La serata degli Oscar 2018, i premi consegnati nella notte tra domenica e lunedì al Dolby Theater di Los Angeles, non verrà sicuramente ricordata come quella delle sorprese o dei grandi colpi di scena, bensì quella delle conferme assolute: il vincitore, come da programma, è stato infatti La Forma dell’acqua di Guillermo del Toro con ben quattro Oscar, inclusi Miglior film e Miglior regia (oltre a Miglior colonna sonora originale ad Alexandre Desplat e la Miglior Scenografia).
La storia d’amore visionaria che ha commosso critica e – soprattutto il pubblico in sala – è quindi la pellicola che porta a casa il maggior numero di statuette, a fronte delle 13 nomination. “Io sono un immigrato. Negli ultimi venticinque anni ho vissuto un po’ ovunque. La cosa più bella che fa il nostro cinema è togliere le frontiere”, sono le parole che Del Toro ha usato per conquistare definitvamente la platea.
Bravo Guillermo, bravi tutti. Anche la meritatissima vittoria di Frances McDormand, grazie all’Oscar come Miglior Attrice con il film Tre manifesti a Ebbing, Missouri, lascia spazio alle certezze, vista la magistrale interpretazione nel film di Martin McDonagh. Visibilmente emozionata, la McDormand non ha usato filtri: “Mi trovo in uno stato di iperventilazione, se cado a terra raccoglietemi, poiché qualcosa devo pur dirla.”
Le altre premiazioni – Oscar 2018
Altro premio meritatissimo è l’Oscar come Miglior attore protagonista a Gary Oldman per L’ora più buia, (che porta a casa anche Miglior trucco e acconciatura)battendo – sempre come da pronostico – Daniel Day Lewis, Daniel Kaluuya, Timothéè Chalamet e Denzel Washington. La performance perfetta di Winston Churchill nel film storico di Joe Wright, ha sicuramente lasciato il segno. Get Out di Jordan Peele ottiene subito dopo il premio per la Miglior sceneggiatura originale (il film era candiato anche nelle categorie di Miglior film e Miglior regia) mentre Allison Janney, per Io, Tonya, ottiene il premio come Miglior attrice non protagonista. Chiamami col tuo nome, il discusso e acclamato film di Luca Guadagnino, ha invece ottenuto “solo” l’Oscar per la Miglior sceneggiatura non originale.
A far vibrare nuovamente la platea e gli spettatori, è però stata a vittoria di Sam Rockwell come Miglior attore non protagonista per Tre manifesti a Ebbing, Missouri. In lizza c’erano anche Willem Dafoe, Woody Harrelson (sempre per Tre manifesti, Richard Jenkins e Christopher Plummer. Blade Runner 2049 ha vinto l’Oscar per i Migliori effetti speciali, battendo colossi del calibro di Guardiani della Galassia: Vol. 2, Kong: Skull Island, Star Wars: Gli Ultimi Jedi e The War: Il pianeta delle scimmie.
Il Miglior montaggio è andato invece a Lee Smith per Dunkirk, il film di Christopher Nolan che è forse il vero sconfitto da questa 90ima edizione degli Academy Awards, con sole tre statuette. Sue sono infatti anche le statuette relative a Miglior sonoro e Miglior montaggio sonoro: si tratta quindi di lodi solo ed esclusivamente legate al profilo tecnico, niente a che vedere con l’agognato Oscar per la regia che, ne siamo assolutamente siamo certi, verrà finamente agguantato dal regista britannico nelle prossime edizioni degli Academy Awards
Miglior corto d’animazione a Dear Basketball, dedicato alla carriera di Kobe Bryant con la maglia dei Los Angeles Lakers, mentre sempre senza troppe sorprese Coco, di Lee Unkrich e Darla K. Anderson, ha vinto come Miglior film di animazione. “Coco non esisterebbe senza la meravigliosa cultura messicana”. La serata degli Oscar 2018 è stata poi contraddistinta da un sentito monologo di Jimmy Kimmel, il quale oltre a ricordare alcuni momenti divertenti della passata edizione (uno fra tutti, la premiazione errata di La La Land come miglior film, al posto di Moonlight) ha duramente attaccato Harvey Weinstein. “Weinstein è stato espulso. Se lo meritava. Il mondo ci sta guardando abbiamo bisogno di dare il buon esempio. Se mettiamo fine fine alle molestie, le donne potranno farcela”.
Chiudono la serata i cosiddetti premi minori, come il Miglior cortometraggio documentario a Heaven is a Traffic Jam on the 405 di Frank Stiefel e quello per il Miglior cortometraggio a The Silent Child di Chris Overton e Rachel Shenton. L’Oscar per il Miglior film straniero è invece per Una donna fantasticadi Sebastißn Lelio, l’accorata storia di una transgender che cerca di integrarsi nonostante le difficoltà.
Un’edizione, quella dei 90° Academy Awards, che verrà ricordata per due cose in particolare: la prima, l’ovvia vittoria de La Forma dell’Acqua, consacrazione di un certo cinema visionario di Guillermo Del Toro. L’altra, la capacità di Hollywood di usare il palco del Dolby Theater per lanciare messaggi sociali molto importanti, incluso ovviamente quello a difesa delle donne a seguito del caso Weinstein. Per il resto, pur essendo ormai lontani i tempi in cui un film era in grado di superare le dieci statuette (qualcuno ha forse detto Il Ritorno del re?), gli Oscar 2018 hanno dato le giuste lodi a tutti coloro che le meritavano davvero, dalla McDormand a Sam Rockwell, passando per Gary Oldman e il suo magistrale Churchill. L’unico rammarico è forse solo per Dunkirk, il film bellico di Christopher Nolan che avrebbe potuto sicuramente portarsi a casa premi più importanti, al di fuori delle meritate statuine per il montaggio e il sonoro. Ad ogni modo, bene così.