Perché Cyberpunk 2077 deve uscire quest'anno

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a cura di Parzival

Tredici anni. Tanto è servito a CD Projekt per conquistare la fama mondiale partendo dalla loro sede polacca di Voivodato della Masovia, Varsavia. La software house, fondata nel 2002, ha infatti fatto breccia nel cuore di milioni di giocatori grazie a The Witcher III: Wild Hunt, capitolo conclusivo della trilogia basata sui personaggi e l’universo dei romanzi di Andrzej Sapkowski, arrivato a maggio 2015 su PC, PlayStation 4 e Xbox One. Il titolo ha rappresentato non soltanto l’apice di una saga fantasy che ha saputo evolversi e rinnovarsi tanto a livello narrativo quanto in termini di gameplay, arrivando a un concept di action GDR che per molti è ancora oggi considerabile lo stato dell’arte per il segmento, ma soprattutto ha rivoluzionato il modo di lavorare di CD Projekt RED rendendolo uno studio di fama mondiale. La loro politica rappresenta, peraltro, un virtuoso baluardo in controtendenza rispetto al fenomeno imperante delle microtransazioni e del “game as a service”, in quanto le uniche espansioni a pagamento rilasciate per l’ultimo capitolo delle avventure di Geralt di Rivia (Hearth of Stone e Blood and Wine) offrono una gigantesca mole di contenuti di qualità al giusto prezzo, senza considerare gli altri sedici DLC gratuiti e il costante supporto al titolo.

Insomma, il nome dello sviluppatore è oggi un sinonimo di qualità nel panorama dello sviluppo occidentale a cui tutti i giocatori guardano con ammirazione e non stupisce l’impazienza con cui in tanti attendono l’arrivo del loro nuovo progetto: Cyberpunk 2077. Annunciato nell’ormai piuttosto lontano 2012 il titolo si configurava già allora come un imponente GDR fortemente story based a tema cyberpunk, ma sfortunatamente non se n’è saputo più nulla per anni. Di tanto in tanto la casa polacca si è pronunciata sulla questione rassicurando i fan in merito all’avanzamento dei lavori, e solo di recente ha lasciato dichiarazioni più altisonanti come il voler puntare non solo a realizzare il miglior videogioco del genere, bensì il miglior videogioco di tutti i tempi. Si annida tra i corridoi dell’industry, tra le altre cose, la voce che il titolo sarà presente quest’anno all’E3 di Los Angeles e in questo approfondimento vedremo perché non solo è altamente probabile che ci sarà, ma anche perché è altrettanto probabile che possa essere rilasciato entro l’anno.

Il ritorno del postmoderno tra cinema e serie tv

Innestandosi in un percorso silenziosamente iniziato da parecchio tempo, ma al quale lo scorso anno ha dato una decisa accelerata, questo 2018 sembra proprio essere l’anno in cui il ritorno di fiamma per il postmoderno e il cyberpunk culmineranno. Il ritorno ai temi e alle atmosfere del genere c’è stato principalmente su due filoni per ora: quello del cinema, dove abbiamo visto sia il live action di Ghost in the Shell che Blade Runner 2049, e quello delle serie tv, dove l’apprezzamento per le distopie di Black Mirror ha spianato la strada all’arrivo di Electric Dreams e Altered Carbon. Ma di che si sta parlando precisamente? Il cyberpunk è un segmento della fantascienza che si sostanzia in momenti storici caratterizzati da grande incertezza, dove c’è una netta distinzione (quasi da caste) tra la fascia ricca della popolazione, che solitamente vive in alto – talvolta letteralmente tra le nuvole – e quella più povera confinata agli sporchi e malfamati bassifondi.

Questo forte dualismo ha reso il genere celebre soprattutto negli anni ’80 e ’90, quando anche in termini stilistici si sono delineati i canoni estetici che ancora oggi tutti riconduciamo al cyberpunk e che affondano le proprie radici nelle opere di Isaac Asimov, William Gibson e Philip K. Dick, dalle insegne al neon ai cartelloni pubblicitari che illuminano città perennemente attanagliate dalla pioggia e dai vapori, nelle strade buie e malfamate dei bassifondi cittadini sopra le quali svettano automobili volanti. Armi laser e arti bionici, esseri umani sempre più simili a macchine e quasi totalmente dipendenti da esse, un po’ come accade realmente alla nostra società con smartphone e social network (non è un caso che la distopia fortemente verosimile di Black Mirror abbia avuto così tanta presa, oggi). Un po’ ci viviamo nel cyberpunk, con tutti i vantaggi e le contraddizioni del caso. E in questo immaginario collettivo, già colmo di libri, fumetti, film e serie con qualche anno sulle spalle, si sono aggiunti ora e di certo continueranno ad aggiungersi nei prossimi anni tanti altri prodotti dei più svariati rami dell’entertainment.

…e in ambito videoludico?

Già in passato il videogioco non è stato esente dall’influenza e dal fascino del postmoderno e del cyberpunk, le cui atmosfere permeano in modo più o meno marcato tantissimi dei videogiochi più famosi di sempre, da Final Fantasy VI e VII alle influenze sci-fi degli ultimi capitoli di Call of Duty, passando per vere e proprie saghe cyberpunk come Deus Ex. Uno dei giochi più apprezzati della scorsa stagione è stato proprio NieR: Automata che omaggia look e tematiche cyberpunk e fonde diversi stili e registri in un’ottica totalmente post moderna, ed è già confermato l’arrivo entro l’anno di altre due attesissime produzioni di questo genere: l’indipendente The Last Night che ha lasciato tutti a bocca aperta allo scorso E3 e Detroit: Become Human, ultima fatica di David Cage e compagni, confermato per il 25 maggio.

Se ciò non bastasse, a marzo arriverà nelle sale anche l’adattamento cinematografico diretto da Steven Spielberg di Ready Player One, romanzo di Ernest Cline che omaggia la pop culture e, immancabilmente, anche il filone del cyberpunk mettendo assieme in un mondo virtuale chiamato OASIS tutto ciò che l’intrattenimento ha creato negli ultimi decenni. La tempesta perfetta per l’arrivo del Cyberpunk 2077 di CD Projekt è dunque servita.

Non sappiamo molto, anzi a dire il vero non sappiamo proprio nulla sul gioco, a parte le poche, splendide e suggestive, immagini che girano da anni. Ma sappiamo con assoluta certezza che il 2018 è l’anno migliore in cui potrebbe arrivare sul mercato. Non ci resta, dunque, che incrociare le dita e aspettare fino all’E3 di giugno.

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