La passione di Microsoft per il gaming, sopita sotto Ballmer (al punto da alimentare voci su una possibile cessione di Xbox, all’epoca si parlava persino di Amazon), sembra essersi riaccesa durante il regno di Satya Nadella. Il terzo CEO nella storia del gigante di Redmond ha finanziato nel 2014 un’acquisizione da $2.5 miliardi quale quella di Mojang, con Minecraft annesso, e sembra essere pronto a tirare nuovamente fuori il libretto degli assegni quando sono passati appena quattro anni da quella manovra al tempo ritenuta impensabile. Impensabile proprio come quella che potrebbe portare un colosso del calibro di Electronic Arts o Valve, oppure una realtà in fortissima crescita come PUBG Corp., nella scuderia al servizio di Phil Spencer, per assecondarne la visione non soltanto a parole ma anche con i fatti, ora che fa parte del board come vice presidente esecutivo. Di fatti, ovviamente, non possiamo ancora parlare con certezza. Per ora c’è un rumor grosso quanto una casa, ma che arriva dalle pagine di Polygon e non, con il dovuto rispetto, da Reddit o 4Chan; un portale che, tra le altre cose, suggerì l’esistenza di un modello S e di un modello X di Xbox One con ampissimo anticipo rispetto a chiunque altro e quando, pure in questo caso, iniziative del genere si profilavano come assolutamente impensabili per il panorama videoludico del tempo. Se parliamo di credibilità e vicinanza all’industria, poi, parliamo del sito che ha chiesto (e ottenuto) un articolo di commento su The Legend of Zelda: Breath of the Wild ad uno come Ken Levine di bioshockiana memoria; insomma, una testata che sa cosa sta facendo e si sbilancia quand’è abbastanza convinta delle cose che sta sentendo, e questo costituisce un grande fattore di differenza rispetto alle altre indiscrezioni che abbiamo commentato, provenienti da forum come ResetEra o da dritte di sviluppatori un po’ fanboy.
I risvolti su Xbox One…
… e quelli su Windows
Xbox One avrebbe un ruolo non marginale ma di certo non da protagonista solitaria in questa faccenda. È chiaro che il CEO di Microsoft sia stato convinto in qualche modo a fare un passo tanto rilevante, e in genere questo tipo di passo – com’è stato con Minecraft – ha a che fare principalmente con Windows. La riprova è il fatto che i tre nomi che stanno circolando hanno tutti le mani in pasta nel mondo PC, e acquisirne uno vorrebbe dire non soltanto liberarsi di un competitor ma anche, e soprattutto, comprarne la piattaforma con la relativa capacità produttiva alle spalle, la libreria, le licenze e i rapporti con i publisher third party. Toccasse ad EA, insomma, ci sarebbero dei risvolti possibilmente ancora più interessanti, con l’inclusione di Origin in Windows Store (o viceversa, visto che quest’ultimo brand non ha mai attecchito granché) e l’ulteriore potenziamento di Windows 10 come centro del mondo videoludico. Dopo tanto armeggiare in Europa – un’esperienza che non ha lasciato ricordi particolarmente buoni, con la chiusura di Lionhead e Press Play, oltre ad una Rare che ha faticato parecchio a trovare una nuova identità -, una mossa del genere riporterebbe il focus di Microsoft sul Nord America, in ogni senso. Prima di tutto per le location sparse tra Stati Uniti e Canada, ma anche e forse soprattutto in termini di appeal: Madden NFL è un franchise/IP che sposta gli equilibri da quelle parti, chiaramente costituisce un bonus affinché EA venga valutata un’alternativa più valida rispetto alle altre due opzioni, e avere un qualche tipo di trattamento di favore rispetto a PlayStation garantirebbe pure un ritorno d’immagine e una valenza strategica importanti in un territorio chiave. Il discorso, come osservato poc’anzi, sarebbe leggermente diverso per FIFA, dal momento che la lunga partnership tra Xbox e il marchio calcistico non ha avuto gli effetti sperati, ed è ancora in essere il contratto che lo lega a PS4 in termini di marketing.
Le acquisizioni nel mondo dell’intrattenimento, di norma, danno a chi compra e tolgono al consumatore, che sul lungo termine rischia di ritrovarsi con un’offerta meno varia e indipendente – un po’ lo stesso timore che ha accompagnato il passaggio di 20th Century Fox a Disney. Il modus operandi di Microsoft con Minecraft costituisce però un precedente positivo, dal momento che l’IP non è diventata un’esclusiva ma ha anzi visto ampliarsi lo spettro delle piattaforme supportate. A godere, insomma, potrebbero essere tutte le parti in causa e il mondo dei videogiochi potrebbe assistere ad un’ennesima evoluzione, stavolta più che tecnica di natura tecnologica, grazie a servizi digitali, on demand e cloud.