Pete Hines racconta il futuro di Bethesda

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a cura di Gottlieb

Capitata invero di rado di trovarsi a poter porre una miriade di domande a un vice presidente di una software house come Bethesda, ma purtroppo bisogna mettere in conto che tra le tante cose da chiedere, molte di queste non possono ricevere una risposta. È successo con Pete Hines, vice presidente di Bethesda, col quale abbiamo passato quasi un’ora a scoprire cosa aspettarci, nell’immediato e non, dalla casa madre di Fallout, The Elder Scrolls e dei recenti ritorni di Doom e Quake.

SpazioGames: Pete, a breve potremo giocare a Nuka World, il DLC di Fallout 4. Sarà l’ultima espansione o ne avete in programma anche altre?Pete Hines: È l’ultima espansione, è corretto. Vogliamo muoverci verso altri orizzonti e il team sta ragionando su qualcosa di nuovo.

SG: Dopo Fallout 4 è possibile aspettarci un capitolo che possa vestire i panni di spin-off? Come per esempio Fallout New Vegas.PH: È abbastanza presto per capire cosa faremo dopo Fallout 4, anche perché abbiamo finito adesso di aggiornarlo con gli ultimi DLC: adesso dobbiamo concentrarci su qualcos’altro che possa permetterci di concentrare le nostre energie su altre attività.

SG: Dopo Fallout 4 allora pensi possa essere arrivato il momento di parlare di The Elder Scrolls 6? Personalmente mi aspettavo un annuncio allo scorso E3.PH: Ci sono dei piani per fare qualcosa di nuovo: è noto che ci sarà un The Elder Scrolls 6, ci stiamo lavorando e sono sicuro che l’idea di partenza sia decisamente buona. Ci sono, però, anche altri progetti sui quali concentrarsi e che vogliamo portare a termine prima. Dobbiamo terminare prima ciò che abbiamo iniziato, poi ci concentreremo con tutte le nostre forze sul nuovo capitolo di TES.

SG: State pensando anche a qualcosa per la VR tra i progetti futuri?PH: Ritengo che la VR sia un altro ottimo sistema per regalare un’esperienza molto profonda. Noi stiamo cercando di far vedere quello che sappiamo fare e come possiamo effettivamente gestirle: abbiamo portato qui alla Gamescom Fallout 4 su HTC Vive, ma si tratta di una demo, non di un gioco finito: è appunto un modo per dimostrare cosa possiamo fare con i giochi che abbiamo già sviluppato. Dobbiamo essere pronti per ciò che potrebbe accadere da qui a breve, perché non sappiamo bene che successo potrà avere questa tecnologia: la VR al momento è sulla bocca di tutti, tutti la seguono, però per avere un’idea precisa di questa esperienza dobbiamo aspettare. La vera domanda è “quanto spenderanno le persone per giocare con la VR?” ma anche “che tipo di giochi vorranno mai?”. Siamo in questa fase. 

SG: Come mai avete scelto l’HTC Vive per Fallout 4? Non pensi che altri visori abbiano una platea più grande?PH: Abbiamo fatto questa scelta insieme con gli sviluppatori perché abbiamo pensato potesse essere più adatto a ciò che ci serviva. L’hardware ci è sembrato più accessibile e lo abbiamo apprezzato rispetto ad altri sistemi, ma chiaramente potremmo arrivare a sviluppare queste demo, e futuri titoli, anche su altri device per la realtà aumentata. Non saprei dirti, però, quale visore effettivamente abbia una platea più grande e quale una minore. Ricordo, per esempio, quando decidemmo di portare Morrowind su Xbox: tutti dicevano che era un titolo troppo hardcore per andare su console e che sarebbe dovuto rimanere su PC. Poi quando è approdato su console tutti lo hanno apprezzato e abbiamo ottenuto un feedback molto importante. Insomma, non è mai facile etichettare un’utenza e dire cosa è meglio per chi: non voglio spingermi troppo avanti dicendo che un visore possa avere una platea più grande di un altro.SG: Avete annunciato la Special Edition di Skyrim, che arriverà a breve. Come mai questa decisione?PH: Dopo aver lanciato Skyrim abbiamo pubblicato una lunga serie di DLC e nel frattempo sono arrivate anche le nuove console: la prima cosa che il team aveva fatto era cercare di prendere Skyrim e fare un porting su queste. Lavorare su un titolo finito e cercare di portarlo altrove è stato il nostro primo obiettivo, anche perché avevamo dalla nostra un engine ben noto e un prodotto ormai finito. Avevamo un’idea chiara e precisa di come sarebbe potuto essere e abbiamo pensato che sarebbe stato più facile così: chiaramente Skyrim è stato il nostro TES migliore e ci tenevamo, pertanto, a fare un’edizione definitiva. 

SG: Diverse volte, rimanendo ancorati a Skyrim, l’utenza ha chiesto delle modifiche al sistema di combattimento, che fosse più variegato e vicino alle classi scelte dal giocatore. Pensi possa essere un miglioramento da apportare in TES6?PH: È decisamente troppo presto per parlare di questi aspetti, però la nostra filosofia è univoca: non vogliamo mettere il giocatore in un angolo e non vogliamo che possa fare soltanto una delle cose a disposizione nei nostri giochi. Nei primi TES dovevi scegliere una classe e potevi fare determinate cose legate a essa dall’inizio alla fine. Poi se volevi provare qualcos’altro eri costretto a ricominciare il gioco e scegliere un altro personaggio. Ci siamo resi conto che era necessario dare più libertà e soddisfare chiunque, senza dare limiti ed evitare che si dovesse creare un nuovo personaggio. Siamo soddisfatti da questa scelta, ma chiaramente non sappiamo ancora cosa faremo in futuro.

SG: Passiamo a parlare di The Elder Scrolls Legends. Come mai molti brand noti si stanno spostando sul trading card game?PH: La nostra è un’idea che ci è venuta un paio di anni fa: eravamo interessati a tentare di prendere questa strada e parlando di quest’idea con gli sviluppatori ci siamo resi conto che era possibile. Ci sembrava un qualcosa di fruttuoso e abbiamo deciso di provare: abbiamo avuto un buon feedback dalla community durante la open beta, ma siamo sicuri di poter offrire molto di più di quanto abbiamo fatto recentemente. Col tempo sicuramente inizierete ad apprezzarlo di più e a capire cosa cambierà.SG: Avete pensato già a delle espansioni o comunque delle aggiunte da fare?PH: Sì, ma chiaramente siamo ancora in open beta, quindi è presto. Ci sono molte cose da fare e abbiamo molti piani: nuove carte, nuove feature, ma anche nuove battaglie per il singleplayer, così da allungare la durata dell’avventura. Vedremo cosa ci sarà da fare in futuro.

SG: Per quanto riguarda DOOM, invece, è arrivato il primo DLC. Ne arriveranno degli altri?PH: Stiamo lavorando più su delle feature aggiuntive di SnapMap, così da potenziare la creatività dei nostri giocatori e dare sempre più risalto a tale aspetto. Vorremmo arrivare a far sì che siano gli stessi giocatori a impreziosire il singleplayer. Vogliamo continuare a dare visibilità alle partite in multiplayer, supportandolo al meglio. Per noi il risultato è stato ottimale e l’abbiamo notato anche al QuakeCon, dove abbiamo deciso di allestire un’area speciale all’interno della quale le persone potevano giocare allo SnapMap, con un supporto diretto da parte degli sviluppatori. È qualcosa di diverso, è chiaro, sicuramente nuovo da come gestivamo le cose in passato. Lo miglioreremo, è certo, e aggiungeremo nuovi contenuti, tra cui per esempio la ruota delle armi, così da renderlo sempre più vicino alla campagna singleplayer. 

SG: Avete previsto delle novità per The Elders Scrolls Online?PH: La prossima grande novità legata al nuovo update arriverà tra settembre e ottobre e toglierà tutte le restrizioni sul nostro movimento, dandoci piena libertà di spostamento. Non ci sarà più un’area esplorabile a seconda della fazione che avete scelto. Ci ho pensato recentemente, quando mio figlio di tredici anni mi ha chiesto di giocare su XboxOne con un suo amico: avevo detto a entrambi di stare attenti nella creazione del personaggio e di scegliere la stessa fazione, così da poter giocare insieme. Però essendo molto giovani non hanno ascoltato il mio consiglio e si sono ritrovati in due zone diverse del mondo: quindi hanno dovuto cancellare i personaggi e rifarli da zero. Adesso questo problema non ci sarà più e con il nuovo update risolveremo tutto. 

SG: Quindi è come se tuo figlio ti avesse ispirato…PH: Più o meno (ride, ndr). Mio figlio non ha fatto altro che sottolineare un problema che già era noto. Non è mai bello dover ricominciare tutto da zero perché si è commesso un errore o per andare a visitare qualcosa che era alla nostra portata. Adesso sarà possibile andare ovunque. Chiaramente nei prossimi anni avremo sempre degli importanti update, ma poi vedremo di volta in volta cosa c’è da fare.

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