No Man's Sky

Avatar

a cura di JinChamp

No Man’s Sky sì o No Man’s Sky no?”. È questa la domanda che si stanno chiedendo tutti i videogiocatori, soprattutto ora. Oggi è ufficialmente approdato su PlayStation 4 e da venerdì prossimo sarà disponibile anche su PC, ma tante persone ancora non sono certe se lanciarsi a testa bassa nell’acquisto o desistere. Tutte queste incertezze sono figlie del fatto che, in questi anni di sviluppo, troppo si è parlato della creatura di Hello Games ma forse troppo poco si è capito veramente bene, probabilmente per la volontà degli stessi sviluppatori di preservare l’esperienza destinata ai giocatori da spoiler guastafeste.
Oggi, come può essere ovvio intuire, non siamo ancora qui con il nostro giudizio definitivo sul titolo, quanto piuttosto con delle prime impressioni a caldo dopo quasi una decina di ore, così da iniziare a sfatare i primi miti, condividere questo primo assaggio di No Man’s Sky con voi prima che tutto venga poi debitamente argomentato in sede di recensione.
“Ma quindi questo gioco fa per me?”
Troppe persone hanno commesso il grave errore di farsi un’idea troppo personale su un gioco di cui si sapeva pochissimo. Già da mesi si potevano trovare in rete sia utenti che gridavano al flop e altrettante che urlavano al capolavoro. Non sapremo mai su cosa si basassero queste particolari giudizi, però si può discutere su cosa molti videogiocatori credevano che avrebbero potuto (o dovuto?) trovare. Ecco, partiamo proprio con quello che verosimilmente sarà lo slogan del lancio di No Man’s Sky: molto probabilmente, non è come in tanti si aspettavano che fosse.
Proprio su queste parole vogliamo farvi riflettere. Diverso non vuol dire per forza meglio o peggio, ma vede un titolo ideato e sviluppato da Murray e compagni, con una propria identità e che non deve per forza assecondare le idee, talvolta strampalate, che la gente si era fatta nel mentre senza ragione.
Il primo inghippo nasce dalla natura online di No Man’s Sky, con un unico universo in cui tutti i giocatori viaggiano e svolgono le loro attività. Erroneamente si è arrivati ad accostare questo gioco ad una specie di MMO, magari anche con la complicità della moda del momento. Su questo punto vogliamo essere assolutamente chiari sin da oggi: non si tratta di un gioco multiplayer in senso stretto. Non solo è altamente improbabile che non riuscirete mai a trovarvi con i vostri amici su uno specifico pianeta, ma è ipotizzabile che, nel corso di tutta la vostra esperienza, non incontrerete mai nessun personaggio guidato da un essere umano reale. L’universo di gioco è troppo esteso affinché due persone possano condividere contemporaneamente lo stesso pianeta, ma anche in questo caso sarebbe abbastanza difficile che si riescano a incontrare o ad accorgersi delle rispettive presenze.
Ci riserviamo il beneficio del dubbio, poiché la logica vorrebbe che la percentuale di incontri con altri giocatori aumenti in modo sostanziale man mano che ci si avvicini al centro dell’universo, qualsiasi cosa ci sia lì ad attenderci.
Il secondo grande dilemma che accompagna questo day one invece è molto più pratico, che riguarda quali possibilità offre al giocatore.
Questo è un ottimo spunto di riflessione e noi, dopo un giorno intero passato pad alla mano, non abbiamo minimamente idea della totalità di cose da fare. Il gioco comunque sembra ruotare attorno all’esplorazione e al crafting, mentre altri aspetti come i combattimenti o qualsiasi tipo di interazione con gli NPC ci sono sembrati, ad ora, più marginali. Parlando proprio di esplorazione e crafting, sin dal primo minuto ci vengono presentati come due elementi fortemente dipendenti l’uno dall’altro.
Tutto ha inizio in un pianeta casuale ai confini dell’universo, vicini alla nostra navetta spaziale gravemente danneggiata. Per ripararla sarà necessario trovare le giuste risorse in giro, i progetti adatti per costruire degli upgrade necessari o semplicemente migliori, e successivamente la ricerca si sposterà su elementi primari da usare come il carburante, per alimentare i motori, i propulsori, o per la nostra tecnologica tuta spaziale. 
Senza le giuste risorse, non solo resteremo bloccati su un pianeta senza ulteriori via di fuga, ma sarà solo questione di tempo prima che la morte ci accolga tra le sue ossute braccia gelide. Già, perché No Man’s Sky può a pieno titolo definirsi un esplorativo survival. Ogni pianeta ha un suo ecosistema diverso. Alcuni saranno troppo caldi, altri troppo freddi, altri con atmosfere radioattive o addirittura velenose, e starà solo a noi saperci adattare e sopravvivere. Tutto ciò che usiamo si consuma, e quando tutto finisce è game over. Il giocatore è pertanto costantemente esortato a trovare fonti di elementi indispensabili per il proprio sostentamento. Gli isotopi (come il carbonio e il plutonio), ad esempio, sono essenziali per ricaricare non solo la nostra navicella ma anche la nostra tuta e la nostra arma, che useremo sia come pistola per difenderci da elementi ostili, sia per collezionare materiali. Troveremo ferro, titanio, rame, iridio e tantissimi altri elementi della tavola periodica. Molti serviranno per costruire upgrade e consumabili, altri saranno preziosa merce di scambio per ottenere oggetti ed elementi che non ci è possibile reperire di persona, tramite i portali che ci danno accesso al mercato intergalattico.
Ciò che è molto importante da tenere a mente è che tutto questo si svolge con una notevole flemma. Il ritmo di gioco è molto compassato, così lento da farvi perdere la concezione del tempo. Anche qui, se vi aspettavate un gioco spaziale frenetico e ricco di emozioni, vi esortiamo a guardare altrove perché non è questo il genere di gioco che fa al caso vostro.
“Ma quindi che si fa?”
Mentre andrete in giro a raccogliere materiali utili e/o preziosi, la vostra priorità sarà quella di trovare dei luoghi di interesse: piccoli accampamenti alieni, dei rifugi, stazioni spaziali in disuso o delle rovine. In quasi tutti questi luoghi troverete variabili quantità di risorse, consumabili, pezzi preziosi da rivendere appena possibile e, in alcuni casi, dei png. Questi sono per lo più degli automi messi lì a guardia di una postazione, in altri casi troverete dei computer dotati di intelligenza artificiale, e molto più raramente delle forme di vita aliena senzienti.  A noi è capitato solo una volta di trovare un Vy’keen, un alieno dalle sembianze simili ad un orco spaziale e con un carattere un po’ burbero, almeno in apparenza. Spesso verrete messi davanti a scelte multiple e dovrete azzeccare la risposta giusta se volete ottenere delle ricompense. La difficoltà sta nel fatto che dovrete basarvi unicamente sul vostro istinto e sui pochi indizi che vi vengono forniti. Tutti in questo universo (a parte voi, è ovvio) parlano una strana lingua aliena, per voi esordienti assolutamente incomprensibile.
Qui entrano in gioco le suddette rovine. In genere sono dei monoliti piccoli, più raramente delle grosse sculture cubiche, che potrebbero tranquillamente essere paragonati ai Poignee Griffe del mondo di One Piece. A ogni monolito trovato e attivato, imparerete una parola aliena, mentre per quelli più grossi avrete la possibilità di risolvere degli enigmi abbastanza intuitivi per ricevere delle ricompense extra, come nuovi progetti o materiali. Più parole imparerete, più sarà probabile ottenere un ulteriore indizio nelle “chiacchierate” con le entità aliene, così da aumentare le vostre chance di fare la scelta giusta. Questo aspetto è forse quello che fino a questo momento ci ha incuriosito di più, e contribuisce con forza a spingere il giocatore a continuare nella sua esplorazione dell’universo con un interesse vivo e non in modo assolutamente passivo.
Un altro punto su cui c’è grande interesse riguarda i combattimenti. Che siate appiedati contro animali ostili, sentinelle robotiche volanti che vi hanno beccati a razziare le risorse del loro pianeta, o piante attaccabrighe, o che invece siate in viaggio nella vostra navicella inseguiti da un gruppetto di pirati spaziali, il combattimento sarà solo e unicamente per autodifesa. Probabilmente, qualora ne aveste occasione, la fuga potrebbe anche essere di gran lunga la scelta migliore. Nessuna battaglia epica à la Star Wars, nessuno scontro adrenalinico e, soprattutto, nessuna ricompensa che possa premiare una vostra ipotetica vittoria. La vostra sopravvivenza è il premio in palio, tutto qua.
Per concludere, vogliamo invece parlare dello scopo del gioco. Si è saputo già dall’annuncio che il giocatore verrà portato a seguire la sua rotta, un sistema solare dopo l’altro, verso il centro dell’universo. È effettivamente così ma la rotta è in qualche modo preimpostata, senza dare spiegazioni sul perché, sugli obiettivi: è tutto avvolto nel più fitto dei misteri. Non abbiamo la benché minima idea di cosa ci sarà ad aspettarci una volta giunti a destinazione. Potrebbe essere qualcosa di epico o una fregatura senza precedenti. In fondo, ci sono soltanto diverse ore di gioco a separarci dalla verità.
Ciò che invece è risultato come una vera e inaspettata sorpresa, è la possibilità di seguire rotte alternative. È possibile girovagare in lungo e in largo per l’universo senza uno scopo preciso, ma è altresì possibile seguire delle rotte secondarie, una volta che verranno sbloccate, relativamente brevi e con obiettivi diversi. Durante la nostra prova abbiamo sbloccato una rotta alternativa, verso l’Atlante, che dovrebbe consistere in circa 6-7 sistemi solari al massimo. A occhio dovrebbe essere una rotta lunga almeno la metà, se non un terzo, di quella che ci porterà al centro dell’universo. Anche qui il mistero avvolge tutto, eppure i ragazzi di Hello Games riescono a generare curiosità proprio dal piacere dell’esplorazione e della scoperta di questi segreti, che vi auguriamo nessuno venga mai a spoilerarvi.

La nostra avventura su No Man’s Sky è solo all’inizio. Abbiamo già esplorato un po’ di pianeti ma la sensazione è che sia soltanto la punta dell’iceberg. Quando si parlava di proporzioni enormi, non si scherzava affatto, ma solo una prova approfondita ci saprà dire se alla quantità corrisponde l’adeguata qualità. Quello che invece ci sentiamo già di poter dire, è che si tratta di un gioco non per tutti i palati, dove la massa avrà difficoltà ad approcciarsi a un ritmo di gioco così lento e a una filosofia di gioco assolutamente di nicchia. Questo articolo, difatti, è rivolto soprattutto a chi ha dei dubbi sulla natura del titolo, con la speranza che serva a fare un minimo di chiarezza.

A questo punto non resta molto altro da dire, ma tutti i nodi verranno al pettine in sede di recensione, come sempre sulle nostre pagine.

Leggi altri articoli