Le profondità dello spazio abbracciano la stazione spaziale Talos-1, un enorme complesso nelle vicinanze della Luna che si occupa dello studio dei Typhon, esseri alieni evanescenti, simili a delle ombre, che potrebbero però permettere all’umanità di compiere un ulteriore balzo tecnologico e fisico; la scalata di un nuovo gradino verso la perfezione della specie. Il plot narrativo di Prey è molto stereotipato nel genere sci-fi dei videogame ma non solo: un complesso scientifico ambiguo e minaccioso, un protagonista disorientato e una minaccia aliene concreta quanto impalpabile. Questa storia apparentemente ridondante però diventa unica quando immersa all’interno di un videogame come Prey; uno di quei giochi che non sottovaluta mai chi siede di fronte allo schermo per interagire con esso, ma piuttosto lo stimola continuamente, imbeccandolo con suggerimenti mai troppo palesi e cullandolo nell’esplorazione non solo di Talos-1 ma anche della storia stessa. Perché se Prey è riuscito sopratutto dal punto di vista del gameplay, lo è anche nella costruzione narrativa: un fiume con mille affluenti, una vetta da scalare e molti sentieri per arrivarci.
Talos-1, dove smarrimento è storia
Interfacciarsi ad un gioco come questa nuova produzione di Arkane Studios non è cosa facile: le prime ore ci trasmetteranno quasi un senso di smarrimento e poco confidenza con il titolo. La realtà è che più entriamo nel bosco degli eventi più questi saranno credibili e svilupperanno attorno ad essi un microcosmo di attività che presto diventeranno irrinunciabili. Perché se la quest principale di Prey corre su binari chiari e senza intoppi, il sistema di quest secondarie è una perla che merita d’esser analizzata. Cominciamo da un punto fondamentale per questa particolare tipologia di narrazione: non esiste loot in Prey, o meglio non come lo intendiamo noi. Niente ricompense di fine missione o punti esperienza: questo ha concesso una certa libertà in sede di sviluppo, tant’è che tutte le attività secondarie di Prey si basano sull’articolazione e svisceramento di alcune tematiche solo abbozzate nel corso della storia principale: salvare un sopravvissuto, recuperare un progetto, uccidere un membro ostile dell’equipaggio e molte altre cose ancora. È fondamentale farne quante più possibile, semplicemente perché Prey è un gioco di scelte, di bianco o nero, di bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. Conoscere alla perfezione tutto il contesto diventa quindi preponderante a qualsiasi scelta che, vi assicuriamo, avrà un peso specifico ben delineato alla fine del gioco. Non prende in giro il giocatore poi, lo dicevamo in apertura: per comprendere questo aspetto dovrete aver finito il gioco ed essere quel tipo di player malato di esplorazione. Cosa voglio dire? Date un’occhiata approfondita al Ponte di Comando di Talos-1, la risposta è li. Questo per dire che al contrario di molte produzioni, che spaziano dai videogames al cinema, dove il plot twist è inevitabile, in Prey invece le cose cambiano: dipende tutto esclusivamente da noi, dalla nostra voglia e la nostra curiosità. In questo senso seminare Talos-1 di attività parallele utili a diventare completamente parte della storia è stata una scelta geniale, cosi come quella di racchiudere in documenti a file audio altrettanti aspetti importanti dell’universo narrativo (anche se questa è una pratica usata e abusata già da tempo). Insomma Prey è uno di quei titoli da giocare, per molteplici fattori: il gameplay in primis, ma anche per come scegli di raccontare la sua storia e, soprattutto, per l’alta considerazione che ha di noi giocatori.
Descrivere l’esperienza di Prey è paradossalmente facile, al contrario viverla sarà terribilmente impegnativo: la storia costruita dai ragazzi di Arkane è un trionfo di metodologia e conoscenza approfondita del medium. Veicolare cosi bene l’attenzione e le forze del giocatore non solo verso la quest principale ma anche e sopratutto verso quelle secondarie non è cosa da poco, se ci aggiungete poi un universo narrativo scritto con giudizio e tanta passione allora otterrete un risultato davvero ottimo.