Razer Chimaera 5.1

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a cura di Nitro

Quando si parla di periferiche dedicate al gaming, è praticamente impossibile non citare Razer. Nata nel 1998, l’azienda statunitense è riuscita nel corso degli anni a sviluppare soluzioni sempre più performanti dotate di uno stile ineguagliabile, capaci di affascinare una grandissima fetta di videogiocatori. Durante le ultime settimane abbiamo avuto modo di provare con mano alcune delle periferiche di maggiore successo della compagnia, tra le quali non mancavano le cuffie wireless Razer Chimaera 5.1. Vediamo insieme il verdetto finale.
Unboxing
Per Razer l’apparenza conta molto, e già dalla scatola si può notare quanta perizia sia stata impiegata nel confezionamento. Una volta aperta, al suo interno troviamo ovviamente le Chimaera 5.1, la stazione adibita alla trasmissione del segnale audio con la cavettistica di base per il collegamento a console e PC, vari manuali e il classico adesivo incluso in ogni periferica. Sin da subito le cuffie si rivelano solide, grazie alla realizzazione avvenuta con materiali di ottima fattura che le rendono robuste e resistenti. I padiglioni presentano un design circumaurale con un diametro di 50mm e sono ricoperti da un’imbottitura morbida al tatto che aderisce completamente alla nuca durante l’utilizzo, garantendo un comfort a dir poco eccezionale. Focalizzando l’attenzione sui tasti funzione, sulla cuffia sinistra si annoverano quelli per l’accensione dell’apparecchio e l’abilitazione del microfono, mentre sulla parte inferiore vi è il jack-in da 2,5mm per il collegamento a un controller Xbox 360. Su quella di destra, invece, si trovano i pulsanti per la selezione della modalità audio e per la sincronizzazione iniziale dell’intero impianto, indispensabile per l’utilizzo. Al di sotto del rivestimento in plastica sono inoltre disposte 3 pile AAA necessarie all’alimentazione dell’headset, una soluzione forse non condivisibile dai più ma che, nel complesso, non ha comportato alcun tipo di inconveniente. Passando alla base, sulla torre sono disposti i vari led di stato che, oltre a segnalare il funzionamento, notificano lo stato di ricarica delle cuffie, il tipo di preset impostato, il funzionamento del Dolby Surround 5.1 o Pro Logic e il tipo di chat in corso, Xbox Live o Team Communication. Appena sotto sono disposti tre tasti, ognuno dei quali permette di regolare al meglio e in modo rapido le impostazioni della periferica. Passando invece al retro, è possibile notare le classiche porte per il cavo ottico, sia in entrata sia in uscita, i due ingressi RCA e due jack da 3,5 mm per il collegamento a un PC. Quello che però stupisce maggiormente è il led verde che ricopre tutto il perimetro della base e che conferisce un valore aggiunto all’intera periferica, specialmente quando le luci della stanza in cui ci si trova sono spente.
Potenza sonora
Collegare le Chimaera 5.1 a una console Xbox 360 o Playstation 3 (in questo caso, senza possibilità di utilizzare il microfono) è molto semplice: è possibile infatti decidere se utilizzare il cavo ottico oppure optare per il collegamento RCA, per il quale sarà necessario impiegare l’adattatore incluso nella confezione. Posizionate le periferiche e impostati i primi collegamenti si potrà poi interfacciare attraverso il cavo da 2,5mm le cuffie con il controller Xbox 360, di qualunque tipo esso sia, e regolare in modo indipendente anche il volume di chat. Diversamente da quanto fatto da Turtle Beach con la propria gamma Ear Force, infatti, non essendo presente alcun tipo di adattatore con collegamento proprietario è possibile utilizzare anche gamepad con il solo ingresso jack, cosa che abbiamo potuto sperimentare per esempio con un Razer Onza Tournament Edition. Se fate parte di un clan, inoltre, la soluzione Razer del Team Communication consente di collegare mediante connessioni punto a punto più stazioni una all’altra, in modo da ridurre al minimo la latenza audio e garantire una comunicazione rapida e nitida.
Le Chimaera 5.1 possono essere collegate anche a un PC, ma dobbiamo avvisarvi sin da ora che non sarà un’operazione tra le più semplici, almeno per quanto riguarda la possibilità di utilizzare anche il microfono. Il collegamento con il solo cavo ottico permette infatti di beneficiare del Dolby Surround, ma d’altra parte impedisce alla stazione di trasmettere l’audio alla macchina tramite il cavo jack da 3,5mm. Per ovviare all’inconveniente è possibile agire in due modi, uno dei quali porta inevitabilmente all’impossibilità di fruire della pulizia del segnale ottico e, di conseguenza del Dolby Surround 5.1, dato che obbliga a utilizzare un ulteriore cavo jack, non incluso nella confezione, anche per la trasmissione dell’audio in uscita. La soluzione che abbiamo invece attuato durante le nostre prove è stata quella di utilizzare un adattatore da 2,5 a 3,5mm e collegare direttamente l’uscita jack presente sotto al padiglione sinistro delle cuffie alla porta microfono del nostro PC. Una scelta forse estrema, ma che d’altra parte ci ha permesso di fruire ugualmente della bontà del segnale ottico senza rinunciare alla chat vocale.
Sparavolume
Nei nostri test su console ci siamo cimentati con i più classici dei titoli presenti attualmente sul mercato, che spaziano dai recenti sparatutto, come Medal of Honor: Warfighter, Battlefield 3 e Call of Duty: Black Ops II, ai più irriverenti action, come DmC Devil May Cry. In tutti i casi l’esperienza di gioco utilizzando la connessione ottica è stata decisamente coinvolgente, capace di riprodurre in maniera fedele e senza distorsione il sonoro di gioco, anche ai massimi livelli di intensità. Salire a bordo di un carro armato, fucilare nemici o violentare i mostri del Limbo si è rivelato un piacere, e anche dopo svariate ore di utilizzo non abbiamo accusato alcun fastidio all’area circostante l’orecchio. 
L’utilizzo di un protocollo wireless per la trasmissione del segnale potrebbe spaventare i più, ma possiamo assicurare come la presenza di una doppia frequenza a 5.8 GHz abbia scongiurato qualsiasi tipo di interferenza e mantenuto il segnale totalmente pulito, nonostante avessimo volutamente piazzato la base in prossimità di svariati apparecchi senza fili. L’impiego di tale protocollo non si traduce tuttavia in una minore durata della batteria – che si assesta all’incirca sulle 6-7 ore – dato che varia ovviamente a seconda del tipo di utilizzo. Una volta terminata la carica, inoltre, non sarà assolutamente necessario rimuovere le pile dal vano, poiché la presenza di cinque pin sulla base wireless permette, semplicemente appoggiando la periferica, di ricaricarla durante l’inutilizzo. Il rischio di rimanere a spasso è dunque scongiurato se non vi cimenterete in maratone da 6 o più ore, anche perché il tempo di ricarica minimo per un ciclo completo è di circa 180 minuti. Su PC le prestazioni sono pressoché identiche, e oltre a rivelarsi un ottimo contorno agli spettacoli che possono offrire i più recenti titoli, sono un buon mezzo per la riproduzione di tracce musicali grazie anche, tra le altre cose, a un’ottima resa dei bassi.

Razer è riuscita a dar vita a un prodotto validissimo, caratterizzato da specifiche tecniche di tutto rispetto e capace di garantire un’esperienza di gioco appagante e fuori dall’ordinario. Rimane qualche riserva sul collegamento a un PC, non proprio pratico, e sul prezzo ufficiale, di circa 200 euro, che non si rivela particolarmente abbordabile.

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