vegetazione dove nascondersi, e cambia in toto le bocche da fuoco e i veicoli disponibili, aggiungendo una colonna sonora da urlo. Molti giocatori veterani hanno deciso di rimanere su Bad Company 2 senza passare all’ultimo episodio uscito, a testamento di quanto abbia colpito positivamente la community.
Sia Bad Company 2 che Vietnam vantano una lista di bug lunga come una pista da Formula 1, che però non è mai bastata a scontentare l’appassionata fanbase.
Battlefield Play4Free
Ritorno al free to play dei DICE in compagnia degli Easy Studios, Battlefield Play4Free è una capatina più “seria” del marchio nel mondo degli sparatutto gratuiti. Con una grafica più vicina a quella della saga base, contenuti presi da Bad Company e Battlefield 2, e due modalità, Assault e Rush, Play4Free è un discreto FPS Free to Play dotato di un sistema di crescita del personaggio e personalizzazione simile a quello visto in Battlefield Heroes. Non ha certo infiammato critica e pubblico, ma viene costantemente updatato e si difende piuttosto bene dai colpi della concorrenza.
Il gioco usa il Refractor Engine 2 e non il Frostbite.
Battlefield 3
Presentato come il CoD killer per eccellenza, spinto da una macchina di marketing inarrestabile che l’ha fatto balzare in vetta alle classifiche di tutto il mondo per parecchi giorni al momento dell’uscita, e capace di far cadere decine di migliaia di mascelle al momento della sua presentazione, Battlefield 3 è il lavoro più mastodontico a cui i DICE si siano mai dedicati.
Su PC il gioco è considerato da molti l’apoteosi del multiplayer della serie, con battaglie tra ben 64 giocatori, spettacolari scontri a bordo di Jet, l’interessante meccanica della suppression, e un sistema di classi e loadout ben strutturato e continuamente ribilanciato. I puristi però rimpiangono la figura del Commander, e considerano eccessive le semplificazioni del gameplay, percepito come meno tattico (anche la distruttibilità più limitata delle mappe è stata vista negativamente).
Battlefield 3 vanta una campagna singleplayer story driven come quelle viste nei Bad Company, ma il gioco in singolo non ha fatto balzare dalla sedia praticamente nessuno, a causa di una storia poco ispirata e priva di idee originali. Tecnicamente, invece, le teste saltate sono moltissime: su pc il gioco è graficamente magnifico, capace di proporre mappe enormi con battaglie frenetiche in continuo mutamento. Presenta poi anche una campagna cooperativa online tra le opzioni disponibili.
La battaglia delle vendite alla fine fu vinta da Call of Duty, anche in virtù della versione per console del gioco nettamente inferiore a quella PC, con scontri limitati a 24 giocatori e una grafica scalata in modo impressionante. Il Frostbite 2.0 ha dimostrato chiaramente di non essere il motore più azzeccato al di fuori dalla piattaforma PC, risultando difficile da adeguare ad hardware poco potenti e ricco di bug, anche più di quelli visti nei capitoli precedenti.
A tutt’oggi comunque il titolo vanta milioni di giocatori appassionati, è il più venduto della serie, e sfoggia un numero smodato di espansioni molto curate, ottenibili in gruppo con il Premium Pack.
Back To Karkand, Close Quarters, Armored Kill, Aftermath e End Game, questi i nomi dei DLC, hanno aggiunto al multiplayer praticamente ogni genere di mappa, veicolo e situazione, rendendo l’online di Battlefield 3 uno dei più completi in circolazione.
Con Battlefield 3 in mano a milioni di utenti e Battlefield 4 in arrivo, il futuro della serie creata da DICE sembra assicurato. Serpeggiano tuttavia non pochi dubbi nella mente dei giocatori più navigati: con il nuovo capitolo si tornerà agli antichi fasti dei commander e delle battaglie attentamente precalcolate? Si punterà sempre più sulla frenesia delle sparatorie? Arriverà finalmente una campagna singleplayer in grado di offrire un’esperienza completa e appagante? Vedremo serie novità nelle meccaniche? A queste e a tante altre domande potremo rispondere solo tra qualche mese. Per ora, date una rispolverata ai vecchi capitoli.