Il primo luglio si è tenuta la New Game Designer, una manifestazione a tema videoludico ospitata dall’Università degli studi di Milano. L’evento vantava ventotto stand nel cortile esterno, alcune sale interne, ed è riuscito ad ospitare circa 2000 persone.
Il vero cuore dell’evento era però il concorso, con più di dieci team di sviluppo, dove è stato premiato il miglior gioco indipendente nato dal corso di Online Game Design, tenuto da Dario Maggiorini e Laura Ripamonti proprio alla Statale di Milano, e da quello di Videogame Design and Programming, tenuto da Pier Luca Lanzi al Politecnico di Milano. Sono stati mostrati molti giochi interessanti, alcuni più grezzi e altri maggiormente curati ma tutti accomunati da passione e voglia di innovare. Ben 14 giudici, tra sviluppatori esperti e giornalisti del settore, hanno dichiarato i due vincitori, rispettivamente per singleplayer e multiplayer: Judgement Day, sviluppato Alessandro Osima e Domenico Favaro, e Fields of war, creato da Federico Cardini e Luca Todeschini. Il primo è un god game fuori dalle righe: non dovremo scegliere se essere buoni o cattivi, se agire bene o male, bensì dovremo scatenare la nostra ira sui fedeli con un discreto assortimento di poteri per scatenare, quindi, l’apocalisse. Il secondo invece è un gioco strategico in tempo reale per due giocatori, lo scopo del gioco è distruggere la base nemica. La sua particolarità è quella che, a differenza di come siamo abituati, non controlleremo direttamente le unità in gioco ma potremo influenzare il terreno che li circonda, creando dinamiche facili da comprendere ma dal grande potenziale strategico.
Nel cortile interno dell’università erano esposti nei vari stand numerosi titoli. Lo stand di IndieVault era uno dei più grandi e vantava una selezione di giochi indipendenti emergenti davvero interessanti tra cui Path One di Christian Costanza, Scintilla di Anemone Lab e Pablo Cavarez di Bloody Monkey. Tra questi troviamo anche Inquisitor Heartbeat, un roguelike per non vedenti: si tratta infatti di un audiogame, pensato e progettato per essere fruito e apprezzato da tutti.
I restanti stand erano occupati da altri sviluppatori, come We Are Müesli che presentava “Cave Cave Deus Videt”, oppure da associazioni culturali come Mentezero. Affiancate vi erano mostre d’arte allestite da Neoludica Game Art Gallery ed Event Horizon School of Digital Art.
All’interno si tenevano anche alcuni interessanti interventi da parte di professori universitari ed esperti del settore. Si sono affrontati gli argomenti più svariati: dalla configurazione di intelligenze artificiali alla generazione procedurale di elementi nei videogiochi. Infine una buona area era destinata perfino a quello che è il genitore del videogioco: il gioco da tavolo. Sono state riempite un paio di stanze con enormi tabelloni e carte da gioco, grazie alla partecipazione della Tana Del Goblin.
L’evento però non è stato solo un momento per divertirsi e conoscere il panorama indipendente italiano ma ha servito su un piatto d’argento una grande opportunità: parlare fin da subito con alcune case di sviluppo già avviate nel settore, da quelle più giovani come StudioEvil fino ad Ubisoft Milan, e tramite un veloce colloquio avere l’occasione di aprirsi un paio di porte verso stage e veri e propri posti di lavoro.
New Game Designer è stata un’occasione per guardarsi intorno, conoscere il panorama e tentare di varcare la soglia per ritrovarsi dall’altro lato tramite qualche brillante colloquio. Possiamo dire che la manifestazione è riuscita a mostrare a tutto tondo la realtà degli sviluppatori indipendenti, dando spazio e visibilità a queste piccole realtà e spronando i più giovani, fin dal percorso di studi, a cominciare e andare avanti in questo impegnativo percorso.