MasterClass e Prototype 2

Avatar

a cura di Dr. Frank N Furter

Roma – Nella leggendaria cornice degli studi di Cinecittà abbiamo preso parte a un evento davvero particolare. Organizzato da Activision
in collaborazione con la NUCT – Scuola Internazionale Cinema e Televisione , l’evento ha visto come attore protagonista Prototype 2 che fungendo da filo conduttore della serata ha dato modo ai partecipanti di approfondire un tema molto interessante: la contaminazione tra cinema e videogioco, due media così vicini e allo stesso tempo lontani, a volte incrociano le loro strade e si ritrovano più simili di quanto non si pensi. L’evento ci ha visto dapprima ascoltare gli interventi degli ospiti della serata: Gianmarco Tognazzi, uomo di cinema e appassionato videogiocatore, Francesco Alò moderatore, direttore artistico della NUCT, Federico Ercole – giornalista ed esperto di videogame, Davide Albano – doppiatore di Alex Mercer e Stefano Bertuzzo brand manager
di Activision Italia. Dopo un breve ma sostanzioso buffet e una prova finale del gioco, abbiamo assistito alle riprese di una Cinematic Live Sequences di cui vi parleremo nella parte finale dell’articolo.

Il dibattitoL’incontro si è aperto con la visione dei primi dieci minuti di gioco di Prototype 2, utili a Francesco Alò per introdurre l’argomento della serata: il particolare legame tra il mondo del cinema e quello dei videogiochi. Oltre a essere il direttore artistico della NUCT, Alò è anche un critico cinematografico e il suo intervento d’apertura è stato d’ampio respiro andando a toccare molti aspetti di questo accostamento tra la “settima arte” e quella che arte non è chiamata ma che in molti già la considerano tale. E’ ormai di dominio pubblico che il fatturato mosso dall’industria videoludica ha superato da qualche tempo quello del cinema e della musica, diventando il mercato dominante dell’intrattenimento e scatenando le gelosie di Hollywood, un fatto che solo quindici anni fa era ritenuto impossibile. Invece è così, molti registi importanti e addetti ai lavori stanno pian piano migrando da un mondo all’altro, quello videoludico non solo rappresenta una nuova opportunità di business, ma appare come il cavallo vincente dei prossimi decenni. A capitanare questa sorta di esodo ci sono personaggi come Steven Spielberg che ha già messo il suo zampino nel divertente puzzle game Boom Blox, senza contare personaggi del calibro di Hans Zimmer (premio Oscar nel 1995) che da tempo scrive la colonna sonora di Call of Duty Modern Warfare.La discussione si è poi spostata alla situazione nostrana, e chi meglio di Tognazzi poteva spiegarci come il cinema e il videogioco, per motivazioni in parte simili, si trovano indietro nel processo di assimilazione culturale del nostro paese. Il problema principale secondo Tognazzi è nell’incapacità tutta italiana di riuscire a star dietro all’evoluzione tecnologica, di mercato e qualitativa che i mondi di cinema e videogioco oggi impongono. Nel primo caso, il cinema, è stato abbandonato a se stesso, passando da grandissimi produttori sia in termini di qualità e quantità a un cinema degli ultimi vent’anni divenuto l’ombra di se stesso. Il secondo invece ancora rilegato a balocco per bambini oppure a sfizio/vizio da tener segreto per i Peter Pan italiani, costretti magari a giocare di notte col volume basso per non farsi sgridare dalla compagna. Probabilmente, solo con l’avanzare delle attuali generazioni e di quelle che verranno, anche questo media, nel nostro paese, potrà godere di un’altra reputazione e magari far crescere realtà economiche vincenti persino all’estero.Con Federico Ercole si è toccato invece l’aspetto prettamente tecnico/emozionale che il videogioco è riuscito a esprimere negli anni. Si è parlato della morte di Aeris in Final Fantasy VII, della complessa narrativa della Xenosaga e dell’incredibile introspezione psicologica offerta da Silent Hill 2. Tutto questo per dire che se cinema e videogioco sono due media che sul piano dell’emozione facile e dell’azione spettacolare ormai hanno raggiunto lo stesso livello, se andiamo ad analizzare l’aspetto più profondo, il videogioco ha un grande vantaggio oltre a quello dell’interazione diretta: un “tempo cinematografico” più lungo dove l’utente finale non si annoia ma è allo stesso tempo parte attiva e passiva e, senza modestia ma noi di Spaziogames abbiamo suggerito l’esempio, è proprio quel lungo corridoio di Silent Hill 2, la lettera di Mary e quel finale che chiude il cerchio e lascia il giocatore frastornato e allo stesso tempo appagato da un’esperienza totale.A chiudere ci sono stati gli interventi di Davide Albano, il doppiatore di Alex Mercer e Stefano Bertuzzo, brand manager di Activision. Il giovane doppiatore e attore italiano ci ha parlato di quanto il doppiaggio nei videogiochi stia acquistando qualità anno dopo anno. A differenza di un film dove la recitazione è già impostata, nel videogioco il doppiatore ha la possibilità di trasmettere in maniera più efficace la sua interpretazione rendendo il lavoro piacevole e divertente. Bertuzzo ha fatto un breve intervento spiegando alcune novità tecniche introdotte in Prototype 2 come il nuovo Titanium 2.0, motore grafico proprietario dei Radical. Oltre a questo ha evidenziato che il brand di Call of Duty ha superato nelle vendite un colossal come Avatar e che il primo Prototype ha venduto sino a oggi ben due milioni di copie.

Ciak! Si giraL’ultima parte dell’evento si è svolta all’esterno, verso sera, una breve scena di circa trenta secondi con protagonista Gianmarco Tognazzi nel ruolo di uno scienziato ferito e in cerca di un posto sicuro. Il setting ricostruito era basato sulla New York distrutta mostrata in Prototype 2, una macchina ricoperta d’interiora umane, muri e fontane distrutti e anch’essi testimoni del massacro avvenuto dopo l’infezione. I veri protagonisti sono stati i ragazzi di Crea FX assieme agli studenti della NUCT, i primi sono maestri del trucco mostrando tutta la loro abilità nel replicare volti e corpi completamente trasformati dal virus, un risultato che visto dal vivo è a dir poco impressionante. I ragazzi della NUCT hanno diretto le riprese, la scenografia e tutto quello che ruota attorno alle riprese di un film. Un finale davvero interessante e diverso dal solito che speriamo sia replicato in futuro con altre tipologie di prodotti, magari col prossimo Call of Duty, sperando di non dover interpretare il solito sfortunato manipolo di soldati sacrificato per esigenze narrative.

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