Overwatch, intervista a HERC

Avatar

a cura di YP

Se amate il panorama italiano dell’eSport e, più nello specifico, quello di Overwatch, allora non potete non conoscere Alberto Pahle, in arte HERC, giocatore e caster ufficiale di gran parte degli eventi che si svolgono su suolo nazionale. Il buon Alberto è una di quelle figure che si prodigano giorno dopo giorno per permettere alla community e al mondo che orbita intorno agli sport elettronici italiani il decollo definitivo, imitando il modello americano, ad oggi punto di riferimento. Tramite il suo canale Youtube racconta all’utenza Overwatch, ultima fatica Blizzard nonché il gioco che nell’ultimo anno ha raccolto intorno a se un movimento competitivo dalle proporzioni incredibili. Sono iniziate da poco le fasi di selezione per i membri che andranno a formare il comitato di selezione regionale per le prossime World Cup di Overwatch, la cui finale andrà in scena al BlizzCon di quest’anno, e HERC è nel pool dei candidati: abbiamo quindi deciso di scambiare quattro chiacchere direttamente con lui, per cercare di capire qual è la sua posizione nei confronti della situazione odierna dell’eSport in italia, sulla sua crescita professionale e sulle prospettive future.

Sei nel mondo dell’Esports ormai da molto tempo: raccontaci qual è stato il tuo percorso e come hai fatto a diventare una delle voci più rappresentative del panorama italiano di Overwatch.
Gioco al PC dalla fine degli anni 80, ma è stato con l’arrivo dei primi giochi online che qualcosa di diverso è scattato in me. Immagina due fratelli adolescenti, un modem 33.6 e il primo Diablo nel lontano 1996/97. Da soli con la mamma che tirava avanti la baracca e una passione costosissima per il periodo, tantoché per pagare le bollette andavamo a spaccare i muri e a portare gli attrezzi nei cantieri. E’ proprio dalle passioni più sudate dove però nascono le soddisfazioni più grosse. Negli anni a venire io e mio fratello Edoardo siamo stati i pionieri del genere MMORPG inizialmente con Ultima Online, poi Everquest, Dark Age of Cameloth dove sono stato per mesi al TOP delle ladder ed infine World of Warcraft dove anche lì ho ottenuto considerevoli risultati sempre in ambito pvp sia in vanilla che in The burning Crusade ( Rank 14 e Gladiator S1 ). Infine con Warhammer Online dove anche lì ho guidato il miglior Clan Europeo, i RAGE anche qui al top assoluto delle ladder. Sin da Diablo ho sempre partecipato attivamente alla vita di community, scrivendo una marea guide e piano piano anche video in era pre-youtube, tantoché sul portale warcraftmovies si possono trovare miei video da anche 100.000 visualizzazioni. 
Gli anni però non erano maturi e una laurea in comunicazione con tesi sulla gaming industry non sono bastati per poter vivere di questo e quindi mi sono fatto una carriera nell’ambito della comunicazione e del web, messo su casa, famiglia. Ora sono sposato e ho un bimbo di quasi 5 anni. Ma la passione è sempre stata lì, forse a volte anche un pò soppressa dalle esigenze della vita di tutti i giorni. E nel frattempo cresceva il fenomeno degli esport e di canali di comunicazione potentissimi come youtube e twitch e dentro di me pensavo “se avessi avuto io queste cose”… Così dal pensare ho deciso di agire:
Sono sempre stato affezionato ai titoli Blizzard e così quando nel 2014 al Blizzcon ho visto la presentazione di Overwatch e mi sono emozionato talmente tanto che ho pensato che questo era il gioco giusto per ritornare. Il 31 dicembre 2015 era pronto il primo video sul mio canale youtube H82 Overwatch. Il titolo era Overwatch : Perché dovrebbe interessarmi? Meno di due settimane dopo, il community manager di Blizzard di Overwatch mi contattò molto interessato ai miei lavori e così iniziò la mia nuova avventura.
Parliamo adesso della situazione dell’Esport in italia: pensi che sia cresciuto in questi mesi e cosa ancora si potrebbe fare per portare il movimento competitivo ai livelli di quello, per esempio, americano?
L’italia è un mondo a parte secondo me: molti gli attribuiscono un significato negativo. E’ facile fare paragoni con gli Stati Uniti dove alla fine è nato tutto questo. Non dimentichiamoci che gli USA sono un paese molto più vasto del nostro, più popolato dove tutti parlano l’inglese, una lingua tra le più parlate nel pianeta. Più persone significa più pubblico, più pubblico significa più budget e quindi eventi enormi. L’america parla a tutto il mondo, non dimentichiamocelo. Noi invece siamo un paese piccolo, abbiamo la nostra lingua e le nostre tradizioni: dobbiamo iniziare a vivere l’eSport a modo nostro è inutile scimmiottare cose che non siamo e probabilmente non saremo mai almeno per i prossimi 50 anni. Ci sono paesi fortissimi in ambito eSport che si sono creati una loro identità e vanno fortissimo come Corea del Sud e Francia. Anche noi dovremmo iniziare a prendere la nostra via, molti di noi esponenti del mondo eSport italiano lo abbiamo capito e stiamo remando questa direzione, cercando di prendere dagli altri più esperti invece il lato tecnico, quello di regia e organizzazione. In quanto creatività e personalità però noi italiani siamo una corazzata e stiamo pian piano iniziando ad emergere, basti vedere gli ottimi risultati fatti con Heartstone, Call of Duty e anche il nuovo Overwatch. Dobbiamo far diventare l’eSport una grande festa italiana e aprirla a tutti senza elitismi e preconcetti.
Fai anche parte della giuria del Fight For Glory, evento inedito su territorio nazionale, raccontaci la tua esperienza
Fight for Glory è un progetto in cui credo davvero molto. Sin da quando mi hanno parlato dei primi “stadi” del progetto mi sono messo di mia spontanea volontà nel dare il mio contributo nel rendere questo evento qualcosa di più di un semplice torneo o un talent. Il culmine secondo me è stato proprio durante gli eventi dal vivo, nelle fiere, dove addirittura ho svolto un compito organizzativo e dove abbiamo permesso agli interessati presenti al Torino Comics o al Romics di vivere un giorno da giocatori professionisti, fianco a fianco coi loro idoli. Abbiamo portato l’eSport alla gente e abbiamo fatto vedere che c’è molto altro dietro a quello che si vede dagli schermi di twitch, non è solo competizione, non è solo gioco elettronico ma è anche stare insieme e condividere la propria passione DAL VIVO, REALMENTE con persone appassionate tanto quanto noi. Sono queste le cose che mi emozionano di più, mi danno soddisfazione e mi ripagano di tutti gli sforzi fatti.
A proposito di nazionale: sei tra i candidati per far parte dei selezionatori che designeranno i componeneti del team italiano di Overwatch. Quali sono le qualità per cui dovresti essere votato? E cosa ne pensi dell’iniziativa in generale?
Essere uno dei candidati non è solo un onore ma è anche una grande responsabilità. Il 2017 è un anno importante per l’italia, è l’anno dove dobbiamo far vedere al mondo che “CI SIAMO ANCHE NOI” . Le carte in regola ci sono dal punto di vista della bravura dei nostri migliori giocatori, serve solo una figura matura che faccia da collante, a volte un pò manager, a volte un po’ bacchettone e a volte un pò fratello maggiore. Chi mi ha visto alle fasi LAN degli ultimi tornei o al Fight for Glory sa bene che sono coi nostri ragazzi (aspiranti pro-player) un pò come “il prof nella gita di quinta liceo”. Li conosco uno ad uno, so le loro caratteristiche alla perfezione li seguo da quando Overwatch è nato, ho commentato ogni loro singolo torneo. Oltre ad essere forse il massimo conoscitore della scena italiana sono un grande conoscitore della scena internazionale, l’anno scorso ho praticamente girato il mondo e lì ho conosciuto i migliori player al mondo di Overwatch e ho avuto modo di capire tutte le difficoltà che i nostri ragazzi della nazionale potrebbero affrontare lontani da casa. Spesso le minacce peggiori alle performance non vengono dal gioco ma vengono da fuori!
Molti lettori di SpazioGames conoscono il mondo dell’Esport, altri no; cosa diresti a quest’ultimi per farli avvicinare a un movimento cosi appassionante e in continua crescita?
Immaginate di vedere il vostro gioco preferito giocato in uno stadio gremito di persone proprio come una partita di calcio, una finale dei mondiali. Non solo giocatori in mezzo al campo ma tante persone come noi che stanno vivendo una grande festa all’insegna di UNA PASSIONE COMUNE. Quando io penso all’eSport penso a questo. Divertimento, spettacolo tutti insieme uniti dalla stessa passione.

Potete votare HERC e supportare la community italiana di Overwatch andando sul sito ufficiale del gioco, vi invitiamo inoltre a seguire il canale Twitch di SpazioGames, che da qualche mese ormai dedica interamente il suo palinsesto alla scena dell’eSport italiana.

👋 Partecipa alla discussione! Scopri le ultime novità che abbiamo riservato per te!

0 Commenti

⚠️ Stai commentando come Ospite. Vuoi accedere?


Questa funzionalità è attualmente in beta, se trovi qualche errore segnalacelo.