Overwatch: Orisa

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a cura di Valentino Cinefra

Staff Writer

Proprio quando tutta la community di Overwatch era convinta di poter giocare finalmente nei panni di Doomfist, il villain dell’universo del gioco spesso nominato nel materiale ufficiale, ecco che è apparsa Orisa, che non è ovviamente Doomfist.
L’inserimento del nuovo personaggio è stato accompagnato dalla solita operazione di teasing a cui ormai siamo abituati. Poco tempo prima dell’annuncio, infatti, Blizzard ha pubblicato una finta intervista a Efi Oladele, brillante scienziata nel campo della robotica e dell’intelligenza artificiale. Inizialmente si pensava che fosse proprio lei la nuova eroina ma, essendo molto giovane, era difficile pensare che Blizzard permettesse ai suoi giocatori di sparare a una pre-adolescente.
Abbiamo provato Orisa per un po’ testando le sue capacità da tank. Difficile dare un giudizio sul suo inserimento nel meta di Overwatch, ma abbiamo provato a fare anche delle analisi preliminari su quelle che potranno essere le sue potenzialità.

La piccola OrisaOrisa ha solo un mese di vita, perché si tratta di un cyborg/centauro costruito dalla piccola Efi, appunto.Efi ha dato vita a Orisa partendo dagli scarti degli OR15, i poco performanti robot guardiani di Numbani, l’oasi nigeriana dove hanno convissuto umani e Omnic per anni. Questi robot erano stati ormai dismessi dopo la guerra, ma furono riattivati dal governo nigeriano per proteggere la città dalle minacce esterne. Purtroppo, i nuovi OR15 ebbero vita breve a seguito dell’attacco di Doomfist che li spazzò via con relativa facilità. Il programma viene quindi annullato, e i restanti OR15 vennero venduti dall’amministrazione di Numbani a privati cittadini. Alcune parti vennero acquistate proprio da Efi Oladele, che forte della borsa di studio della Adawe Foundation riuscì finalmente a dare vita ai suoi progetti.Tra questi c’era la creazione di un nuovo protettore di Numbani. Così, dai resti di un OR15 smantellato, Efi creò un robot riconfigurato e potenziato rispetto all’originale, con tanto di nucleo di personalità progettato da lei stessa: Orisa.Orisa ha dimostrato di essere utile per la città, ma deve ancora ottimizzare i suoi protocolli. In termini umani: ha ancora molto da imparare. Grazie alla sua intelligenza artificiale adattiva e alla voglia di migliorare sempre più il suo lavoro, Orisa ha un grande futuro davanti a sé.

Le abilitàArchiviate le necessarie premesse narrative, vediamo come si comporta Orisa sul campo di battaglia. Mouse/pad alla mano.Orisa è un tank, o meglio un “utility tank”, avvicinandosi più a un Winston che a un Reinhardt. Per farvi capire, ha lo stesso approccio che ha Symmetra ai personaggi di supporto, ovvero più di utilità per gli altri giocatori che di un sustain vero e proprio.La bocca di fuoco di Orisa è la Mitragliatrice a Fusione, un’arma automatica a proiettili (quindi non hitscan) che infligge danni sostenuti ma rallenta il personaggio, come D.Va per intenderci. Di buono ha la gittata infinita e nessun decadimento dei danni, che sono 12 al corpo e 24 alla testa per proiettile. Per un tank è un output di danni buono, che si aggira sui 150 circa al secondo, ma rimane difficile mirare perché bisogna prevedere la traiettoria dei colpi. Eroi come Genji o Tracer saranno molto difficili anche da colpire solamente, mentre Orisa sembra molto utile per colpire eroi come Bastion, oppure la torretta di Torbjorn, o chi in generale si trova a distanza e sta generalmente stazionario.La prima delle sue abilità è Fortificazione, di gran lunga la più interessante del lotto. Riduce i danni subiti del 50% per quattro secondi, ma soprattutto la rende immune dagli impedimenti, crowd control e altri effetti similari. Ad esempio, respinge la carica di Reinhardt stordendolo e infliggendo anche dei danni.Mina Traente è il fuoco secondario di Orisa. Somiglia a una versione alternativa della ultimate di Zarya, perché è una mina gravitonica che esplode al primo contatto, oppure alla pressione successiva del pulsante di attivazione. Non fa danni, ma attira i nemici nell’area circostante per mezzo secondo. Le barriere come quella di Winston o lo scudo di Reinhardt bloccano l’effetto. L’abilità è interessante ed è molto utile per infastidire le cariche, con il suo cooldown relativamente basso (8 secondi).La Barriera Protettiva è la fusione ideale dello scudo di Reinhardt e della barriera di Symmetra. Si proietta a distanza e rimane fermo, assorbe circa 900 danni o dura per 30 secondi, a seconda della situazione. Interessante per difendere una piccola zona, il Bastion di turno, o fare un salvataggio in emergenza di qualcuno che sta per essere assaltato ferocemente.Infine la ultra: Sovralimentatore. Con questa abilità, Orisa piazza un dispositivo (che si può rompere e ha 200 punti vita) che potenzia i danni inflitti da lei stessa e dal team, a patto che si rimanga a una certa distanza e ci sia una linea di vista libera tra il dispositivo e l’alleato.

Giudizio e previsioniPartiamo dall’estetica. Purtroppo, per quanto mi riguarda, gli artisti di Blizzard stavolta hanno sbagliato il colpo. Non mi piace quasi per nulla Orisa, il suo design è raffazzonato, sembra volere seguire tante estetiche diverse senza raggiungerne nessuna efficacemente. Un minestrone estetico che si riflette anche sul suo ruolo. Quello di Orisa è un innesto sicuramente interessante soprattutto per via di Fortificazione, un’abilità al momento unica (escludendo la Ultra di Zenyatta) che potrebbe fare la differenza in molte situazioni di gioco. Si tratta di un tank che ha bisogno di un sustain adeguato, perché se è vero che possiede 400 punti vita in totale, è anche vero che, come Winston, è una preda facile per via delle sue dimensioni e della lentezza.Ci vuole una grande capacità di lettura del gioco per impiegare efficacemente Orisa. Le sue abilità non sono “game-changer”, ma sono più che altro votate al gioco di squadra, dove la sola Fortificazione potrebbe davvero ribaltare le sorti di molte situazioni di stallo. Porterà sicuramente un cambiamento nel meta, perché è un nuovo tank di cui c’era oggettivamente bisogno. Mi piace la sua idea di guardiano del campo di battaglia, con delle skill che danno vantaggio agli alleati. Ci vuole una mentalità da regista con Orisa, per giocatori che prediligono il gioco stazionario fatto di routine relativamente cicliche.

Orisa, sebbene non sia esteticamente tra i migliori personaggi di Overwatch, si è rivelata interessante una volta piazzata sul campo di battaglia. È un tank da giocare con intelligenza, per giocatori capaci, già avvezzi al gioco di squadra ed alla “regia” delle partite di Overwatch. Non credo sarà devastante per il meta, ma sicuramente troverà il suo posto perché Fortificazione è un’abilità che si presta a molti usi per essere ignorata.

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