Il giudizio nato dall’opinione pubblica, paradossalmente, in certi momenti riesce a prendere il sopravvento su alcune iniziali preferenze personali. Per quanto questa affermazione denoti una rilevante debolezza caratteriale da parte di una fetta di utenza a volte insicura e spesso incapace di farsi un’idea ben precisa e razionale senza lasciarsi trasportare dall’hype del momento o dalle sensazioni, è innegabile come l’affacciarsi di inaspettati eventi riesca improvvisamente a far cambiare delle decisioni prese in precedenza. Stiamo naturalmente parlando dei due rinvii che stanno facendo molto discutere e che hanno colto impreparati tutti: utenti, rivenditori autorizzati, catene di distribuzione e produttori di console.
Watch Dogs e
DriveClub sono fermi ai box e arriveranno solo il prossimo anno, con grande disappunto da parte di chi già pregustava dei particolari assaggi next-gen e da parte di chi aveva già fatto alcune ottimistiche previsioni di vendita grazie a interessanti bundle che erano in prenotazione.
Due pesi, due misure
Watch Dogs, per importanza, caratteristiche mostrate, audacia della campagna marketing e obiettivi prefissati da parte di Ubisoft, ha innegabilmente un peso maggiore rispetto a DriveClub. Quest’ultimo, sebbene sia apparso come un buon titolo, ha lasciato anche molte perplessità, pertanto sono stati parecchi i giocatori che hanno deciso di puntare su ben altro per PlayStation 4. Soprattutto perché nei piani iniziali, DriveClub – seppur in versione mozzata – veniva regalato a tutti gli abbonati di PlayStation Plus. Improvvisamente, da titolo di seconda fascia, DriveClub si è trasformato in un gioco imprescindibile per molti proprio nel momento in cui è venuto a mancare. Non si capisce quale sia il meccanismo psicologico che ha fatto scattare la scintilla dell’interesse per il titolo automobilistico di Evolution Studios, se non quello legato alla regola del “Ti inizia a mancare proprio nel momento in cui sai di averlo perso”. Certo, il riferimento non è a tutti coloro che a breve porteranno una PS4 nel proprio salotto, ma a chi improvvisamente è riuscito a creare un polverone in giro per i forum, giustificando la disdetta del proprio ordine con frasi che puntavano il dito contro la line-up di lancio ormai divenuta poco interessante. Ma siamo sinceri: è DriveClub a impoverire il lancio di PS4 al punto tale da portare i futuri acquirenti a cancellare l’ordinazione? No, non è così; è piuttosto l’effetto a catena che si è venuto a creare quando pochi giorni prima Ubisoft annunciava lo slittamento di Watch Dogs, gioco piuttosto atteso e che in parecchi desideravano accaparrarsi in bundle assieme alle console di nuova generazione. Se Xbox One tutto sommato riesce a sopperire discretamente bene alla mancanza di quest’ultimo grazie a una line-up più solida e convincente, lo stesso non si può dire per PS4, che a parte Killzone: Shadow Fall come unico vero pilastro, ha dalla sua giusto qualche titolo cross-gen e poco altro che possa attirare l’attenzione fin dal primissimo giorno. Il problema più grosso, comunque, lo ha creato Ubisoft, mandando letteralmente nel pallone diverse catene di distribuzione. E non solo.
Magari passiamo domani
In tutto ciò, parecchi rivenditori non hanno saputo gestire al meglio la questione, c’è poco da fare. Alcuni hanno deciso di fornire solo la console, posticipando la consegna di Watch Dogs al nuovo giorno di uscita; altri hanno dato la possibilità di sostituire il gioco con un titolo a scelta; altri ancora hanno semplicemente annullato tutti gli ordini, costringendo i clienti a ripiegare su altri negozi o a restare a braccia conserte mentre attendono ancora il da farsi. In mezzo a questa bagarre che tra le altre cose ha visto alcuni utenti desistere di fronte alla mancanza di ciò che desideravano ardentemente, anche Sony ha in parte subito il contraccolpo, perché si tratta comunque di qualche console in meno venduta al lancio. Per quanto riguarda DriveClub, Yoshida ha spiegato che il motivo del ritardo era dovuto ad alcune migliorie da apportare al gioco, in modo tale da renderlo più completo e all’altezza delle aspettative (che le critiche non esaltanti della stampa abbiano scombinato un po’ i piani all’azienda nipponica?). Il discorso con Watch Dogs è molto simile, con l’unica – e sostanziale – differenza che Ubisoft vuole prendersi il tempo necessario per trasformare uno dei suoi titoli di punta in un gioco dalla qualità eccelsa. Evidentemente, per far slittare un gioco ormai in procinto di essere lanciato, ci dev’essere stata un’ultima fase di controllo della qualità che non avrà soddisfatto appieno alcune caratteristiche per quanto riguarda gli standard di nuova generazione, e si rischiava dunque di rendere la versione next-gen solo un semplice upgrade poco degno di nota. È normale dunque aspettarsi una profonda fase di polishing finale che possa far spiccare tecnicamente Watch Dogs, ma sinceramente, a livello strutturale permangono ancora parecchi dubbi sull’effettiva varietà che verrà offerta, che potrebbe essere ancora sin troppo ancorata ai limiti della corrente generazione. Nonostante tutto, ciò che in questo momento ci interessa maggiormente, è il ritardo inaspettato che dovremo subire e che di fatto ci fa rivalutare in parte l’esigenza immediata di accaparrarsi una console sin da subito. Per qualcuno, le acque continueranno a rimanere placide e non cambierà assolutamente niente; per altri, invece, si prospetta un periodo di stallo che fa pensare con forza a una partenza ritardata. Se non altro perché da qui alla prossima primavera, avremo ancora parecchio da giocare sulle console che possediamo già.
Possono due giochi in ritardo far cambiare idea agli utenti sull’acquisto di una console? Evidentemente, da quanto trapelato per la rete, sì. In questa storia stupisce la poca flessibilità di certi rivenditori e degli utenti stessi, alcuni dei quali si sono ritrovati a cancellare il proprio ordine e a rimandare l’acquisto di una nuova console a data da destinarsi. Gli indecisi, inoltre, in seguito all’ondata di insoddisfazione di molti, si sono lasciati influenzare e hanno seguito a ruota il loro esempio, creando di fatto un effetto a catena che dovrebbe placarsi a breve e che non dovrebbe creare poi tanti problemi a Sony e Microsoft. Da questi fatti, però, possiamo trarre ancora una volta la solita ovvia conclusione: senza i giochi pronti su un piatto d’argento, non si va davvero da nessuna parte.